L’analisi marxiana dell’accumulazione originaria è quella della nascita della mano d’opera salariata, oggi l’analisi riguarda maggiormente il modo in cui il capitalismo recupera valore nella circolazione del flusso.
Un esempio è la crisi immobiliare americana. Dopo la crisi sono stati disposti trenta milioni di pignoramenti, di cui sette milioni eseguiti: un processo di appropriazione e rapina. Cose simili sono successe in Spagna, in Ungheria; è importante sottolineare che durante la crisi la popolazione ispanica e nera ha perso 2/3 del patrimonio, mentre la bianca il 30%: ciò corrisponde ai bonus che Wall Street ha pagato ai suoi traders nello stesso periodo. Questo è ciò che chiamo accumulazione per spossessamento.
Lo stesso è successo per le pensioni: anche qui c’è stato un furto da estorsione di valore a popolazioni vulnerabili che ha reso ancora più ricco l’1% della popolazione. La stessa cosa succede su scala globale con la terra (Africa), ma anche con la spoliazione continua dei diritti di accesso all’acqua, dei minerali, da parte delle grandi corporations. La cosa importante è che anche strumenti che vengono presentati come elementi che possono aiutare, sono elementi di spossessamento, come il microcredito o i mutui subprime. Questi strumenti, già visti positivamente, si rovesciano nel loro opposto, dalla cooperazione all’espropriazione.
estratto da http://gabriellagiudici.it/david-harvey-a-passignano-perugia/
Le persone che decidono quali poteri lasciarci o toglierci, sono sì e no alcune dozzine: sei o sette commissari della Ce su trenta; i componenti del Consiglio Europeo (due dozzine di capi di Stato e di governo); i membri del direttivo della Bce; i capi del Fmi, e pochi altri. Tutti, intendiamoci, immersi in trattative con esponenti del mondo politico, finanziario e industriale, in merito alle quali disposizioni della direzione Ce impongono che i cittadini europei non ne sappiano nulla sino a che non si è presa una decisione. Non esiste alcun organo elettivo — nemmeno il Parlamento Europeo — che possa interferire con quanto tale gruppo decide.
http://www.syloslabini.info/online/se-la-ue-diventa-una-dittatura/
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Renzi non ha tutti i torti nell’affermare che il futuro è oggi. Solo che non è il futuro che vuol far credere lui e che, al presente, nessuno vede. Il futuro oggi è quello di una Genova devastata e sconvolta dalle bombe d’acqua, in cui si aggrediscono i vigili, rappresentanti di un’autorità comunale inerte, e i tecnici della protezione civile, rappresentanti di uno stato che latita. Il futuro sono i sette milioni fra disoccupati, scoraggiati e inoccupati, che tali resteranno nel lungo periodo. Oggi il futuro è la continua moria d’imprese, che non accenna ad arrestarsi, assieme alla perdita di capacità produttiva nel paese. Perciò, il futuro che annuncia Renzi, a partire da questo presente, non è un sogno che si materializza come per incanto, grazie alle parole dell’imbonitore piddino, ma un incubo incombente, che la popolazione italiana è costretta a vivere giorno dopo giorno, nell’oggi e nel quotidiano. Finché, fra non molto, capirà di non farcela e allora rimpiangerà la noia, la stabilità, il passato.
http://pauperclass.myblog.it/2014/10/11/il-futuro-oggi-eugenio-orso/
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