Una autentica flotta di navi da guerra formata da 14 unità’ turche, fortemente armate fino ai denti, sta navigando al di fuori di ogni controllo statale, dirigendosi a quanto sembra verso l’Egeo o il Mar Ionio per sfuggire alle epurazioni attuate dal Governo di Ankara. Come rivelato da alcune fonti, fra cui Il Times, sono state segnalate queste 14 unità della Marina turca fortemente armate che navigano verso destinazione ignota ma è chiaro che si tratta di unità appartenenti ai rivoltosi turchi che adesso cercano di mettersi in salvo dalle sanguinose epurazioni contro i militari ribelli attuate dal Governo di Erdogan. Sono in allarme i porti del Pireo ed altri in Grecia ma anche Taranto dove potrebbero dirigersi le unità turche, secondo l’agenzia RiaNovosti. Il comandante della Marina da guerra turca, l’ammiraglio Veysel Kosele, ha ammesso di non avere più il controllo di queste unita già dallo scorso Venerdì’, giorno in cui iè avvenuto il tentativo di Golpe, come indica la fonte anonima del giornale britannico. Al momento non si sa se l’ammiraglio siacoinvolto anche lui nel fallito golpe o si trovi come ostaggio dei rivoltosi. Nel frattempo in Turchia procede l’epurazione massiccia dei militari rivoltosi con circa 7.500 arresti, questa epurazione viene estesaanche ai magistrati, ai poliziotti, a giornalisti ed a dipendenti pubblici. L’epurazione risultatalmente massiccia da somigliare sempre più’ ad una purga staliniana. Il bilancio dei morti e’ salito a 290 e i feriti sono alcune migliaia. Nel paese è stata proposta l ‘introduzione della pena di morte con effetto retroattivo e questo creerebbe una situazione ancora peggiore. Lo stesso Erdogan ha rivelato che ha corso il rischio di essere assassinato mentre si trovava in vacanza in un Hotel sul Mar Egeo. Adesso Erdogan vuole vendicarsi pesantemente sui cospiratori e sugli oppositori. Le autorità della UE al momento esprimono preoccupazione e lanciano appelli alla moderazione nei confronti di Ankara augurandovi un ritorno alla stabilità. Rt Actualidad. The Times. RiaNovosti
Oscar Giannino
19 luglio alle ore 20:38 ·
Turchia. Pensateci: Mussolini, il capo del fascismo, nel 1931 impose a tutti i docenti universitari il giuramento al regime, 12 solo rifiutarono, ma il regime non torse un capello a tutti gli antifascisti liberali, cattolici, socialisti, repubblicani e comunisti che rimasero in cattedra prestando giuramento con riserva mentale, personalità come Omodeo, Chabod, Einaudi, Calamandrei e unì’infinità di altri… oggi Erdogan ha destituito 35mila docenti e tutti i rettori delle università oltre a 492 imam considerati infedeli al regime… non bisogna aspettare l’introduzione della pena di morte per mettere al bando questa tirannia, è Erdogan con le sue mani a mettersi fuori da ogni cerchia di paesi accettabili
– un’altra cosa: sarebbe bene che gli USA rimuovessero rapidamente le due-tre dozzine di testate nucleari (N.d.R sono 80)stivate in Turchia alla base di Incirlik, al caos in corso ci manca solo che Erdogan se ne impadronisca magari adducendo la scusa che è una misura giustificata dal fatto che USA ospitano Fetullah Gulen..
– non penso affatto si debba procedere a un’escalation di forza e sanzioni verso il regime di Erdogan, viviamo in un mondo già abbastanza fuori controllo e gravato da minacce quotidiane incontrollabili alla sicurezza di tutti: ma una fermissima dichiarazione congiunta tra paesi iberi che congeli ogni relazione e condanni violentemente tutte le violazioni gravissime ai diritti umani e di libertà che Erdogan sta compiendo, quello mi sembra il minimo per credere che l’Europa serva davvero a qualcosa, sulla base di princìpi di civiltà e non solo di sempre più malcerti e non condivisi interessi economici…
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Signor Presidente, qual è la Sua opinione sul recente colpo di Stato in Turchia, e il suo impatto sulla situazione attuale in quel Paese, sul piano internazionale e sul conflitto siriano?
Bashar_Assad: tale colpo di Stato va visto come riflesso dell’instabilità e dei disordini in Turchia, soprattutto sul piano sociale. Potrebbe essere politico, potrebbe essere qualunque cosa, ma alla fine la società è il problema principale quando si crea instabilità. Indipendentemente da chi va a governare la Turchia, di chi ne sarà il presidente, sarà leader della Turchia, è un problema interno. Non interferiamo, non facciamo l’errore di dire che Erdogan dovrebbe andarsene o rimanere. Questa è una questione turca e decide il popolo turco. Ma ciò che è più importante non è il colpo di Stato in sé, dobbiamo guardare procedure e misure prese da Erdogan e dalla sua cricca negli ultimi giorni, quando hanno iniziato ad attaccare i giudici; hanno rimosso più di 2700 giudici, più di 1500 professori nelle università, più di 15000 dipendenti nell’istruzione. Cosa hanno a che fare università, giudici e società civile con il colpo di Stato? Ciò riflette le cattive intenzioni di Erdogan, la sua cattiva condotta e le sue reali intenzioni verso ciò che è successo, visto che le indagini non si sono ancora concluse. Su che basi hanno deciso di rimuoverli tutti? Quindi, ha usato il colpo di Stato per attuare il proprio programma estremista, l’agenda dei Fratelli musulmani, in Turchia, pericoloso per la Turchia e per i Paesi vicini, anche per la Siria.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/07/22/bashar-al-assad-sul-colpo-di-stato-in-turchia/
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di Marco Della Luna Dopo le recenti e frequenti stragi islamiche, molti intellettuali e opinionisti hanno ritrovato la libertà di parola, di dire pane al pane. Senza temere di essere emarginati. Ad esempio, dire che non tutti gli islamici sono terroristi, ma tutti i terroristi sono islamici. Pochi giorni fa Giampaolo Pansa ha giustamente osservato che la paura diffusa del terrorismo consente di introdurre uno stretto sistema di controllo sulla gente, cioè di realizzare lo Stato di polizia. Viene quindi da pensare che la scelta politica di consentire un’immigrazione indiscriminata sia diretta a creare le condizioni per realizzare uno stato di polizia o di sorveglianza utile alla casta per restare al potere anche in un clima di degrado economico e di tensioni sociali dovuto alla sua inefficienza e corruzione. Questo non è l’unico vantaggio della politica dell’accoglienza a porte aperte che il governo Renzi mantiene, apparentemente senza una logica, anche dopo che Francia e Austria hanno bloccato l’uscita dall’Italia degli immigrati, e gli altri paesi comunitari si sono rifiutati di ricevere le loro quote di ricollocamenti, facendo sì che si accumulino nel nostro paese. Gli altri vantaggi sono: i lauti profitti per tutta la galassia di ONLUS e organizzazioni cattoliche e di sinistra, la disponibilità di lavoratori sottocosto e in nero, la disponibilità di manodopera per attività criminali e prostituzione. Raccomando, in subjecta materia, il saggio Profugopoli di Mario Giordano. La giustificazione umanitaria all’accoglienza non regge, anche perché non si tratta di qualche milione di persone che vogliono venire qui, ma di decine e decine di milioni, che non calano mai di numero, ma all’opposto aumentano, dato il ritmo riproduttivo di quei popoli: si pensi che l’Iraq, ad esempio, aveva, nel 1991, 18 milioni di abitanti, e oggi, nonostante due guerre e il micidiale embargo anche sui farmaci imposto dagli USA, ne ha 37! E l’Africa ha triplicato la sua popolazione in 40 anni circa. La fabbrica dei migranti sforna dunque a ritmo crescente. E’ una questione di numeri. Aprire le porte significa farsi travolgere e sommergere. L’unica strada è consentire un’immigrazione utile e qualificata come fa l’Australia. Nella realtà, dietro la politica dell’accoglienza e i suoi utili portatori d’acqua sentimentali, abbiamo una convergenza di interessi tra affarismo partitico, affarismo parareligioso, affarismo mafioso, imprenditoria che deve risparmiare sui salari per non uscire dal mercato (si chiama, oggi “virtuosità”). Oltre a questi interessi politico-affaristici l’immigrazione massiccia e rapida sta servendo anche, in un piano di ingegneria sociale di lungo termine, a dissolvere le identità e solidarietà storico-nazionali nonché la distinzione tra cittadini e non cittadini, onde trasformare i popoli in una massa amorfa, indistinta. È inoltre noto che l’osservanza delle regole da parte di una popolazione, più ancora che dalle leggi ufficiali calate dall’alto, dipende dall’autoregolazione della gente, dall’interiorizzazione di norme e valori. Ma affinché questa interiorizzazione avvenga bisogna che ci sia condivisione culturale di norme, valori, identità, concezioni. Questa condivisione matura solo spontaneamente e in tempi lenti, storici (nell’Italia unitaria, così come nell’Unione Europea, non è maturata). E in essa la religione ha storicamente giocato un ruolo fondamentale. L’introduzione rapida e naturale di grandi masse di immigrati di altre culture, quasi sempre diversissime per sensibilità e valori (islamici in testa), fa sì che l’interiorizzazione condivisa non avvenga, anzi che si dissolva, e produce quindi anomia sociale, anomia morale, diffusi comportamenti devianti, inefficienza sistemica, cioè una Babele. E anche questa situazione di anomia, che sempre più vediamo intorno a noi, compromettendo il funzionamento dell’organismo sociale, la fede pubblica, la sicurezza pubblica, contribuisce a creare i presupposti per uno stato di polizia che “finalmente” imponga un ordine forzato dall’alto.
http://www.controinformazione.info/papa-francesco-e-altri-nemici-pubblici/
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