Cospirazioni

Il termine “teoria della cospirazione” è stato introdotto dalla CIA per screditare gli scettici della Commissione Warren sull’assassinio di JFK. Qualsiasi spiegazione diversa da quella ufficiale, che è contraddetta da tutte le prove, veniva bollata come teoria del complotto.

Le teorie della cospirazione sono la spina dorsale della politica estera statunitense. Ad esempio, il regime di George W. Bush ha cospirato contro l’Iraq di Saddam. Il regime Bush ha creato false prove di “armi di distruzione di massa”, ha venduto la storia al mondo e l’ha usata per distruggere l’Iraq e il suo leader. Lo stesso con il duo Obama/Clinton e Gheddafi. Assad ed Iran erano destinati alla stessa fine non fosse stato per l’intervento dei russi.

Attualmente, Washington è impegnata in cospirazioni contro Russia, Cina e Venezuela. Proclamando una minaccia iraniana inesistente, sono stati messi missili americani sul confine russo ed usando la “minaccia nordcoreana” li si sono messi sul confine con la Cina. Il presidente democraticamente eletto del Venezuela è stato dichiarato da Washington un dittatore e sono state imposte sanzioni al paese per aiutare l’élite sudamericana e filo-statunitense a fare un colpo di stato.

Tutti sono una minaccia: Venezuela, Yemen, Siria, Iran, Iraq, Afghanistan, tribù in Pakistan, Libia, Russia, Cina, Corea del Nord, ma mai Washington. La più grande teoria del complotto del nostro tempo è che gli americani siano circondati da minacce straniere. Non siamo al sicuro nemmeno col Venezuela.

Il New York Times, il Washington Post, CNN, NPR ed il resto dei presstituti sono veloci ad etichettare come teorie di cospirazione tutte le spiegazioni che non si allineano alla loro agenda.

Eppure, i suddetti sono pronti a cavalcare la teoria del complotto se fa comodo loro, vedasi accuse di intromissione russa nelle elezioni americane.

Questa teoria non ha alcuna prova, ma siccome serve agli interessi del military/security complex, del Partito Democratico e dei neocon non ha bisogno di prove. Una bugia detta mille volte diventa verità.

C’è una cospirazione, ed è contro il popolo americano. I loro posti di lavori sono stati spediti offshore per arricchire i già ricchi. Sono stati costretti ad indebitarsi per mantenere i propri standard di vita. Il loro sforzo di frenare il declino scegliendo un presidente che parlasse per loro è stato sovvertito davanti ai loro occhi da media e politicanti totalmente corrotti.

Prima o poi capiranno che l’unica soluzione è una violenta rivolta. Molto probabilmente, quando ci arriveranno sarà già troppo tardi. Gli americani non hanno voglia di fuggire dalla falsa realtà in cui vivono, sono un popolo totalmente rimbecillito che non vuole staccarsi dalla Matrix.

Per gli ingenuotti a cui è stato inculcato che qualsiasi spiegazione non ufficiale sia una teoria della cospirazione, sono disponibili online lunghe liste di cospirazioni fatte dal governo per far accettare al popolo cose inaccettabili.

Se continuerà ad esserci libertà sulla Terra, non sarà nel mondo occidentale. Sarà in Russia e in Cina, paesi che conoscono il valore della libertà, e nei paesi sudamericani, come Venezuela, Ecuador e Bolivia che lottano per la propria sovranità contro l’oppressione americana.

Infatti, come gli storici imparziali stanno cominciando a scrivere, la prima lezione che la storia insegna è che i governi ingannano i popoli.

Paul Craig Roberts estratto da http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59343

Storie di casa loro

Talmente hanno spinto agli estremi il concetto di multiculturalismo che questo si è tramutato prima in frizione, poi in contrapposizione e ora in ribaltamento dei ruoli: in Svezia come in Olanda come in Belgio, essere bianco e cristiano significa essere letteralmente minoranza in casa propria in certi quartieri. E questo non è naturale. Può esserlo per le giovani generazioni, rincoglioniti semi-analfabeti apolidi che passano il tempo a bere, farsi di canne e pasticche e giocare con lo smartphone ma chi ha più di 35 anni ricorda cos’era la sua città. Io non sono cresciuto in una città piena di stranieri, i miei ricordi non contemplano bonghi, ristoranti etnici, money-transfer, strade in cui non trovi un bianco a pagarlo oro, tradizioni messe in discussione per non turbare l’altrui sensibilità. Io non voglio vivere in un palazzo dove ogni volta che la risorsa di turno cucina sembra che sia stato scoperto un cadavere in putrefazione: sono le sue tradizioni culinarie?Vada a cucinare a casa sua, qui l’odore di merda non è contemplato al desco. Per quanto si viva in un mondo dove addirittura si mette in discussione il sesso, aprendo ad opzioni di “sesso x” sulle carte d’identità, il progetto di far sentire uno svedese e uno del Ciad cittadini dello stesso Stato, è fallito. Signori miei, mettetevelo in testa: le razze esistono, sono sempre esistite e sempre esisteranno. Certe utopie andavano bene ai tempi di Olof Palme, quando il welfare svedese era Bengodi e la percentuale di stranieri sul totale della popolazione ancora risibile: fate un giro oggi alla periferia di Stoccolma e Goteborg, poi venite a parlarmi ancora di integrazione.

Quanto dico si configura come razzismo? Vi stupirò ma non me ne frega un cazzo. Possono varare tutte le leggi buoniste che vogliono ma se io con un africano o un pakistano non ho voglia di conviverci perché è sideralmente e lunarmente lontano da me e dai miei usi e costumi, non riusciranno a cambiare le cose: io continuerò a non volerli e a evitarli, usassero tutto l’ossitocina del mondo. Non esiste né un obbligo all’accoglienza, né alla tolleranza, né all’integrazione: almeno per ora, certo ma visto l’aria che tira, dubito che sia igienico forzare la mano sul tema. L’altra notte, infatti, un gruppo di residenti di un rione periferico di Roma, il Tiburtino III, dopo anni di manifestazioni, di proteste e di tavoli istituzionali, ha tentato di assaltare il centro di accoglienza di via del Frantoio.

A far scoppiare la rivolta, stando a quanto riportano i residenti, sarebbe stato il sequestro di una donna e di suo figlio che sono stati trattenuti dentro il centro di accoglienza, dove si erano recati per lamentarsi dopo lo scoppio di una lite tra gli immigrati e i ragazzi del quartiere, bersagliati da alcuni sassi. “Solo l’intervento massiccio della polizia con numerose camionette anti-sommossa ha frenato l’esasperazione dei cittadini”, spiega Fabrizio Montanini, portavoce del coordinamento dei comitati e delle associazioni del IV Municipio. Quando le forze dell’ordine sono giunte sul posto, a mezzanotte e mezza, però, la maggior parte delle persone si erano già disperse e hanno trovato soltanto un migrante ferito, un eritreo colpito da una coltellata alla schiena. Insomma, volevano le banlieue, le hanno trovate: Marco Minniti, forse, dovrà preoccuparsi ancora per la “tenuta democratica” dello Stato. E sul serio, questa volta, grazie al capolavoro creato in anni di politiche immigrazioniste criminali di PD e soci.
Ecco le parole di un residente, raccolte da “Il Giornale” nella sua edizione online di oggi pomeriggio: “Mandateli via o faccio un macello. Non li voglio più vedere. Non li reggo più. Non siamo razzisti ma adesso basta: la tolleranza è finita. Parlo per tutto il popolo italiano. Questi stanno a fà i baroni a casa nostra. Si devono comportare bene o se no se ne devono andare”. E’ razzismo questo? Se sì, provate con l’ossitocina. Ma attenti a dove potrebbe finirvi la bomboletta dell’aerosol, se andate al Tiburtino III: la pazienza è finita. L’istinto di sopravvivenza non lo si può sopprimere con nessun farmaco e nessuna mancia elettorale da 80 euro. E non esiste bene più grande da difendere, quando ormai non hai più nulla da perdere, che la combattere per quel ritaglio di normalità che significa tornare a vivere a modo tuo e in casa tua. Senza estranei. Né costrizioni buoniste. Ci andrà di mezzo anche chi merita davvero di essere aiutato? Cazzi suoi, gli mostrino la strada per Camera e Senato. E lì che deve andare a lamentarsi.

Missili sul Giappone

Gennadij Zjuganov, presidente del Partito Comunista della Federazione Russa, ha invitato gli Stati Uniti a lasciare in pace la Corea democratica, che ha diritto alla propria versione dello sviluppo, secondo Interfax.
Lasciate in pace la Corea democratica. Lasciatela crescere come ritiene opportuno. Conta sulle proprie forze creando una tecnologia moderna, costruendo strade e abitazioni. Ha diritto al proprio sviluppo“, dichiarava Gennadij Zjuganov a una conferenza stampa a Mosca. “In geopolitica gli statunitensi s’intromettono dovunque, hanno 800 basi. Non è un caso che la leadership nordcoreana sia obbligata a creare armi di distruzione di massa, missili e tecnologie spaziali“, ha detto il leader del Partito Comunista, secondo cui se queste armi le avesse avute la Jugoslavia, Milosevic non sarebbe stato trattato in quel modo. “Se le avesse avute l’Iraq, Sadam Husayn non sarebbe stato impiccato. Se le avesse avute la Libia, Gheddafi non sarebbe stato linciato per strada“, affermava Gennadij Zjuganov, secondo cui ogni volta che c’è una leadership, un pensiero nazionale indipendente, inizia il sabotaggio degli Stati Uniti, la provocazione. “D’altra parte, questa situazione è così tesa che ci vuole poco per fare esplodere la regione“, e ha detto che si era recato nella Corea democratica, vedendo il rafforzamento dei sistemi d’arma, tra cui artiglieria dalla gittata di 40 km. “Ho visto e capisco che è obbligata a farvi fronte, perché saranno obbligati a partecipare a questo conflitto. C’è un’enorme armata statunitense in Corea del Sud, persone che cercano di proteggersi dalle altre. Così smettete di minacciare, di violare lo spazio di questo Paese, di passare leggi contro la Federazione Russa“, dichiarava il leader del Partito Comunista.

https://aurorasito.wordpress.com/2017/08/30/missili-sul-giappone-risposta-della-corea-democratica-a-sanzioni-ed-esercitazioni-statunitensi/

Beni liquidi

di Jo-Shing Yang Fonte: nogeoingegneria Si sta accelerando una tendenza preoccupante: le banche di Wall Street e i multimiliardari dell’elite stanno acquistando l’acqua in tutto il mondo ad un ritmo senza precedenti. Note mega-banche e colossi d’investimento come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Citigroup, UBS, Deutsche Bank, Credit Suisse, Macquarie Bank, Barclays Bank, the Blackstone Group, Allianz, e HSBC Bank, tra le altre, stanno consolidando il loro controllo sull’acqua. Anche magnati come T. Boone Pickens, l’ex presidente George H.W. Bush e la sua famiglia, Li Ka-shing di Hong Kong, Manuel V. Pangilinan delle Filippine e altri stanno comprando migliaia di ettari di terreno con falde acquifere, laghi, diritti di sfruttamento, aziende di erogazione, azioni in compagnie di ingegneria e tecnologia dell’acqua. Le seconda tendenza preoccupante è che, mentre i nuovi baroni stanno comprando l’acqua in tutto il mondo, i governi stanno rapidamente limitando la capacità dei cittadini di procurarsela autonomamente (come evidenziato dal noto caso di Gary Harrington, nell’Oregon, dove lo stato ha criminalizzato la raccolta dell’acqua piovana in tre laghetti situati sulla sua proprietà privata, accusandolo di 9 imputazioni e condannandolo a 30 giorni di prigione). Mettiamo questa criminalizzazione in prospettiva: Il miliardario T. Boone Pickens possiede più diritti di sfruttamento dell’acqua di qualsiasi altro individuo in America, potendo sfruttare circa 250 miliardi di litri l’anno. Ma l’ordinario cittadino Gary Harrington non può raccogliere l’acqua piovana sui suoi 68 ettari di terreno.  E’ uno strano Nuovo Ordine Mondiale quello in cui i multimiliardari e le banche possono possedere falde acquifere e laghi, ma i comuni cittadini non possono neanche raccogliere l’acqua piovana o la neve disciolta nei loro cortili dietro casa. “L’acqua è il petrolio del 21° secolo.” Parola di Andrew Liveris, amministratore delegato dell’azienda chimica Dow. […] Solo negli USA, l’acqua è un’industria da 425 miliardi di dollari. Nella sua conferenza annuale sui “Cinque rischi principali”, la Goldman Sachs ha affermato che una scarsità d’acqua potrebbe essere, per l’umanità del 21° secolo, una minaccia più grave di quella di cibo e d’energia. Nel 2012 la Goldman Sachs ha comprato l’azienda Veolia, che eroga l’acqua a 3 milioni e mezzo di cittadini in Inghilterra sudorientale. Nel 2003, insieme al gruppo Blackstone e ad Apollo Management, aveva acquistato Ondeo Nalco, azienda leader nella depurazione dell’acqua, con 10.000 addetti in 130 paesi. Nel 2008, sempre la Goldman Sachs ha investito, insieme ad altri fondi, 50 milioni di dollari nella China Water & Drinks, azienda leader tralaltro nella produzione e distribuzione di acqua in bottiglia in Cina. Poiché la Cina soffre di una delle peggiori carenze d’acqua in Asia, il suo settore delle acque in bottiglia è quello che sta crescendo più velocemente al mondo, e sta vedendo profitti enormi.

leggi tutto su http://www.controinformazione.info/le-banche-di-wall-street-si-stanno-comprando-lacqua-del-mondo/

Il ministero della propaganda

Ma è soprattuto a livello nazionale che il progetto promosso dal ministro Orlando fa discutere, nonché indignare, per il fatto di avere costituito un tavolo di lavoro a “senso unico” che mette preventivamente alla porta tutti coloro non in linea con il dogma del “politicamente corretto” contemporaneo: “A livello nazionale, spiega infatti Orlando, abbiamo avviato un tavolo di lavoro con le organizzazioni non governative per una strategia contro i discorsi d’odio online. Lo scopo che ci prefiggiamo con questo tavolo è quella di stimolare la nascita di un soggetto, non pubblico e non statale che, in alleanza con le piattaforme, possa costruire efficaci contronarrative rispetto alla propaganda d’odio.Questo il lavoro che si sta facendo per fare in modo che, accanto alle istituzioni e a integrazione della giustizia, ci sia un protagonismo e un ruolo attivo dei soggetti sociali che, alleandosi fra di loro, possono efficacemente far fronte comune contro la retorica dell’odio sul web e agire anche sui provider stessi per un’azione rapida in ogni situazione in cui il linguaggio della rete e dei social network possa costituire una reale minaccia o sia lesivo della dignità di un soggetto”. La lista delle Ong che avranno il ruolo di controllare e denunciare eventuali comportamenti sospetti è lunghissima e comprende soggetti impegnati in prima linea su tutti i principali “fronti caldi” del momento: dall’islam e l’immigrazione, fino a rom, gay e gender.

estratto da http://www.controinformazione.info/il-ministro-orlando-vara-il-tavolo-di-lavoro-politicamente-corretto/

Armi biologiche

Sono  sorti su territorio ucraino tredici laboratori militari americani dediti allo studio e alla produzione di agenti infettivi, vaiolo, antrace, botulino  e non si sa cos’altro.  Sulla base di un accordo bilaterale firmato nel 2012, la giunta di Kiev, attraverso il Ministero della Sanità,  ha dato questa concessione al Pentagono. Perché i laboratori sono finanziati direttamente dal Pentagono ed occupano solo personale statunitense. La giunta ucraina s’è impegnata a “non interferire” con quel  che si fa là dentro.

Gli impianti sorgono: ben quattro a Kiev, tre a Lvov, gli altri  a  Odessa, Vinnitsia,Uzgorod, Kherson, Ternopil.

 

Mosca e Teheran hanno levato un allarme (inascoltato) sul fatto che simili laboratori siano stati allestiti dagli Usa non solo in Ucraina, ma in Georgia, Kazakstan, Uzbekistan, Azerbaigian, Armenia. Sono “stoccaggi di agenti patogeni particolarmente pericolosi” fatte a fin di bene, trovare una cura,dice il Pentagono. “Che non è una associazione di beneficenza”, ricorda Igor Nikulin, un esperto che è stato membro della Commissione ONU sulle armi biologiche e chimiche in Irak e Libia.

http://www.maurizioblondet.it/usa-fabbriche-bio-armi-ucraina-illegali-la-merkel-sanzionera/

Cascano le braccia

Due piani aggiunti. Chiesto il condono. Ma il condono non annulla  la Legge di Gravità.

Un popolo composto di furbi finisce poi per risultare stupido, stupido fino all’autolesionismo: è che anche la furbizia ha bisogno di un po’ di istruzione,  di attitudine ad imparare e studiare,  di sagacia, di immaginazione e previdenza, di senso di responsabilità. E invece cui – s’è visto troppo bene – abbiamo un tipo umano che palesemente vuole restare così com’è,  senza fare alcuno sforzo su se e sull’ambiente per migliorare la sua condizione, elevarla al livello minimo richiesto  dalla comune civiltà. Che di tutto quel che accade ha la scusa pronta: è colpa dello “stato” colpa “del Sistema”,   colpa della “povertà”. Mai colpa di colui che ha alzato due piani in più nella più ottusa, e  presuntuosa,  ignoranza della Fisica.

Nel 2013 a Riviera di Chiaia crollò una casa  di lusso: sul tetto avevano ricavato una piscina,  naturalmente abusiva. Anche allora il proprietario balbettò: “Ma ho chiesto il condono:…”  E poi subito, tutti: “Non è la piscina abusiva, sono stati gli scavi della metropolitana”.

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/03/04/news/paura_nel_centro_di_napoli_crolla_palazzo_ad_arco_mirelli-53830254/

Sopra, c’era una piscina abusiva. “Ma ho chiesto il condono…”.

Il  6 luglio è crollato un edificio a Torre Annunziata. In un appartamento recentemente acquistato. “I nuovi proprietari avevano avviato la sostituzione del pavimento”, nientemeno. “Mi pare probabile che una negligenza tecnica durante questi lavori”, ha detto  il sindaco: “Si parla di lavori di manutenzione ordinaria  ma poi magari si faceva altro e si è compiuto qualche errore tecnico».   E il lato tragico e comico dell’incompetenza totale:  “tra i 7 dispersi c’e la famiglia dell’architetto Giacomo Cuccurullo, funzionario dell’Ufficio tecnico del Comune, con la moglie Adelaide  e il figlio Marco. «Certo – aggiunge il sindaco – era un palazzo messo male. Mi dispiace che un tecnico del Comune non abbia potuto accorgersi della situazione perché qualche segnale avrebbe dovuto esserci».

http://www.leggo.it/italia/cronache/crolla_palazzo_a_torre_annunziata_8_dispersi_tra_le_macerie_foto_video-2548525.html

C’è rimasta anche la famiglia dell’architetto comunale.
http://www.maurizioblondet.it/ischia-cascano-le-braccia/

Non solo oppio

L’obiettivo non dichiarato della presenza militare degli Stati Uniti in Afghanistan è impedire alla Cina di stabilire relazioni commerciali ed investimenti con l’Afghanistan. Più in generale, l’istituzione di basi militari in Afghanistan sul confine occidentale della Cina rientra nel processo di accerchiamento militare della Repubblica popolare cinese, ossia schieramenti navali nel Mar della Cina meridionale, strutture militari a Guam, Corea del Sud, Okinawa, Jeju, ecc.

Pivot in Asia
Secondo il patto di sicurezza afghano-statunitense, istituito nell’ambito degli obiettivi asiatici di Obama, Washington e partner della NATO hanno una presenza militare permanente in Afghanistan, con strutture militari situate vicino alla frontiera occidentale della Cina. Il patto mirava a consentire agli Stati Uniti ad avere nove basi permanenti situate strategicamente ai confini di Cina, Pakistan e Iran, nonché Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan. La presenza militare degli Stati Uniti, tuttavia, non ha impedito l’espansione dei rapporti commerciali e degli investimenti tra Cina e Afghanistan. Un accordo di partenariato strategico fu firmato tra Kabul e Pechino nel 2012. L’Afghanistan ha lo status di osservatore nell’Organizzazione della cooperazione di Shanghai (SCO). Inoltre, il vicino Pakistan, ormai pieno aderente alla SCO, ha stretti rapporti bilaterali con la Cina. E ora Donald Trump minaccia il Pakistan, che per molti anni è stato il bersaglio della “guerra non dichiarata dei droni” degli USA. In altre parole, è avvenuto un cambiamento geopolitico che favorisce l’integrazione dell’Afghanistan a fianco del Pakistan nell’asse eurasiatico degli investimenti e dell’energia. Pakistan, Afghanistan, Iran e Cina collaborano in progetti su gasdotti e oleodotti. La SCO di cui sono aderenti Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan, provvede la piattaforma geopolitica per l’integrazione dell’Afghanistan nei corridoi per l’energia e i trasporti eurasiatici. La Cina intende integrare l’Afghanistan nella rete dei trasporti nell’ambito dell’Iniziativa Fascia e Via. Inoltre, il gigante minerario statale cinese Metallurgical Corporation of China Limited (MCC) è già riuscito a prendere il controllo del grande deposito di rame di Mes Aynak, in un’area controllata dai taliban. Già nel 2010 Washington temeva “che la Cina affamata di risorse cercherà di dominare lo sviluppo delle ricchezze minerarie dell’Afghanistan, sconvolgendo gli Stati Uniti… Dopo aver ottenuto la concessione per la miniera di rame di Mes Aynak, nella provincia di Logar, la Cina vuole chiaramente di più“. (Mining)

La Cina e la battaglia per il litio
I conglomerati minerari cinesi sono in concorrenza per il controllo strategico del mercato mondiale del litio, che fino a poco tempo prima era controllato dai “Big Three”, Rockwood Lithium di Albemarle (North Carolina), Sociedad Quimica y Minera de Chile e FMC Corporation (Philadelphia) attiva in Argentina. Mentre i Big Three dominano il mercato, la Cina rappresenta una grande quota della produzione mondiale di litio, classificandosi al quarto posto come maggiore produttore di litio dopo Australia, Cile e Argentina. Nel frattempo il gruppo cinese Tianqi ha assunto il controllo della più grande miniera di litio australiana, Greenbushes. Tianqi possiede ora il 51% della Talison Lithium, in collaborazione con l’Albemarle della North Carolina. Questa spinta alla produzione di litio è legata al rapido sviluppo dell’automobile elettrica in Cina: “La Cina è ora “il centro dell’universo del litio”. La Cina è già il più grande mercato di auto elettriche. BYD, società cinese sostenuta da Warren Buffett, è il più grande produttore di auto elettriche del mondo e le aziende cinesi producono la maggiore quantità di litio per batterie. Ci sono 25 aziende che producono 51 modelli di auto elettriche in Cina. Quest’anno ne saranno vendute oltre 500000 in Cina. Ci sono voluti 7 anni alla GM per vendere 100000 Chevy Volts dal 2009. La BYD ne venderà 100000 solo quest’anno!” (Mining, novembre 2016)
Le dimensioni delle riserve di litio in Afghanistan non sono chiare. Gli analisti ritengono che le riserve ancora da sfruttare non avranno un impatto significativo sul mercato mondiale del litio.Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Lezione di Putin all’Occidente

Qualche anno addietro il re dell’Arabia Saudita si era recato in visita da Putin a Mosca. Prima di partire disse che avrebbe voluto comprare, con denaro totalmente saudita, un grande apprezzamento di terreno ed edificare una grande moschea nella capitale russa. “Non ci sono problemi”, rispose il presidente russo, “tuttavia questo ad una condizione, che si autorizzi la costruzione, anche nella vostra capitale araba, di una grande Chiesa ortodossa”. “Non può essere”, disse il monarca saudita. “Perchè” ? Domandò Putin. “Perchè la vostra religione nn è la vera religione e non possiamo permettere che si inganni il popolo”, “Io la penso uguale sulla vostra religione e tuttavia permetterei di edificare il tempio se ci fosse reciprocità. Così che abbiamo terminato l’argomento”, rispose Putin. Il 4 di Agosto del 2013 il leader russo si è diretto alla Duna con questo discorso riguardo alle tensioni con le minoranze etniche: “In Russia dovete vivere come russi, Qualsiasi minoranza di qualunque parte che voglia vivere in Russia, lavorare in Russia e mangiare in Russia deve parlare russo e rispettare le leggi russe. Se loro preferiscono vivere in base alla Saharia e vivere una vita da mussulmani, li consigliamo di recarsi a vivere in quei luoghi dove questa sia la legge dello Stato.

http://www.controinformazione.info/la-lezione-che-putin-impartisce-alloccidente/

Overshoot day

Il 2 agosto abbiamo avuto l’overshoot day cioè la data che ogni anno cade sempre prima e che è il simbolo della rapida erosione delle risorse non rinnovabili del pianeta e della sua capacità di assorbire i nostri rifiuti, il nostro inquinamento. Una data simbolo che è la certificazione anche scientifica, che chi parla di crescita infinita in un pianeta dalle risorse finite è un autentico pazzo. Stiamo erodendo ogni risorsa come se i nostri figli e nipoti non esistessero.

Le conclusioni sono assai facili da trarre, ci stiamo suicidando.  O per meglio dire, un sistema basato sulla crescita e il capitalismo selvaggio ci sta sterminando tutti. E cosa ci facciamo con le mirabolani scoperte della nostra scienza e tecnologia se stiamo distruggendo le basi della vita stessa e della possibilità di esistere su questo pianeta? Ci illudiamo poi che con un po’ di energie rinnovabili e una riverniciatina di verde si possa continuare imperterriti a produrre quantità infinite di merci superflue.

Ma la crescita, la modernità, non dovevano regalarci prosperità e benessere? E dove è questa prosperità e benessere se ci stiamo regalando un futuro da incubo? Dove è questa prosperità e benessere se stiamo esaurendo tutte le risorse non rinnovabili del pianeta e rendendolo una discarica? Se stiamo arrostendo nell’effetto serra e stiamo provocando la sesta estinzione di massa, la prima della storia della terra determinata da una sola specie la più crudele sanguinaria di tutte, l’uomo, assai stupidus e niente sapiens?

Chi è il selvaggio, il sottosviluppato fra chi distrugge il suo habitat e chi lo preserva?  Fra chi elimina le stesse fonti della sua esistenza e chi cerca di mantenerle?

Era inevitabile che dopo aver devastato tutto, l’uomo si rivolgesse contro se stesso. Un cancro distrugge il corpo che lo ospita e poi muore lui stesso,  drammatica analogia con quello che l’uomo che si considera civile, evoluto, moderno, tecnologicamente avanzatissimo, sta facendo.

Ma una volta sbarazzatosi di questo stupido e presuntuoso uomo moderno che non conosce nulla, né della sacralità della natura, né delle sue inviolabili leggi, la terra proseguirà la sua vita senza più quell’essere che gli indiani d’America avevano già avvertito: una volta abbattuto l’ultimo albero, prosciugato l’ultimo fiume e mangiato l’ultimo pesce, vi accorgerete che il denaro non si può mangiare.

http://www.ilcambiamento.it//articoli/cambiamenti-climatici-esaurimento-risorse-sesta-estinzione-di-massa-siamo-alla-resa-dei-conti

La grande Germania

Ma c’è un altro fatto, assai poco trattato dai media, che fa infuriare lo Stato Profondo Usa: da qualche tempo e senza clamori, con la motivazione d’incentivare una difesa comune europea, Berlino ha steso una rete di accordi che hanno messo sotto il comando del proprio Esercito una brigata romena, una ceca e due olandesi, in un progetto che mira a fare della Bundeswehr la guida militare (e politica) del nucleo dell’Europa a trazione tedesca. Un disegno che suona come una bestemmia per Washington, che un maggiore impegno dai sudditi lo pretende, ma esclusivamente in appoggio ai propri interessi. Immaginate questo sedicente Esercito europeo, ma interamente agli ordini di Berlino, schierato a protezione di una zona d’influenza tedesca in Ucraina quale contingente di pace nel quadro di una partizione federale del Paese; una eventualità che incontrerebbe l’approvazione del Cremlino ma che farebbe salire il sangue alla testa agli Usa. Come detto più volte, la strategia Usa ha come imperativo impedire qualsiasi accordo strutturale fra Germania e Russia, che faccia sorgere in Eurasia un’area di solido sviluppo da cui Washington sarebbe esclusa; è la motivazione per cui è stata innescata e costantemente alimentata la crisi in Ucraina. Se poi s’aggiunge che a un simile accordo potrebbero aderire la Cina e diversi Paesi europei, si comprende come l’establishment Usa reagirebbe immediatamente colpendo con durezza la Germania, anche a costo di ottenere l’effetto opposto.

https://www.ilfarosulmondo.it/ucraina-washington-berlino/

Il solito copione

Ma guarda che coincidenza, adesso che l’Italia aveva riinviato il suo ambasciatore al Cairo, dopo un periodo di raffreddamento dei rapporti diplomatici, puntuale come un orologio viene pubblicata una informativa del Dipartimento di Stato USA sul caso Regeni. Era già evidente che il caso era stato creato appositamente, con la “manina” dei servizi britannici, per creare una frattura nei rapporti diplomatici fra Italia ed Egitto ed era evidente che al centro degli interessi britannici e statunitensi vi era la concessione data all’ENI delle attività di prospezione e sfruttamentno dell’importante giacimento di idrocarburi scoperto al largo delle coste egiziane. Trovare il modo di guastare i rapporti diplomatici dell’Egitto con l’Italia per far revocare la concessione all’ENI, era sembrato il sistema più semplice per gli anglo americani per arrivare al loro obiettivo. Questo spiega l’assassinio dell’incauto ricercatore italiano caduto nella trappola tesagli dai servizi segreti e rimasto vittima di un gioco molto più grande. Inoltre bisogna considerare che  il regime di Al Sisi non è di quelli graditi a Washington…

L’Egitto di Al Sisi ha varcato la linea rossa stabilita da Washington nel momento in cui ha voltato le spalle agli USA ed all’Arabia Saudita ed al Sisi si è recato a Mosca concludendo accordi per acquisti di armi russe e cooperazione economica con la Russia. Vedi: Russia ed Egitto promuovono una cooperazione multiforme In conseguenza di questo strappo, l’Arabia Saudita, che mira ad avere la supremazia nel mondo arabo, ha chiuso il rubinetto dei finanziamenti e delle forniture di petrolio tanto che l’Egitto si è rivolto all’Iraq per ottenere le forniture di greggio di cui abbisogna. In contemporanea è partita la campagna mediatica che accusa Al Sisi di impersonare un regime dittatoriale e tirannico che viola i “diritti umani”.  Tutta la sinistra europea si è accodata supinamente a questa campagna, in ossequio alle centrali USA. Per isolare l’Egitto e far revocare gli accordi economici con l’ENI e con l’Italia è partita puntuale l’offensiva degli organi del “main stream” USA, il New York Times è soltanto il primo, ne seguiranno altri, ci possiamo scommettere.

http://www.controinformazione.info/il-new-york-times-parte-allattacco-con-le-sue-rivelazioni-sul-caso-regeni-lobiettivo-isolare-legitto-di-al-sisi/