Inferni a stelle strisce

tuttavia in Svizzera ci sono mediamente 41 morti l’anno a seguito di sparatorie, mentre negli Usa 12 mila, che è una proporzione di quasi 300 volte superiore in termini assoluti e di dieci in termini relativi

il Simplicissimus

20130613-013248-798x587Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e la legge newtoniana vale anche per il mondo umano, anche se con tempi più lunghi e peculiarità molto più complesse che nel mondo fisico. Così l’ideologia della disuguaglianza come prodotto finale ed esplicito del capitalismo, affermatasi  dalla metà degli anni ’70 in Usa, sta facendo sentire i suoi effetti distruttivi , dopo un primo periodo di euforia da paradisi artificiali. La crisi economica, mai risolta anche perché giunta quando gran parte della ricchezza si era già trasferita in poche mani, è stata la cesura conclamata fra gli Usa reali e il mito statunitense, ancorché esso sia ancora moneta corrente nelle colonie e sia la base educativa su cui poggia la formazione delle generazioni autoctone.

I dati parlano da soli e rappresentano con drammatica precisione il miscuglio esplosivo fatto di emarginazione, ipercompetitività, caduta dei salari, malessere, esclusione e smarrimento che ancora…

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Il Populismo secondo Blondet

“Ora, il popolo non interpreta la soppressione di tutte le norme come sinonimo di maggior libertà”, ed è spontaneamente ostile a quella “controcultura” che gli sta decostruendo attorno tutti i suoi riferimenti sulla base di una concezione astratta della libertà che spoglia tale libertà di ogni rapporto con un quadro normativo; percepisce confusamente che “essere libero” non significa staccarsi e rifiutare, bensì aderire e partecipare. In un mondo in cui tutte le forme di autorità sono state delegittimate l’una dopo l’altra, con l’eccezione dell’autorità tecnocratica degli “esperti”; e in cui le uniche istituzioni che ancora regolano i rapporti tra gli uomini sono il contratto giuridico e lo scambio commerciale, la gente vede che questa perdita di senso è dovuto alle relazioni economiche che hanno preso il sopravvento sulle relazioni sociali, una reificazione dell’esistenza umana che mette termine alla società organica,ossia all’interdipendenza tra gli uomini”.

In più, se guarda la tv o legge i giornali, gli si insegna che lui è una minoranza insignificante; infatti, sui media e talk show deborda “la società civile” felice delle libertà fornite dal nomadismo e dalla formazione permanente, grata delle 12 vaccinazioni obbligatorie, esultante che i diritti dei gay siano finalmente riconosciuti, profondamente misericordiosa e generosa nell’accoglienza alle miglia di clandestini, contentissima di “stare nell’Euro” e cedere la sovranità – questo residuo arcaico – alla banca centrale. A vedere le tv, questa “società civile” sembra la maggioranza assoluta dell’elettorato. E’ un trucco. “La “società civile” è ciò con cui oggi il circo mediatico-politico vuol sostituire il popolo (De Benoist)… L’importanza attribuita alla società civile è un modo di consacrare l’azione dei gruppi di interesse e delle lobby, tutte ugualmente rappresentativi di questa “società civile” – senza dire che molte ONG rappresentate come “società civile” sono creazioni artificiali finanziate da Soros, dal Dipartimento di Stato, dalla nota lobby e dalle massonerie…

https://www.maurizioblondet.it/mai-vota-sepre-meno-gente/

Oggi, in realtà, molti vedono nuove imposizioni, o, peggio ancora, aggressioni al loro benessere o tranquillità, ma si limitano a cercare consiglio a pagamento presso i mezzi di comunicazione, gli psicologi, i libri di auto aiuto, gli esperti di varia umanità a tariffa oraria. Tuttavia, ben difficilmente la pletora di esperti può sostituire i genitori e i nonni, la saggezza comunitaria. Anche per questo il mondo diventa ogni giorno più immaturo, adolescente, timoroso di crescere, dipendente.

L’esito è disastroso: nuovi autoritarismi incombono, ma l’opera di dissoluzione del passato, l’annullamento sino alla negazione del “mondo di ieri” ha prodotto una nuova personalità, più fragile, insicura, affezionata all’apparenza della libertà, nemica di tutto ciò che è permanente, stabile, impegnata in un gioco senza inizio e senza fine. Ragazzi di ogni età che non crescono mai, estenuati da interminabili dispute sul nulla, la cui fine è invariabilmente l’assenza di decisione, l’orrore per la responsabilità, il respingere tutto ciò che rende consapevoli. E pensare che, etimologicamente, adolescente significa colui che cresce e si fa adulto. Uomini e donne incompiuti, poiché l’adolescenza, come la giovinezza, è una fase dell’esistenza, una condizione spesso felice ma temporanea, una scena nel film della vita.

https://www.maurizioblondet.it/mondo-eterni-adolescenti-sindrome-peter-pan/

La buona scuola

Allora provate  a proporre la riforma della scuola, che  palesemente occorre: il ristabilimento della disciplina,  la polizia che arresta il ragazzo che osa tirare il cestino o un preservativo su un insegnante, o intimidirlo in modo subdolo , perché i  professori hanno lo status di pubblici ufficiali; provate a proporre durezza dei programmi e severità e bocciature; provate a proporre  – ad esempio –   l’uniforme scolastica, essenziale per insegnare ai ragazzi “l’uguaglianza di fronte alla legge”, perché nega le diversità basate sul reddito, il lusso del vestiario, la moda costosa, essenziale elemento educativo vigente in tutti i paesi ambiziosi di civiltà.

Provate, e vedete cosa succede. Ve   lo dico io: Repubblica, l’Espresso, Il Manifesto, le tv progressiste, RadioRAi 3, i grandi intellettuali alla Saviano, i talk shows più  avanzati, sarebbero tutti mobilitati contro  “l’autoritarismo” scolastico, e il “bigottismo”, l’insopportabile “peso sociale” che si vuole esercitare sui “nostri figli”. Persino gli insegnanti sarebbero contro la divisa scolastica, perché sono progressisti anche loro.  Insomma è impossibile rettificare queste  patologie.

La conclusione è: occorre fare  la secessione. La   secessione dai genitori del Liceo  Virgilio. Una secessione difficile perché non ha confini geografici certi,  e  i mascalzoni   con cui non vogliamo avere a che fare sono accanto a noi,  più spesso sopra di noi, e educano al male coi loro cattivi esempi,  le loro leggi e normative “permissive”  che riducono  le nostre scuole a  agenzie diseducative, e i nostri figli a farabutti sporcaccioni e ameboidi, senza cultura e senza testa.

Per il momento la secessione la dobbiamo fare dentro di noi.  Prendo qui  un’idea dell’economista e sociologo Charles Sannat, che ho avuto occasione di citare: un padre di famiglia  rivoltato dal sistema  che esiste anche in Francia.

“La  risposta è in noi.  Ciascuno di noi  in quanto genitore:

Io rifiuto che la vacuità sia l’orizzonte educativo insuperabile per i miei figli.

Io rifiuto la mediocrità per i miei figli.

Io rifiuto la mancanza di ambizione per i miei figli.

Io rifiuto questa società della incultura crassa per i miei figli.

Io rifiuto questo assurdo e mortifero, il politicamente corretto,  per  la crescita dei miei figli.

Io rifiuto i metodi di lettura inefficaci per i miei figli.

Io rifiuto di  lobotomizzare i miei figli davanti a degli schermi video ed  emissioni fatte per trasformare coloro che amo di più  in cervelli disponibili per la pubblicità delle  grandi marche.

Io rifiuto che i miei figli siano merceologizzati,  abbrutiti, cretinificati e assoggettati al totalitarismo mercantile.

Io rifiuto tutto ciò,  perché tutto  ciò è la  facilità.

Educare dei figli, accompagnarli con amore a divenire adulti  compiuti e responsabili così come cittadini di valore, questo esige tempo e sforzo e soprattutto coraggio  e costanza, ossia il contrario dei valori che questo sistema assurdo tenta con tutti i mezzi di far entrare nelle nostre teste”.

Non è che “tenta”: riesce a farci suoi, con la pressione sociale dei peggiori dirigenti che l’Italia abbia mai avuto. A parte ciò, questo decalogo “io rifiuto”,  se lo ripetano i padri e le madri ancora coscienti, che non vogliono  confondersi coi genitori del Virgilio. E’  la lotta di  liberazione che occorre, e deve partire da dentro di noi.  Come sapete benissimo, ci vuole il coraggio. quello che ci manca, per lo più.

 

Il Collettivo dell’Occupazione dei Figli di Papà faceva pagare il biglietto agli studenti: 5 euro.

 

L’articolo Scoperta: c’è la Mafia anche al liceo Virgilio di Roma. Peggio di quella degli Spada. è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.

L’UE non sopravviverà alla Merkel

Ed è qui che andiamo sull’Europa. Una volta che la Merkel se ne sarà andata, inizierà lo smantellamento dell’attuale versione del progetto europeo. Macron è l’elite del Piano-B, un naif facilmente influenzato che promuoverà qualsiasi sciocchezza pazzoide vogliano. Questo significa:
– Un esercito dell’UE per soggiogare gli Stati separatisti.
– Nuove regole bancarie che assicurino che i depositanti vengano spazzati via dalla prossima crisi finanziaria .
– Più pressione legale e politica sugli Stati dell’Europa orientale come Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca che respingono con tutto il cuore il Merkelismo.
– Turbolenze politiche in Italia e Spagna che vedranno l’apertura a una maggiore autonomia dato che il messaggio di Bruxelles sarà meno volto al salvataggio delle banche tedesche dal contagio.
La Merkel stava tenendo tutto questo insieme, ma i risultati delle elezioni rendono impossibile continuare. La sua eredità sarà un’Europa divisa lungo vecchie linee tribali, esattamente l’obiettivo opposto dell’UE. Soros e il resto delle élite del mondo unificato cercheranno di usare il caos per forgiare una nuova identità europea, un’Europa più forte. Ma non contateci.

[N.d.R Sulle ipotesi seguenti già adesso ci sono molti dubbi]

Theresa May regge meglio del previsto ai colloqui sulla Brexit. L’amministrazione Trump riesce a cavarsela internamente e ciò significa porre fine a John McCain come presidente via Senato. Una volta che Trump avrà una vera maggioranza e l’opposizione nel GOP debitamente neutralizzata, sosterrà la resistenza contro i resti del Merkelismo. Perciò va osservato attentamente l’assalto ai pilastri del Merkelismo. L’uscita della “Lista di Soros”, i parlamentari sotto suo controllo, è significativa. Lo è anche l’abbandono dei Clinton da parte dei democratici di ogni forma e dimensione. La perdita di fiducia diplomatica e, cosa più importante, del rispetto degli Stati Uniti da parte degli alleati su ciò che riguarda la Siria, come avevo già sottolineato, vi giocherà pure. E una volta che il nuovo voto confermerà la tendenza contro il Merkelismo in Germania, avremo chiarezza su come sarà la prossima fase di questa storia.

https://aurorasito.wordpress.com/2017/11/21/la-fine-della-merkel-e-vicina/

Chiuso un fronte, se ne apre un altro

Il recupero di Abu Kamal ha aperto la strada alle forze iraniane e sciite irachene che arrivano dall’Iraq e si dirigono subito verso Palmyra e Damasco. Tuttavia, la vista delle forze militari Siriane e iraniane che si sono spostate nella parte est della Siria, vicine al confine Giordano, ha creato preoccupazioni alla Giordania ed al comando della coalizione diretta dagli USA. Dalla località di Deir Ezzor parte adesso un asse di comunicazione che facilita i rifornimenti ed i passaggi di truppe e logistica attraverso l’Iraq e la Siria con grande scorno del comando USA che aveva cercato in tutti i modi di impedire la creazione di questo asse strategico, posizionando una base militare USA a Al Tanf, vicino al confine Giordano, base che adesso rimane isolata e che il comando USA sembra stia pianificando di spostare altrove. Il conflitto in Siria si avvia ormai verso il suo epilogo, con il suo carico di vittime (circa 450.000 secondo calcoli approssimativi), di distruzioni e di milioni di profughi. Il piano USA-Israele-Saudita di rovesciare il governo di Damasco e di smembrare il paese per stabilire tre entità distinte, sotto il controllo statunitense, è fallito e l’esercito dei mercenari takfiri armati da USA e Arabia Saudita si trova in rotta, nonostante le tonnellate di armi moderne ed i finanziamenti milionari elargiti dai suoi patrocinatori. I governi di Washington, Londra e Rijad, non si aspettavano di trovare una così ostinata resistenza da parte delle forze siriane ed avevano sottovalutato anche l’intervento dell’aviazione russa sul campo. Gli errori si pagano e questo fallimento spinge il Governo di Rijad (non ancora rassegnato alla sconfitta dei suoi mercenari), a cercare nuove strade per riaprire il conflitto e si spiega l’agitazione e le purghe dei principi sauditi avvenute da ultimo a Rijad. Come notano vari analisti indipendenti, si tratta di tentativi maldestri di mascherare il fallimento del piano di destabilizzazione della Siria sviando l’attenzione su altre questioni interne ed esterne al Regno dei Monarchi sauditi, in crisi e in semi bancarotta per i risultati disastrosi delle sue guerre (Siria e Yemen). Fonti:  Sputnik Mundo     Al Manar Traduzione e sintesi di Luciano Lago

https://www.controinformazione.info/presa-abu-kamal-ultimo-bastione-dellisis-fallito-il-piano-usa-saudita-in-siria/

Qualcosa si muove (altrove)

il tema immigrazione pare sparito dai radar dei media nazionali ma sul territorio, fra le gente che andrà alle urne (o non ci andrà, visto il risultato della partecipazione di Ostia, dove il presidente di Municipio è diventata tale con le preferenze del 18% degli aventi diritto totali), è caldissimo.

A Cona, frazione di Mestre dove sono ospitati quasi duemila immigrati clandestini, la situazione è ormai esplosiva e le risorse fanno il bello e il cattivo tempo, con istituzioni e forze dell’ordine che assistono inermi allo spettacolo di una vera e propria presa di potere sul territorio. L’illegalità è diventata prassi quotidiana del non-convivere civile, il punto di non ritorno verso uno scoppio di esasperazione cresce pericolosamente di giorno in giorno, sottotraccia. Christian Lindner e i suoi avranno detto no a Frau Merkel per evitare questo o per un disegno di disgregazione europea più ampio che tuteli la Germania in vista della prossima crisi, vedi la scelta della Bundesbank di aver rimpatriato con due anni di anticipo tutto l’oro depositato all’estero? Temo che lo scopriremo presto. E, qualunque sia la riposta, non sarà una scoperta né piacevole, né tantomeno indolore.

Fonte: Rischio Calcolato

Il nostro presente

di Paul Craig Roberts Una nazione un tempo orgogliosa che era l’invidia del mondo soffre oggi di una specie di demenza onnipresente. Essendo io cresciuto durante la seconda metà del 20 ° secolo, non riconosco più oggi il mio paese. Ho vissuto la mia vita in un paese che era avanzato ed efficiente, e ora vivo la vita in un paese incompetente. Tutto è poggiato su incompetenza. La polizia è incompetente. Sparano a bambini, alle nonne, agli storpi e poi affermano di temere per la loro vita. La polizia straniera di Washington è incompetente. Washington ha alienato il mondo con i suoi folli attacchi illegali contro altri paesi (Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, ecc…). Oggi gli Stati Uniti e Israele sono i due paesi che più suscitano diffidenza sulla terra e i due paesi considerati la più grande minaccia alla pace.

Twin Towers 11 S.

Il complesso militare / di sicurezza è incompetente. L’apparato per la sicurezza nazionale è così incompetente da non essere stato in grado di bloccare l’attacco più umiliante della storia contro una superpotenza che si è rivelata del tutto inerme, visto che poche persone armate di coltellini e con l’impossibilità di pilotare un aereo hanno distrutto il World Trade Center e del Pentagono stesso. Le industrie militari hanno prodotto a costo gigantesco l’F-35 che non può competere con i velivoli più avanzati da combattento russi o addirittura con gli F-15 e gli F-16 che dovrebbe sostituire. I media sono incompetenti. Non riesco a pensare ad una storia accurata che sia stata riportata nel 21 ° secolo. Ce ne deve essere uno, ma non mi viene in mente. Le università sono incompetenti. Invece di assumere professori per insegnare agli studenti, le università assumono amministratori per regolarli. Al posto dei professori, ci sono presidenti, vicepresidenti, cancellieri, vice cancellieri, presidi, vicepresidi, assistenti dei presidi, decani, presidi associati, vicepresidenti. Invece di argomenti ci sono la regolazione del linguaggio e la formazione della sensibilità. Le università spendono fino al 75% dei loro budget per gli amministratori, molti dei quali hanno rendite troppo elevate.

Paul Craig Roberts

Le scuole pubbliche sono state rese incapaci da test nazionali standardizzati. Lo scopo dell’educazione oggi è di superare un esame. L’accreditamento scolastico e la retribuzione degli insegnanti non dipendono dallo sviluppo della creatività o dal pensiero indipendente di quegli studenti in grado di farlo, ma dalla loro gestione attraverso un lavoro di memoria per un test standardizzato. Si potrebbe continuare all’infinito. Invece, racconterò una storia di incompetenze quotidiane che mi hanno impedito di scrivere questa settimana e per qualche altro giorno ancora. Di recente, mentre ero lontano da casa mia, un operatore di attrezzature pesanti che lavorava in un cantiere vicino è riuscito a guidare sotto le linee elettriche con il carrello elevatore sollevato. Invece di rompere il filo, ha spezzato a metà il palo della luce che ha trasmesso l’energia elettrica a casa mia. La compagnia elettrica ha ceduto le sue funzioni, o, come sospetto, ad un appaltatore esterno, che ha ristabilito il collegamento per l’energia elettrica a casa mia ma non ha controllato che il filo neutro fosse ancora collegato. Di conseguenza, per circa una settimana, la mia casa ha registrato ventiquattr’ore su ventiquattr’ore ad alto livello di voltaggio che ha fatto saltare la protezione da sovratensione, la scatola del salva vita e tutti gli elettrodomestici della casa. Aspettando il mio ritorno, la casa era stata ispezionata e si era scoperto che non c’era elettricità. Di ritorno è arrivata la compagnia elettrica ed ha scoperto che l’alta tensione stava entrando nella casa e aveva distrutto tutti gli apparati elettrici collegati. Così. Qui abbiamo un deficiente di un equipaggiamento pesante che non capisce che non può guidare sotto le linee elettriche con l’elevatore alzato. Abbiamo una società elettrica o un appaltatore esterno che non capisce che non è possibile ricollegare l’alimentazione senza accertarsi che il filo neutro sia ancora collegato. Quindi ogni apparecchio è andato bruciato. Vetri ovunque dalle lampadine spente. Stiamo parlando di migliaia di dollari. Questa è l’America di oggi. E gli incompetenti che governano gli altri incompetenti vogliono fare la guerra con l’Iran, con la Corea, con la Russia, con la Cina. Considerando lo straordinario livello di incompetenza ad ogni livello in tutti gli Stati Uniti, ti garantisco che non potremo vincere queste guerre. Fonte: Paul Craig Roberts Traduzione: Luciano Lago P.S. Paul Craig Roberts è un economista americano di 75 anni che ha avuto una carriera fra incarichi pubblici e docenza . Assistente Segretario del Tesoro nell’ amministrazione Reagan e co-fondatore della cosiddetta ‘Reaganomics’, la politica economica di quella presidenza. Tra i tanti incarichi ha scritto anche per “Wall treet Journal” e “BusinessWeek”. Roberts può vantare incarichi di docenza presso la George Town University ed altri prestigiosi atenei degli Stati Uniti. Il dottor Roberts, oltre alla biografia nota, è stato anche membro di un comitato segreto di controllo sulla CIA, istituito allo scopo di verificare le informazioni fornite dai servizi segreti Usa sul prosieguo della Guerra Fredda con l’Unione Sovietica. Risulta quindi un profondo conoscitore dei meccanismi del potere a Washington e si è distinto per le sue analisi politiche, spesso discordanti rispetto a quelle del mainstream ufficiale.

https://www.controinformazione.info/lamerica-e-diventata-una-nazione-di-incompetenti/

Intermarium

“Dopo la guerra combattuta tra la Russia e la Polonia e conclusasi il 18 marzo 1921 col trattato di pace di Riga, il Maresciallo Józef Piłsudski (1867-1935), capo provvisorio del rinato Stato polacco, lanciò l’idea di una federazione di Stati che, estendendosi “tra i mari” Baltico e Nero, in polacco sarebbe stata denominata Międzymorze, in lituano Tarpjūris e in latino, con un neologismo poco all’altezza della tradizione umanistica polacca, Intermarium. La federazione, erede storica della vecchia entità politica polacco-lituana, secondo il progetto iniziale di Piłsudski (1919-1921) avrebbe dovuto comprendere, oltre alla Polonia quale forza egemone, la Lituania, la Bielorussia e l’Ucraina. È evidente che il progetto Intermarium era rivolto sia contro la Germania, alla quale avrebbe impedito di ricostituirsi come potenza imperiale, sia contro la Russia, che secondo il complementare progetto del Maresciallo, denominato “Prometeo”, doveva essere smembrata nelle sue componenti etniche.
Per la Francia il progetto rivestiva un certo interesse, perché avrebbe consentito di bloccare simultaneamente la Germania e la Russia per mezzo di un blocco centro-orientale egemonizzato dalla Polonia. Ma l’appoggio francese non era sufficiente per realizzare il progetto, che venne rimpiazzato dal fragile sistema d’alleanze spazzato via dalla Seconda Guerra Mondiale.
Una più audace variante del progetto Intermarium, elaborata dal Maresciallo tra il 1921 e il 1935, rinunciava all’Ucraina ed alla Bielorussia, ma in compenso si estendeva a Norvegia, Svezia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Grecia, Jugoslavia ed Italia. I due mari diventavano quattro, poiché al Mar Baltico ed al Mar Nero si venivano ad aggiungere l’Artico e il Mediterraneo. Ma anche questo tentativo fallì e l’unico risultato fu l’alleanza che la Polonia stipulò con la Romania.
L’idea di un’entità geopolitica centroeuropea compresa tra il Mar Baltico e il Mar Nero fu riproposta nei termini di una “Terza Europa” da un collaboratore di Piłsudski, Józef Beck (1894-1944), che nel 1932 assunse la guida della politica estera polacca e concluse un patto d’alleanza con la Romania e l’Ungheria.
Successivamente, durante il secondo conflitto mondiale, il governo polacco di Władisław Sikorski (1881-1943) – in esilio prima a Parigi e poi a Londra – sottopose ai governi cecoslovacco, greco e jugoslavo la prospettiva di un’unione centroeuropea compresa fra il Mar Baltico, il Mar Nero, l’Egeo e l’Adriatico; ma, data l’opposizione sovietica e la renitenza della Cecoslovacchia a federarsi con la Polonia, il piano dovette essere accantonato.
Con la caduta dell’URSS e lo scioglimento del Patto di Varsavia, l’idea dell’Intermarium ha ripreso vigore, rivestendo forme diverse quali il Consiglio di Cooperazione nel Mar Nero, il Partenariato dell’Est e il Gruppo di Visegrád, meno ambiziose e più ridotte rispetto alle varianti del progetto “classico”.
Ma il sistema di alleanze che più si avvicina allo schema dell’Intermarium è quello teorizzato da Stratfor, il centro studi statunitense fondato da George Friedman, in occasione della crisi ucraina. Da parte sua il generale Frederick Benjamin “Ben” Hodges, comandante dell’esercito statunitense in Europa (decorato con l’Ordine al Merito della Repubblica di Polonia e con l’Ordine della Stella di Romania), ha annunciato un “posizionamento preventivo” (“pre-positioning”) di truppe della NATO in tutta l’area che, a ridosso delle frontiere occidentali della Russia, comprende i territori degli Stati baltici, la Polonia, l’Ucraina, la Romania e la Bulgaria. Dal Baltico al Mar Nero, come nel progetto iniziale di Piłsudski.
Il 6 agosto 2015 il presidente polacco Andrzej Duda ha preconizzato la nascita di un’alleanza regionale esplicitamente ispirata al modello dell’Intermarium. Un anno dopo, dal 2 al 3 luglio 2016, nei locali del Radisson Blue Hotel di Kiev ha avuto luogo, alla presenza del presidente della Rada ucraina Andriy Paruby e del presidente dell’Istituto nazionale per la ricerca strategica Vladimir Gorbulin, nonché di personalità politiche e militari provenienti da varie parti d’Europa, la conferenza inaugurale dell’Intermarium Assistance Group, nel corso della quale è stato presentato il progetto di unione degli Stati compresi tra il Mar Baltico e il Mar Nero.
Nel mese successivo, i due mari erano già diventati tre: il 25-26 agosto 2016 il Forum di Dubrovnik sul tema “Rafforzare l’Europa – Collegare il Nord e il Sud” ha emesso una dichiarazione congiunta in cui è stata presentata l’Iniziativa dei Tre Mari, un piano avente lo scopo di “connettere le economie e infrastrutture dell’Europa centrale e orientale da nord a sud, espandendo la cooperazione nei settori dell’energia, dei trasporti, delle comunicazioni digitali e in generale dell’economia”. L’Iniziativa dei Tre Mari, concepita dall’amministrazione Obama, il 6 luglio 2017 è stata tenuta a battesimo da Donald Trump in occasione della sua visita a Varsavia. L’Iniziativa, che a detta del presidente Duda nasce da “un nuovo concetto per promuovere l’unità europea”, riunisce dodici paesi compresi tra il Baltico, il Mar Nero e l’Adriatico e quasi tutti membri dell’Alleanza Atlantica: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, Croazia, Ungheria, Romania, Bulgaria.
Sotto il profilo economico, lo scopo dell’Iniziativa dei Tre Mari consiste nel colpire l’esportazione di gas russo in Europa favorendo le spedizioni di gas naturale liquefatto dall’America: “Un terminale nel porto baltico di Świnoujście, costato circa un miliardo di dollari, permetterà alla Polonia di importare Lng statunitense nella misura di 5 miliardi di metri cubi annui, espandibili a 7,5. Attraverso questo e altri terminali, tra cui uno progettato in Croazia, il gas proveniente dagli USA, o da altri Paesi attraverso compagnie statunitensi, sarà distribuito con appositi gasdotti all’intera ‘regione dei tre mari’” .
Così la macroregione dei tre mari, essendo legata da vincoli energetici, oltre che militari, più a Washington che non a Bruxelles ed a Berlino, spezzerà di fatto l’Unione Europea e, inglobando prima o poi anche l’Ucraina, stringerà ulteriormente il cordone sanitario lungo la linea di confine occidentale della Russia.”

Da Il cordone sanitario atlantico, editoriale di Claudio Mutti del n. 4/2017 di “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”.

Plutocrazie all’attacco

Il primo ministro britannico Theresa May,  che questa settimana stava parlando a un banchetto elegante a Londra,  ha detto ai partecipanti che si intrattenevano sorseggiando vini costosi, che “la Russia sta minacciando l’ordine internazionale da cui dipendiamo”. Senza fornire uno straccio di prova, la leader britannica è arrivata ad affermare che la Russia stava interferendo nelle democrazie occidentali per “seminare discordia”. Il caso del discorso sconnesso della Theresa May è un classico caso di studio su ciò che gli scienziati comportamentali chiamano “attività di spostamento” – cioè, quando gli animali si trovano in uno stato di pericolo spesso reagiscono mostrando comportamenti insoliti o facendo strani rumori. Infatti, la May e altri leader politici occidentali stanno affrontando un pericolo per il loro ordine mondiale, anche se non vogliono ammetterlo apertamente come tale. Questo pericolo deriva dai livelli esplosivi di disuguaglianza sociale e di povertà creatisi all’interno delle società occidentali per effetto delle politiche neoliberiste , quelle che producono rabbia, risentimento, malcontento e disillusione tra crescenti masse di cittadini. Di fronte all’imminente, prossimo collasso dei loro sistemi di governo, i leader occidentali come la May cercano di autoassolversi scaricando colpe alla Russia, vista come una minaccia destabilizzante. Questa settimana la Banca europea Credit Suisse ha pubblicato cifre statistiche che dimostrano inconfutabilmente che il divario di ricchezza tra ricchi e poveri si è accresciuto fino a raggiungere livelli ancora più grotteschi e assurdi.

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L’UE  è diventata la NATO

(Notizie dal Deutsche Wirtschafts Nachrichten)


Federica Mogherini (EU High Representative for Foreign Affairs and Security Policy) e il segretario NATO Jens Stoltenberg

L’UE vuole semplificare la mobilità militare in Europa con miliardi di spesa. Il generale degli Stati Uniti Hodges chiede la libera circolazione per le forze armate NATO

“[…]  …Il generale Hodges  pone come obiettivo strategico militare della NATO in Europa: “È di enorme importanza strategica che le forze armate in Europa possano muoversi liberamente e senza ostacoli. Dobbiamo essere in grado di muoverci più velocemente  delle forze russe…. in caso di emergenza come ad esempio, una guerra di liberazione nei Paesi Baltici. “Hodges non spiega quali alternative militari la NATO vede nei confronti della Russia.

[.Ovviamente] Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha affermato che la mobilità militare tra i paesi dell’UE dovrebbe essere ulteriormente rafforzata in cooperazione con la NATO.

[..]
L’iniziativa PESCO (“Cooperazione strutturata permanente”) riguarda l’approfondimento della cooperazione militare UE nel settore della sicurezza.Coinvolgerà 23 su 28 stati. Non saranno coinvolti: Regno Unito, Malta, Portogallo, Danimarca e Irlanda.

https://www.maurizioblondet.it/lue-prevede-miliardi-spesa-la-mobilita-militare-europa/

Gli USA non pagano gli autisti

…e questi lo dicono alla BBC!

“I terroristi  dello Stato Islamico hanno potuto evacuare da Raqqa e Deir ez-Zor sotto  la protezione della coalizione detta anti-Daesh guidata dagli Stati Uniti”. Finché a dirlo è stata Damasco o sono i russi,  i nostri media   han fatto finta di niente, sprezzando la cosa come propaganda di Mosca. Ma che fare quando ad affermarlo è la BBC?

In un eccezionale servizio  pubblicato lunedì, intitolato “Raqqa dirty secret” la storica  emittente britannica  esordisce: “centinaia di combattenti dell’IS e loro familiari sono usciti da Raqqa sotto l’occhio della coalizione a guida Usa e britannica”.

Il fatto è che i giornalisti della BBC hanno identificato e intervistato i camionisti siriani o iracheni, che sono stati ingaggiati  per la gigantesca esfiltrazione. Come “Abu Fawzi, che guida un 18 ruote nel più pericoloso territorio della Siria del Nord”. Racconta  di essere stato contattato dalle   “Le Forze Siriane Democratiche” [SDF  la coalizione di curdi e arabi sostenuti dagli americani, anti-Assad e in teoria  anti Daesh]   gli hanno chiesto di guidare un convoglio di autocarri per rilevare centinaia di famiglie   sfollate per i combattimenti dalla cittadina di Tabqa sull’Eufrate ad  un campo più a nord. Un lavoro da sei ore al massimo, gli hanno detto.

Hanno messo insieme un convoglio di quasi 50 camion, 13 pullman, a cui si sono aggiunti a Raqqa  “più di cento veicoli dello Stato Islamico. Un convoglio lungo sei-sette chilometri”.  

E altro che sei ore. “Invece sono stati tre giorni di guida dura,  alcuni hanno rotto i motori o i semiassi,  con un carico di centinaia di combattenti di Daesh, loro famiglie e tonnellate di armi e munizioni”. Lui e i suoi compagni del convoglio  hanno capito solo dopo d’essere stati ingannati.  Sono stati promessi loro migliaia di dollari perché tenessero segreta la cosa.  Mai visti.

“Ma la BBC ha parlato a decine di persone che o erano nel convoglio, o lo hanno visto passare; e con gli uomini che hanno stipulato l’accordo”: che sono appunto elementi delle SDF, in combutta con i loro presunti nemici,  i terroristi IS che occupavano Raqqa.

Ore di viaggio su strade devastate e bombardate, ponti distrutti, poi: “Al momento di entrare a Raqqa avevamo terrore.  Credevamo di andare scortati dalle SDF (armate), invece eravamo  soli. I terroristi hanno piazzato trappole esplosive sui nostri mezzi. Se qualcosa  fosse andato storto, avrebbero fatto saltare l’intero convoglio. Persino i loro bambini e le loro  donne avevano cinture esplosive”.  I terroristi, spesso col volto coperto ed aria di sfida, non portavano solo le armi individuali: hanno caricato sui camion tonnellate di armamento pesante e munizioni –  per il cui peso almeno uno dei camion ha avuto un semiasse spezzato.

Dentro ogni cabina di guida si sono piazzati tre o quattro  guerriglieri per controllare il guidatore; alcuni li hanno picchiati, una donna li ha  minacciati col Kalashnikov,  “Ci chiamavano maiali o infedeli”.   Fra  gli almeno 250 combattenti “c’erano moltissimi stranieri, Francia, Turchia, Azerbaijan, Pakistan, Yemen, Saudi, Cina, Tunisia, Egitto…”, enumerano.

E pensare, evoca BBC, che il  maggior scorso il generale James Mattis, segretario Usa alla Difesa, aveva giurato che la guerra  contro l’IS sarebbe stata di “annichilazione. E’ nostra intenzione  che i combattenti stranieri non sopravvivano per tornare in Africa, Europa, America…Non glielo permetteremo”; disse in tv.

Il convoglio era preceduto da mezzi della SDF che, ad ogni villaggio, ordinavano agli abitanti di chiudersi   in casa al passaggio dei camion. Ma nel paesello di Shanine, approfittando del fatto che s’era formato un ingorgo e molti dei camion erano rimasti fermi , un bottegaio del luogo di nome Mahamud ha aperto la sua bottega. Quelli sono scesi, erano pallidi e affamati, hanno preso tutto, biscotti,  instant noodles cinesi, merendine, sigarette.  Hanno pagato regolarmente.

In altri villaggi furono più minacciosi,  passando facevano con il dito sul collo il gesto che significa “vi sgozziamo”.

Aerei della coalizione, a volte droni, hanno seguito il convoglio dall’alto. Abu Fawzi stesso ha visto questi aerei, dalla sua cabina, lanciare bengala  di notte  per   illuminare il percorso al convoglio. Superato l’ultimo posto di blocco delle “forze siriane democratiche”, in  territorio ancora IS, molti si sono dispersi. Spalloni locali hanno avuto  olte offerte per aiutare quelli e le famiglie ad espatriare di nascosto. Molti volevano esfiltrare in Turchia. Per il servizio dei contrabbandieri p hanno pagato 600 dollari a testa, 1.500 per famiglia. I contrabbandieri  li hanno parlare “francese e inglese”, ma c’erano anche “ceceni e uzbeki”.  Un giovane combattente che si fa chiamare

Abu Basir al-Faransy,   perché è francese, adesso si è stabilito ad Idlib e dice di volerci restare.  Ma molti del nostro gruppo di fratelli  hanno voluto tornare in Francia per fare quel che chiamiamo il giorno della resa dei conti”.

Qui il servizio con  le foto eccezionali, che non credo abbiamo il permesso di usare.

http://www.bbc.co.uk/news/resources/idt-sh/raqqas_dirty_secret

 

Alla BBC, i comandi anglo-americani hanno ammesso che  sì, anche se non avevano uomini al suolo col convoglio, hanno seguito il convoglio dal cielo.  Indenne.

https://www.maurizioblondet.it/usa-aiutato-migliaia-terroristi-ad-evacuare-indenni-raqqa-stavoltalo-dice-la-bbc/

Parlano i cecchini di Maidan

No, Merkel e Mogherini non hanno alcun diritto di alzare il ditino. Sapevano tutto dei cecchini pagati, fin da subito: dal ministro degli esteri estone  Urmas Paet che era in piazza Maidan il giorno della sparatoria  e – evidentemente ancora inesperto dei metodi dell’Unione Europea a guida neocon – telefonò agghiacciato  alla predecessora di Mogherini, la commissaria  europea Catherine Ashton, e  le disse che dalle autopsie dei  cadaveri risultava che poliziotti e dimostranti erano stati uccisi dagli stessi cecchini, con gli stessi proiettili (standard NATO) , e quindi che dietro i cecchino non c’era il premier cacciato, Yanukovich,  bensì “la nuova coalizione” golpista. La  Ashton   risponde con balbettii e imbarazzi   che sono di per sé un’ammissione di colpa. La  conversazione fu intercettata dai russi e diffusa: silenzio da parte di ogni esponente politico europeo. Silenzio totale dai grandi e liberi media europei.

Quindi no, Mogherini e Merkel, e no,  quando  fate la lezione di morale a Putin e a tutti noi,   dovete solo vergognarvi.  Avete trascinato il nome d’Europa nel  fango di  piazza Maidan,   vi siete sporcati di quel sangue e continuate ad essere complici del delitto, un tipo di crimine di cui nemmeno Hitler – il Male Assoluto, come voi ci insegnate continuamente   – si macchiò. Ora sappiamo esattamente cosa  siete, cosa  avete ridotto la UE: un regime totale e brutalmente criminale, un regno della menzogna –  moralmente inferiore al  nazismo e  forse, pari al giudeo–bolscevismo sovietico.  Siamo governati da  criminali di guerra e contro l’umanità, secondo gli stessi principi che loro stessi  hanno scritto nei  loro trattati.

La  prova è nei  silenzi del giorno dopo.  Dopo il servizio di Micalessin, non un giornale “progressista o conservatore”, non una tv, non una radio, non  un altezzoso   inviato speciale dei media meglio pagati  nella loro rassegna stampa (in corso a RadioRai 3), hanno citato l’inchiesta, hanno riconosciuto  a Micalessin di aver reso un coraggioso servizio alle verità e alla  libertà.  No. Silenzio. quindi,  censura. Hanno scelto il  totalitarismo   del momento,  lo hanno introiettato, adottato e fatto proprio, messo al posto della coscienza –   che non hanno mai avuto.

L’articolo I CECCHINI DAI PIAZZA MAIDAN. E IL SILENZIO DEL GIORNO DOPO. è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.

L’articolo originale su http://www.occhidellaguerra.it/ucraina-le-verita-nascoste-parlano-cecchini-maidan/