La Turchia afferma che le YPG sono “terroristi”, mentre Washington sostiene che i curdi sono un’utile forza sostitutiva contro i terroristi dello Stato islamico. Il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu, ha affermato: “I terroristi di Manbij [curdi YPG] sparano costantemente colpi provocatori. Se gli Stati Uniti non li fermeranno, lo faremo noi. ” Il New York Times ha avvertito che un assalto a Manbij “potrebbe portare le forze turche in diretto conflitto con le truppe americane di stanza lì, con risultati imprevedibili”. Quindi, Trump e altri funzionari di Washington stanno emettendo gravi ingiunzioni ad Ankara per fare un passo indietro. Il marasma di due membri della NATO sulla cuspide della guerra assume un aspetto quasi surreale quando si considera che gli aerei da guerra americani e turchi stanno decollando dalla stessa base aerea della NATO a Incirlik, nel sud della Turchia. Ci si chiede anche, ironia della sorte, come l’articolo V della NATO funzionerebbe in questo bizzarro scenario in cui un membro della NATO invita le altre 27 nazioni nell’alleanza militare a difenderlo se viene attaccato – da un altro membro della NATO! La situazione burlesca è degna del romanzo satirico contro la guerra Catch 22 di Joseph Heller.
Mese: gennaio 2018
La perfida Albione
Nikolaj Starikov, Global Research, 21 giugno 2015
Mai in quel periodo la Gran Bretagna accettò negoziati di pace. Continuò costantemente a bombardare le città tedesche. Mostrò determinazione a combattere fino alla fine. Il Regno Unito poteva essere combattuto e persino sconfitto, ma dopo aver esaminato le sue opzioni, Adolf Hitler si pose due domande. Quale prezzo sarebbe costata questa vittoria? E la cosa più importante, qual era il punto? E poi il 10 maggio 1941, l’alleato più stretto di Hitler, Rudolf Hess, volò nel Regno Unito, apparentemente di sua iniziativa. [1] Fu il tentativo disperato di concludere la pace tra Germania e Regno Unito. Sebbene in senso stretto, l’obiettivo di Hess non era in realtà un segreto: “Hess conosceva ed comprendeva la mente di Hitler, il suo odio per la Russia sovietica, la sua brama nel distruggere il bolscevismo, la sua ammirazione per la Gran Bretagna e il desiderio sincero di essere amico dell’impero inglese…” [2] A poco più di un mese dall’attacco programmato all’URSS. Hitler doveva decidere se lanciare o meno l’operazione Barbarossa. I piani dell’invasione non erano ancora completati. La decisione di attaccare l’Unione Sovietica non era ancora stata presa mentre Hess preparava il suo volo. Hitler non avrebbe mai iniziato una guerra su due fronti. Allora perché fece proprio questo? Perché quando lanciò l’offensiva contro l’Unione Sovietica era convinto che non ci fosse un secondo fronte e mai ci sarebbe stato! Fu il risultato del volo di Hess. È importante capire che il grande segreto dietro la misteriosa fuga in Regno Unito del vice di Hitler non aveva nulla a che fare con l’offerta di Hitler, ma con la risposta inglese!
Gli inglesi garantirono una benevola neutralità sulla futura guerra di Hitler con l’Unione Sovietica. E promisero di accettare la vecchia proposta di pace dalla Germania una volta che l’URSS fosse stata vinta. “Il famigerato Hess fu effettivamente inviato nel Regno Unito dai nazisti per persuadere i politici inglesi ad unirsi alla crociata collettiva contro l’Unione Sovietica. Ma i tedeschi fecero un grave errore di calcolo. Nonostante gli sforzi di Hess, Regno Unito e Stati Uniti… erano, al contrario, nello stesso campo dell’URSS contro la Germania nazista“, dichiarò Stalin dall’assediata Mosca. Quando Hitler decise di attaccare l’Unione Sovietica, significò che il Regno Unito aveva approvato la campagna. È l’unica spiegazione. La Gran Bretagna metodicamente mise la Germania nazista contro l’URSS, e infine gli inglesi riuscirono a spingere il Fuehrer ad attaccarla. Hitler fu ingannato dalla sua ammirazione per l’Inghilterra. Il capo della Germania si comportò scioccamente perché gli inglesi gli promisero la loro neutralità. I bombardamenti aerei tedeschi che infuriavano sul Regno Unito improvvisamente finirono, immediatamente dopo la visita di Hess, per poi riprendere nel gennaio 1943.
Solo quando divenne chiaro nel 1944 che l’Unione Sovietica stava sconfiggendo la Germania nazista senza aiuto, Washington e Londra decisero di aprire un secondo fronte in modo da poter rivendicare gli allori dei “vincitori”. Nel frattempo, la storia dell’ascesa al potere di Adolf Hitler, le fonti del successivo “miracolo” economico della Germania col capo nazista al timone, il suo amore per il Regno Unito e la sua simpatia per i metodi inglesi di dominio delle nazioni soggiogate, indicano chiaramente il vero colpevole della Seconda guerra mondiale.
Oriental Review ha tradotto la ricerca documentaria di Nikolaj Starikov “Chi spinse Hitler ad attaccare Stalin” (San Pietroburgo, 2008). Starikov è uno storico russo.
Note:
[1] Il momento del volo di Hess fu scelto con cura. Secondo il piano redatto dallo Stato Maggiore tedesco, i preparativi per l’operazione Barbarossa dovevano essere completati entro il 15 maggio 1941.
[2] Winston Churchill. La grande alleanza. Pg. 44.
[3] Christopher Catherwood. La sua ora migliore. Pg. 154.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
https://aurorasito.wordpress.com/2018/01/24/lintreccio-damore-di-hitler-col-regno-unito/
Speranze salvifiche
In questi sette anni abbiamo visto l’opera a rovescio compiersi sotto i nostri occhi.
Non mi era mai capitato, nei miei primi cinquant’anni e oltre assai, di camminare per strade intere di negozi chiusi e abbandonati, di voler tornare in quel nuovo emporio così ben assortito, inaugurato appena sei mesi fa, e di non trovarlo più. Chiuso, fallito, con le vetrine coperte da fogli di giornale. E di guardare il nuovo portone di casa pensando che la ditta che me lo installò, solo quattro anni fa, non esiste più. Fallita. Questi sette anni di guai inaugurati dal governo Monti ci hanno mostrato ricchezze dilapidate, bellezze saccheggiate, umanità oppressa e decimata, in preda alla depressione ed alla sfiducia, impoverita e umiliata; città ridotte a latrine in mano a feccia accuratamente selezionata nei peggiori recessi del terzo mondo affinché arrecasse il maggior disturbo possibile ad un popolo che, sotto attacco e sotto il tallone di ferro di una dittatura che ricorda, nel grugno, i tratti di quelle ben note ai nostri amici dell’Europa dell’Est, non a caso i suoi maggiori critici, sta esaurendo giorno per giorno ogni residuo di pazienza.
La Psicopolizia
DAI VIGILANTES ALLA PSICOPOLIZIA
Queste cinquantuno associazioni saranno quindi i vigilantes del cyberspazio, gli sceriffi del web schierati dal ministero (e pagati con i nostri soldi) per controllare l’odio sui social, per controllare e ovviamente denunciare i siti, i blog, i commenti che escono dal mono-pensiero del politicamente corretto.
Allargando questo discorso è ovvio che:
Se uno mette in discussione i vaccini, va denunciato.
Se uno mette in discussione le cure oncologiche va denunciato.
Se uno critica il governo va denunciato.
Se uno critica lo Stato d’Israele, va denunciato.
Se uno dimostra una libertà e indipendenza di pensiero, va denunciato.
Se uno soltanto pensa, va denunciato!
Risultato? Per paura di multe, per paura di denunce, dell’isolamento e di ritorsioni si arriverà all’autocensura, esattamente come nel libro 1984 di Orwell. Sarà la gente stessa a non avere più la forza e la volontà di denunciare una ingiustizia. Perché si dovrebbe farlo se poi si viene messi all’indice, denunciati e magari incriminati?
Arriveremo così all’annichilimento del pensiero e allo svuotamento delle coscienze, per la gioia del Pd e del Grande Fratello…
Elenco delle associazioni convocate al tavolo del ministro:
Amnesty international,
Unar (….)
Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali,
Alto commissariato delle Nazioni Unite,
Comunità Sant’ Egidio,
Associazione 21 luglio,
Ucoii – Unione delle comunità islamiche italiane,
Confederazione islamica italiana,
Presidente della Comunità islamica italiana,
Comunità ebraica di Roma,
Segretario generale del Centro islamico culturale d’ Italia,
Arcigay,
Arcilesbica,
Rete Lenford,
circolo Mario Mieli,
associazione Gaynet,
circolo Pink di Verona,
Cospe – cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti,
Associazione Lunaria,
Arci,
Associazione Carta di Roma,
Asgi –
Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione,
Associazione Archivio delle memorie migranti, Articolo 3,
Osservatorio sulle discriminazioni,
Unione forense per la tutela dei diritti umani,
Apice – Agenzia di promozione integrata per i cittadini in Europa,
Aicem – Associazione internazionale per la cooperazione e l’educazione nel mondo,
Per esempio onlus,
Cir,
Consiglio italiano per i rifugiati,
Fish – Federazione per il superamento dell’handicap,
Unicri (United nations interregional crime and Justice),
Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale,
Presidenza del Consiglio dei Ministri,
No hate speech movement Italia,
Acsim – Associazione centro servizi immigrati Marche,
Associazione interculturale Onlus Tandem,
Cooperativa sociale Shannara,
Omphalos Arcigay Arcilesbica,
Associazione Acmos,
Associazione Ala Milano onlus,
Associazione Arcifisa di Cosenza,
Asi – Associazione sportive e sociali italiane,
Acam – Associazione culturale alfabeto del mondo onlus,
Fondazione Centro Astalli,
Associazione Cieli aperti,
Nosotras onlus,
Open Group,
Associazione Upre Roma,
Associazione Pangea onlus,
Associazione donne in rete contro la violenza,
Associazione nazionale volontarie del telefono rosa,
Udi – Unione donne in Italia.
L’articolo Governo Pd e la Psicopolizia è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
Sono stati i russi
Torna alta la tensione nei territori della ex Jugoslavia a seguito dell’assassinio di Oliver Ivanovic, esponente di punta della minoranza serba in Kosovo.
L’influente think-tank statunitense Council on Foreign Relations (CFR) ha messo i Balcani nella sua lista di prevenzione dei conflitti nella sua recente inchiesta del 2018.
Tuttavia l’idea, promossa dal CFR, che gli Stati Uniti siano il Paese che può aiutare a preservare “pace e stabilità” deve essere messa alla prova – così come gli stessi Stati Uniti e gli alleati NATO più vicini che sono in verità responsabili di molti dei problemi che affliggono attualmente la regione.
Questi problemi derivano tutti dalla violenta rottura della Jugoslavia multietnica degli anni ’90, un processo che le potenze occidentali hanno sostenuto e addirittura incoraggiato attivamente. Ma questo non è menzionato nel documento di riferimento del CFR “Lo scioglimento degli accordi di pace nei Balcani” (Contingency Planning Memorandum n. 32).
Invece sono i Russi, udite, udite, ad essere considerati i cattivi – con “la destabilizzazione russa del Montenegro o della Macedonia” elencato come uno dei possibili scenari del 2018. La verità è, tuttavia, che tutti i possibili “punti di fiamma” identificati dal CFR, che potrebbero portare a conflitti, possono essere direttamente collegati non a Mosca ma alle conseguenze di precedenti interventi e campagne di destabilizzazione statunitensi o guidate dall’Occidente. Leggi il resto dell’articolo
A che punto siamo?
Qui da noi vediamo “l’ognuno per sé” come ideologia quasi ufficiale del capitalismo terminale, individualismo ed edonismo transnazionale e trans gender, interpretato ovviamente nel provincialismo italiota. Vediamo la maleducazione e l’aggressività, la volgarità e l’egoismo esibiti in pubblico senza vergogna , l’inciviltà sicura di sé; l’insicurezza crescere sui mezzi pubblici, dove immigrati “accolti” terrorizzano i passeggeri , e pure gli urlano “Razzisti”; e picchiano controllori (“Razzisti!”) sapendosi protetti dalla magistratura italiota: qui la “convivenza” predicata da Boldrini e El Papa – che non vanno in autobus – può rovesciarsi in ogni momento in “Pulizia etnica” (dei negri contro i bianchi). Vediamo i muri coperti dai graffiti, manifestazione di un vandalismo corpuscolare onnipresente che esprime odio, ignoranza e disprezzo per il prossimo.
La Classe Desiderante al potere
Il Collasso Sociale è una realtà: ma lo subiscono solo gli italiani poveri, magari senza lavoro né prospettive di averlo più, che vivono nei degradati quartieri “multiculturali” e hanno paura. La Sinistra di Classe, che vive nei quartieri alti e protetti, dà ai poveri dei razzisti e xenofobi, ignoranti e ottusi.
E questa è la classe che governa e comanda e impone la sua “moralità” trasgressiva. Quella che Paolo Becchi ha chiamato la “classe desiderante”: “il desiderio prodotto dalla logica del capitale” che ha messo al comando “l’individuo inteso come monade leibniziana, macchina desiderante e desiderio meccanizzato”: la classe metrosexual, vincente nella globalizzazione, il cui solo movente è: “desiderio di fottere, desiderio di fotterti” (Paolo Becchi): Perché, commenta Paolo Borgognone, “i desideri, come i capitali privati, si muovono per flussi, trascendono i luoghi e la morale e non rispondono ad alcuna morale”, avidi della “acquisizione immediata di tutto quanto possa essere soggetto a valore di scambio: desiderio di ricchezza, di figli in provetta, di matrimonio gay…”. I nuovi vandali consumatori d’alta gamma e griffati.
(Cfr. Paolo Borgognone, Generazione Erasmus- I cortigiani della società del capitale e la ‘guerra di classe” del XXI secolo”, DAKS, 509 pagine, 25 €).
Lettera agli occupanti e ai collaborazionisti
Cose serie
di Inessa Sinchougova (*) Alcuni dettagli sono venuti alla luce in relazione alla riunione tra Vladimir Putin ed il presidente Trump che non si è tenuta al vertice APEC, svoltosi in Vietnam, nel novembre dello scorso anno. Un promemoria del fatto che non si sono potuti svolgere i colloqui a pieno titolo tra Vladimir Putin e Donald Trump, a causa di alcune “richieste atipiche avanzate dalla delegazione nordamericana”, come ha affermato il segretario stampa presidenziale Dmitry Peskov. I “partner” americani hanno insistito sul fatto che l’incontro si svolgesse in una sala da loro affittata, e non hanno accettato alcuna alternativa. Questa iniziativa era contro il protocollo diplomatico, poiché le parti si alternano a vicenda in vari eventi. Al vertice dell’APEC, sarebbe stato il turno della Russia di prenotare ed organizzare un luogo adatto e provvedere alla sistemazione della sala. Un desiderio così persistente manifestato dagli americani di “attirare” il presidente russo in una sala molto specifica non poteva che allertare i servizi di sicurezza. Secondo la loro analisi, è stato deciso di non procedere con la riunione di Trump. All’epoca, questo è stato segnalato come il fallimento del personale interessato ad organizzare l’evento. Tuttavia, è stato riferito che durante l’incontro, gli americani avrebbero voluto utilizzare un “nanoweapon” (trasmettitore di nanoparticelle tossiche). Si pensa che questa stessa apparecchiatura sia responsabile della morte di sei leader latinoamericani non graditi dagli Stati Uniti, che sono morti di cancro negli ultimi anni (Hugo Chavez è stato uno di questi). Vedi: US nano weapon killed Venezuela’s Hugo Chavez, scientists say

È altamente possibile che neppure Trump fosse a conoscenza dell’operazione preparata dai suoi “servizi speciali” e potrebbe anche essere lui stesso un obiettivo di tali “radiazioni”. *Inessa Sinchougova è editor e giornalista presso Fort Russ News, nonché ricercatrice e traduttrice del think-tank di Belgrado, il Center for Syncretic Studies. È stata educata alla Victoria University di Wellington (Nuova Zelanda), nel campo della Scienza politica ed è stata precedentemente impiegata in Strategie di marketing e comunicazione per una multinazionale. Gestisce un famoso canale YouTube per le traduzioni di figure chiave della politica estera russa e appare regolarmente su altri canali mediatici alternativi. Nota: Potrebbe sembrare una ipotesi complottista ma in realtà è molto più reale di quanto si possa pensare. La tecnica dell’avvelenamento mediante radiazioni tossiche è stata già più volte utilizzata dai servizi di intelligence USA nei confronti di personaggi scomodi e vi sono vari allarmi sulle armi di questo tipo che utilizzano le nanaoparticelle di cui gli USA dispongono nei loro magazzini segreti. Vedi: I nuovi metodi della CIA per l’eliminazione dei leaders politici scomodi Fonte: Fort Russ Traduzione e nota: Luciano Lago
Buffonate
Inoltre, sta passando una bufala colossale, ossia che non sia possibile indire referendum in materia di politica estera. E’ una stupidaggine smentita dai fatti. Da leggi ben precise (3).
Con la legge costituzionale 3 aprile 1989 n. 2 (4), fu istituito il referendum consultivo o di indirizzo, e gli italiani votarono sul seguente quesito:
“Ritenete voi che si debba procedere alla trasformazione delle Comunità europee in una effettiva Unione, dotata di un Governo responsabile di fronte al Parlamento, affidando allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di Costituzione europea da sottoporre direttamente alla ratifica degli organi competenti degli Stati membri della Comunità”
Votammo il 18 giugno 1989, e gli italiani si espressero per circa l’88% con un Sì e per circa il 12% con un No. Rivendico, con onore e preveggenza, d’aver fatto parte di quel 12%.
E’ sufficiente che la maggioranza parlamentare (in quel caso il parlamento votò all’unanimità) esprima al Governo l’esigenza di un referendum consultivo (o di indirizzo) e questo lo comunichi al Presidente della Repubblica.
Ora, evidentemente, una parte del Parlamento vede come il fumo negli occhi il solo pensiero di privarsi dell’accozzaglia di mangiapane a tradimento che vanno a fare i parlamentari europei, per una sola ragione: poiché furono trombati alle elezioni italiane. Sono 73 posti d’oro, pagati 24.164 euro, senza contare i rimborsi per viaggi ed affini. Si dovrà lottare: ma, se il primo partito italiano è d’accordo…
Inoltre, ci sono ragioni di ordine giuridico per intavolare una trattativa in tal senso: ciò che approvarono gli italiani, non fu attuato.
Un “Governo responsabile di fronte al Parlamento” non è mai esistito, poiché le posizioni di Commissari (i Ministri) furono avocate dalle Nazioni per nomina separata. In altre parole: i commissari s’accordano sui provvedimenti di legge, e non è richiesta la necessaria approvazione parlamentare.
“Il Parlamento europeo esercita la funzione legislativa dell’Unione europea assieme al Consiglio dell’Unione Europea. Inoltre in alcuni casi stabiliti dai trattati, ha il potere di iniziativa legislativache generalmente spetta alla Commissione europea.” (5)
Il secondo punto che mai fu realizzato fu “affidare allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di Costituzione europea…”: avete mai sentito parlare di una Costituzione Europea? Il Trattato di Lisbona, certo, che non è una Costituzione: perché? Poiché la stesura della Costituzione si scontrò con l’evidenza che le popolazioni (fecero dei sondaggi in vari Paesi) non l’avrebbero approvata. Così, stesero un Trattato e se lo approvarono, se lo giocarono e se lo ballarono da soli.
Ma c’è ancora un vulnus, che inficia completamente quella richiesta referendaria: il Trattato di Maastricht – il vero accordo fondante dell’UE – fu firmato il 7 febbraio 1992, a quasi tre anni dalla pronunziazione referendaria! In pratica, ci fecero votare “al buio”!
Il precedente di quel referendum – e, soprattutto, la legge istitutiva di quel referendum, che è tuttora vigente – dimostra che chiedere alla popolazione una consultazione è pienamente legale e democratico. Detto fra noi, non s’aspettavano che le vicende successive ci avrebbero condotto nella situazione di volercene andare dalla gabbia truffaldina dell’Europa: fecero un clamoroso errore (mai più ripetuto) ma, ripeto, è un precedente importantissimo ed è tuttora vigente, sul quale si può imbastire una trattativa e…perché no? Una protesta popolare.
http://carlobertani.blogspot.com/2018/01/buffonate-furbizie-da-poco-e-tanta.html
Bollino rosso
C’è un oscuro desiderio di censura che attraversa l’Occidente, i suoi media, le scuole e le università. È una censura liberal o radical, nel segno del progresso e della libertà.
Si accanisce non con estremisti e malfattori ma con fior di scrittori, poeti e letterati del passato, come Shakespeare, Dante, Ovidio, Euripide. O con artisti che ebbero vite violente o descrissero scene violente. All’università di Cambridge, per esempio, alcuni grandi classici, incluso Shakespeare, sono stati dotati di un bollino rosso.
L’obiettivo? Ammonire gli studenti per evitare che rimangano sconvolti dalla lettura di «rappresentazioni della violenza sessuale». Ma da Cambridge alla Columbia University, da Parigi alle sedi nostrane della cultura e della letteratura, contagia teatri e musei, scuole e cinema.
Il peccato punito dalla nuova Inquisizione è aver violato il catechismo vigente, la political correctness e aver scritto, detto, fatto cose inaccettabili agli occhi di oggi su donne, neri, ebrei, disabili, omosessuali e minoranze oggi protette. Bollino rosso o segnalazione di pericolo, trigger warning per gli autori irriverenti accusati di sessismo, razzismo, xenofobia, omofobia o violenza.
I censori del Bollino Rosso giudicano i classici con le lenti del presente e con infinita presunzione pensano che tutte le generazioni passate abbiano avuto convinzioni sbagliate; solo noi sappiamo come stanno davvero le cose, cosa è giusto dire e cosa no.
La grandezza di un autore o di un’opera è così subordinata alla sua conformità ideologica al presente o al suo comportamento in vita; non conta il valore ma la correttezza. E se non risponde ai canoni scatta il bollino rosso.
Vietato vietare fu lo slogan che i censori di oggi gridavano nelle università e nelle scuole di un tempo contro la repressione, l’oscurantismo e la censura.
Ora si rovescia il canone con risultati paradossali: si può usare il turpiloquio ma non la poesia politically uncorrect, si può fumare la cannabis ma non leggere certi sonetti di Shakespeare, si può fare sesso in aula e magari riprenderlo con lo smartphone ma non leggere in aula passi “sessisti” di Ovidio.
La rimozione non riguarda solo l’alta cultura ma anche il pop.
Al cinema un film per avere l’imprimatur di Hollywood, la nomination per un premio o ricevere un finanziamento pubblico per alto valore culturale deve avere almeno uno dei seguenti requisiti: raccontare una storia contro il razzismo in cui la vittima, il personaggio positivo, è sempre di colore; o storie di migranti, dove i cattivi sono sempre i “nostrani”, “arrivano i nostri” dei film western si capovolge in “arrivano loro”, gli stranieri; oppure una storia di omosessualità perseguitata e liberata, di femminismo oltraggiato o violentato, dove la famiglia, il prete o il padre è il male.
Se è un film storico il tema privilegiato sarà i nazisti e gli ebrei o i fascisti e i partigiani; silenzio su ogni altro orrore o pagina di storia. I tg, la scuola, l’università, i giornaloni ogni giorno decretano il catechismo dell’accoglienza e del rifiuto, dei divieti e delle trasgressioni ammesse, il semaforo del prescritto e del proscritto.
Eccoli i nuovi bigotti coi loro parrucconi dell’ipocrisia.
Marcello Veneziani
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59986
Rojava?
Anche se sembra incredibile, il progetto è molto avanzato. Benjamin Griveaux, il portavoce del governo francese e segretario di stato, ha spiegato sia a Radiomontecarlo sia a BFM TV, il 4 gennaio (ossia prima della visita di Erdogan) che ijihadisti “francesi” catturati dalla “coalizione internazionale contro Daesh” (ossia dal Pentagono più sauditi) potranno essere giudicati dallo stato che sta per nascere a Nord della Siria una volta appurato che “le istituzioni giudiziarie” (del Rojava!) “sono in grado di un equo processo dove i diritti di difesa sono rispettati”. Saranno rispettati senza dubbio, e lo attesteranno Transparency International, Amnesty, l’ONU e la UE : il Rojava è già uno stato modello prima ancora di nascere. Sarà riconosciuto dall’Onu e dalla UE e ovviamente dagli Usa.
http://www.voltairenet.org/article199282.html

Erdogan si è già detto d’accordo purché non serva ad armare il PKK. Ma è tranquillo: la Rojava non è stata assegnata al PKK, bensì al PYD, un partito curdo “leninista duro” fino a ieri, ma da pochi mesi improvvisamente diventato anarco-libertario, amico dei LGBT e degli Stati Uniti, e pronto a sostenere i valori della laicità contro l’estremismo islamista di Daesh . Ne ho parlato in questo precedente articolo:
https://www.maurizioblondet.it/la-pace-siria-nate-le-brigate-lgbt/
A Parigi, con Macron a fianco, Erdogan ha appunto indicato che il Rojava deve “prevenire ogni possibilità per il PKK crei un corridoio che gli permetta di importare armi dal Mediterraneo versol’Anatolia di Sud-Est”. Per questo, occorre che la Rojava non abbia accesso al mare. Accordato da MAcron. L’accesso al mare della Siria del Nord se lo prenderà Erdogan – è il compenso che ha ottenuto dall’Occidente – come già gli ha consigliato qualche giorno fa il nuovo sito di George Friedman, lo stratega di “Stratfor”:
“La Turchia non può rimanere fuori dalla Siria – se non riempie il vuoto nel nord-est siriano, qualcun altro se lo accaparra”, scriveva un analista di nome Jacob H. Shapiro (j) su “Geopolitical Futures” – che è, è utile saperlo, la nuova versione del celebre sito Stratfor di George Friedman (j). Dopo aver detto esplicitamente che “la Turchia sostiene i ribelli anti-Assad che sono trincerati a Idlib, ma con linee di rifornimento perlomeno dubbie”, Shapiro aggiunge:
Per Ankara, dicono gli J, “Idlib è importante perché è collocata nelle vicinanze di un piccolo valico tra le montagne di al-Nusayriyah , il territorio alawita fedelissimo ad Assad, e le pianure dominate dagli arabi sunniti. Se la Turchia controllasse Idlib, controllerebbe questo passo, e importanti tratti della carrozzabile 60, che potrebbe usare per rinforzare i suoi “proxy” [ossia i ribelli anti-Assad]. Controllare questo passo sul lato siriano renderebbe più facile difendere l’accesso meridionale della striscia costiera della Turchia adiacente al confine occidentale della Siria. Metterebbe la Turchia in posizione molto migliore per proiettare la potenza nei combattimenti prossimi sul futuro della Siria”.
Il consiglio di Israele a Erdogan: occupa tu quella lingua…

Il progetto di smembramento della Siria è ripreso in pieno; per attuarlo, il Pentagono sta osando anche lo scontro diretto ed aperto con le forze russe; queste se la dovranno probabilmente vedere anche con le forze turche che Erdogan ha ammassato ai confini. Se non è uno scernario da guerra mondiale questo.
https://www.maurizioblondet.it/erdogan-verso-la-guerra-mosca/
Pestare una merda
Dice Gianluca Baldini, esponente del Fronte Sovranista Italiano: mancano una cinquantina di giorni alle elezioni politiche e sento i candidati affermare che i programmi sono “in via di definizione”.
Questa è la differenza sostanziale tra il FSI – Fronte Sovranista Italiano e altre entità politiche esistenti. Il FSI ha un programma chiaro e irrinunciabile nella sua interezza, scritto a più mani in sei anni di lavoro. La stesura dei documenti ha coinvolto i militanti del partito, appartenenti a tutte le categorie rappresentative della società italiana, dagli studenti ai liberi professionisti ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato agli imprenditori. Le misure e le riforme da realizzare costituiranno piani pluriennali che indicheranno le politiche pubbliche da adottare per un trentennio. Questa è politica, chi “inventa” programmi suggeriti da esperti di marketing in una manciata di giorni, fa solo markette.
Parole sicuramente condivisibili, peccato che al recente congresso nazionale il partito abbia deciso di NON presentarsi alle prossime elezioni politiche!
A questo punto io che personalmente sono sempre riuscito a trovare qualcuno da 0,01% da votare, rimango orfano
Mi si dirà che rimane sempre l’astensione o annullare la scheda, ma allora la soddisfazione è esattamente quella del titolo 😦