Riguardo ai ricchi russi a cui si rivolgono le ultime sanzioni, la ragione per cui molti mantengono i denaro all’estero non è perché controllano il governo russo, ma perché non lo controllano e non se ne fidano. Il risultato è che esportano denaro all’estero, lontano dal loro governo. Ora, ciò che scoprono è che i loro soldi corrono un rischio maggiore di essere presi dal governo degli Stati Uniti che dal loro, come il governo russo gli aveva detto per anni, così di fatto è più al sicuro a casa che non all’estero. In altre parole, le ultime sanzioni e la dichiarazione di Steven Mnuchin non avrebbero potuto favorire di più il governo russo. Agli uomini d’affari russi viene detto che il denaro che hanno esportato può essere sequestrato a prescindere da ciò che fanno a meno non rovesciano il governo russo, cosa che tali affaristi sanno essere oltre la loro portata, quindi essendo impossibile non hanno opzione realistica se vogliono mantenere i soldi al sicuro che riportarli a casa. Sembra che anche prima della dichiarazione di Mnuchin e delle ultime sanzioni fosse ciò che facevano alcuni di loro. Qualche settimana prima, prima della crisi Skripal, un gruppo di uomini d’affari russi a Londra scrisse al Presidente Putin chiedendo il permesso di tornare a casa coi soldi per via delle minacce che subivano; mentre l’ultima vendita di eurobond del governo russo, rivolta in particolare agli uomini d’affari russi, fu ampiamente sottoscritta in quanto si affrettarono ad acquistare le obbligazioni emesse dal proprio governo. Le ultime sanzioni e la dichiarazione di Mnuchin accelereranno il processo.
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