Un nuovo conflitto esteso contro l’Iran e i suoi alleati, sarebbe oggi una sorta di terza guerra del Golfo, ma con conseguenze ancora più disastrose e con il rischio di coinvolgimento della Russia e di altre potenze (Turchia e Iraq in primis). Una guerra contro l’Iran sarebbe un conflitto condotto contro uno stato molto ben armato, molto superiore a quello che era l’Iraq di Saddam Hussein, dotato di una struttura di stato moderno e deciso a difendere il proprio territorio sovrano con forze armate professioniste che hanno la volontà, se non necessariamente i mezzi, per contrastare i principali sistemi di armi statunitensi. L’Iran conta oltre 80 milioni di abitanti con forte composizione di giovani ed è un paese che detiene forti legami culturali e religiosi con altri paesi della regione come l’Iraq, la Siria e il Libano. L’Iran ha acquisito un grande assortimento di armi moderne dalla Russia e possiede una propria industria di armi. A sua volta, ha rifornito il regime di Assad con armi moderne ed è sospettato di aver rifornito di una impressionante serie di missili e di altre munizioni ache Hezbollah in Libano.

Inevitabile sarebbe il coinvolgimento di Israele e dell’Arabia Saudita che sono esattamente gli Stati che premono su Washington per indurlo ad agire contro l’Iran. Il campo di battaglia di questo conflitto di estenderebbe dalle rive del Mediterraneo, dove il Libano confina con Israele, fino allo stretto di Hormuz, dove il Golfo Persico si svuota nell’Oceano Indiano. I partecipanti potrebbero essere, da una parte, l’Iran, il regime di Bashar al-Assad in Siria, Hezbollah in Libano e varie milizie sciite in Iraq e Yemen; e, dall’altra parte, Israele, Arabia Saudita, Stati Uniti con l’aggiunta degli Emirati Arabi Uniti (EAU).