Jacques Attali

di  Ilaria Bifarini Conosciuto come l’eminenza grigia della politica francese dai tempi di Mitterand e noto per il suo ultraeuropeismo, Jacques Attali è l’uomo che ha scoperto Macron, presentandolo al presidente Hollande del quale è diventato consigliere. A lui viene attribuita la paternità di una frase molto esplicativa sul sentimento elitarista : “Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità?”. Meno nota è invece un’altra affermazione dell’illustre economista, professore, finanziere e a lungo consigliere di fiducia dell’Eliseo: “La forma di egoismo più intelligente è l’altruismo”. La filantropia, questo vezzo umanitarista che sembra contagiare gli uomini di maggiore successo, non ha risparmiato Jacques Attali, che nel 1998 fonda l’associazione no profit Planet Finance. Certo, il nome tradisce un po’ da subito quello che dovrebbe essere il fine umanitario di questa organizzazione che opera in 60 Paesi e offre servizi e consulenze di tipo finanziario, microfinanza per l’esattezza. Finita nell’occhio del ciclone per il trattamento economico “schiavistico” riservato agli stagisti cui si richiedevano requisiti di prim’ordine, la società cambia nome e diventa Positive Planet, evocando nel nome la positività del modello economico di cui si fa portatrice. Tra i suoi obiettivi ci sono “l’inclusione economica, sociale e ambientale in tutto il mondo in modo sostenibile ed equo.” Come? Rendendo possibile l’accesso ai servizi finanziari da parte dei Paesi più poveri. La sua mission è infatti quella di “combattere la povertà attraverso lo sviluppo della microfinanza.” Per realizzarla si serve di otto unità specializzate, compresa un’agenzia di rating di microfinanza. L’organizzazione è così efficiente da aver ricevuto un premio per l’80a migliore ONG del mondo secondo il Global Journal nel 2013. Nello stesso anno ha realizzato un fatturato (chiffre d’affaires) di 2 251 000,00 €. Gli organi societari annoverano nomi di grande peso sul piano politico ed economico mondiale. Da Jacques Delors al ministro degli Affari esteri dell’Oman, passando per partner di colossi della consulenza come Ernst & Young e Bain, fino al presidente di Microsoft International. Dulcis in fundo, il cofondatore di questa ramificatissima Ong è il bengalese Muhammad Yunus, il padre del microcredito moderno. Grazie all’appoggio di illustri sostenitori, come i Clinton e Bill Gates e con il sostegno della stessa Banca Mondiale, nei primi anni Ottanta creò in Bangladesh la Grameen Bank, un istituto finanziario che concedeva denaro alle persone più indigenti, impossibilitate ad avere accesso al credito. Come già riscontrato in uno studio condotto sulla Cambogia, in cui analizzando la frequenza e le modalità di emigrazione della popolazione è emersa una correlazione diretta tra espansione del microcredito e aumento dei flussi migratori verso l’estero, anche qui i prestiti concessi si tramutarono in un incentivo all’emigrazione per la popolazione locale. Il Bangladesh è infatti paese di origine di circa un decimo dei migranti che ogni anno arrivano in Italia (oltre 10 mila nel solo 2017). Ed è proprio qui che è nato il business dei cosiddetti “migration loans”, i prestiti per finanziare i viaggi dei migranti, gestiti dalla BRAC (Bangladesh Rural Advancement Commitee), leader nel settore e la più grande ONG al mondo, che opera anche in Asia e in Africa. Microcredito e finanziarizzazione della disperazione: il caso BRAC Una commistione molto fruttuosa quella tra ONG, migranti e finanza, un vaso di Pandora ancora da scoperchiare del tutto e che ci riserverà incredibili sorprese. Fonte: Ilaria Bifarini

Autore: redattorecapo

associazione culturale Araba Fenice fondata a Bondeno (FE)

2 pensieri riguardo “Jacques Attali”

  1. Il 13 Dicembre 2017 la pagina di Facebook del famoso filosofo e scrittore francese Alain Soral è stata rimossa senza preavviso , così come una pagina del suo movimento ” Égalité et riconciliazione” , sul quale si sono postati più di 288 mila utenti. Le motivazioni di chiusura delle pagine (non il blocco e la distruzione senza il diritto al ripristino) hanno commentato laconicamente: il social network ” FB non consente l’incitamento all’odio”. In un’intervista con Geopolitics.ru, Soral ha notato che le pagine sono state cancellate senza commenti e spiegazioni sui dettagli. “Questo era il mio profilo personale, la pagina Facebook della mia associazione [Égalité et Réconciliation], così come la casa editrice [Kontre Kulture]. Il pretesto era che presumibilmente che le pubblicazioni su queste pagine contraddicevano alcune mitiche “regole di Facebook”, che in realtà non esistono. ” Secondo lui, quando Facebook blocca e si riferisce a frasi astratte nello spirito di “incitamento all’odio”, in realtà non spiega mai cosa si intenda esattamente e riguardo all’odio in relazione a chi c’è un discorso. Molti scienziati politici russi, leader dell’opinione pubblica, sono stati ripetutamente “bloccati” (di solito per i post sull’Ucraina e il conflitto nel Donbass). Nella sua valutazione, tali decisioni dimostrano molto bene come le forze globaliste controllino i social network, proibendo qualsiasi critica alla politica del sistema . “Questi ordini, che non hanno nulla a che fare con la legge e la democrazia, sono ordini impartiti nel modo della dittatura”. Profili falsi come combattere notizie false Ci sono anche aspetti più interessanti della “libertà di parola” occidentale. Dopo aver cancellato le pagine, Soral ha scoperto che qualcuno aveva creato un account falso con il suo profilo. Secondo lui, c’erano insulti e parolacce, materiali che non avevano nulla a che fare con lui. Ma quando ha chiesto a Facebook di rimuovere l’account falso, si sono rifiutati di chiuderlo. Nel frattempo, è interessante notare che poco tempo prima . Macron ha deciso di affrontare un nuovo business, combattendo contro notizie false . Secondo lui, l’obiettivo principale sarà “proteggere la vita democratica del paese” e nuovi canali di informazione alternativi costituiscono una “minaccia di propaganda” e sono finanziati da “democrazie illiberali”. Così, in Francia, la democrazia e la libertà di parola sono molto apprezzate, ma eliminano le pagine di Facebook senza dare spiegazioni. “La Francia è sull’orlo della dittatura – ha detto Soral e ha aggiunto che il paese è ora oggetto di pressione da parte delle forze globaliste. Quindi, ha aggiunto il pubblicista, nascono doppi standard simili, mentre le persone che difendono i veri valori della Francia sono perseguitati. Pertanto, l’iniziativa Macron è un tentativo di contrastare l’attività del giornalismo alternativo (la sfera della contro-informazione).
    https://www.controinformazione.info/alain-soral-la-francia-sullorlo-di-una-dittatura-globalista/

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