In fondo,Vecciarelli ha ragione. L’esercito costa caro. Miliardi di euro per i materiali – acquistati in gran parte dai nostri patroni d’oltreoceano – altri miliardi per gli stipendi di una casta di ufficiali e di volontari in fuga dalla disoccupazione, caserme da mantenere, eccetera. Non ha tutti i torti Donald Trump, il cui brutale imperialismo dell’America First ci ricorda che dobbiamo pagare noi il conto della Nato in Europa. Già, abbiamo appaltato a un esercito straniero quel che resta della nostra difesa. Custodiscono sul territorio italiano settanta, forse novanta bombe atomiche che sfuggono al nostro controllo. Paghiamo a piè di lista il costo di cento basi sul nostro accogliente territorio. Meglio concordare un canone fisso e abolire l’esercito.
Mattarella, l’ex comandante del disciolto Esercito Italiano, farà in modo di abolire l’articolo 52 della Costituzione, che definisce la difesa della Patria “sacro dovere del cittadino”. Sacro e dovere, del resto, sono vocaboli politicamente scorretti, residuo clericale il primo, antidemocratico il secondo. Il Capo di Stato maggiore è stato netto: si è scagliato contro “il ritorno sulla scena dei nazionalismi e il rafforzamento di potenze nucleari. Un mondo alla rovescia rispetto a quanto immaginato dopo la seconda guerra mondiale con la nascita dell’ONU.” Non sia mai che gli tocchi partire alla testa dell’esercito per difendere i confini. Tutt’al più sarà lieto di partecipare a operazioni umanitarie di ripristino della pace sotto il comando del benevolo alleato d’oltreoceano.
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