Diversa è la vicenda delle scie chimiche: d’altro canto, fu oggetto di un accordo internazionale (segreto) fra Berlusconi e Bush al G7 di Genova, nel 2001. Forse, Renzi – prima di dare dello psicopatico a destra ed a manca – avrebbe dovuto semplicemente documentarsi con i verbali ministeriali.
I frammenti di scie chimiche precipitati a terra ed analizzati hanno mostrato la presenza di due metalli: Bario ed Alluminio. Il Solfato di Bario è uno dei composti più stabili e non-reattivi che esistano, mentre l’Alluminio è noto per la riflessione della luce solare e di altre emissioni dello spettro elettromagnetico.
Il gel emesso dagli aerei, appositamente modificati, fa pensare ad un tentativo per ridurre la radiazione solare incidente: gli americani sono molto propensi a realizzare strumenti mediante il metodo empirico, e fa pensare ad un rozzo metodo per contenere la radiazione incidente. Convincono qualche alto papavero, ricevono copiosi finanziamenti e partono. Poi, il sistema non funziona, ma i soldi li abbiamo intascati: un po’ di soldi alle fondazioni private e qualche bionda tutta curve rimetteranno a posto le cose.
Dalle analisi chimiche, si potrebbe concludere che il Bario forma la struttura, mentre all’Alluminio è riservato il compito di riflettere: insomma, empiricamente hanno cercato di creare una barriera fluttuante per riflettere la radiazione solare. Cosa non s’inventa per continuare a bruciare i fossili!
Un inconveniente di queste lunghe scie semi-solide ad alta quota sembra sia stato il passaggio di materiale biologico (virus, batteri) che salivano in cielo in aree con forti moti ascensionali (il Sahara, ad esempio), i quali finivano “aggrappati” a queste strutture e valicavano gli Oceani. Sono stati trovati batteri e virus sicuramente d’origine africana in Sudamerica. Globalizziamoci tutti!
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