Socialismo corporativo

Toniolo non è infatti un generico  assertore dei principi di sussidiarietà e solidarietà. Allievo di  Werner Sombart, l’autore de Il capitalismo moderno,  egli  è l’iniziatore  delle “Settimane Sociali”, il cui primo congresso , avvenuto a Genova nel 1892, individua – su sua  indicazione  – nella  soluzione corporativa la sola idonea a risolvere la “questione sociale”. L’idea di fondo è quella di una convergenza tra struttura sociale ed impianto statale, sia a livello territoriale che “di classe”, con un richiamo alle persone reali, viventi nelle categorie produttive, nelle famiglie, negli enti locali.

L’ordine corporativo immaginato da Toniolo è  interno al progetto di Restaurazione cristiana, in grado di riparare ai danni spirituali e materiali provocati dalla rivoluzione liberal-borghese, sulla via – egli scrive – di “…. quella politica cristiana per eccellenza, per cui da Costantino (274-337) a Clodoveo (466 ca. – 511), a Carlomagno (742-814), ai princìpi feudali e alle repubbliche guelfe d’Italia, tutti i reggitori degli Stati, accanto all’ufficio di tutelare  gli interessi della nazione, assumevano il comune dovere di difendere e promuovere gli interessi di tutta la Cristianità e della Chiesa”.

Questi insegnamenti saranno   confermati , in occasione del quarantesimo anniversario della Rerum novarum di Leone XIII (1891),   dall’enciclica Quadragesimo anno (1931), emanata da Pio XI, per il quale  il “vero e genuino ordine sociale” nasceva dalla coesione tra datori di lavoro e prestatori di lavoro, impegnati a “promuovere più che mai intensamente la cooperazione della intiera corporazione dell’arte al bene comune, cioè alla salvezza e prosperità pubblica della nazione”.

E’ giunto  il tempo per ridare nuovo slancio ad un’idea sociale messa, da decenni,  sotto silenzio, sull’onda di più facili convergenze politiche e culturali (pensiamo all’egemonia  classista e marxista subita, durante gli Anni Settanta-Ottanta dal mondo politico, sindacale e culturale di estrazione cattolica) ? Non c’è niente da inventare.  Basta tornare ai “fondamentali”. Toniolo – da questo punto di vista – offre grandi occasioni di riflessione per l’attualità, in particolare a chi continui a coltivare l’idea partecipativa, costruita sulla libera associazione dei lavoratori;  sul  lavoro e capitale anche in relazione reciproca; sul prevalere dell’etica sulle dure leggi dell’economia.

Pur nel mutare degli scenari, i grandi temi del rapporto tra etica ed economia, produzione e giustizia sociale, partecipazione e accesso alla proprietà, restano all’ordine del giorno del Sistema-Italia. Bisogna solo trovare le giuste chiavi di lettura. Toniolo ne offre certamente più d’una.

http://www.barbadillo.it/78936-il-caso-se-la-chiesa-riscopre-il-sociologo-corporativista-giuseppe-toniolo/

Autore: redattorecapo

associazione culturale Araba Fenice fondata a Bondeno (FE)

1 commento su “Socialismo corporativo”

  1. Sostanzialmente quello da lui proposto fu poi realizzato da Adriano Olivetti nella sua fabbrica e proposto dal partito da lui fondato: “Comunità” , di cui fu eletto solo lui (poi sostituito da Ferrarotti).

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