Tutti i Gilet Gialli sentono confusamente che fanno di nuovo popolo dopo decenni e decenni; che un sistema da loro odiato, che credeva di averli vinti è di colpo delegittimato dalla loro comparsa; che da cittadini virtuali, chiamato ad esprimere la loro scelta prefabbricata in elezioni puntuali, adesso sono ridiventati cittadini reali, atti a recitare la parte nella vita della città”. La protesta peri rincari del diesel non è che la causa occasione di “una collera vecchia di trent’anni. Trent’anni di frustrazione, risentimento e amarezza di fronte al declino della cosa pubblica imposta a una Francia reticente da governati conformisti a nome di un adattamento sena fine alla mondializzazione e alla sottomissione necessaria ad una costruzione europea che si è pretesa salvatrice”.
https://www.maurizioblondet.it/ai-tedeschi-ciechi-non-spiace-la-liquidazione-di-jupiter/
A noi che lo scriviamo da sempre sembra ovvio, ma non possiamo fare a meno di domandarci quanti di loro hanno votato Macron?
I gilet gialli, dunque, rappresentano la miseria sociale, il disprezzo che il galoppino dei Rothschild Emmanuel Macron prova quando implementa le sue “riforme”.
Egli sta tartassando il ceto medio e basso solo per adempiere alle direttive di chi lo ha messo lì. Macron è l’ennesimo commissario liquidatore in favore del futuro super stato europeo.
La mossa di fare una moratoria di sei mesi per le accise sui carburanti nel 2019 è semplicemente ridicola: del resto, lui non può fare altro, perché non lavora per il popolo ma per i banchieri.
E’ davvero sconcertante come, in Italia così come in Francia, fior di “intellettuali” si schierino col presidente e le sue politiche al grido di “populismo”, “feccia indistinta” , asserendo che ciò che chiede il popolo è semplicemente irrealizzabile.
https://www.controinformazione.info/le-vere-ragioni-dei-gilet-gialli/
"Mi piace""Mi piace"