ma tutta la politica Usa è stata rivolta da sempre a mantenere una sorta di primazia globale dell’immaginario che è fondamentale per l’America e la sua economia
In pochi giorni Huawei, per reagire alle sconsiderata guerra dichiaratale da Washington che si sente minacciata dalla tecnologia 5 g messa a punto dal colosso cinese, ha presentato la sua App Gallery che andrà a sostituire quella di Google (comunque raggiungibile via web) mentre i primi benchmark del suo nuovo sistema operativo Hongmeng ne testimoniano una velocità doppia rispetto ad Android a causa di una migliore gestione della memoria che com’è noto non è mai stato il punto forte di questo sistema operativo. La cosa non deve stupire più di tanto, nemmeno il più accanito occidentalista: le aziende private nel contesto del neoliberismo sono molto innovative a chiacchiere e a modelli che si susseguono con minime differenze, ma in realtà sono ormai molto conservative nella sostanza visto che devono costantemente soddisfare gli azionisti e non possono permettersi grandi investimenti che non siano immediatamente monetizzabili. Huawei ha avuto tutto il tempo…
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E’ iniziata la risposta della Cina al veto degli USA sulla Huawei e sulle altre misure anticinesi dell’Amministrazione Trump. La Cina, come prima risposta, ha deciso di eliminare il sistema Window 10 per timore di essere spiata da tutti i PC statali e in particolare dalle sue numerose forze militari.
Gli Stati Uniti avevano inserito la Huawei in una lista nera di società con cui non avere contatto, per motivo di una presunta possibile attività spionistica dei cinesi, cosa però non confermata e senza apporto di prove. Le misure fanno parte di una serie di provvedimenti protezionistici contro le società cinesi che sono nei primi posti nel mondo come fatturato.
Si è trattato di un attacco velato alla Cina, visto che si tratta di una delle prime azioni di guerra economica da parte degli USA a cui il paese asiatico risponde con l’eliminazione dei sistemi Window 10 dai PC pubblici e potrebbe essere questa una prima risposta di Pechino.
https://www.controinformazione.info/continua-la-escalation-della-guerra-commerciale-fra-usa-e-cina-pechino-eliminera-windows-10-per-timore-di-essere-spiata-e-chiude-tutti-gli-uffici-negli-usa/
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di Luciano Lago
I due presidenti, con le rispettive delegazioni, si riuniranno a Mosca per sottoscrivere tutta una serie di accordi bilaterali fra i loro paesi.
L’occasione di questa riunione capita proprio nel momento di massime tensioni che entrambi le nazioni mantengono con gli Stati Uniti. In particolare la Cina, non più tardi di ieri, ha lanciato un duro monito alle autorità di Washington, attraverso il ministro della Difesa Wei Fenghe, il quale ha dichiarato:
“Se gli Stati Uniti vogliono parlare, terremo aperta la porta. Se invece vogliono combattere, combatteremo fino alla fine”.
La guerra commerciale ha inasprito i rapporti tra i due Paesi; gli Usa recentemente hanno anche denunciato una crescente militarizzazione nel Mar Cinese meridionale e Pechino ha risposto accusando gli Usa di voler fomentare le voglie di indipendentismo di Taiwan. Wei ha avvertito Trump: “nessun tentativo di spaccare la Cina avrà successo; qualsiasi interferenza straniera nella questione di Taiwan è destinata a fallire”. Inoltre, la Cina non promette di “rinunciare all’uso della forza” se lo riterrà necessario.
https://www.controinformazione.info/il-presidente-cinese-ji-ximping-arriva-a-mosca-per-un-summit-con-putin/
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