Per quanto la tecnologia sia importante per l’economia e la sicurezza di una nazione, a seconda delle aziende straniere produzione ed uso appaiono totalmente irresponsabili. Questa consapevolezza ha spinto molte nazioni a costruire le proprie alternative nazionali e a dipendere meno dalle società straniere per le infrastrutture tecnologiche. La Russia, per esempio, ha il proprio sistema operativo di telefonia mobile chiamato Aurora su cui girano i dispositivi governativi. La Russia ha anche approvato una legislazione per creare Internet indipendente che operi interamente in Russia. La Russia ha anche una propria rete social media, VK, in alternativa a Facebook degli Stati Uniti, oltre all’alternativa a Google, Yandex. Il giornalista Dmitrij Kiseljov (https://www.youtube.com/watch?v=SizLBM8iZ7Q) paragonava la capacità di una nazione di sviluppare e utilizzare la propria tecnologia ad avere un interruttore della luce fuori o dentro il bagno. Quando è fuori, chiunque per qualsiasi ragione, anche per dispetto, può spegnere le luci lasciando l’occupante impotente nel buio. Coll’interruttore della luce all’interno del bagno, l’occupante ha il pieno controllo. Questo è il centro della sovranità tecnologica. Le mosse della Russia illustrano una tendenza verso il trattamento dello spazio informativo e delle capacità tecnologiche di una nazione con la stessa serietà con cui tratta il territorio fisico e l’industria della difesa. Per la Cina e le aziende cinesi questo processo è in corso, con le misure statunitensi che probabilmente ritarderanno temporaneamente l’ascesa della Cina a leader mondiale nella tecnologia. Semmai è molto probabile che aiuti ad aprire la strada a una leadership tecnologica della Cina completa e indipendente dagli Stati Uniti, che hanno l’opportunità di usare la propria tecnologia come mezzo per sviluppare partnership costruttive e durature ed assicurare l’influenza degli Stati Uniti sulla tecnologia usata a livello globale, ma invece cercano di trarre vantaggi come mezzo di coercizione. Gli Stati Uniti “che spengono le luci del bagno” alla Cina sono un avvertimento per chiunque nel mondo, che potrebbe diventare bersaglio del rancore degli Stati Uniti. Le nazioni che vanno d’accordo coi divieti degli Stati Uniti contro la Cina renderanno molto più facile agli Stati Uniti colpire altre nazioni, qualsiasi, in futuro. Per quanto importante sia la tecnologia, non esiste nazione grande o piccola che possa permettere agli Stati Uniti di continuare a maneggiare tale potere incontestato.
La guerra degli Stati Uniti a Huawei rappresenta la prima salva della grande guerra degli Stati Uniti alla sovranità tecnologica. È una guerra che il mondo deve vincere come elemento fondamentale per stabilire il multipolarismo sull’attuale ordine internazionale unipolare degli USA.
Gunnar Ulson, analista e autore geopolitico di New York.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
“Nel febbraio 2019, la società statale Rostelecom annunciò che il nostro Paese avrà un proprio sistema operativo chiamato Aurora…” Aurora è il nuovo nome del sistema operativo Sailfish sviluppato nel 2012 da Jolla (Finlandia). Nel 2016, la società russa Open Mobile Platform iniziò ad aiutare i finlandesi. E nel 2018, Rostelecom ne acquistò il 75% delle azioni. Dal 2019, le società russe Open Mobile Platform LLC e Votron LLC s’impegnano nello sviluppo di questo sistema operativo. Fanno parte della società Rostelecom”. A proposito, la vittima delle sanzioni vivificanti Huawei è già in trattative con Rostelecom e, a quanto pare, il nostra Aurora apparirà presto sui gadget cinesi. Sono interessato a questa storia solo da una domanda: cosa sperava Google, annunciando felicemente le sanzioni ai cinesi? Gli statunitensi non hanno alcuna analogia col nostro modo di dire: “un luogo sacro non sarà vuoto”? Tuttavia, credere nella propria esclusività è terribile! E soprattutto rovinoso.
http://aurorasito.altervista.org/?p=7511
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