Vacanze romane

Confrontalo con la vicenda di Silvia Baraldini (su Wikipedia)

il Simplicissimus

el Anna Lombroso per il Simplicissimus

E’ facile immaginare  che Gabriel Christian Natale Hjorth detto «Gabe» abbia sbuffato e si sia fatto pregare per venire a in Italia insieme a nonno e padre in visita pastorale ai parenti che abitano a Fiumicino. 

Poi si sarà convinto con la prospettiva di vivere una notte brava a Roma insieme all’amico del cuore Elder Finnegan Lee, anche lui di San Francisco,  che per l’occasione aveva prenotato una stanza a sue spese al Le Meridien Visconti in Prati, con tanto di   roof garden affacciato sulla Città Eterna, dal quale sono usciti giovedì sera per  godersi la trasgressiva movida trasteverina. 

A differenza di altri non sono riuscita ad esultare quando si è saputo che era bianco e wasp  l’assassino brutale del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, che era Born in the Usa lo stronzetto con le mèche viola in cerca di emozioni che pensava di…

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Nelle prigioni segrete

L’Agenzia Sputnik continua a pubblicare materiale esclusivo sulle prigioni segrete del Servizio di sicurezza ucraino (SBU) lungo la linea di contatto con le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, dove i rapiti subiscono terribili torture. Sputnik trovava un ex-funzionario del ministero degli Interni ucraino che coordinava la detenzione di “separatisti” nei posti di blocco delle repubbliche autoproclamate e parlava cogli ex-prigionieri.

Rapimenti di civili
A metà agosto 2014, la milizia che combatteva nella Repubblica popolare di Donetsk contro le forze di sicurezza ucraine si avvicinava a Enakievo. La gente del posto iniziò a lasciare la zona dei combattimenti. Konstantin Afonchenko decise di andare a Odessa, dove sua figlia era in ospedale e la moglie era con lei. Il viaggio terminò al primo checkpoint ucraino. Alcuni “nazisti” (come vengono chiamate le truppe della guardia nazionale ucraina nella regione del Donbas) iniziarono a controllare il cellulare di Afonchenko. Nei contatti, nella lettera “A”, trovarono un “Andrej”, giornalista di un canale televisivo russo. Afonchenko l’incontrò per caso durante le proteste di maggio. “Beh, sì, andai alle proteste. E chi non lo fece? Il Paese era travolto dalle manifestazioni da un anno. Non ero in fuga, non so nemmeno cosa significhi”, disse. I nazisti lo picchiarono e lo portarono all’aeroporto vicino di Kramatorsk. Tutto ciò che era prezioso gli fu tolto. Annunciarono che tutto il denaro, gli oggetti di valore e il computer sarebbero finiti nel fondo dell’esercito, ricordava Afonchenko.

Arrivo alla prigione segreta
A Kramatorsk iniziarono le torture, arrivarono i “dottori” che gli iniettarono sostanze per farlo parlare. “Mi sentivo male, avvertì, ‘Di’ la verità, perché ci saranno conseguenze letali. Ti faccio un’altra iniezione. Ma mi sentivo davvero male”. Solo più tardi identificò i suoi torturatori, attivisti di Maidan (proteste a piazza Majdan a Kiev dalla fine del 2013 all’inizio del 2014 contro il governo) Vsevolod Stebljuk e il futuro deputato del parlamento ucraino AndreijTeteruk, dalle fotografie. Il “dottore” lo colpì particolarmente: sembrava un pazzo da film dell’orrore.

Altre vittime
Un’altra vittima, Alla Belusova, anch’essa scappava da Enakievo e fu catturata dai “nazisti” insieme al marito Vladimir. Belusova aveva, in effetti, qualcosa a che fare con le repubbliche autoproclamate: portava cibo nella città assediata di Slavjansk. Le forze di sicurezza al checkpoint lo scoprirono subito e, dopo aver trovato un documento di Alla firmato da Igor Strelkov (Primo ministro della Difesa del Popolo di Donetsk), la milizia diede alla donna il meraviglioso soprannome di Marescialla per la personalità combattiva. Il documento ebbe un brutto effetto: lei e il marito furono picchiati, portati a Kramatorsk e cercarono di organizzare uno stupro abominevole. Ma poi l’identificazione le salvò la vita, molti prigionieri furono portati nei campi minati o usati come obiettivi per l’addestramento al tiro, ma la preziosa Marescialla fu lasciata per uno scambio. “Portarono mio marito e volevano ucciderlo davanti a me. Gli dissi di non toccarla. Perché sono così, posso sopravvivere in qualsiasi situazione, ma era debole. In primo luogo è più vecchio di me e psicologicamente più debole di me”, spiegò Alla.

Sofferenze estreme
“A Kramatorsk c’era una base militare, vi si addestravano per i combattimento. I militari dovrebbero davvero essere pronti a uccidere chiunque. Ciò significa che avevano bisogno di bersagli vivi. Così fu il cinismo in quell’approccio quando il carceriere entrò nella cella e disse a tutti che aveva bisogno di un bersaglio vivo. Ci sono volontari?”, testimoniò Afonchenko. Si divertirono a mandare il prigioniero in un campo minato. Volevano anche mandare la marescialla Alla nei campi minati, ma all’ultimo momento cambiarono idea: un prigioniero così importante poteva essere scambiato con un ufficiale ucraino, o anche due. Né Afonchenko né i Belusov furono oggetto di indagini. Furono detenuti illegalmente per un mese e a metà settembre scambiati con militari catturati dalla Repubblica Popolare di Donetsk. Dopo il rilascio, Afonchenko scoprì che il suo bancomat fu ripristinata. Dopo aver visitata la banca online, scoprì che uno dei carcerieri aveva acquistato benzina e caffè nelle stazioni di servizio.

“Martello della verità”
Un’altra prigione segreta è attiva a Pokrovsk. Lo rivela l’ex-prigioniero Sergej Babich a Sputnik. Lavorava nella miniera e ogni giorno della settimana ci passava sull’autobus di servizio della compagnia di trasporto e non sapeva che vi avrebbe trascorso sei giorni orribili. “L’edificio è grande, più degli altri. Ci sono molti scantinati, nessuno sente niente”, disse spiegando perché i funzionari della sicurezza scelsero questo posto. Sergej Babich fu arrestato con la sua compagna il 25 marzo 2015 a un posto di blocco vicino Krasnoarmejsk, presumibilmente perché era di un gruppo sovversivo che avrebbe dovuto uccidere un certo militare ucraino. “Non fu una detenzione ma un rapimento. Fui già torturato nel seminterrato della compagnia dei trasporti 11-411. Fui picchiato con un martello di legno. Lo chiamavano “martello della verità”.” Presume che fu torturato dagli agenti del SBU (non si presentarono né s’identificarono). “Erano forti, ben addestrati, mascherati. Fecero tutto tecnicamente e professionalmente”, come descriveva i suoi torturatori Babich. Fu solo la sera del 31 marzo, quando fu portato nel dipartimento investigativo del servizio di sicurezza ucraino a Marjupol, che la sua detenzione fu ufficialmente registrata. I medici del Centro di detenzione preventiva di Marjupol registrarono numerosi lividi sul corpo di Babich nel rapporto del 3 aprile di medicina legale. “Volevano avvertire: se morissi nel centro di detenzione prima del processo, in un giorno o due o tre, sarebbe stata colpa del SBU e non del centro di detenzione”, spiegava. La causa fu portata in tribunale nel 2017. Fu accusato della creazione di un gruppo terroristico e dell’uso illegale di armi. Nel dicembre 2017, Babich fu trasferito a Donetsk con uno scambio di prigionieri. Tuttavia, contrariamente a gli accordi, il procedimento non è fu chiuso e le accuse non furono ritirate.

Numerose prigioni
“Sappiamo dell’esistenza di più di una prigione come questa. Dal 2014 riceviamo “brevi telefonate” secondo cui esiste una prigione segreta in un posto, o in un altro… Conosciamo questo problema da molto tempo”, affermava Darja Morozova, secondo cui tali arresti sono diretti dal SBU, che li usa per fare pressione sui sospetti. Possiamo solo indovinare quante persone vi rimarranno intrappolate. “Nel 2014-2015, potevo ancora credere che ci fosse l’arbitrarietà di battaglioni volontari. In questo momento, posso credere che il SBU controlli totalmente tutti questi luoghi di detenzione illegali… Sanno perfettamente bene dove si trovano”, affermava Morozova, secondo cui cercano 249 persone di cui avevano avuto la conferma esatta della loro detenzione in territorio ucraino. L’Ucraina conferma ufficialmente solo 101 persone.

Missione delle Nazioni Unite
I rapporti della missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina menzionano anche la privazione illegale della libertà, in particolare dal SBU di Kharkov. “Abbiamo trovato i nomi di 184 persone che, a nostro avviso, furono detenute illegalmente nella sede del SBU di Kharkov nel 2014-2016. Questa lista continua a crescere”, aveva detto la capo missione Fiona Frazer. Secondo lei, “la pratica della detenzione arbitraria o non comunicata era comune nell’area controllata dal governo nel 2014, 2015 e 2016, mentre nel 2017 e 2018 abbiamo registrato pochi casi”. Gli arresti del SBU a Kharkov attirava l’attenzione di organizzazioni internazionale, in particolare Amnesty International.

‘Tu non esisti’
“Questo è il nostro studio del 2016. Abbiamo pubblicato un sondaggio intitolato “Tu non esisti”, in cui segnaliamo luoghi speciali di detenzione per trattenere persone isolate dal mondo “, affermava a Sputnik Marija Gureva, portavoce dell’organizzazione in Ucraina. Uno, disse, era a Kharkov, e altri erano registrati a Marjupol e altre città, ma il principale era il dipartimento SBU di Kharkov, dove la gente affermava di esserci rimasta per oltre un anno. Sono attualmente in corso due cause legali e l’organizzazione studierà i nuovi dati scoperti da Sputnik.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Nelle prigioni segrete in Ucraina

Normale amministrazione

di Paul Antonopoulos

PECHINO – I giornalisti del portale cinese di Sohu hanno detto che la Russia ha spaventato la NATO durante l’esercitazione della NATO, BALTOPS 2019, che si è tenuta dal 9 al 21 giugno nella regione del Mar Baltico.

Dopo che l’alleanza ha effettuato un altra esercitazione nel Mar Baltico, la Russia ha inviato due bombardieri Tu-160 nella regione. Secondo gli autori della pubblicazione, Mosca ha deciso di mostrare ai paesi del blocco militare che le provocazioni vicino ai confini russi non sarebbero state tollerate.

“La comparsa dei più potenti bombardieri russi Tu-160 ha creato grave allarme nei paesi della NATO”, ritengono gli autori dell’articolo.

Questi aerei hanno un grande potere di combattimento, possono volare per 23 ore e percorrere 12.000 chilometri senza rifornimento di carburante, e la loro velocità di volo può superare Mach 2. Il Tu-160 può far cadere bombe nucleari, lanciare missili da crociera e il loro carico utile può raggiungere 45 tonnellate, essendo stato soprannominato “l’arsenale mobile”, afferma il rapporto.

Apparizione di bombardieri russi

Quando i bombardieri sono apparsi nel cielo sopra il Mar Baltico, l’alleanza non poteva farci nulla, poiché pattugliavano solo lo spazio internazionale o aereo.

Per intercettare il Tu-160 e dare loro un avvertimento, la Danimarca ha fatto alzare in volo un F-16, la Finlandia – un F-18 e la Svezia – un JAS-39. Ma gli aerei russi sembravano inconsapevoli di essere circondati e continuavano il loro volo.

“Queste azioni inaspettate della Russia sono state una specie di schiaffo nei confronti dei paesi della NATO”, scrive Sohu.

Gli autori sottolineano che i paesi europei, sotto la guida di Washington, cercano costantemente di circondare la Russia e isolarla dal resto del mondo. Tuttavia, Mosca dimostra attraverso le sue azioni che non rimarrà inerte.

Il direttore commerciale della rivista russa Arsenal Otechestva (Arsenale della Patria) e l’esperto militare Aleksei Leonkov hanno spiegato perché i voli di ricognizione degli Stati Uniti, dal Regno Unito e da altri paesi della NATO vengono effettuati quasi ininterrottamente, vicino ai confini russi.

“Stanno cercando di ottenere informazioni sul funzionamento delle nostre apparecchiature radio – in particolare i sistemi di difesa aerea e, in questo caso, anche i sistemi di difesa costiera e le apparecchiature radio dell’Aerospace Force”, ha affermato Leonkov.

Secondo l’esperto, i paesi della NATO stanno cercando di ottenere le informazioni necessarie in base alle quali verranno elaborate le tattiche di attacco aereo: aviazione tattica e sistemi di attacco, missili da crociera aerei e navali.

Operations (BALTOPS) 2019. BALTOPS

“È consuetudine raccogliere informazioni per ottenere le cosiddette firme delle operazioni sui media. In caso di operazioni di combattimento, queste informazioni diventano strategicamente importanti “, ha aggiunto.

Fonte: FRN

Traduzione: Sergei Leonov

A chi serve la TAV?

Non a caso Zbigniew Brezezinski, con chiarezza imperiale, ritiene che l’area attraversata dai Corridoi I, V e “dei due mari” sia il centro critico della sicurezza europea per: << L’obiettivo strategico fondamentale dell’America in Europa [ che] consiste quindi, molto semplicemente, nel rafforzare, attraverso una più stretta collaborazione transatlantica, la testa di ponte americana sul continente euroasiatico, in modo che un’Europa allargata possa servire a estendere all’Eurasia l’ordine

Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Zbigniew Brzezinski (1998).

Mia Sovrapposizione dell’area critica (linea nera) sui corridoi transeuropei programmati sul territorio italiano.

La facilità e la rapidità di dispiegamento militare rendono infatti le installazioni continentali in grado di fornire una pronta risposta alle crisi locali ed alle necessità di intervento che si verificassero. Il dispiegamento rapido nelle aree di crisi non necessita quindi di una rete di installazioni e di una presenza stabile sul territorio quanto piuttosto di accordi di utilizzo delle installazioni in caso di necessità ed altre facilitazioni. La presenza militare all’estero assume quindi un’importanza soprattutto locale, maggiormente connessa al controllo territoriale ed alla possibilità di influenzare le politiche di difesa dei paesi ospitanti. La presenza militare estera degli Stati Uniti assume quindi un dispiegamento su scala globale, estendendosi a gran parte dei paesi mondiali, ed un’attività a scala macro-regionale, essendo destinata a risolvere problematiche che potrebbero svilupparsi contemporaneamente ed in differenti paesi >> (11)

ll Rimland dell’Eurasia comprende le terre della fascia esterna: l’Europa costiera, i deserti d’Arabia e del Medio Oriente, l’Asia dei Monsoni. E’ uno spazio cerniera tra le potenze di mare e quelle di terra, che può essere attaccato da entrambe ma che, nello stesso tempo, consente di dominarle, dato che rappresenta il teatro di scontro. Il controllo del Rimland può garantire la possibilità di neutralizzare il potere dello Heartland…chi domina il Rimland domina l’Eurasia. Chi domina l’Eurasia ha in mano i destini del mondo.

http://www.conflittiestrategie.it/tav-corridoio-v-nato-e-usa-dalla-critica-delleconomia-politica-al-conflitto-strategico-di-luigi-longo

 

Il 25 luglio di sempre

il Simplicissimus

0003_gran-consiglioProprio oggi, 76 anni fa, cadde il regime fascista, dopo che il Gran Consiglio aveva sfiduciato Mussolini, dunque per sua stessa mano e grazie a due parallele congiure di Palazzo, ordite una dal Re che meditava su un possibile pronunciamento dell’esercito e da Dino Grandi uno degli uomini più influenti del regime, espressione di quei gruppi industriali e finanziari che col fascismo si erano ingrassati, ma che ora volevano sopravvivergli. Per carità non voglio certo aggiungere altre righe ai milioni scritte sull’evento, quanto piuttosto mettere in luce aspetti di continuità nella vita pubblica italiana, che in qualche modo si possono scorgere anche nelle vicende attuali. Innanzitutto l’immobilismo, l’attendismo e il trasformismo delle classi dirigenti dello Stivale, nonché la loro ottusità perché i gerarchi che consapevolmente votarono contro Mussolini (ci fu chi lo fece senza capire cosa stava accadendo) lo fecero nell’ illusione di ritagliarsi un futuro politico senza arrivare a…

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Lasciateli governare

La costruzione di quella infrastruttura soddisferà solamente gli appetiti dei “prenditori” di regime e dei loro attaché politici, ossia la miriade tangentista.
C’era un’altra struttura in campo – che sarebbe veramente servita all’Italia – ossia il completamento del canale navigabile Cremona-Milano, che langue da anni (ad affossarlo fu Maroni: Toninelli, ne sapevi qualcosa?) per una misera cifra di 2 miliardi, dei quali il 50% coperti da finanziamento europeo. Servirebbe perché ogni nave fluviale toglierebbe dalle autostrade 84 TIR: ma lo capite perché non lo fanno?!? Benetton l’ha sempre visto come il fumo negli occhi!
E, allora – visto che domani qualcuno dovrà governare – perché il M5S non lascia il compito a questa bella alleanza, che vuole soldi, ancora soldi, solo soldi? Basta dare le dimissioni dal governo, ritirare tutti i ministri – che Salvini potrà re-distribuire fra tanti leghisti rampanti – e dare le dimissioni: non è mica una tragedia!
Saranno fatti loro gestire queste faccende di soldi, di migranti (auguri!), di rapporti con l’Europa, con la Francia dispettosa…ma…ditemi una sola cosa: quale, minimo vantaggio potete osservare nella prosecuzione di questa esperienza di governo da parte dell’elettorato 5S, che li premiò con un 33% che era sinonimo di speranza, di cambiamento, di rivolgimento nelle pratiche di governo?

Vittoria di chi?

Eppure, l’Armata Rossa si è opposta praticamente da sola ai nazisti dal 22 giugno 1941 fino all’invasione della Normandia, e il ruolo dell’URSS nello stesso D-Day è stato enorme. Il successo del D-Day è stato possibile solo grazie alla spinta straordinaria dell’Armata Rossa da Stalingrado fino al fiume Elba nei due anni che sono seguiti alla vittoria di Stalingrado del 2 febbraio 1943.

Solo 11 divisioni della Wehrmacht hanno combattuto gli alleati in Normandia, ma contemporaneamente 228 divisioni naziste stavano combattendo l’Armata Rossa ad Est. Mentre avveniva la Battaglia della Normandia, l’Armata Rossa otteneva una vittoria molto più importante con l’Operazione Bagration, quando l’ultima grande concentrazione di armate di Hitler veniva annientata in quella che oggi è la Bielorussia.

È stata inoltre l’Armata Rossa a liberare i più grandi e terribile campi di sterminio nazisti, inclusi Auschwitz, Majdanek, Treblinka e Sobibor. Ma i leader occidentali e gli alleati NATO rimangono unanimemente zitti a riguardo di questo dato cruciale (ricordiamo purtroppo che l’italiano Benigni è riuscito a fare di peggio nel suo film-capolavoro La vita è bella, dove sono gli americani – e non l’Armata Rossa – a liberare Auschwitz, NdVdE).

Nel 2015, il governo Polacco ha vergognosamente escluso il Presidente Putin dalla cerimonia per il 70° anniversario della liberazione di Auschwitz. L’ex Primo Ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk ha perfino sostenuto che l’Ucraina è stata invasa sia dalla Germania Nazista che dall’Unione Sovietica (la verità è che l’Armata Rossa ha liberato Kiev) e che le forze ucraine avevano liberato i campi di morte per conto loro. Si tratta di una grande bugia, degna del Ministero della Verità di George Orwell.

Questi atti provocatori e meschini, accolti con uguale entusiasmo dai neoliberisti e dai neoconservatori americani, sono serviti solo a inasprire ulteriormente i Russi nei confronti dell’occidente.

Un sincero e generoso riconoscimento del ruolo di leader che i sovietici hanno avuto nella vittoria del 1945 servirebbe a ricordare quanto gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sono stati in grado di realizzare insieme nel loro trionfo congiunto sul fascismo. Ricorderebbe agli Americani e ai Russi quanto vitale sia per le due nazioni essere ancora alleate contro il terrorismo, il crimine internazionale, il traffico di droga, la schiavitù sessuale, i cambiamenti climatici e la proliferazione nucleare.

Onorare il grande e solenne anniversario del Giorno della Vittoria è semplicemente la cosa giusta da fare – dal punto di vista storico, morale e politico. Il Popolo Russo e i suoi alleati hanno pagato il prezzo colossale in termini di vite umane e sangue che richiedeva la vittoria della Seconda Guerra Mondiale. Disonorare la loro memoria è vergognoso.

Martin Sieff è stato per 24 anni corrispondente estero per il Washington Times e per United Press International, lavorando in 70 nazioni e raccontando 12 guerre. È specializzato in questioni economiche USA e globali.

http://vocidallestero.it/2019/05/21/perche-loccidente-dovrebbe-onorare-il-giorno-della-vittoria-della-russia/

Il drone S-70 Okhotnik: il nuovo multiruolo della Russia

Gli Stati Uniti hanno 185 velivoli di quinta generazioni F-22. Dal 2006 ad oggi sono stati prodotti 400 F-35 per Stati Uniti, Australia, Israele, Italia, Giappone, Corea del Sud, Olanda, Norvegia e Regno Unito. Questi aerei sono preparati per l’invasione a lungo raggio dal proprio territorio. La Russia non ha adottato lo stesso metodo degli Stati Uniti, con una massiccia dotazione di velivoli di quinta generazione. Invece, la Russia ha investito nei sistemi C4 I (Comando, Controllo, Comunicazioni, Informatica, Intelligenza), sistemi di guerra radioelettronica ed armi difensive per creare una roccaforte impenetrabile A2/AD (aerea anti-accesso/d’esclusione ). Tali armi sono S-400, S-500, missili da crociera K-300P Bastion-P, Kalibr e Zirkon per navi e sottomarini, e così via. Le apparecchiature da guerra radio-elettronica si occupano di bloccare sorveglianza aerea e spaziale, rilevazione e sistemi di guida d’attacco dei nemici (1RL257 Krasukha-4, 1L267 Moskva-1 e Borisoglebsk 2). La Russia pensa di costruire bastioni A2/AD utilizzando aeromobili modernizzati e un numero limitato di velivoli di 5.ta generazione, insieme a una flotta di droni d’attacco “invisibili”. L’UCAV (Unmanned Combat Air Vehicle) Sukhoj S-70 Okhotnik è una versione del Mikojan Skat che utilizza tecnologie di quinta generazione. La propulsione è affidata a un turbogetto AL-41F utilizzato dal Su-35 S. Il Sukhoi S-70 pesa 17,6 tonnellate, ha un’apertura alare di 19 m, una velocità di crociera di 1000 km/h. L’autonomia di volo è di 6000 km. La missione principale del S-70 è la supremazia aerea su un’area ristretta, disattivando la rete radar dei sistemi missilistici antiaerei, creando un corridoio di penetrazione sicuro per gli aeromobili di quarta generazione. Secondo il Ministero della Difesa russo, l’S-70 e gli aerei Su-57 saranno piattaforme di coordinamento congiunto nelle missioni.
Gli Stati Uniti non possono abbandonare la produzione di F-35 utilizzando invece i droni d’attacco, quindi la Russia si aspetta che la produzione dell’S-70 trovi un ampio mercato internazionale. Tuttavia, non è chiaro per quanto la Russia finanzierà il progetto. Infatti, dal 2015 non sono stati stanziati fondi per la produzione in serie dei nuovi corazzati (carro armato T-14, veicoli da combattimento per la fanteria T-15, Kruganets e il veicolo trasporto blindato Bumerang). I vantaggi dell’uso dei droni russi S-70 Okhotnik sono più evidenti in caso di risposta a un attacco dalla flotta aerea della NATO. Le modifiche apportate all’S-70 consentono l’uso di missili aria-aria ipersonici K-77M, dalla gittata di 200 km, contro aerei AWACS e caccia decollati dalle portaerei. Contemporaneamente, l’S-70 “sorveglia” il lancio dei missili da crociera Tomakawk da navi di superficie e sottomarini. I missili da crociera sono vulnerabili subito dopo il lancio, quando non possono eseguire manovre per cambiare rotta e altitudine. Portaerei, portaelicotteri, navi per il trasporto di mezzi corazzati e pesanti sono obiettivi facili per i missili Kinzhal. Questi missili hanno una velocità di Mach 10 (12000 km/h), il tempo a disposizione dei missili intercettori nemici è di poche decine di secondi e la probabilità della reazione inferiore al 7-8%.

Il drone S-70 Okhotnik: il nuovo multiruolo della Russia

Valentin Vasilescu, Reseau International 16 luglio 2019

Twitter rimuove Assange

L’ex leader dei Pink Floyd, Roger Waters, ha ribadito il suo appoggio a Julian Assange, da lui definito “il grande eroe della libertà di stampa e di ogni tipo di libertà, che è stato tanto vergognosamente perseguitato e incarcerato dai sostenitori dell’Imperialismo”.
Unity4J, uni dei conti di Twitter più importanti per l’appoggio e la diffusione delle informazioni circa il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è stato sospeso il giovedì dalla piattaforma. Secondo gli amministratori della stessa, che dispone di olte 10.000 seguitori, il social media non ha fornito alcuna spiegazione per la misura restrittiva e non hanno ricevuto risposta ai numerosi appelli per ripristinare la pagina..
I sostenitori del ciberattivista, inclusa sua madre Christine, già hanno reagito alla sospensione esigendo da Twitter e dal suo fondatore,Jack Dorsey, di ripristinare la pagina.
Da parte sua il famoso musicista britannico e attivista Roger Waters si è unito alle critiche, indicando la piattaforma come “la polizia del pensiero”, apparentemente in riferimento ala polizia fittizia, ispirata alla Gestapo, nella novella di George Orwell “1984!.
“Twitter, sei il Grande Fratello, adesso lo sappiamo con sicurezza, sempre lo avevamo sospettato”, ha detto l’ex leader dei Pink Floyd in un video pubblicato sul suo conto della rete sociale. “Sei anche tu una delle braccia della polizia del pensiero, sei un braccio delle forze di oppressione. Volete sopprimere ogni libertà di espressione, di giornalismo libero, di qualsiasi voce libera, probabilmente”.
Allo stesso modo Waters ha ribadito il suo appoggio a Julian Assange, da lui definito “il grande eroe della libertà di stampa e di ogni tipo di libertà, che è stato tanto vergognosamente perseguitato e incarcerato per ordine degli Stati Uniti e del Regno Unito e dagli altri sostenitori e complici dell’Imperialismo.

https://www.controinformazione.info/roger-waters-definisce-twitter-come-psico-polizia-per-aver-il-social-media-sospeso-la-pagina-di-appoggio-ad-assange/

Sud

Il Mezzogiorno è entrato nella storia d’Italia da sconfitto e da sconfitto è rimasto per oltre 150 anni. A causa, secondo me, principalmente delle sue classi dirigenti. Il problema della spesa storica, ben evidenziato da questo giornale [Il Quotidiano del Sud], penalizza le regioni meridionali.

Questo è stato possibile per le scelte del Parlamento. Ma la Camera, dal 1861, e il Senato, dal 1948, sono stati, fino a oggi compreso, sempre a maggioranza centro-meridionale. Quindi risulta evidente come le classi politiche del Mezzogiorno non abbiano mai tutelato, se non a tratti e sporadicamente, sopratutto negli anni Sessanta, le ragioni degli elettori che rappresentano.

Il contesto storico peraltro ci dimostra, nella sua interezza, che la politica nazionale non solo ha contribuito a creare una questione meridionale che, come dimostrano gli studi di Paolo Malanima e Vittorio Daniele, era inesistente al momento dell’Unità ma che è stata capace di fare nascere anche una questione settentrionale, lasciando in ombra la vera questione nazionale: quella romana.

Infatti, risolta nel 1929 la vicenda con la Santa Sede, oggi consiste nell’assorbimento di risorse sempre più ingenti, in cambio di servizi sempre più scadenti alla comunità nazionale. Non siamo al “Roma ladrona” o “Roma padrona” ma poco ci manca poiché la Capitale vive esclusivamente di rendita di posizione e soffre della malattia della centralità.

Se analizziamo lo studio di Domenico De Masi su Roma 2030 vengono indicati i problemi ai quali la città andrà incontro nei prossimi anni: emigrazione intellettuale, conseguenze delle opere pubbliche progettate male, difficoltà di integrazione soprattutto nelle periferie e con i rom.

In uno scenario del genere, rivendicare le ragioni del Sud significa perseguire l’interesse nazionale che può essere realizzato solo da classi dirigenti responsabili verso il domani. È possibile questo con deputati e senatori nominati su liste bloccate e destinatari di consensi emotivi, indicati con centinaia di like o con la benevolenza del ristretto consiglio delle ombre che compone le liste?

Infatti, capacità e merito per ricevere voti non sono requisiti necessari. Se poi notiamo che il corpo elettorale è composto da cittadini che al 75 per cento non comprendono una semplice frase in italiano oppure al 27 per cento risultano analfabeti funzionali, il quadro diventa più chiaro.

In tale contesto, dimostrare con i numeri lo scippo del Sud, in definitiva non interessa a nessuno, a cominciare dalle élite meridionali, preoccupate solo della propria personale sopravvivenza, e neanche agli elettori del Sud, immersi nella disinformazione totale.

C’è un modo per uscirne? I tempi lunghi della consapevolezza e dell’educazione confliggono con l’immediatezza della comunicazione e dei social, dove si realizza l’effetto sciame: le ondate di indignazione come rapidamente si innalzano così rapidamente si attenuano. Con una capacità di incidenza sulla realtà prossima allo zero, dando peraltro l’illusione della partecipazione.

Per fare ripartire l’Italia occorre un progetto politico per il Sud, che non sia rappresentato da un Partito che agiti il vessillo del Mezzogiorno per raccogliere qualche deputato che una volta assiso sullo scranno tutto fa tranne che occuparsi di chi lo ha votato. Esattamente come fanno quasi tutti gli altri.

Come parlare di Sud quando gli algoritmi indirizzano scelte e consumi in una frazione di secondo? Forse una possibilità sarebbe creare un’intelligenza artificiale a misura di Sud. Le Università meridionali sono chiamate a raccolta. Saremo capaci di percorrere questa strada? Intanto ragioniamoci subito.

Mario Caligiuri

Fascismi di ieri

La figura di Bottai è particolarmente interessante perché dopo essere stato per vent’anni tra i massimi dirigenti del Partito nazionale fascista con particolare riferimento alle politiche corporative, fuggì dal Paese essendo stato condannato a morte nel processo di Verona, si arruolò nella legione straniera e tornò in Italia solo dopo l’amnistia Togliatti. Nel ’51 sotto mentite spoglie lo troviamo direttore de “Il Popolo di Roma”, un quotidiano finanziato da Vittorio Cini per fiancheggiare il centrismo democristiano.  Morì nel 1959 e ai suoi funerali partecipò anche Aldo Moro il futuro propugnatore del compromesso storico, poiché suo padre, Renato Moro , era stato tra i collaboratori di Bottai. Insomma attraverso di lui si intuiscono tutti i percorsi carsici e nascosti della politica italiana che arrivano fino ai nostri giorni.

https://ilsimplicissimus2.com/2019/07/15/fascisti-di-ieri-oggi-e-domani/

Vaso di coccio

Il governo Conte dichiara «eccellente» lo stato delle relazioni con la Russia quando, appena una settimana prima in sede Nato, ha accusato di nuovo la Russia di aver violato il Trattato Inf  (in base alle «prove» fornite da Washington), accodandosi  alla decisione Usa di affossare il Trattato per schierare in Europa nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla Russia.

Il 3 luglio, il giorno prima della visita di Putin in Italia, è stata pubblicata a Mosca la legge da lui firmata che sospende la partecipazione russa al Trattato: una mossa preventiva prima che Washington ne esca definitivamete il 2 agosto.

  • Lo stesso Putin ha avvertito che, se gli Usa schiereranno nuove armi nucleari in Europa a ridosso della Russia, questa punterà i suoi missili sulle zone in cui sono dislocate.
  • È così avvertita anche l’Italia, che si prepara a ospitare dal 2020 le nuove bombe nucleari B61-12 a disposizione anche dell’aeronautica italiana sotto comando Usa.
  • Una settimana prima della conferma dell’«eccellente» stato delle relazioni con la Russia, il governo Conte ha confermato la partecipazione italiana alla forza Nato sotto comando Usa di 30 navi da guerra, 30 battaglioni e 30 squadre aeree dispiegabili entro 30 giorni in Europa contro la Russia a partire dal 2020.
  • Sempre in funzione anti-Russia navi italiane partecipano a esercitazioni Nato di guerra sottomarina; forze meccanizzate italiane fanno parte del Gruppo di battaglia Nato in Lettonia, e la Brigata corazzata Ariete si è esercitata due settimane fa in Polonia, mentre caccia italiani Eurofighter Typhoon vengono schierati in Romania e Lettonia.

Tutto ciò conferma che la politica estera e militare dell’Italia viene decisa non a Roma ma a Washington, in barba al «sovranismo» attribuito all’attuale governo.

Le relazioni economiche con la Russia, e anche quelle con la Cina, poggiano sulle sabbie mobili della dipendenza italiana dalle decisioni strategiche di WashingtonBasta ricordare come nel 2014, per ordine di Washington, venne affossato il gasdotto South Stream Russia-Italia, con perdite di miliardi di euro per le aziende italiane. Con l’assoluto silenzio e consenso del governo italiano. 

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