“Manu Gómez @GDarkconrad – 9:17 UTC – 3 luglio 2019
Un Rivet Joint dell’ USAF sul Golfo Persico, Codice 730000 C/S IRI00061”
I RC-135V Rivet Joint dell’Aeronautica degli Stati Uniti sono aerei d’intelligence dei segnali che spiano altri Paesi. L’aereo sorvolò le isole Abu Musa e Siri nel Golfo Persico territorio e spazio aereo iraniano. Falsamente si segnalò come aereo iraniano. Il trasponder dell’aereo spia nordamericano fu impostato su un codice associato all’Iran. L’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO) definisce gli indirizzi a 24 bit che identificano il tipo di aereo e il Paese a cui è registrato. I codici a 24 bit per gli aerei iraniani iniziano coll’identificativo del Paese 0111 0011, scritto in esadecimale 73. La pagina del radar dei voli utilizzata da Manu Gomez mostra questi codici transponder ‘S-Mode’ che l’aeroplano inviava come numero esadecimale. L’uso del codice che identificava l’aereo come iraniano non era un errore ma assolutamente intenzionale:
“Steffan Watkins @steffanwatkins – 11:53 utc – 3 luglio 2019
Ci sono così tante cose sbagliate su ciò che l’USAF fa qui, molto evidenti all’osservatore casuale.
1) L’RC-135 cambiava il suo transponder univoco a 730000 (hex), codice assegnato all’Iran. Quindi, l’USAF si camuffava da aereo iraniano.
2) Come notava @GDarkconrad, questo non è un caso, l’USAF l’ha fatto coi codici venezuelani al largo delle coste del Venezuela. Gli aerei da ricognizione statunitensi adottano codici dei Paesi che spiano, mettendo in pericolo i futuri voli civili….” La traccia mostrava che l’aereo proveniva da ovest nord ovest, probabilmente Quwayt, volando direttamente su Siri e Abu Musa. Subito dopo virò volando di nuovo su entrambe le isole. L’isola di Siri è ubicata una piattaforma petrolifera distrutta dalla marina statunitense il 18 aprile 1988. L’isola ha una pista di atterraggio e vi sono diverse installazioni di petrolio e gas. Abu Musa è un’isola abitata di 12,8 km quadrati all’ingresso dello Stretto di Hormuz. È, come Siri, territorio iraniano e l’Iran vi ha truppe di stanza. Hanno sistemi di difesa aerea moderni che possono abbattere il Rivet Joint. Abu Musa è il “bastione” iraniano che controlla lo stretto e il traffico ad ovest. La sua importanza strategica è immensa. Dopo che l’Iran abbatté il drone statunitense, il Ministro degli Esteri pubblicò le mappe che mostravano la rotta del drone e la demarcazione dello spazio aereo iraniano (linea rossa). È ovvio che l’aereo nordamericano oggi vi entrava.
Stamattina l’aereo-spia nordamericano violava lo spazio aereo iraniano emettendo un codice falso mostrando cattive intenzioni. Ciò accadeva nel 31° anniversario del Volo 655. L’esercito iraniano avrebbe certamente voglia di vendicarsi di quella strage. Fu una grande provocazione probabilmente volta ad attrarre l’Iran nell’abbattimento. Trump aveva minacciato di “cancellare” alcune aree dell’Iran se attaccasse “qualsiasi cosa americana”:
“Donald J. Trump @realDonaldTrump – 2:42 utc – 25 giu 2019
…. la dichiarazione molto ignorante e offensiva dell’Iran, pubblicata oggi, mostra solo che non capiscono la realtà. Qualsiasi attacco dall’Iran a qualcosa di americano incontrerà una forza grande e travolgente. In alcune aree, travolgente significherà obliterazione. Non più John Kerry e Obama!”
Ciò portò a speculare che Trump minacciasse l’attacco nucleare. Se l’Iran avesse abbattuto l’aereo, sarebbe stato chiaramente suo diritto. Ma immaginate l’avesse fatto. Un aereo da ricognizione statunitense con equipaggio, non un drone, sarebbe stato abbattuto e l’equipaggio morto. I media statunitensi avrebbero urlato vendetta. Sarebbe successo alla vigilia del discorso di Trump del 4 luglio, seguito dalla parata militare e dal sorvolo che ordinò. 5000 famigliari di militari furono invitate. Una situazione televisiva ideale per annunciare che il comandante in capo degli Stati Uniti aveva ordinato di “cancellare” l’isola di Abu Musa, il bastione che controlla lo Stretto di Hormuz, con forse una bomba atomica tattica. Il pubblico nordamericano avrebbe amato quei fuochi d’artificio del 4 luglio. I giornali avrebbero titolato “Il comandante in capo dimostra risoluzione!” Il punteggio di approvazione di Trump sarebbe andato oltre l’80%. Sarebbero passati giorni prima di sapere che il volo era una provocazione intenzionale ma i media statunitensi semplicemente l’avrebbero ignorato proprio come ignorarono le prove sul Volo 655. L’isola sarebbe stata inutilizzabile per l’Iran, e il danno ambientale derivante da un ordigno nucleare di qualche kiloton sarebbe minimo. Nessuno negli Stati Uniti ci avrebbe badato.
C’è da chiedersi chi abbia inventato un piano così nefasto. Trump, il grande uomo di spettacolo? Era questa la ragione per cui aveva ordinato ai militari di unirsi alla parata del 4 luglio con un preavviso così breve? O John Bolton o “mentiamo, imbrogliamo, rubiamo” Mike Pompeo? Qualche servo della CIA o del CentCom? Chiunque l’abbia inventato e chi firmò per consentirlo, ora saranno delusi. L’Iran chiaramente non cadde nella trappola. Il mondo deve un grande ringraziamento agli equipaggi della difesa aerea iraniana ad Abu Musa per il comportamento disciplinato.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Gli Stati Uniti tentarono di attrarre l’Iran in una trappola
Che squallore! Al confronto i tentativi di incastrare Salvini sono una burletta 😦
"Mi piace""Mi piace"
L’IRGC, in una dichiarazione rilasciata venerdì pomeriggio, ha annunciato di aver martellato le forze e le posizioni dei “gruppi terroristici controrivoluzionari sponsorizzati dalle potenze estere (USA e Israele), “l’aroganza globale” nella regione kurda da mercoledì.
Le incursioni hanno avuto luogo dopo che le autorità del governo regionale del Kurdistan (KRG) non hanno ascoltato i precedenti avvertimenti dell’IRGC che i gruppi terroristici stavano usando le zone di confine per addestrare, organizzare e inviare squadre terroristiche in Iran. (Una chiara sobillazione sponsorizzata dalla CIA e dal Mossad per creare terrore e destabilizzazione all’interno dell’Iran).
https://www.controinformazione.info/liran-passa-allattacco-delle-postazioni-terroristiche-lungo-il-confine-del-kurdistan-iracheno/
"Mi piace""Mi piace"