La figura di Bottai è particolarmente interessante perché dopo essere stato per vent’anni tra i massimi dirigenti del Partito nazionale fascista con particolare riferimento alle politiche corporative, fuggì dal Paese essendo stato condannato a morte nel processo di Verona, si arruolò nella legione straniera e tornò in Italia solo dopo l’amnistia Togliatti. Nel ’51 sotto mentite spoglie lo troviamo direttore de “Il Popolo di Roma”, un quotidiano finanziato da Vittorio Cini per fiancheggiare il centrismo democristiano. Morì nel 1959 e ai suoi funerali partecipò anche Aldo Moro il futuro propugnatore del compromesso storico, poiché suo padre, Renato Moro , era stato tra i collaboratori di Bottai. Insomma attraverso di lui si intuiscono tutti i percorsi carsici e nascosti della politica italiana che arrivano fino ai nostri giorni.
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