Vittoria di chi?

Eppure, l’Armata Rossa si è opposta praticamente da sola ai nazisti dal 22 giugno 1941 fino all’invasione della Normandia, e il ruolo dell’URSS nello stesso D-Day è stato enorme. Il successo del D-Day è stato possibile solo grazie alla spinta straordinaria dell’Armata Rossa da Stalingrado fino al fiume Elba nei due anni che sono seguiti alla vittoria di Stalingrado del 2 febbraio 1943.

Solo 11 divisioni della Wehrmacht hanno combattuto gli alleati in Normandia, ma contemporaneamente 228 divisioni naziste stavano combattendo l’Armata Rossa ad Est. Mentre avveniva la Battaglia della Normandia, l’Armata Rossa otteneva una vittoria molto più importante con l’Operazione Bagration, quando l’ultima grande concentrazione di armate di Hitler veniva annientata in quella che oggi è la Bielorussia.

È stata inoltre l’Armata Rossa a liberare i più grandi e terribile campi di sterminio nazisti, inclusi Auschwitz, Majdanek, Treblinka e Sobibor. Ma i leader occidentali e gli alleati NATO rimangono unanimemente zitti a riguardo di questo dato cruciale (ricordiamo purtroppo che l’italiano Benigni è riuscito a fare di peggio nel suo film-capolavoro La vita è bella, dove sono gli americani – e non l’Armata Rossa – a liberare Auschwitz, NdVdE).

Nel 2015, il governo Polacco ha vergognosamente escluso il Presidente Putin dalla cerimonia per il 70° anniversario della liberazione di Auschwitz. L’ex Primo Ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk ha perfino sostenuto che l’Ucraina è stata invasa sia dalla Germania Nazista che dall’Unione Sovietica (la verità è che l’Armata Rossa ha liberato Kiev) e che le forze ucraine avevano liberato i campi di morte per conto loro. Si tratta di una grande bugia, degna del Ministero della Verità di George Orwell.

Questi atti provocatori e meschini, accolti con uguale entusiasmo dai neoliberisti e dai neoconservatori americani, sono serviti solo a inasprire ulteriormente i Russi nei confronti dell’occidente.

Un sincero e generoso riconoscimento del ruolo di leader che i sovietici hanno avuto nella vittoria del 1945 servirebbe a ricordare quanto gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sono stati in grado di realizzare insieme nel loro trionfo congiunto sul fascismo. Ricorderebbe agli Americani e ai Russi quanto vitale sia per le due nazioni essere ancora alleate contro il terrorismo, il crimine internazionale, il traffico di droga, la schiavitù sessuale, i cambiamenti climatici e la proliferazione nucleare.

Onorare il grande e solenne anniversario del Giorno della Vittoria è semplicemente la cosa giusta da fare – dal punto di vista storico, morale e politico. Il Popolo Russo e i suoi alleati hanno pagato il prezzo colossale in termini di vite umane e sangue che richiedeva la vittoria della Seconda Guerra Mondiale. Disonorare la loro memoria è vergognoso.

Martin Sieff è stato per 24 anni corrispondente estero per il Washington Times e per United Press International, lavorando in 70 nazioni e raccontando 12 guerre. È specializzato in questioni economiche USA e globali.

http://vocidallestero.it/2019/05/21/perche-loccidente-dovrebbe-onorare-il-giorno-della-vittoria-della-russia/

Autore: redattorecapo

associazione culturale Araba Fenice fondata a Bondeno (FE)

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