di Giuseppe Masala
Proviamo a dirla in un altro modo. Lo faccio perché qui ci sono dei finti tonti che fanno finta di non capire. Questa è una crisi che può essere vista e analizzata su innumerevoli piani diversi. E se uno fa un’analisi complessiva (cosa impossibile su facebook) ciò che se ne trae è che siamo di fronte ad una crisi istituzionale di gravità inaudita che mina alla base la nostra democrazia.
Allora, se nel 1956 tutti i deputati e i senatori del PCI – con Togliatti e Terracini in testa – avessero dichiarato la loro appartenenza al Partito Nazionale Fascista e fossero andati a sedersi a fianco di Almirante cantando “faccetta nera” avrebbero fatto una cosa legittima. La Costituzione dice che non c’è vincolo di mandato e ognuno può cambiare idea quando gli pare. Benissimo. Capite però che ci sarebbe stato un grave problema politico se ciò fosse avvenuto? Capite che sarebbe stata negata con la frode la rappresentanza a milioni di persone che votarono comunista?
Ecco, allo stesso modo oggi, si sta tentando di portare 11 milioni di voti dati contro il PD, contro l’Establishment, contro l’austerità per vederli utilizzati per mettere Cottarelli o chi per lui al Ministero del Tesoro e per puntellare il PD al potere? E’ tutto perfettamente legittimo. Tutto. Ma c’è un problema politico enorme. E questo genere di problemi poi nell’elettorato avranno uno sbocco. Non oso immaginare manco quale.
Peraltro tutta questa cosa enorme si innesta in un contesto democratico già devastato: la scorsa legislatura un parlamento illegittimo costituzionalmente ha eletto un presidente della repubblica che oggi fa buono e cattivo tempo e che ha già fatto dire a tutti i giornalisti quirinalisti che “vigilerà sulla nomina dei Ministri dell’Economia, degli Esteri, degli Interni e della Difesa”. E di grazia che votiamo a fare? Affinché la maggioranza parlamentare scelga il Ministro della Marina Mercantile perchè al resto ci pensa il Quirinale? E la costituzione? Carta straccia?
E a questo poi aggiungiamo lo scempio del CSM. Giudici corrotti che s’incontrano in riunioni carbonare con parlamentari inquisiti per scegliere i vertici delle Procure e dei Tribunali?
Non aggiungo altro.
Semplicemente in questo paese la democrazia non c’è. E la gente lo capisce. E presto o tardi questa crisi della rappresentanza avrà uno sbocco. Quale non so. Ma ad occhio non credo buono.
PS E non basterà temo, manco arrestare Salvini per riportare i voti nell’alveo che Lorsignori vorrebbero. No, certi voti, ancorchè scippati, verso certi partiti non torneranno mai più.
Gli episodi dei migranti sugli sci avevano già suscitato polemiche proprio in Friuli Venezia Giulia nel marzo 2018, sebbene allora pagati dal gestore di una struttura di accoglienza e non inseriti in corsi di formazione a spese dello stato, come nella legge poi modificata dal governatore Fedriga ed ora impugnata dal Governo Conte bis. «La prima forma di razzismo in danno ai nostri bambini e ai nostri ragazzi è proprio regalare agli ultimi arrivati corsi di sci che tante famiglie friulane non possono permettersi» così l’ex consigliere regionale della Lega Barbara Zilli, poi divenuto assessore regionale alle Finanze, commentava l’iniziativa di regalare lezioni di sci ai minori stranieri non accompagnati ospiti a Bosco di Museis (da Il Messaggero Veneto).
L’articolo Il governo blocca i fondi per i rimpatri e li usa per tenere corsi di sci ai migranti proviene da Blondet & Friends.
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Tale capacità pone il tema della illusorietà dei principi fondamentali della Costituzione nazionale alla luce del reale ordinamento e funzionamento gerarchico internazionale: niente governo del popolo (democrazia) ma dei capitali; niente sovranità nazionale; niente primato del lavoro; niente perseguimento dell’eguaglianza sostanziale; niente equa e dignitosa retribuzione; niente subordinazione dell’impresa privata all’interesse collettivo; niente intervento pubblico keynesiano per uscire dalla depressione e dalla disoccupazione; quindi mancano i presupposti per la legittimazione del potere politico delle istituzioni. Queste sono le tematiche della post-democrazia ampiamente analizzate e illuminate da audaci giuristi come Luciano Barra Caracciolo, da valenti sociologi come Luciano Gallino, e da illuminanti filosofi come Costanzo Preve e Diego Fusaro, al quale ultimo, con la sua martellante presenza mediatica e con i suoi scritti divulgativi, è riuscita l’unica impresa rivoluzionaria del dopoguerra, ossia sfondare la muraglia di censura culturale (costruita dalla falsa sinistra) portando davanti al naso del grande pubblico la spiegazione cristallina di che cosa è e che cosa fa il sistema liberal-finanziario, di come entro di esso non è possibile realizzare politiche diverse da quelle che esso comanda, nonché dell’ipocrisia delle forze presentate e presentantisi come di sinistra o progressiste, cioè in Italia soprattutto del PD, le quali in realtà siano traditrici del socialismo (che è essenzialmente difesa dei lavoratori contro lo sfruttamento dei capitalisti finanziari) al servizio dell’élite bancaria: forze impegnate a passare e a far accettare ai loro sprovveduti elettorati i desiderata antisociali di tale élite in un processo di generale dissoluzione dei legami sociali e culturali e per produrre una massa globale, amorfa, di abitatori ignavi, passivi e numeriformi della Terra.
https://www.controinformazione.info/la-marginale-importanza-della-politica-visibile/
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