Archeologia siriana

Le forze siriane scoprono una rete di tunnel appartenenti alla banda Takfirí dell’ISIS (Daesh in arabo), con armi di fabbricazione israeliana, nella Siria orientale.

L’ agenzia di stampa siriana ufficiale, SANA , ha riferito martedì la scoperta di una rete di tunnel contenenti armi e munizioni, alcune di fabbricazione israeliana, abbandonati dai terroristi di Daesh nella città di Al-Qurea, nella campagna orientale di Deir Ezzor .

L’esercito siriano e le sue forze alleate hanno scoperto, in molte operazioni, armi, medicine e cibo con francobolli che indicano la loro origine israeliana. È anche qualcosa di ampiamente noto che entrambi, gli Stati Uniti e Israele, forniscono supporto ai terroristi e ai ribelli presenti in Siria dall’inizio della crisi nel paese arabo nel 2011.

Tunnel terroristi
Deposito armi terroristi

A loro volta, i gruppi terroristici che operano in Siria riconoscono i loro legami con il regime di Tel Aviv e il sostegno ricevuto e persino affermano di non aver mai cercato scontri con Israele.

Fonti: Al Manar – Hispan Tv

Traduzione e sintesi: Luciano Lago

https://www.controinformazione.info/migliaia-di-soldati-siriani-si-schierano-a-est-delleufrate/

Primavere colorate a richiesta

“Sapete cosa significa, il pugno chiuso?”, dice Elija. Per chi sa, è una firma: la ricomparsa di “Otpor”,  il gruppo “spontaneo” che organizzò  con perfezione geometrica le manifestazioni di  strada a Belgrado e in Serbia per far cadere Milosevic –  e  poi, visto il successo, è diventato una specie di compagnia di giro  che potete noleggiare se avete bisogno di  suscitare una “primavera  colorata”.
Allora  – era il 2000 – i giovani di Belgrado erano istruiti da corsi intensivi sui metodi di “lotta non-violenta” da un colonnello americano in pensione, Robert Helvy, che abitava all’Hilton di Belgrado.  E  che anni dopo, in una intervista, raccontò come  fosse stato mandato lì, stipendiato, dallo International Republican Institute  di Washington, una emanazione del partito repubblicano USA e ovviamente, della  CIA.   In seguito, gli esperti di  Otpor  sono andati a prestare i loro servizi in posti come Georgia e Ucraina e Bielorussia.

Tutto spiegato in questo articolo: “Bisogno di rivoluzione? Chiamate OTPOR”.

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/Bisogno-di-rivoluzione-Chiamate-Otpor-27076

(Questo  è un pezzo scritto in fretta – Seguirà altro)

L’articolo IRAK E LIBANO: LO ZAMPINO VISIBILE DIETRO LE RIVOLTE proviene da Blondet & Friends.

Campagne mediatiche

di Luciano Lago

Come si poteva facilmente prevedere, la sinistra dell’inedito connubio, PD 5 Stelle, in Umbria ha incassato la sua prima grande batosta da parte degli elettori che non si sano lasciati abbindolare dalle chiacchiere sconclusionate di Di Maio e dalla faccia di bronzo del premier Conte, il trasformista ricliclato che si autodefiniva l”‘avvocato degli italiani”.
Bocciati su tutta la linea con Di Mao e soci che vengono ridimensonati come un partitino di fronda ormai ininfluente nelle piazze (al 7,5%) anche se ancora ben piazzato nel palazzo.
D’altra parte si era ben capito che questa sinistra era una “sinistra truffa” mai esistita prima che oggi si qualifica per difendere soprattutto le oligarchie finanziarie, e di conseguenza disprezza i piccoli imprenditori, i lavoratori autonomi, gli autotrasportatori, gli artigiani e piccoli commercianti per schierarsi decisamente a favore delle banche, imponendo carte di credito obbligatorie , strumenti finanziari per favorire gli interessi del mondo bancario.
Da questa loro impostazione ideologica deriva la decisa lotta al contante, con il piano di perseguitare coloro che si ostinano a pagare in contanti e con l’idea di aggredire chiunque conservi soldi e risparmi sotto il materasso per non fidarsi delle banche. Le banche sono prioritarie per la sinistra PD e 5 Stelle, bisogna “dargli fiducia”, anche quelle che fanno crack come il Monte dei Paschei di Siena e vengono salvate dai governi filo bancari con i soldi dei contribuenti.
Lo hanno capito gli operai, quelli delle acciaierie di Terni come gli altri, quelli dei tanti tavoli di crisi delle aziende che delocalizzano, dall’ILVA alla Whirpool, abbandonati da Gigino Di Maio al loro destino per essersi trasferito lui al Ministero degli Esteri. Gigino desideroso di diventare un esperto conoscitore delle tematiche geopolitiche, nonostante che non conosca neanche una lingua straniera e che prende svarioni in geografia, scambiando il Cile per il Venezuela. Facile prevedere che farà danni anche in quella mansione, come ne aveva fatti occupandosi di lavoro senza aver mai svolto nella sua vita un lavoro serio.
Piuttosto cocente la sconfitta per i post comunisti del PD a cui, dopo 70 anni di governo regionale ininterrotto, hanno voltato le spalle gli elettori dell’ Umbria, nauseati dagli scandali e dalla gestione clientelare della sanità fatta in quella regione dai gerarchetti del “Partitone”, quello delle cooperative e delle clientele politiche sempre favorite nell’assegnazione dei posti e dei lavori pubblici.
I cittadini dell’Umbria , con il loro voto, hanno dato uno scossone a queste maggioranze ibride legate fra loro dalla difesa delle proprie poltrone ed hanno dimostrato una perspicacia molto superiore a quanto poteva prevedeva il ceto politico e intellettuale della sinistra del pensiero unico. Nello stesso tempo, gli elettori dell’Umbria, hanno smascherato il “bluff” dei finti rivoluzionari della “premiata ditta Casaleggio”, quelli che volevano cambiare tutto e poi si alleavano con i peggiori circoli delle oligarchie finanziarie dominanti. I voti determinanti dei 5 Stelle al Parlamento Europeo per far eleggere la Ursula Von der Leyen, una delle vestali del liberismo finanziario, erano stati la conferma della doppia natura del movimento.
Possiamo essere orgogliosi su questo sito di aver individuato fra i primi tale natura (in un n.s articolo dell’aprile 2014), ricevendo valanghe di critiche e di insulti ma i fatti ci hanno dato ragione. Vedi:

http://www.controinformazione.info/casaleggio-getta-la-maschera-lavora-per-la-grande-finanza/

Discorso a parte per la coalizione di centro destra che vede il trionfo della Lega di Salvini, la forte risalita dei F.lli d’Italia, grazie alle indubbie capacità della Giorgia Meloni, trascinandosi a rimorchio lo stanco partito di Berlusconi, ormai a fine corsa. Tutte le contraddizioni e le ambiguità di questi partiti che si sono proclamati sovranisti (ad eccezione di Forza Italia) ma che sono ancora legati mani e piedi al traino della UE, dell’euro e della NATO, dovranno poi esplodere quando arriverà il momento delle scelte essenziali.

Salvini con Donatella Tesei Governatrice eletta in Umbria

Non è escluso che, arrivati a questo punto, partirà una campagna a testa bassa di tutti i media, delle reti TV e degli esponenti della stampa di regime, per criminalizzare Salvini e la Lega in modo di fermarne l’ascesa, in parallelo con le manovre di infiltrazione dall’esterno. Si sono già viste le prime avvisaglie con il “Russiagate all’Italiana” dei servizi di Report e presto possiamo scommettere sulla partenza di una nuova forte campagna antifascista per accusare Salvini e la Meloni di essere contigui con ambienti del neofascismo irriducibile.
Non avendo più argomenti e giustificazioni alle proprie posizioni di potere, rimane questa l’ultima speranza della sinistra, dopo averle tentate tutte per frenare l’ascesa dei sovranisti nel panorama politico italiano.

https://www.controinformazione.info/la-batosta-dellumbria-riporta-in-auge-la-destra-pseudo-sovranista/

Nota: inutile sottolineare che sovranisti è un’etichetta di comodo  che non corrisponde a nessuna realtà leghista

Trieste italiana

Il 5 ottobre 1954 a Londra era stato firmato il Memorandum d’Intesa tra Italia, Jugoslavia, Gran Bretagna e Stati Uniti che, dopo nove anni da quel primo giorno di maggio del 1945 quando i partigiani jugoslavi di Tito e gli italiani della formazione partigiana comunista Osoppo erano entrati a Trieste proclamando l’annessione della città alla Jugoslavia rivendicando il diritto di conquista.

Per 40 giorni le bande di Tito, migliaia di partigiani giunti in città e nei comuni vicini, si erano date alla caccia agli italiani, non solo fascisti, devastando e uccidendo. I nomi delle strade erano stati slavizzati, fu introdotta la moneta d’occupazione, la jugolira, e spadroneggiò la Milizia di difesa popolare.

Un terrore rosso e una pulizia etnica che “sorpresero” le truppe Alleate che solo con un giorno di ritardo erano arrivate a Trieste rispetto ai titini.

Il Maresciallo inglese Harold Alexander solo pochi giorni prima si era reso responsabile della consegna ai partigiani di Tito, di sloveni, croati e serbi che si erano arresti agli inglesi, con il conseguente massacro di Bleiburg quando non meno di 50mila di costoro erano stati massacrati dall’esercito titino.

Ebbene, lo stesso Alexander (che era stato anche responsabile delle devastazioni a Firenze nell’agosto 1944) si sentì obbligato a comunicare allo Stato Maggiore interalleato che “il comportamento degli jugoslavi sia in Austria sia in Venezia Giulia provoca un’impressione molto sfavorevole sulle truppe alleate. I nostri uomini sono costretti ad essere spettatori spesso passivi di azioni che offendono il loro tradizionale senso di giustizia. Inoltre essi sentono che non intervenendo si rendono conniventi di tale comportamento”.

Il 10 giugno, dopo aspre trattative era stato raggiunto un accordo tra Tito e gli Alleati ed era entrata in funzione la Linea Morgan con la quale gli jugoslavi arretravano e Trieste e Gorizia passavano sotto amministrazione anglo-americana.

Seguirono quindi anni di continui tira e molla diplomatici, di manifestazioni di piazza in Italia e di tragedie e barricate a Trieste.

Per sbloccare la situazione ci vollero i moti del 1953, con i morti italiani, i feriti, le decine di arresti.

Come si giunse a ciò?

A luglio del 1953 il governo (l’VIII) del democristiano Alcide De Gasperi non ottenne la fiducia e fu costretto alle dimissioni.

Il nuovo governo, guidato dal democristiano di destra Giuseppe Pella (a giugno c’era stato il successo elettorale del MSI e dei monarchici), decise di risolvere la questione triestina cercando di costringere gli Alleati ad addivenire ad una soluzione politica.

Per far ciò Pella minacciò la mancata firma dell’Italia al trattato della CED (la Comunità Europea di Difesa).

Contemporaneamente giunsero voci dalla Jugoslavia, di una nuova “marcia di partigiani jugoslavi su Trieste” per giungere ad una totale annessione della Zona B.

L’estate 1953 divenne calda, con l’invio di forti contingenti di truppe italiane al confine e si arrivò all’apice della tensione con la Jugoslavia.

Gli anglo-americani, non abituati a prese di posizione dure dei governi italiani, si allarmarono e in autunno presero unilateralmente la decisione di cessare il regime del Governo Militare Alleato e di affidare l’amministrazione della Zona A all’Italia.

Nel tentativo di evitare altri problemi, addirittura si giunse ad un appello radiofonico alla calma fatto ai triestini dal Generale John Winterton, comandante del Governo Militare Alleato a Trieste.

Quelli che invece non avevano alcuna intenzione di stare alla finestra e tanto meno di cedere, furono gli jugoslavi che decisero di bloccare il confine tra le due zone A e B mentre centinaia di italiani clandestinamente provvedevano a fuggire dalla Zona B onde evitare di ritrovarsi nella situazione del 1945.

Contromisure degli anglo-americani: truppe consegnate nelle caserme mentre, il 4 Novembre, per la celebrazione della vittoria nella Prima guerra mondiale, il Presidente del Consiglio Pella, attorniato da migliaia di persone, si recò al sacrario di Redipuglia a rendere omaggio ai caduti in un tripudio di tricolori.

Lo stesso giorno, sfidando il divieto di Winterton di esporre il tricolore, l’architetto Gianni Bartoli, sindaco di Trieste, fece innalzare la bandiera italiana sulla torre comunale.

La rimozione della bandiera, il fermo di studenti che in piazza ne sventolavano altre, scatenò gli inglesi e iniziarono gli scontri che durarono giorni con migliaia di triestini che affrontarono gli inglesi che spararono, spararono mirando e uccidendo, inseguirono e percossero manifestanti fin dentro le chiese.

Ai funerali dei giovani uccisi partecipò una folla immensa e silenziosa.

Dopo la strage fatta dagli inglesi, il Generale Winterton fu convocato a Londra d’urgenza e altrettanto velocemente si aprì un tavolo di trattative.

A quel punto gli Alleati anglo-americani avevano fretta di uscire dalle sabbie mobili triestine. Ai primi di dicembre iniziarono le operazioni di sgombero dei militari anglo-americani.

Le trattative si svolsero a Londra, iniziate a febbraio del 1954, a maggio si raggiunse un accordo che apriva ad una soluzione; si giunse infine al 5 ottobre con la firma del Memorandum: Trieste tornava all’Italia. A Trieste la notizia rimbalzò alla radio e l’intera città scese in piazza per festeggiare.

Il 26 ottobre i bersaglieri furono i primi ad entrare in città mentre gli aerei dell’Aeronautica militare italiana partiti dalla base di Treviso sfrecciavano nel cielo e in porto ormeggiavano i cacciatorpediniere e gli incrociatori della Marina militare.

estratto da https://www.barbadillo.it/85709-effemeridi-26-ottobre-1954-quando-trieste-ritorno-allitalia/

Aiuti agli Africani

Non investiamo affatto in energia solare”, afferma David Rossow, che aiuta a gestire il portafoglio di 1,5 miliardi dollari di investimenti in programmi (PRI) della Fondazione Gates. La fondazione non ha nemmeno un programma di energia pulita. Ma ha un programma chiamato Servizi Finanziari per i Poveri (Financial Services for the Poor). “Ci occupiamo di prestiti garantiti da asset per il cosiddetto ultimo miglio. [Fonte]

 Un ulteriore valore per i nostri imprenditori-salvatori occidentali sono i preziosi metadata: “L’attuale contratto con il cliente di M-Kopa stabilisce che i dati che l’azienda accumula possono essere utilizzati solo per migliorare l’esperienza del cliente, ma la società ha in programma di raccogliere i dati di ascolto dalle radio e televisioni. ‘Ci sono dati che possiamo raccogliere, che praticamente nessun altro può’, dice [Chad] Larson.”

E questa rivoluzione energetica verde, interamente basata sull’ulteriore saccheggio della Terra, cosa porta in realtà in Africa, dove oltre 600 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità e oltre 300 milioni non hanno servizi igienici puliti? Un forno solare? Un bagno? Filtraggio dell’acqua? Impianti idraulici? Scuole? Ambulatori? Ospedali? La risposta è: la televisione.

E anche se il business è in realtà la finanza, piuttosto che fornire prodotti ad energia solare [2], ciò non significa che non ci siano ulteriori ampie opportunità di derubare le ignare popolazioni africane.Il prezzo del kit solare televisivo di base da 24 pollici [2-1] [2-2] al momento del finanziamento è oltraggioso: 644.88 dollari. Il prezzo per il pagamento in contanti è comunque ancora l’esagerata somma di 546.61 dollari, una somma esorbitante per persone che vivono a 2 dollari al giorno. Ovviamente, questo prezzo rimane tale solo se i pagamenti quotidiani vengono effettuati ogni giorno, assicurando così che nessun interesse aggiuntivo o penalità si accumulino, in aggiunta all’importo del prestito originale.Il gigantesco sfruttamento qui è inaccettabile. Si consideri che un pacchetto solare da 30 W, paragonabile al pacchetto M-Kopa di cui sopra, può essere acquistato al dettaglio per 157.99 dollari su Amazon. Allo stesso modo, il prezzo di base di un televisore a LED da 24 pollici è spesso pubblicizzato negli Stati Uniti e in Canada per meno di 100 dollari. Molti degli articoli venduti nei pacchetti [2-3], possono essere trovati nei negozi occidentali a 1 dollaro l’uno.Ci si potrebbe chiedere cosa succede quando i prestiti sopravvivono ai prodotti, coperti da garanzie di breve durata: una garanzia di due anni sul televisore da 24 pollici e una garanzia di un anno sugli accessori.

estratto da http://vocidallestero.it/2019/10/22/la-fabbricazione-di-greta-thunberg-ai-fini-del-consenso-atto-iii-la-verita-piu-scomoda-il-capitalismo-rischia-di-cadere-a-pezzi-atto-iii/

Note finali

 

[1] M-Pesa è un servizio di trasferimento di denaro, finanziamento e microfinanziamento, basato su telefonia cellulare. È stato lanciato nel 2007 da Vodafone, per Safaricom e Vodacom (i maggiori operatori di reti mobili in Kenya e Tanzania). Si è diffuso in Afghanistan, Sud Africa, India, Romania e Albania. In Kenya, la M-Pesa viene utilizzata per imporre un’ideologia di familiarità con il debito, che riflette l’ideologia del debito occidentale.

 

[2] La società M-KOPA offre i seguenti tre pacchetti di prodotti:

[2-1] Il sistema solare M-KOPA 5 può essere acquistato con un deposito di 2999 Ksh. (29.75 dollari), più 420 pagamenti giornalieri di 50 Ksh (0.50 dollari). Questo pagamento è in totale, incluso il deposito, di 23999 Ksh. (238.03 dollari). Il prezzo di acquisto in contanti senza finanziamento è di 18999 Ksh. (188.44 dollari). [Stato al 27 gennaio 2019]

Il “M-KOPA 5 Solar Home System” comprende un pannello solare da 8W, una radio ricaricabile, un’unità di controllo M-KOPA 5 con una batteria al litio, quattro lampadine a LED da 1.2 W, un cavo di ricarica per telefono 5-in-1, un cavo di ricarica personalizzato e una torcia a LED ricaricabile.

 

[3-2] L’M-KOPA 600 richiede un deposito di 5999 UGX (scellini ugandesi, equivalenti a 59.50 dollari), più 590 pagamenti giornalieri di 100 Ksh (0.99 dollari). Il pagamento totale, incluso il deposito, è di 64999 Ksh. (644.68 dollari). Il prezzo di acquisto in contanti senza finanziamento è di 1999000 Ksh. ($ 546.61 dollari).” [Stato al 27 gennaio 2019]

Il pacchetto “M-KOPA 600 (TV da 24 pollici)” include un’unità di controllo M-KOPA 600, una TV digitale a schermo piatto da 24 pollici, un pannello solare da 30 W, un telecomando per la TV, un’antenna TV, due luci solari, una torcia solare ricaricabile a LED, una radio solare ricaricabile e due cavi di ricarica del telefono. “Satellite Dish & CAM Card forniti separatamente.”

 

[3-3] M-KOPA 600 w/ Zuku CAM richiede un deposito di 6999 UGX. (69.42 dollari), più 590 pagamenti giornalieri di 135 Ksh (1.34 dollari). Il pagamento totale, incluso il deposito, è di 86649 Ksh. (859.42 dollari). Il prezzo di acquisto in contanti senza finanziamento è di 69999 Ksh. (694.27 dollari).” [Stato al 27 gennaio 2019]

 

Effetto MeFo

Nel sistema hitleriano, è la Banca centrale di Stato che fornisce agli industriali i capitali. Non lo fa  aprendo fidi, ma creando cambiali –  più precisamente tratte –  garantite dallo Stato, emesse da una impresa  fittizia Metallurgische Forschungsgesellschaft m.b.H, gli effetti  MeFo: “garantite” vuol dire che un detentore di effetti MefFo poteva chiederne lo sconto  – il rimborso  -alla REichsbank, che avrebbe dovuto stampare moneta creando inflazione, Di fatto, le imprese non chiederanno mai il rimborso, anche perché gli effetti MEFo rendono un interesse del 4%, e se li scambieranno come fossero moneta contante. Dei minibot  o  piuttosto mega-bot  a circolazione interna.

Lo Stato, dal canto suo, pagava con questi effetti le commesse pubbliche che ordinò con grande lena alle  imprese private : a cominciare dalla autostrade, impiego all’epoca  innovativo. Ciò mise in moto il circolo virtuoso:

“All’origine, gli ordinativi dello Stato forniscono domanda  di lavoro, nel momento in cui la domanda è quasi paralizzata e il risparmio inesistente; la Reichsbank fornbisce i fondi necessari agli investimenti [con gli effetti MeFo]; l’investimento mette  al lavoro i disoccupati; il lavoro crea dei redditi, e poi dei risparmi, grazie al quale il debito a breve precedentemente creato può essere finanziato(ci si possono pagare gli interessi) e in qualche misura  rimborsato

(Così  l’economista britannico C.W. Guillebaud, “The Economic Recovery of Germany, 1933-193  – Londra 1939)

Con questo denaro creato dal nulla a beneficio del popolo anziché dei banchieri, la Germania è il solo paese che prospera nel gelo della recessione mondiale. La massa salariale passa dai 32 miliardi di marchi nel 1932, a 48,5  nel 1937.  I consumi alimentari aumentano (dai 42  chili di carne a testa nel ’32 si passa a 45, 9 nel ’37)  E ciò senza inflazione: l’indice del costo della vita, pari a 120,6   nel ’32, è salito nel’37 a 125,1.  E senza tassazione: il prelievo fiscale complessivo  sul reddito nazionale del Reich è tale, da far gridare d’entusiasmo se lo realizzasse un governo liberale e democratico: 27,6%.

Ora, è evidente che gli Effetti MeFo furono un debito pubblico mascherato, che non appariva nei bilanci e dunque non cadeva sotto la damnatio del  dogma  liberista. Ma come ha fatto Schacht ha far dare i salari a 7 milioni di operai, senza stampare moneta?

Schacht a Norimberga rispose: se la recessione mantiene inoccupate lavoro  e lavoratori, officine, materie prime disponibili, doveva esserci anche del capitale parimenti inutilizzato  nelle casse delle imprese. 

Col senno di poi, possiamo veder quanto aveva ragione: l’Italia deperisce sotto l’austerità europea,   mentre centinaia di miliardi dei risparmiatori restano nelle banche inutilizzati e retribuiti  a tasso negativo, (o sotto  i materassi) per mancanza di impieghi produttivi  in cui investirli.

QUANDO HJALMAR SCHACHT FU INVITATO IN INDONESIA..

Bologna chiama Ustica

Quindi continua Vinciguerra sui responsabili della strage: “E’ sbagliato circoscrivere la verità solo ai portatori di valigie. Le responsabilità politiche non sono state mai nemmeno sfiorate, esaminate. I familiari delle vittime hanno avuto una sola ricompensa, che sono stati trovati i portatori di valigie”. Ma allora, procede Gustapane rivolto a Vinciguerra, “perché non dà un contributo” alla verità? Risponde il testimone: “Il mio contributo lo do da anni con una ricostruzione storica, sulla base di una serie di elementi. Si è fatto un errore per mezzo secolo. Dal 1946, dalla fondazione del Movimento Sociale Italiano, l’estrema destra ha scelto di stare dalla parte dello Stato e quindi ha scelto di stare dalla parte dei suoi apparati”.
“Mi disse chiaramente ‘sono stati loro’. Me lo disse Johann Hirsch in carcere“. Così Vincenzo Vinciguerra oggi in aula riporta quello che gli riferì in carcere a Volterra un malavitoso austriaco, in cella all’epoca per traffico di droga: ossia, che i responsabili della strage erano effettivamente i giovani dei NAR.
Vinciguerra è stato incalzato dal pm Antonello Gustapane, che ha ripescato i vecchi verbali a tema. Sentito per la prima volta sulla strage di Bologna il 29 giugno 1984, “disse- si rivolge il pm in aula al testimone- che nulla sapeva per conoscenza diretta sulla strage di Bologna. Successivamente, però, il 10 agosto ’84, il 21 dicembre ’84 e nell’interrogatorio dell’11 gennaio 1986, al giudice istruttore Zincani, disse che aveva avuto notizie sulla strage che in quel momento non voleva rivelare, in particolare da tre persone che non voleva indicare”.
Vinciguerra si concentra proprio sul detenuto austriaco: “Era un delinquente comune, mi ha detto chiaramente ‘sono stati loro’. Era malavitoso, uno spacciatore di droga”. La difesa di Cavallini, per iniziativa dell’avvocato Gabriele Bordoni, chiede però come mai Vinciguerra non reagì all’affermazione del ‘collega’ chiedendo di più. “Non ho cominciato a fare domande io. Farle in carcere non è salutare”, risponde Vinciguerra.
“Non ho mai conosciuto né mai incontrato Cavallini, non ho mai parlato con lui. E neanche con Fioravanti e Mambro”, dice Vincenzo Vinciguerra in aula durante il processo che vede imputato per concorso alla strage della stazione l’ex NAR Gilberto Cavallini. Dunque Vinciguerra, membro all’epoca di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo, dice di non aver conosciuto né Cavallini né Valerio Fioravanti né Francesca Mambro, questi ultimi due condannati in via definitiva come esecutori della strage alla stazione, ma pure Paolo Bellini, l’ex ‘primula nera’ di Avangardia Nazionale, Vinciguerra dice di non conoscerlo: “Era in Avanguardia Nazionale? Non so, non conosco il personaggio Bellini”, risponde il teste.
Luca Donigaglia

https://byebyeunclesam.wordpress.com/2019/10/17/bologna-chiama-ustica/

Uscita ad Est

senza un’apertura ad Est il declino sarà fatale e anche rapido: niente di strano dunque se tra i suoi piani (della Germania ndr) ci sia anche l’eventualità di sfilarsi dall’euro. La stessa Francia scalpita rendendosi conto di essere in un cul de sac perché il tentativo macroniano di associarsi alla Germania nella guida continentale anche i vista della Brexit si è arenato sulle proteste della popolazione e dentro un non senso globale.

L’Italia poi è nella totale confusione: essendo rimasto un Paese sotto occupazione militare dalla fine del conflitto , il partito amerikano vi è particolarmente forte, sia nella sua espressione diciamo così clintoniana nelle aree di centro sinistra (ammesso che questa espressione abbia un senso e non sia solo un riferimento nominalistico), sia nella versione trumpiana espressa da Salvini: si trova quindi nella situazione di non poter sfruttare la sua posizione geograficamente privilegiata per i traffici dall’Asia, di fatto vietata da Washington e malvista dall’Europa del Nord per questioni concorrenziali: l’Asia e i contatti diretti con essa le sono preclusi e quando qualcuno si è premesso un’apertura c’è stata subito una crisi di governo. Si dovrebbe sperare in una politica così raffinata da sfruttare la situazione per sfilarsi dalle molteplici obbligazioni che si sono create e che non si compensano l’una con l’altra, ma si assommano. E tuttavia la mediocrità assoluta di un ceto politico che è l’effetto della selezione neoliberista nelle sue diverse formulazioni, rende praticamente impossibile sortire fuori da questa tettonica a zolle geopolitica senza essere schiacciati. Non ho una ricetta in mano, ma solo la sensazione di una lenta catastrofe mentre tutto cambia.

Una lenta catastrofe

La guerra continua

La distruzione di una società non si ferma dopo che le bombe statunitensi smettono di cadere. La contaminazione ambientale lasciata dagli Stati Uniti continua a distruggere il nostro ambiente e avvelenare la nostra gente decenni dopo che le bombe hanno smesso di cadere. Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di distruzione irreversibile degli habitat umani. Deve finire.

Nella tua rivoluzionaria nuova ricerca, scopri che i denti dei bambini iracheni hanno un torio 28 volte maggiore se vivono vicino a una base militare americana. Qual è il significato di tale conclusione e cosa indica la presenza del torio sulla salute di un bambino? Quali tipi di anomalie e problemi di salute sperimenteranno?

La popolazione irachena è potenzialmente contaminata da prodotti di decadimento dell’uranio impoverito. I denti da latte sono altamente sensibili alle esposizioni ambientali. Tali livelli elevati di torio suggeriscono semplicemente un’alta esposizione in tenera età e potenzialmente in utero.

Abbiamo trovato uranio e torio nei denti e nei capelli di questi bambini. L’uranio e il torio erano anche nel midollo osseo dei bambini, tutti con gravi difetti alla nascita. L’entità della contaminazione pubblica causata da questi composti radioattivi che emettono alfa è una domanda seria a cui rispondere. I nostri dati sul midollo osseo sono ancora inediti, ma speriamo di pubblicarli separatamente.

Il torio è un emettitore alfa e, una volta nel corpo, può causare il cancro e altre anomalie. Gli impatti possono variare in base ai tempi e alla quantità di esposizione. La leucemia infantile, che è aumentata nel sud dell’Iraq, è un risultato verificato dell’esposizione al torio.

Nel nostro studio, i bambini con alti livelli di torio presentavano più difetti alla nascita. I nostri studi dimostrano che, in tutto l’Iraq, i bambini esposti alla contaminazione da guerra negli Stati Uniti soffrono principalmente di difetti cardiaci congeniti e difetti del tubo neurale.

Quarantaquattro anni dopo che le forze statunitensi hanno lasciato il Vietnam, ci sono ancora bambini vietnamiti nati con difetti alla nascita dall’uso dell’esercito americano dell’Agente Orange. Per quanto tempo credi che gli iracheni continueranno a soffrire della guerra guidata dagli americani?

Se non modificata, la popolazione sarà permanentemente esposta a elevate esposizioni tossiche che possono avere un impatto sul patrimonio genetico iracheno.

Attraverso l’uso del metodo scientifico, stai acquisendo la capacità di identificare un grave problema in Iraq. Considerando che il problema è il risultato dell’invasione americana, cosa potrebbero fare gli Stati Uniti per risolvere o almeno mitigare il problema?

Gli Stati Uniti devono essere ritenuti responsabili e costretti a ripulire tutti i siti che hanno inquinato. Esiste una tecnologia per la pulizia della contaminazione da radiazioni. La rimozione e l’eliminazione di discariche militari create dagli Stati Uniti farebbero molto per eliminare le emissioni tossiche dall’ambiente iracheno.

Sei uno scienziato, non un analista politico, ma devi avere alcuni pensieri riguardo alle implicazioni politiche del tuo lavoro. Come reagisci alla mancanza di una conversazione sostanziale sulle conseguenze della guerra nella politica e sulla stampa americana e sull’evasione dell’establishment americano di responsabilità su questo tema?

Non mi aspetto nulla dall’establishment politico americano o dalle loro macchine di propaganda che si mascherano da “mezzi di informazione” e alimentano acriticamente le comunicazioni stampa del Dipartimento di Stato.

Fortunatamente, esiste un movimento per criminalizzare la contaminazione ambientale causata dalla guerra. I danni alla natura e all’ambiente umano devono essere considerati un crimine di guerra.

Gli scienziati stanno attualmente chiedendo ai legislatori internazionali di adottare una quinta Convenzione di Ginevra che riconoscerebbe il danno alla natura come un crimine di guerra, insieme ad altri crimini di guerra. Spero che ciò possa fare la differenza nella nostra capacità di proteggere la vita umana e il nostro ambiente.

Traduzione: Lisandro Alvarado

https://www.controinformazione.info/la-distruzione-di-una-societa-prima-gli-stati-uniti-hanno-invaso-liraq-poi-lhanno-lasciato-avvelenato/

Regredire

I genitori, le maestre e quanti lavorano nel campo dell’educazione si sono accorti che i bambini dell’ultima generazione sono meno autonomi di quelli di qualche anno fa: sono passivi, incerti, privi di senso pratico e inclini ad aspettare le soluzioni dall’esterno, allorché si trovano alle prese con un problema o una situazione che non sanno risolvere in base al loro bagaglio di nozioni o di esperienze.

Il magistrato che autorizza una famiglia rom a restare nella casa occupata abusivamente, perché, poverini, hanno dei bambini che altrimenti si troverebbero per la strada, e ciò a dispetto della richiesta del legittimo proprietario di tornare nella disponibilità del suo bene, incoraggia il vittimismo e il parassitismo sociale (e scoraggia i cittadini onesti dall’investire i loro risparmi nel settore immobiliare). Il dirigente scolastico che premia il furto di una bicicletta da parte di un ragazzino africano, facendogli comprare una bicicletta nuova coi fondi dell’istituto e scusando il furto col vivo desiderio di avere ciò che hanno i compagni, fa sapere al piccolo ladro che si possono avanzare diritti sulle cose anche senza aver lavorato e risparmiato per acquistarle onestamente. Il clero che ripete sempre ai fedeli che accogliere ogni sorta d’immigrati e falsi profughi è un preciso dovere cristiano, e che gli africani hanno diritto a stabilirsi in Europa in via definitiva (cosa che i veri profughi non si attendono né desiderano) crea negli stranieri l’aspettativa di trovare solo porte aperte ed essere ospitati senza bisogno di lavorare o fare alcunché per rendersi utili, anzi di avere solamente diritti, compreso un menù di loro gusto, con la carne halal, e una confortevole sistemazione in albergo, non in un’ex caserma. Appunto: regressione al carattere orale.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/perche-dilaga-la-sindrome-del-carattere-orale

Mare nostrum?

Pompeo ha affermato che i Balcani “rimangono un’area di competizione strategica”, candidabili  insomma alle destabilizzazioni e primavere democratiche contro la zona d’influenza che vi ha Mosca. Sia nei  Balcani, sia ad Atene, il segretario di Stato ha attaccato in termini inauditi  “la Repubblica islamica dell’Iran, i cui  terroristi hanno destabilizzato il Medio Oriente,  trasformato il Libano in un paese cliente e  contribuito a  provocare la  crisi dei rifugiati che continua a danneggiare  la Grecia in questo momento”.

Insomma ha incolpato l’Iran di tutte le conseguenze dei  tre decenni di guerre NATO nella regione  e del conseguente spargimento di sangue e per i conflitti provocati, giù giù fino alle  ondate di rifugiati – che invece ha prodotto la sua destabilizzazione dell’area secondo il  piano Kivunim israeliano, e il ripetuto tentativo di smembrare la Siria e farne un califfato  ISIS.

Pompeo non ha mancato, ovviamente, di denunciare “ l’influenza dannosa della Russia, in Grecia e nei paesi circostanti “, nonché  la Cina che “usa i  mezzi economici per costringere i paesi a concludere accordi svantaggiosi a beneficio di Pechino e lasciare i propri clienti fortemente indebitati “. Ossia ciò che da sempre ha fatto l’imperialismo americano, tramite il Fondo Monetario.

Che  bisogno c’era di una alleanza americano-ellenica? La Grecia è già  un membro della NATO.  Ma per decenni trascurato da Washington che poteva  contare sulla Turchia  e la sua forza  militare nell’Alleanza.  Ora però  con la destabilizzazione della Siria  e il suo smembramento non riuscito per l’intervento russo e iraniano, e l’oscillazione di Erdogan come “alleato”, la Grecia  – che ha una forza militare più notevole e preparata di quel che si crede, per storica diffidenza verso la Turchia –  è ridiventata utile.

Lo ha  detto chiaramente Geffrey Pyatt, l’ambasciatore Usa ad Atene:  “Gli stati Uniti hanno “dato per scontato” Mediterraneo orientale  per decenni. Ora  lo stanno rimettendo al centro della loro riflessione,  nella  visione globale su come far avanzare gli interessi degli Stati Uniti …Nell’attuale fase  di rinnovata competizione tra le maggiori potenze e  con le più grandi scoperte di idrocarburi dell’ultimo decennio, questo  crocevia globale di Europa, Asia e Africa è tornato in prima linea nel pensiero strategico americano”.

L’accenno alle  grandi scoperte di idrocarburi si riferisce ai giacimenti scoperti al largo di Cipro, il cui sfruttamento avverrà in condominio con Sion. Bisogna ricordare che Erdogan ha minacciosamente preteso la parte per la Turchia, mandando navi da guerra  a minacciare bellicamente  (fra l’altro  l’ENI).

Qui navi da guerra turche hanno bloccato la piattaforma Saipem 12000 dell’Eni nel febbraio 2018.

http://www.asianews.it/notizie-it/Cipro,-nuovo-fronte-di-scontro-fra-Europa-e-Turchia-per-il-controllo-dei-giacimenti-di-gas-43087.html

Ad Atene, Pompeo ha preso  apertamente le parti della Grecia  (ed Israele)  su questa questione: “Abbiamo detto ai turchi che la perforazione illegale è inaccettabile. Abbiamo chiarito che le operazioni in acque internazionali sono regolate da una serie di regole”.

Insomma, mentre Trump lascia  che Erdogan  si ritagli sul territorio della Siria la  fetta che  gli era stata promessa fin dall’inizio della guerra (combattuta  per procura coi finanziamenti sauditi  e degli sceicchi,  armando Daesh e gli altri islamisti tagliagole  e i curdi  ) per rovesciare Assad, voltando le spalle ai curdi ormai inutili, Washington si riposiziona militarmente in Grecia, adottandola come base per le future operazioni.

Il tutto, nel  palese  disprezzo degli “alleati europei” nella NATO. Come nota giustamente WSW, Pompeo è venuto in Europa e non ha visitato le tre  più grandi capitali:  né Berlino, né Parigi, e nemmeno Londra. In compenso è andato in  Macedonia per  esortare il governicchio locale di abbandonare il  progetto di autostrada finanziato dai cinesi nel  quadro della Belt and Road Initiative  (BRI, la nuova Via della Seta) di Pechino, ed  è venuto a Roma per ordinare al governicchio locale di rigettare  gli accordi con Huawei e piantarla con l’adesione al BRI.

Nel nuovo concetto americano,  l’Italia  conta meno della Grecia perché  noi siamo imbelli e  disarmati, mentre appunto, la Grecia è militarmente  più  forte  (per esempio  ha mantenuto  la leva obbligatoria  di massa), è nemica storica della Turchia, e  – grazie al “trattamento tedesco” subito dai greci – la Cina ha fatto acquisti importanti in Grecia.  Strategici. Il porto del Pireo.

A luglio, il già  sullodato ambasciatore degli Stati Uniti, Geoffrey Pyatt, ha dichiarato a Stars and Stripes che la base navale americana nella baia di Souda, in Grecia, utilizzata durante la guerra in Siria, è “praticamente satura“. I  militari statunitensi non hanno visto di buon occhio  gli investimenti cinesi nel porto del Pireo ad Atene: “Se vogliamo  far attraccare  una nostra nave da guerra  al Pireo, la Cina può dire di no.”

Per l’America,  è una tentazione strategica incoercibile  tentare di assestare un colpo bellico mortale alla Cina  prima che diventi troppo potente per essere sconfitta; “far pagare il prezzo “ alla Russia della sua vittoria politica in Siria; riconfigurare la NATO in termini di massima aggressione contro Mosca, puntando sui nuovi alleati come la Polonia e i baltici.  Adesso  o  mai più: sanno bene, i pensatoi americani  legati alla speculazione, che il sistema economico globale e liberista  che hanno imposto, con cui hanno ciecamente reso potente la Cina, e  dominato dalla finanza e dai suoi profitti usurari è al capolinea, e si regge solo con le  banche centrali che creano trilioni  a tasso sottozero, per mantenere gonfia la bolla, e in vita  le varie imprese e banche zombi che – se aumentassero i tassi d’interesse  – collasserebbero, indebitate come sono.

Fra un anno o tre, se  non fra qualche mese, potrebbe essere troppo tardi. Adesso o mai più.

MIKE POMPEO HA PREPARATO LA GRECIA ALLA GUERRA. Contro Russia, Iran, Cina….

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di Ettore Savini

Che bravi questi 5Stelle, che si sono battuti per il taglio dei parlamentari e, dunque, per far risparmiare un miliardo di euro all’anno al popolo italiano. Sì, proprio bravi, tanto che il loro leader, Luigi Di Maio, è stato ospite di tutti talk-show politici ed è stato intervistato, si fa per dire, da telegiornali e giornali radio di regime, che gli hanno offerto ampio spazio per autoincensarsi. Peccato che nessuno sia andato a vedere quello che, in realtà, altro non è che un bluff, ben riuscito grazie alla complicità dei media, ma sempre un bluff.
Innanzitutto, ci permettiamo di sollevare un dubbio. Ammettiamo pure, infatti, che la cifra che si andrà a risparmiare per gli stipendi dei parlamentari sia pure di un miliardo di euro all’anno, come hanno sostenuto i 5Stelle nella loro triste manifestazione, rilanciata, con foto e video, da tutti i giornalisti-servi, subito dopo l’approvazione del provvedimento che riduce i seggi in Parlamento. Siamo certi, però, che la minor spesa corrisponderà a un reale arricchimento per il nostro Paese? Tagliare le teste di deputati e senatori potrebbe comportare anche una diminuzione dei “pensanti” e questo rappresenterebbe un impoverimento, visto che in Parlamento si fanno le leggi, che regolamentano, poi, la società.
Ovviamente, a questa domanda non c’è risposta, ma il bluff emerge in tutta la sua chiarezza quando confrontiamo il presunto risparmio (un miliardo di euro all’anno, appunto) con i costi che si potrebbero ridurre e che non si riducono. I signori 5Stelle, infatti, sono al governo da un anno e mezzo, ormai, e allora ci chiediamo perché non hanno fatto nulla per tagliare davvero le cosiddette “auto blu”. A parole dicono di non voler utilizzare le vetture di Stato, ma in concreto ne fanno uso come tutti i loro predecessori. A cominciare dal presidente della Camera, Roberto Fico, che aveva cominciato con un viaggio in autobus e oggi non fa un passo senza l’auto di servizio.
Ecco, se davvero si vuole fare l’interesse del cittadino, bisognerebbe partire da qui: dal taglio dei privilegi, più che delle poltrone. Non solo: se volessero fare seriamente l’interesse degli italiani, anziché gettare inutile fumo negli occhi, i 5Stelle potrebbero cominciare dalle Regioni e, in particolare, dal Lazio. Pensate, ai dirigenti di via Cristoforo Colombo, sede della Giunta regionale: il più basso in grado guadagna circa 100mila euro all’anno, mentre i più importanti, i direttori regionali, arrivano almeno a 180mila euro annui. I direttori regionali sono 24 e costano alla comunità oltre 43 milioni di euro all’anno. I dirigenti “minori” non sono quantificabili, perché sul sito della Regione non sono indicati tutti, ma superano ampiamente le cento unità e, dunque, i 100 milioni di euro all’anno. A questi vanno aggiunti i dirigenti della Pisana, sede del Consiglio Regionale, molti meno, ma comunque con stipendi rilevanti. A cosa servono centinaia di dirigenti regionali, con competenze che potrebbero essere tranquillamente accorpate? Perché i 5Stelle del Lazio non hanno mai fatto la guerra a Zingaretti su questi temi?

Domande senza risposte e oggi i grillini del Lazio si stanno accordando col Pd, sulla scia delle intese nazionali, per spartirsi le poltrone delle Asl, delle Ater e delle società partecipate: altre centinaia di stipendi, tra Consigli di Amministrazione e dirigenti.
In buona sostanza, da una parte i grillini espongono gli striscioni della riduzione di spesa e, dall’altra, si accomodano ai tavoli delle nomine (di Stato e regionali), che costano alla comunità decine di miliardi di euro all’anno, che potrebbero essere risparmiati, con tagli di poltrone e costi inutili. Da una parte si risparmia un miliardo, con la riduzione dei parlamentari, dall’altra ci si accaparrano posizioni di potere, che valgono decine di miliardi di euro, a carico di ognuno di noi. Insomma, fumo negli occhi a 5Stelle, con la complicità di Zingaretti e di radio, tv e giornali asserviti ai padroni di turno.

http://www.ilpensieroforte.it/italia/2702-fumo-negli-occhi-a-5-stelle

Fonte: Il Pensiero Forte.it