Il saccheggio

Non ci vuole tanto per capire che l’immigrazionismo è un fatto ideologico voluto dalla finanza apolide internazionale per terminare il bel lavoro che hanno fatto sul nostro paese: spossessarci dell’IRI e del comparto industriale nazionale, per sostituire quello che sarebbe stata la multinazionale di stato più ricca del mondo entro il 2023 – dixit studio dell’OCSE – con le altre sorellastre, quelle private, oberarci di sensi di colpa per avere secondo la stessa ideologia “speso troppo” negli anni 70 e 80, ucciderci i personaggi di spicco che davano fastidio, Mori, Mattei, Falcone e Borsellino, tra i più insigni, e così via dicendo adesso tocca a piccoli commerci, artigiani, proprietari e tra un po’ toccherà a notai,  liberi professionisti e a tutti coloro che sono considerati “privilegiati”, parlamentari compresi, alla fine divoreranno anche i magistrati,  molti dei quali complici della finanza e dell’immigrazionismo, pensano che loro “se la caveranno”.

Comunque sia, quello a cui abbiamo assistito oggi è propaganda in atto. Ai piani alti, all’UNHCR hanno deciso che noi – Italia- “per denatalità” abbiamo “bisogno” di importare circa 400000 immigrati l’anno, scritto nero su bianco in tutta una serie di papers, studi e documenti prodotti negli anni! Invece di pensare a incoraggiare la maternità, gli asili nido, la domanda interna, il pil, e tutte quelle misure da noi considerate l’abc per rilanciare la crescita, no, costoro pensano di strozzarci di austerity e poi di riempirci di africani, cinesi ecc, che a loro volta scappano – o provengono – da paesi che crescono al 6% ma di cui non possono godere appieno – perché a goderne devono essere i coloni –  affinché noi che cresciamo allo 0.2% cediamo ancora gli ultimi “schifosi” privilegi che ci rimangono per essere nati bianchi e nella parte “ricca” del mondo, che poi sono i diritti basilari dell’uomo, una casa, un lavoro, una pensione, vitto, salute, istruzione, maternità, che noi avevamo ereditato corredati di un patrimonio messo in valore dai  nostri avi.

Tutto questo perché a chi sfrutta l’Africa, e la sfrutterà sempre di più, fa piacere che alcuni paesi africani  vengano svuotati demograficamente, due piccioni con una fava si possono colonizzare meglio facendone scappare i giovani e la classe media europea abbassa la cresta, non rischierà di andare a fare, diciamo così, competizione con l’elite del mondo. Poi con l’ECO la nuova valuta che sostituirà il franco CFA, e che toglie le riserve alla Francia, significa solo che l’elite francese si prende la torta per sé e invece di cederla al Tesoro francese – come avviene da 75 anni – e quindi putativamente al popolo francese,  la suddividerà direttamente con i suoi amichetti sinorotschildiani, visto che l’ECO sarà agganciato a un paniere di valute di cui il remnimbi.

Autore: redattorecapo

associazione culturale Araba Fenice fondata a Bondeno (FE)

2 pensieri riguardo “Il saccheggio”

  1. di Luciano Lago

    Come da tempo sostengono molti analisti, la possibilità per l’Europa di sottrarsi alla stagnazione economica ed al ricatto della declinante egemonia degli USA, deve essere vista nel realizzare una cooperazione con i poli di sviluppo euroasiatico, Mosca, Pechino, Bombay, gli unici che oggi presentano una crescita economica e strutturale che sarà dominante nei prossimi decenni.
    Esiste però un terzo incomodo che è costituito dalla volontà di Washington di non permettere all’Europa di affrancarsi dalla dominazione atlantica e di sviluppare un proprio progetto di indipendenza economica, energetica e politica.
    La strategia di Washington di impedire il costituirsi di legami euroasiatici ha puntato da tempo sull’agitare lo spettro artificiale della “minaccia russa” all’Europa ed successivamente sulla “minaccia cinese”. Questo ha di fatto impedito fino ad oggi una più stretta cooperazione dei paesi europei con le potenze euroasiatiche e le pressioni statunitensi si sono manifestate sotto forma di minacce e sanzioni.
    La misura è diventata colma quando, per impedire il completamento della realizzazione del gasdotto Nord Stream 2, tra la Russia e la Germania, Washington è arrivato da ultimo a sanzionare le società tedesche inpegnate nei lavori di completamento dell’opera.
    Il Nord Stream 2, è un progetto di gasdotto che si estende dalla Russia alla Germania e che, una volta completato, fornirà un mezzo sicuro per esportare il gas naturale russo nell’Europa occidentale, aggirando un’Ucraina ora instabile e unendo ulteriormente Russia ed Europa attraverso attività economiche reciprocamente vantaggiose.
    Gli interessi speciali di Washington sono quelli di impedire la realizzazione dell’opera (per quanto sia ormai tardi per farlo) anche per vendere in Europa il gas scisto GNL prodotto negli USA che ha un costo di una volta e mezzo quello russo, ma soprattutto per impedire che la Russia e l’Europa costruiscano legami più stretti attraverso un’attività economica costruttiva. Si tratta di una strategia di lunga data per costringere l’Europa a considerare la Russia un nemico ed una minaccia che, secondo Washington, insidia l’Europa “libera e democratica” subordinata al potente alleato di oltre atlantico.
    https://www.controinformazione.info/il-progetto-di-intesa-euroasiatica-ostacolato-e-sanzionato-da-washington-con-sanzioni-e-minacce/

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  2. Le famose privatizzazioni, nel corso del biennio 1992-93, avevano incontrato la forte opposizione di quella parte della DC, del PSI e del PDS che desiderava perpetuare l’industria di Stato e la convivenza dell’economia pubblica e privata.
    Quindi, si rese necessario un brusco incentivo, nello stile non troppo raffinato dei centri finanziari angloamericani.
    Il Parlamento si riunì per decidere sulle privatizzazioni il 27 Luglio 1993, lo stesso giorno in cui, in Via Palestro, esplose una Fiat Uno presso la Galleria d’arte moderna uccidendo cinque persone.
    Nella notte una seconda auto scoppiò nei pressi di San Giovanni in Laterano e una terza davanti alla facciata della Chiesa di San Giorgio in Velabro, in modo da rimarcare meglio i desideri della mafia bancaria.
    A rivendicare gli attentati è la solita Falange Armata, sigla dietro la quale si nascondevano, secondo quanto dimostrò un’inchiesta successiva, i soliti servizi segreti deviati agli ordini presumibilmente dei poteri forti internazionali.
    Il processo di privatizzazione riceve così un nuovo impulso, senza che venisse istituita una commissione indipendente nei confronti dei gruppi di pressione e dei potenziali acquirenti per la definizione del valore delle imprese da cedere.
    Il 27 Agosto 1993 il governo Ciampi abroga la legge bancaria del 1936 e introduce la banca universale, tanto amata dalla finanza anglosassone.
    Il 29 Ottobre 1993 il CDA del Credit approva la dismissione del 40% del pacchetto azionario in mano all’IRI, due giorni prima della mancata esplosione di un’autobomba vicino allo Stadio Olimpico.
    Nello stesso 1993 per delibera del Consiglio dei Ministri si procede alla dismissione della Banca Commerciale, ENEL, IMI, STET, Ina, Agip, Nuovo Pignone e Snam.
    Gli introiti ammontano a 4.400 miliardi, circa il 10% dei 30.000 miliardi di lire sprecati l’anno precedente dalla Bankitalia di Carlo Azeglio Ciampi nella difesa della nostra moneta dalla speculazione finanziaria.
    Secondo un’analisi della Corte dei Conti del 2010, il recupero di redditività da parte delle aziende passate sotto il controllo privato non sarebbe dovuto ad una maggiore efficienza, ma solo all’incremento delle tariffe, in mancanza assoluta di qualsiasi progetto di investimento.
    https://ilsimplicissimus2.com/2020/01/24/lo-chiamavan-draghi/

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