Demenza digitale

L’avvento della televisione (e poi dei video del web) e la sua massiccia diffusione (a scapito della lettura) come mezzo sia di informazione che di intrattenimento, in cui il soggetto riceve passivamente, e in cui si punta essenzialmente a suscitare emozioni per catturare e mantenere l’attenzione, ricorrendo al sensazionalismo, alla rapida successione, all’estrema semplificazione, ai dibattiti superficiali e contumeliosi; ed evitando ciò che rallenta e rischia di abbassarla, come l’approfondimento, il dibattito serio sul merito, le complessità e le incertezze della realtà, la verifica e la dimostrazione.

Rispetto all’era della lettura, il ricevere passivamente lasciando guidare la propria attenzione ha atrofizzato la capacità di attenzione selettiva, volontaria, autoimposta. E lo spettacolarismo emotigeno ha avvezzato a non usare e non sviluppare la riflessione, il ragionamento, il dubbio critico, la verificazione, la contestualizzazione, il confronto. E il tipo particolare di stimolazione neurofisiologica del monitor ha portato, soprattutto nei fanciulli, a un indebolimento delle facoltà cognitive e mnemoniche, descritto da Doidge. La televisione commerciale ha massimizzato, nella ricerca del profitto pubblicitario via audience, le suddette caratteristiche, e per giunta ha costretto i media stampati ad allinearsi, per mantenere una sufficiente tiratura.

LA FIDUCIA ARRIVA A SODOMA

Autore: redattorecapo

associazione culturale Araba Fenice fondata a Bondeno (FE)

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