Le menzionate inchieste giornalistiche convengono che il principale responsabile di tutto ciò è il fondatore e proprietario Dieter Schwarz, un’ottantenne che vive, volutamente e paradossalmente, nell’assoluta riservatezza stando lontano da sguardi indiscreti. È classificato dal magazine Forbes al 36° posto dei maggiori benestanti al mondo con un attuale patrimonio stimato in $ 22,4 miliardi (era di $ 7 miliardi nel 1999), ma secondo la rivista Bilanz, se si aggiungono investimenti, immobili e beni aziendali, il bottino raddoppia, salendo sul podio dei più ricchi della Germania.
Discende da una stirpe di commercianti con il padre Josef che dal 1930 era contitolare della storica bottega all’ingrosso di frutta esotica “A. Lidl & Co” nella Sülmerstraße 54 ad Heilbronn e nei decenni seguenti l’attività fu ampliata nei generi alimentari. Gli Schwarz avviarono successivamente dei propri market, evitando però di chiamarli con il loro cognome che significa “nero” e, per motivi legali, non potevano usare quello dell’ex socio. Dieter risolse la questione quando nel 1972, sfogliando il quotidiano locale Heilbronner Stimme, lesse un articolo che citava il pittore e insegnante in pensione Ludwig Lidl: lo contattò e comprò i diritti di sfruttamento del nome per 1.000 marchi.
Oggi la rete distributiva conta all’incirca 10.800 discount Lidl e 1.300 ipermercati Kaufland con 430.000 dipendenti per un fatturato annuo di oltre € 100 miliardi (era di € 2,6 miliardi nel 1990).
La crescita a livello europeo è stata sostenuta nel 2004-14 da soldi pubblici, intorno ad € 1 miliardo, erogati dalla Banca Europea Ricostruzione Sviluppo (BERS) e dalla International Finance Corporation (IFC) della Banca Mondiale. Tra gli ultimi finanziamenti vi sono € 220 milioni dalla BERS e € 180 milioni dalla IFC nel 2017-18 per un ulteriore consolidamento nell’Europa orientale, che si sommano ai € 50 milioni concessi contestualmente dalla Nordic Investment Bank, altra banca pubblica, per allargarsi in Lituania.
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