La riforma del sistema sanitario nazionale inglese avviato dalla Thatcher si basò quindi parimenti sulle stesse idee di obiettivi misurabili cifrabili e incentivazione a premi, il tutto basato sulla ricerca del massimo profitto in un contesto che si presume naturalmente concorrenziale simulando, in ambito sanitario e in tutti gli ambiti dei servizi pubblici, le pressioni del libero mercato.
Il sistema sanitario inglese che dopo le privatizzazioni versa in uno stato pietoso è stato uno dei maggiori temi della recente campagna elettorale in Gran Bretagna, superato però da quello della Brexit, che ha visto vincere il partito di quest’ultima contro Corbyn. Se ci pensiamo bene all’ora in cui gli inglesi stanno forse ripensando agli errori di questo modello competitivo e liberista che ha dato un’epoca di folli privatizzazioni, questo è proprio il modello che in Italia si continua a seguire e ad applicare con pervicacia, ostinazione, e cecità in tutti i settori ex pubblici, monopoli naturali o naturalmente pubblici, come la sanità, le autostrade, i porti, i trasporti, l’acqua, la scuola e così via dicendo.
Basti pensare alla Legge Bassanini, che ha voluto “efficientare” la pubblica amministrazione ma che con il sistema di premi ha solo creato una massa di funzionari cinici che per “far cassa” perseguitano il contribuente o maltrattano il “paziente” e che fa sì che i dirigenti amministrativi abbiano più poteri decisionali del politico da cui dipendono.
Basti pensare alla sanità, che sta seguendo a colpi di spending review e di privatizzazione larvata, la stessa rotta delle riforme sanitarie americane e inglesi degli anni 80, anzi superandola in quanto il nostro sistema sanitario pubblico viene appositamente smantellato da 30 anni (mancano centinaia di migliaia di medici e la materia grigia emigra, ho sentito resoconti di medici che si vergognano di dovere operare con i materiali più scadenti ecc) per far posto alle cliniche private per abbienti scrupolosamente francesi, che ci stanno ricomprando tutte le cliniche locali nostrane e che anch’esse applicano zelantemente il modello del sistema a premi, la redditività, la gestione dei sistemi del personale gerarchica, la competizione, in fin dei conti.