Dopo due anni di lotta accanita al presidente Trump, gli ufficiali generali del Pentagono – pressoché tutti formati personalmente dall’ammiraglio Cebrowski – gli si sono sottomessi con riserva. Hanno accettato: – di non istituire uno Stato terrorista (il Sunnistan o Califfato); – di non modificare i confini con la forza; – di ritirare le truppe USA dai campi di battaglia del Medio Oriente Allargato e dell’Africa. In cambio hanno ordinato al fedele procuratore Robert Mueller, che già utilizzarono contro il Panama (1987-89), la Libia (1988-92) e per gli attentati dell’11 Settembre (2001), di insabbiare l’inchiesta sul Russiagate.
Da allora l’ingranaggio ha funzionato alla perfezione.
Gli istruttori della NATO saranno dispiegati prioritariamente in Tunisia, Egitto, Giordania e Iraq.
In tal modo la Libia sarà accerchiata a oriente e occidente. I due governi rivali di Fayez al-Sarraj – sostenuto da Turchia e Qatar, nonché da 5 mila jihadisti arrivati dalla Siria attraverso la Tunisia – e del maresciallo Khalifa Haftar – sostenuto da Egitto ed Emirati – potranno perpetuare il reciproco massacro. La Germania, felice di ricoprire il ruolo internazionale di cui è stata privata dopo la seconda guerra mondiale, farà la mosca cocchiera dissertando sulla pace per sovrastare i gemiti degli agonizzanti. La Siria sarà accerchiata da ogni parte. Israele è già di fatto membro dell’Alleanza Atlantica e bombarda chi e quanto vuole. La Giordania è già il “migliore partner mondiale” della NATO. Il 14 gennaio Re Abdallah II si è intrattenuto a lungo a Bruxelles con il segretario della NATO Jens Stoltenberg e ha partecipato a una seduta del Consiglio Atlantico. Israele e Giordania hanno già un ufficio permanente nella sede dell’Alleanza. Anche l’Iraq beneficerà di istruttori NATO, benché il parlamento abbia votato il ritiro delle truppe straniere. La Turchia è già membro dell’Alleanza e controlla il Nord del Libano grazie alla Jamaa Islamiya. Insieme, potranno fare applicare la legge statunitense “Caesar”, che vieta a qualsivoglia impresa, di qualunque provenienza, di partecipare alla ricostruzione del Paese.
Così il saccheggio del Medio Oriente Allargato, iniziato nel 2001, andrà avanti. Le popolazioni martiri della regione, il cui solo torto è essersi divise, continueranno a soffrire e morire in massa. Gli Stati Uniti terranno a casa al calduccio i loro soldati, preservando la propria innocenza; gli europei invece dovranno assumersi la responsabilità dei crimini dei generali USA.
Secondo il presidente Trump l’Alleanza potrebbe cambiare denominazione e diventare la NATO-Medio Oriente (NATO-MO/NATO-ME). La sua funzione anti-Russia passerebbe in secondo piano, a profitto della strategia di distruzione della zona non-globalizzata.
Resta da vedere come Russia e Cina reagiranno a questa redistribuzione delle carte. La Cina ha bisogno per il proprio sviluppo dell’accesso alle materie prime del Medio Oriente. Dovrebbe quindi opporsi al dominio occidentale, benché abbia una preparazione militare ancora incompleta. La Russia e il suo immenso territorio sono autosufficienti. Mosca non ha motivazioni materiali per battersi. I russi potrebbero essere addirittura alleggeriti dal nuovo orientamento della NATO. È però probabile che, per ragioni morali, non abbandoneranno la Siria e forse sosterranno altri popoli del Medio Oriente Allargato.
(http://www.voltairenet.org, 18 febbraio 2020, traduzione di Rachele Marmetti)
I media turchi inoltre, riportavano che caccia F-16 turchi stavano colpendo le postazioni governative siriane; erano notizie false. Si trattava invece dei missili da crociera lanciati dalle navi russe. L’unica “grande offensiva” che la Turchia aveva lanciato a fine febbraio, era quella dell’esercito di troll su twitter e facebook, tra cui diversi cosiddetti “osservatori” ed “esperti” italiani del conflitto in Siria, in realtà sostenitori di Erdogan e del suo piano espansionista neo-ottomano in Siria, Libia, Mediterraneo orientale, Cipro, Iraq, Armenia e Grecia.
http://aurorasito.altervista.org/?p=10578
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Secondo i resoconti dei media, uno scontro violento si è svolto a Washington tra gli affari esteri e i dipartimenti militari. Pertanto, i funzionari del Dipartimento di Stato (Esteri) insistono sul dispiegamento di sistemi missilistici antiaerei Patriot in Turchia. Come Ankara aveva precedentemente suggerito, hanno intenzione di dispiegarli vicino al confine con la provincia siriana di Idlib, dove operano gli aerei russi, che forniscono supporto alle truppe siriane.
Allo stesso tempo, i funzionari del Pentagono, che dovranno prima assumersi la responsabilità delle conseguenze di tale decisione, la considerano una azione “sconsiderata”. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sostiene la sua posizione secondo cui lo spiegamento dei sistemi di difesa aerea americani per intercettare gli aerei delle forze aerospaziali russe, porterà i conflitti locali a livello globale. In realtà, si tratterebbe di provocare la terza guerra mondiale, secondo il Pentagono.
https://www.controinformazione.info/il-pentagono-non-ha-apprezzato-lidea-del-dipartimento-di-stato-di-provocare-un-conflitto-globale/
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