
Se la sovranità di un popolo è fondata nella sua identità, nella sua percezione del proprio presente come frutto organico di un percorso che affonda radici profonde nel passato e sfocia nei regimi occidentali di libertà e uguaglianza, la censura e la criminalizzazione del passato operata dai professionisti della rivoluzione globalista ultra-borghese è funzionale appunto a distruggere quella continuità, delegittimando radicalmente nazioni e istituzioni fino alla loro totale disgregazione. Per poi riempire il vuoto così generato con comitati “tecnici” transnazionali da essi controllati e con la “dottrina” ufficiale capillarmente veicolata dalla rete dei mainstream media analogici e digitali, resa ancora più pervasiva dalla “profilazione” fondata sul controllo dei “big data”.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/distruggere-i-monumenti-per-delegittimare-le-nazioni
E ora che i “barbari” che sfregiano e rovesciano statue e monumenti sono i crociati del politicamente corretto, la sinistra liberal americana e occidentale, non solo non li condanna, ma li celebra. Come scrive Gurminder K Bhambra sul New York Times, a proposito della statua di Edward Colston buttata in acqua nei giorni scorsi a Bristol, Regno Unito: “Il rovesciamento della statua di Colston ha reso possibile un dibattito pubblico sul nostro passato coloniale. Coloro che condannano le azioni dirompenti che scatenano il cambiamento dovrebbero riconoscere la violenza intrinseca del passato”.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/i-crociati-del-politicamente-corretto-che-vogliono-cancellare-la-storia
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