Questa è la seconda offensiva lanciata dall’esercito yemenita contro obiettivi militari in Arabia Saudita in meno di 48 ore, poiché lo Yemen ha effettuato domenica un altro massiccio attacco all’aeroporto internazionale di Abha con diversi droni, di cui solo uno è stato intercettato da Riyadh.

Le stesse autorità saudite hanno già riconosciuto l’incapacità dei sistemi di difesa missilistica Patriot di fabbricazione statunitense di rispondere agli attacchi yemeniti.
In scacco l’Arabia Saudita nonostante gli aiuti di USA e Regno Unito
Ultimamente, le forze yemenite hanno aumentato il loro potenziale militare e sono avanzate nelle città controllate dai mercenari, pagati e utilizzati da Riyadh all’interno dello Yemen, una situazione che ha messo l’Arabia Saudita in uno stato di debolezza e ansia a causa del suo possibile ritiro dallo Yemen e senza per poter concretizzare i propri obiettivi, secondo diversi analisti.
Ultimamente anche il New York Times ha riconosciuto che gli aerei senza pilota dello Yemen (droni) sono diventati una “sfida” per l’Arabia Saudita e questo regime non è in grado di contrastarli, secondo un rapporto.
L’esercito yemenita, sostenuto dal movimento popolare Ansarollah, aveva confermato in precedenza di aver attaccato, con 10 droni, due impianti vitali a Buqayq e Khurais, della compagnia petrolifera saudita Aramco , nell’est del regno arabo.
In un articolo pubblicato di recente, il quotidiano statunitense The New York Times (NYT) ha sottolineato che i dispositivi di controllo remoto dell’esercito yemenita hanno messo sotto scacco l’Arabia Saudita e questo regime non è in grado di affrontarli nonostante abbia le capacità finanziarie, militari e di intelligence necessarie per questo.
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