Nel regime staliniano, “lo stato assegnava uno status sociale, per cui gli individui adottavano volti, o maschere, che permettevano loro di rientrare nelle categorie sociali prescritte dal regime; molte “ persone lavorarono su di loro per diventare perfetti cittadini sovietici”, rivela l’immane opera di indagine sugli diari privati e gli archivi familiari dei cittadini dell’URSS, intrapreso dagli Annales francesi” “ Questi lavori hanno rivelato come gli individui interiorizzassero le norme e i valori del discorso ufficiale”.
Ricordiamo che l’homo sovieticus veniva in due versioni: quella dei dominati, che abbiamo sommariamente descritto, e quella dei dominanti. Così anche l’Homo Covidicus.
Che cos’era quella che spudoratamente a Mosca si auto-definiva “dittatura del proletariato”, infatti? Era – come la nostra oggi – una dittatura di “Ricchi di Stato”. Degli statali che s’erano impadroniti dello Stato e lo divoravano, mentre facevano strage dei cittadini nel GuLag, nell’Holodmor; che dallo Stato “prendevano”, senza “dare” (se non carestie, e proiettili alla nuca, quelli in abbondanza ilimitata, come i tamponi).
Erano quelli che – mentre il sovietico comune faceva le code quando arrivavano i calzini di filanca, lo zucchero, il latte – avevano accesso ai negozi riservati dove abbondavano caviale, storione, whisky scozzese, sigarette Lucky Strike e dischi pop occidentali il cui solo possesso in mano ad un dominato, scoperto dal Kgb, l’avrebbe proiettato nel GuLag per dieci anni.
Si chiamava Nomenklatura, nome che rivela il loro carattere buro-statale. Del tutto separati, anche mentalmente, dal popolo e dalle sofferenze che gli provocarono – con la loro amministrazione ideologica fecero collassare l’economia zarista, una delle più prospere della storia, in regime di code ossia di massima inefficienza (un economista gorbacioviano calcolò che nelle file si perdevano 65 miliardi di ore-uomo l’anno, era come se 35 milioni di russi “lavorassero” a fare la coda, contro 31 milioni impiegati nelle industrie). E in 70 anni di potere assoluto, questa Nomenklatura mai si pose nemmeno il problema di alleviare queste mostruosità umane, sociali ed economiche, di riorganizzare la distribuzione: gli andava bene così. Esenti da ogni compassione, ma anche da ogni razionalità.

Oggi la Nomenklatura di Gualtieri e Conte, sostenuta dai 5S e da tutti i ricchi di Stato (dalla Rai ai ministeri, dirigenze inadempienti, strapagati parassiti pubblici), sta facendo collassare l’economia del -10% (o più), provoca milioni di disoccupati, con la stessa spietata indifferenza: totalmente separata dal popolo, ignorante del funzionamento di una società complessa e dei danni permanenti che gli infligge con i suoi arbitri, favoleggia di acciaierie pulite che andranno ad idrogeno, e di economia verde e sostenibile che realizzerà con i 209 miliardi dell’Europa, che non arriveranno mai.
Sotto la Nomeklatura c’erano gli apparatchik; capi-fabbriche, scrittori ed attori, giornalisti del regime – che, anche se non acceso ai negozi del caviale, avevano la precedenza nell’assegnazione di auto (che i dominati dovevano aspettare anni), nell’assegnazione di appartamenti spaziosi e delle desideratissime vacanze a Soci.
La massa sovietica dominata non aveva casa ma una stanza in coabitazione, la cucina in comune con l’altra famiglia coabitante e pronta alla delazione per guadagnare credito verso il Partito e allargarsi quando l’una veniva arrestata. L’Homo Sovieticus Inferior si metteva docilmente in fila per la frutta fresca, l’arrivo delle salsicce e persino (nel 1929-34) del pane, come dopo per l’assegnazione di un’auto che sarebbe arrivata 3 anni in ritardo, sapendo che gli apparatchik gli passavano davanti, e campava per tutta la vita del grigio triste pane sovietico, delle grigie inenarrabili salsicce, borsh e cetrioli in salamoia; e il solo colore della loro vita era il quartino di vodka, super tassato, che comprava con uno sconosciuto, con cui lo condivideva aspettando il tram nel gelo: scena che ho visto personalmente a Kiev.

Le masse dell’Homo Covidicus Inferior sono quelle che si mettono volontariamente in coda per farsi “fare il tampone”, lo lasciano fare i loro figli piccoli (anche se provoca lesioni) e si affolleranno docilmente a farsi inoculare il vaccino – qualunque vaccino, senza chiedersi cosa ci hanno messo dentro.
L’homo covidicus superior, apparatchik, comincia a fare la sua comparsa: nelle maestre kapò che ordinano il tampone allo scolaretto perché “ha starnutito”, che vietano il prestito di una penna a chi ha dimenticato l’astuccio, il preside che chiama la Digos perché una maestra non porta la mascherina. I medici e pediatri he infliggono l’invasivo e pericoloso tampone (il solo genere di cui c’è abbondanza illimitata) con sempre maggiore sadico compiacimento, andando a caccia dei “positivi” come il KGB andava a caccia dei”deviazionisti”, nemici di classe che si celavano tra chi raccontava barzellette antisovietiche nella cucina in comune dell’appartamento.
ATTENTI A CHI ESEGUE IL TAMPONE!
IL TAMPONE FARINGEO È UN ATTO MEDICO;
IL TAMPONE NASALE È UN ATTO MEDICO-SPECIALISTICO;
DEVE ESSERE IL MEDICO E LO SPECIALISTA CHE COME ATTO MEDICO E TERAPEUTICO NE DECIDONO LA ESECUZIONE;
DEVE ESSERE IL MEDICO E LO SPECIALISTA CHE CONSIDERATO IL RAGIONAMENTO CLINICO DELLA PERSONA, DECIDE DI EFFETTUARE L’ESAME;
GLI ESAMI DEVONO ESSERE PRESCRITTI DAL MEDICO E NON DA ALTRE PERSONE!!!
I TAMPONI ESEGUITI ATTUALMENTE DEVONO ESSERE ESEGUITI SOLO DA PERSONALE MEDICO SPECIALIZZATO IN OTORINOLARINGOIATRIA QUALSIASI ALTRA PERSONA CHE LO ESEGUE COMPIE IL 🔗REATO PENALE DI ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE MEDICA (Art. 348 C.P.);
TUTTI I TAMPONI ESEGUITI NON NON POSSONO ESSERE CONSIDERATI VALIDI SE ESEGUITI DA PERSONALE NON MEDICO SPECIALISTA IN OTORINOLARINGOIATRIA;
CHIUNQUE ABBIA DATO L’AUTORIZZAZIONE È COMPARTECIPE DI 🔗ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE MEDICA. SIA LA PERSONA CHE ESEGUE IL TAMPONE, SIA SIA CHI HA DATO L’AUTORIZZAZIONE, SONO PERSEGUIBILI PENALMENTE SE NON MEDICI SPECIALISTI IN OTORINOLARINGOIATRIA (🔗Art.348 Codice Penale)
PRECISAZIONE NECESSARIA PER IMPEDIRE ABUSI SULLE PERSONE
DOTT. ALBERTO MOSCHINI
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Invece qui vorrei condividere il bugiardino di un tampone (precisamente l’Xpert Xpress SARS-CoV-2) e consiglio, in particolare, di soffermarsi sul punto 3 e sul punto 11.
Con un ultima domanda. Perché, tra l’altro, si legge: “In caso di malessere, contattare un CENTRO ANTIVELENI” ? Cosa stiamo permettendo di infilare nella nostra bocca e nel nostro naso e in quelli dei nostri figli?
FONTE: https://valentinabennati.it/la-dittatura-del-tampone-e-ce-chi-dopo-perde-il-liquido-cerebrospinale/
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Il sistema sanitario cinese rileva una serie di influenze anomali, si teme che sia l’epidemia da tempo annunciata che sarebbe una catastrofe tremenda in una nazione che attualmente conta una ventina di megalopoli da 8 milioni di abitanti e passa (Shangai ne ha 24 milioni). Si prova a fermare il virus nella regione in cui è stato rilevato attuando per la prima volta nella storia il “lockdown” di un’intera regione. Ma con il passare dei giorni ci si rende conto che si tratta di un’influenza con sintomi talvolta gravi, ma non è l’epidemia temuta. Si tratta soprattutto di un problema per il sistema sanitario, ma non essendo la Cina prigioniera dei dogmi liberisti può dirigire in questo ambito le risorse necessarie. Vengono conteggiati i morti per solo Coronavirus, , in modo da poter dichiarare cessato l’allarme. Il che spiega l’enorme divario con la mortalità nei paesi occidentali (170 a 1 per una nazione come l’Italia, dove invece viene fatto il tampone per ogni decesso, motivo per cui fra i “morti per coronavirus” si trovano, secondo le cronache, un morto annegato, un finanziere in coma per uno sparo accidentale, malati terminali ). Vengono conservate delle precauzioni ma in Cina la vita torna alla quasi normalità, a Wuhan riaprono le scuole dove la mascherina è solo “consigliata”e riaprono persino gli stadi.
La Cina insomma, più che il Covid ha vinto la paura del Covid.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-cina-piu-che-il-covid-ha-vinto-la-paura-del-covid
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L’associazione civica Federazione Rinascimento Italia lancia un appello con raccolta firme che indirizza alle massime autorità dello Stato e del governo: «Se si deciderà di prorogare lo stato di emergenza, senza alcuna evidenza scientifica o logico-razionale a supporto di tale decisione, le conseguenze sul tessuto socio-economico e sulla salute degli italiani saranno devastanti».
https://www.ilcambiamento.it//articoli/rinascimento-italia-lancia-petizione-non-si-proroghi-lo-stato-di-emergenza
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