Ricordate il suo “nessuno sarà lasciato solo”? Oppure il suo “noi NON stiamo dividendo l’Italia in due”?
Ebbene ciò dicendo, egli stava comunicando proprio che stava esattamente facendo il contrario dei concetti negati.
Infatti, interi comparti del paese sono stati abbandonati – alberghieri, ristorazione, caffetteria, artigianato, piccoli commerci e altri – e sto parlando dell’ossatura economica del paese, quella che lo ha reso forte e raggiante nel mondo, micro piccoli e medi imprenditori che non solo non hanno ricevuto niente ma che hanno dovuto anticipare le casse integrazioni e che il massimo che hanno potuto ottenere, quando lo hanno ottenuto, è di indebitarsi ulteriormente per pagare le tasse e pagare i rincari di luce e gas – poiché nessun anno bianco fiscale è stato previsto. Quando non hanno chiuso per colpa del governo che ha ingiunto di non lavorare a interi comparti abbandonandoli esattamente a sé stessi.
Quando ha istituito la decontribuzione per le aziende del sud Italia, egli stava esattamente facendo quello che dichiarava di non fare: dividere l’Italia in due, perché creare differenziali fiscali tra regioni dello stesso paese significa non solo dividere le regioni tra di loro ma introdurre una sperequazione innata che sgretola la parità di diritti dei cittadini di uno Stato. In un contesto di emergenza economica nazionale, il regime di aiuti alle aziende doveva essere universale, al di sotto di talune soglie e per le aziende residenti in Italia. Tanto più che le aziende più danneggiate dall’emergenza sono state quelle del nord. Pertanto lui ha fatto esattamente quello che le multinazionali fanno da anni nel mondo e in Europa: differenziare la fiscalità e lo stato sociale da area ad area per sfruttare meglio i differenziali sociali, fiscali, lavorativi e di mercato da un paese all’altro a vantaggio sempre degli azionisti privilegiati e nascosti delle solite multinazionali. Ha fatto proprio il contrario di quello che ha dichiarato.
Adesso esaminiamo il punto stampa di ieri sull’ultimo DPCM. https://www.youtube.com/embed/lgc_U7eic68?version=3&rel=1&fs=1&autohide=2&showsearch=0&showinfo=1&iv_load_policy=1&wmode=transparent
Primo, la proroga al 31 gennaio dello stato di emergenza sulla base di una “risalita” dei dati: la premessa è falsa e non statisticamente corretta come spiegato in altri articoli (1) poiché si basa sulla rilevazione in numeri assoluti dei risultati dei tamponi PCR che danno dal 70 al 95% di falsi positivi, per ammissione stessa dei produttori di tamponi e di scienziati e medici indipendenti e come finalmente detto da qualcuno in faccia a Galli, il virologo super presente in TV.
Poi prorogando lo stato di emergenza sulla base di una norma di procedura civile che non c’entra con un’emergenza sanitaria, egli contraddice sé stesso quando diceva, in altri dpcm che la proroga fino al 15 ottobre non era ulteriormente prorogabile ma il comma è stato semplicemente cambiato nell’ultimo dpcm: Conte sta costruendo una normativa fatta di rimandi, di sostituzioni di frasi e di correzioni retroattive che rendono la lettura della legge opaca e incomprensibile.
Il tutto per rendere più simbolico e incisivo il suo intervento orale sulle menti labili di un popolo allo sbaraglio.
L’oggetto del suo punto stampa sono i dispositivi di protezione – le mascherine – da indossare all’aperto sempre “a meno che non si trovi in una situazione di continuativo isolamento” come “in campagna isolati” o “in montagna isolati”. Tutto questo “per evitare nuove misure restrittive alle attività economiche”.
La manipolazione si basa sul concetto di “per il tuo bene”, utilizzato con i bambini per costringerli a fare qualcosa che non vogliono fare e poi ampliato a tutti i regimi totalitari e despotici che sciorinano un paternalismo nauseabondo per far presa sui cittadini terrorizzati dallo stesso regime. Pertanto è chiaro che siamo considerati come infanti da manipolare: è la regola aurea di qualsiasi propaganda di regime.
Poi posta la regola eccezionale, già di per sé costrittiva e straordinaria rispetto ai basilari diritti umani, incisiva nell’ordine del simbolico, si aggiunge subito l’eccezione nell’eccezionalità, sia pur negata con lo stesso trucco, per sfrondarne la possibilità di attuazione anche laddove non si era mai spinto nessuno così tanto dal regime fascista in poi: violare il domicilio privato e la libertà personale (artt. 13 e 14 della Costituzione).
leggi tutto : https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2020/10/10/conte-la-retorica-di-un-manipolatore/
Riassumendo: Conte sa usare molto bene i ferri del suo mestiere (diritto amministrativo), ma la politica è qualcosa di più.
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Un classico esempio tratto dal Manifesto di oggi:
Edizione del 11.10.2020
Conte riunisce i capidelegazione: sul tavolo la stretta per evitare nuovi lockdown. Tra le ipotesi, serrande abbassate alle 24 per i locali e divieto di sosta davanti a bar e ristoranti dopo le 21. Ricevimenti a numero chiuso. Oggi Speranza incontra il Cts, domani si decide
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Ed è già mostruoso che un Conte qualsiasi messo li non certo da noi si permetta di dettagliare quello che si può fare e quello che non si può fare: con il trucco dell’elenco restrittivo, in modo esauriente, si restringe tragicamente e illegalmente direi tutte le libertà e i diritti costituzionali. E così facendo si aggira completamente la Costituzione, che non è aggirabile, e la legge fondamentale dello Stato.
Il golpe è servito. E siamo solo agli inizi.
E inaccettabile – affine a crimine contro l’umanità, già praticato durante al lockdown – è la visita ai parenti praticamente vietata in ospizi, ospedali, rsa, ecc. La disumanità in un decreto, ma nessuno dico bene NESSUNO ne ha parlato. La tecnica è in parte riuscita, in parte c’è una pletora di giornalisti collaborazionisti.
https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2020/10/14/dpcm-errata-corrige-lo-stato-entra-dentro-casa-lo-stesso/
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