Quando fallì la Enron, all’epoca il più grande fallimento societario della storia, si dice che tutti i libri contabili e tutti i faldoni contenenti la storia fraudolenta del noto colosso energetico, fossero custoditi all’interno dell’edificio numero 7 del WTC, un grattacielo che si è casualmente disintegrato l’11 settembre 2001 senza essere stato colpito da niente. Poi è arrivato il QE e si sono trovati i soldi per tutti. Non potendo replicare il crollo o l’incendio di tutti i documenti delle banche di tutto il mondo, pare che la soluzione più percorribile sia stata questa pandemia sintetica.
Durante la storia delle banche, le crisi sono sempre successe. Quando i banchieri capivano che era giunto il momento di mettersi d’accordo e dare origine a nuovi equilibri economici, essi dichiaravano il “Bank Holiday”, chiudevano tutte le banche per alcuni giorni, e le riaprivano quando i conti reciproci erano sistemati. Adesso, invece di chiudere se stesse, le banche, hanno deciso di chiudere il mondo intero con i lockdown. Il principio è lo stesso, ma è cambiata la prassi. Non c’è niente di personale. Nessun rancore. Solo ragioneria e ripartizione delle perdite. Per le banche noi siamo solo dei codici fiscali su cui agganciare un mutuo che altrimenti non potrebbe esistere, proprio perché sottostà alle regole della partita doppia. Siamo soltanto delle X su dei fogli Excel.
Questa è la progressione che ci ha portato al punto in cui siamo: quello della FINE DEL CREDITO!