Sospetti fondati

In ogni caso, mi sembra che la protervia con cui le verità ufficiali vengono poste indiscutibilmente lasci un’impressione di sospetto. C’è una situazione sanitaria che ha portato dopo quasi un anno al decesso ufficialmente dello 0,001 della popolazione (ma bisognerebbe vedere quanti di questi deceduti erano già in condizioni molto gravi, e hanno patito l’aggressione del Covid come avrebbero potuto patire quella di una polmonite o simili); per certe parti di questo periodo sono stato a Milano, dove si ha modo di sentire direttamente molte persone, anche semplicemente dai discorsi in giro: non ho mai sentito di nessuno che abbia avuto problemi di salute seri per via del Covid. Chi ritiene che una situazione sanitaria di questo tipo non giustifichi due mesi di arresti domiciliari per tutti gli italiani (che si prospettavano ad oltranza e assoluti, con l’esercito che portava il cibo a casa), chiusura coatta e senza alternative delle attività economiche, limitazioni alla libertà di movimento garantita dalla Costituzione, viene definito “negazionista” e in questo modo relazionato a una vicenda di campi di sterminio. Una polemica storica di cui, per la verità, non mi sono mai sentito di interessarmi particolarmente. Ma su cui ora sono portato a cominciare qualche dubbio. Se chi riguardo la questione Covid esprime delle posizioni per me di evidente sensatezza viene definito negazionista, non sarà che magari i negazionisti riguardo la questione ebraica durante il nazismo siano quelli che cercano di far emergere la verità?

Di Enrico Caprara

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/sospetti-fondati

Giochiamo a calcio

Fonte: Massimo Fini

Non c’è solo il fascismo degli antifascisti, ma anche il razzismo degli antirazzisti. È ormai noto ciò che è successo  l’altroieri a Parigi durante la partita fra il borioso Paris Saint-Germain (conosciuto più che altro per aver acquistato dal Barcellona per 250 milioni di euro Neymar, uno pseudocampione che a Barca non serviva e poco di più ha fatto al Paris)e la squadra turca Basaksehir. Lo riassumiamo qui, in sintesi, per chi eventualmente non lo conoscesse. Si era attorno al quarto d’ora del primo tempo, un calciatore francese Kimpembe commette un fallo, dalla panchina turca si protesta chiedendo un’ammonizione, si agita in particolare Achille Webo, il vice dell’allenatore. Il “quarto uomo”, rumeno come tutta la quaterna arbitrale, che ha fra gli altri compiti quello di tenere a bada le panchine surriscaldate, si rivolge all’arbitro, il suo compatriota Hategan, per segnalargli il comportamento scorretto della panchina turca. L’arbitro chiede in rumeno chi sia il principale responsabile.  “È quel negru”, risponde il quarto uomo. Apriti cielo. Un panchinaro turco grida “Why say negro!”, “Why say negro!”, “Why say negro!”, il poveraccio cerca di spiegare che “negru” in rumeno non ha alcun connotato spregiativo. Inoltre la panchina del Basaksehir è occupata da una maggioranza di giocatori bianchi e quindi l’espressione del quarto uomo va valutata come se fra un gruppo di tricofanti avesse indicato l’unico calvo. Niente da fare. Ne nasce un parapiglia, i calciatori turchi seguiti da quelli del Paris lasciano lo stadio per protesta. Il caso diventa politico e internazionale, interviene anche il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che condanna “l’episodio di razzismo”. Fa a dir poco sorridere, o per meglio dire pena, che questi candidi gigli dei giocatori turchi, che in patria accettano che il loro premier sbatta in galera decine di migliaia di oppositori (senza badare al loro colore, in questo il noto tagliagole è equanime) si scandalizzino per un insulto che non c’è mai stato.

Le due squadre si sono ritirate dal terreno di gioco senza il consenso dell’arbitro. Un fatto inaudito nella storia del calcio mondiale a livello professionistico. Uno scherzetto del genere costò al grande Milan del pur potentissimo Berlusconi un anno di squalifica da tutte le competizioni Uefa. Altro che rifare la partita.

Il rapporto calcio/razzismo è di lunga data. Il buon Bruno Pizzul, l’ultimo nostro grande telecronista che sapeva dare pathos alle partite senza scomporsi a ogni gol o parata, fu massacrato perché durante una partita a proposito di un’ala di colore disse: “gioca bene quel negretto”. In realtà era un’espressione affettuosa in cui non c’era nulla di spregiativo.

Va bene, adesso tutti abbiamo imparato che si dice “persona di colore”. Però di fatto, nel libero Occidente, ormai non si può più dire nulla. Viene in mente uno sketch di Sordi dove l’Albertone nazionale sbeffeggiando il Duce gli fa dire: “Tutto si può dire e nulla si può fare”. Va capovolto: tutto si può fare, anche violare l’intero Codice penale, ma nulla si può più dire.

Per tornare al calcio questo gioco ha assunto dimensioni così enfiate, economiche e tecnologiche, che qualsiasi cosa anche la più innocente può essere strumentalizzata ideologicamente (se un giocatore dopo un tremendo pestone dà in una sacrosanta bestemmia, la tecno ne riprende il labiale). Qualche giorno fa una calciatrice spagnola si rifiutò di aderire al minuto di silenzio in onore di Maradona. In linea teorica un gesto giusto, coraggioso, perché Maradona, fuori dal campo, non era da portare ad esempio. Ma, secondo me, l’ideologia dovrebbe restare fuori dai terreni di gioco. Sul campo si gioca e basta, altrimenti si perde il senso stesso del gioco. Il calcio a differenza del rugby, della pallavolo, dell’hockey, s’è gonfiato come la rana di Esopo e, come l’intera nostra società, farà la stessa fine.

Cattocomunisti

Tempo fa un conoscente mi ha chiesto con fare ironico e quasi al limite del sardonico:“Mamma mia, ma quanto ce l’hai con questa sinistra, cosa mai ti avrà fatto!”Con pacatezza gli ho risposto:In poche parole, non mi piace “questa” sinistra, perché è l’entità più falsa, ipocrita, opportunista, menzognera e discriminatoria nei confronti degli italiani, che abbia mai calcato la scena politica di questo Paese.Non mi piace, perché pur di portare a compimento i propri interessi, non ha esitato ad umiliare i propri cittadini per compiacerne altri, nella speranza di acquisire un nuovo elettorato grazie al quale sostituire quello attuale, e non mi piace perché è arrivata a stravolgere la nostra stessa vita, le nostre usanze, le nostre tradizioni, arrivando ad assecondare preti che non fanno più il presepe e presidi che nelle scuole rinunciano all’albero di Natale, pur di compiacere l’arroganza di chi arriva deciso a prevaricare, piuttosto che integrarsi.Non mi piace la sinistra, perché è arrivata a mettere mano al vocabolario italiano, pur di imporre il “pensiero unico mondialista”, vietando alle redazioni giornalistiche con un documento ufficiale, l’utilizzo della parola “c.l.a.n.d.e.s.t.i.n.i”e intimando che venisse sostituita con il più bucolico “migranti”, manco fossero tutti innocue e simpatiche rondinelle, o vietando l’uso del termine “z.i.n.g.a.r.i”, per imporre di sostituirlo con follie linguistiche tipo “camminanti” o “nomadi”, anche quando nomadi non sono affatto, e stazionano per anni nello stesso posto per la felicità di chi ha la fortuna di dover condividere con essi le periferie.Non mi piace questa sinistra perché una carica dello Stato, che rappresentava il 3 % dell’elettorato italiano, si è permessa di proferire proclami solenni, quali:“I migranti sono l’avanguardia di uno stile di vita che presto sarà quello di tutti noi!”Frase che trovo orrenda, perché non sottintende una scelta o una volontaria voglia di condivisione, ma lascia intravedere una IMPOSIZIONE con tutte le sfumature dei bei regimi comunisti andati.Non mi piace questa sinistra perché corre a stracciarsi vesti e capelli nei primi banchi ai funerali di stranieri che muoiono in seguito a risse alle quali partecipavano attivamente, e da lì ululano tutto il loro sdegno contro gli italiani razzisti e xenofobi, aggiungendoci qualche “colpa di Salvini”, che non guasta mai, alla propaganda sinistroide, salvo poi scoprire che i compianti erano affiliati ad organizzazioni dedite a traffici e taglieggiamenti eseguiti con inenarrabile violenza e ferocia, mentre ai funerali dei numerosi italiani che cadono sotto i colpi dei “migranti”, la sinistra istituzionale non si fa vedere nemmeno e non si indigna mai, salvo qualche risicato : “E’ un caso isolato!”, anche quando i casi sono ordinaria quotidianità tutt’altro che isolati.Non mi piace questa sinistra, perché dopo ogni atto criminale che vede protagonisti i soliti noti, non fa che ripetere che non possiamo generalizzare per colpa di “uno” su tutti gli altri, ed attaccano a recitare il consueto mantra opportunista ed ipocrita:“Non possiamo fare di tutta l’erba un fascio!”Salvo poi, quando arrivano barconi carichi con 999 subsahariani ed UN siriano, diventare loro i primi generalizzatori ed utilizzatori del “fare di tutta l’erba un fascio”, raccontandoci che su quel barcone, c’erano 1000 “profughi” in fuga da Aleppo. Se serve a far diventare “siriani” anche i 999 africani grazie all’unico vero profugo a bordo, il “fare di tutta l’erba un fascio” diviene consentito ed opportuno.Non mi piace questa sinistra perché sale in cattedra sempre contro chi si difende, ma mai contro chi aggredisce, chi rapina, chi stupra. Non mi piace perché con mesi e mesi di lavaggi di cervello sono riusciti a trasformare in “razzismo” la legittima difesa e non li ho mai sentiti una sola volta usare contro stupratori, rapinatori ed assassini, la stessa veemenza e lo stesso disprezzo che usano nei confronti di quanti si confrontano sul tema sicurezza. Per loro il problema non consiste nel fatto che il il 40% degli stupri, il 31% degli omicidi ed il 60% delle rapine violente in abitazione, vedano esecutori stranieri, no, per loro il problema è chi “parla alla pancia”, come se i rapinati, le stuprate ed i pensionati torturati con ferri da stiro roventi fino a quando non indicano il nascondiglio dei risparmi, avessero bisogno di Salvini che parli alle loro pance, per essere furenti.Non mi piace questa sinistra, perché per loro il criminale, soprattutto quello immigrato, gode sempre di una qualche “attenuante culturale”, e ci sarà sempre una “colpa nostra” nel non averli integrati o qualche pietista storia di emarginazione o di “mancata inclusione” a derubricare le loro malefatte, perché per la sinistra, da sempre, chi subisce un reato è in qualche modo il potenziale mandante dello stesso, poichè la sua condizione di persona rispettosa di regole e leggi e magari benestante, per i comunisti è già vista come una sorta di istigazione a delinquere nei confronti del povero “escluso”, che non può che delinquere per sopravvivere. Non mi piace questa sinistra, perché chi invoca sicurezza e rispetto per le leggi…è un fascista che mette in pericolo quel meraviglioso paradiso del quale blaterano dalla mattina alla sera nei salotti radicalchic della RAI, con fuori ad attenderli scorte formate da 20 uomini. Non mi piace questa sinistra perché pur di crearsi un nuovo elettorato straniero ed ingrassare le COOP ROSSE, ha operato il primo caso di “invasione assistita” della storia dell’umanità, usando le proprie forze militari per meglio farsi invadere anziché respingere e rimpatriare clandestini, come fa il resto del mondo.Non mi piace questa sinistra, perché ovunque siano sorte le barricate erette dai cittadini che stanno pagando mutui da 200 mila euro per case che poi ne varranno 30 mila, gli stessi sono definiti “fascisti”, “razzisti” e “xenofobi che si dovrebbero vergognare”, tranne che a Capalbio, ridente cittadina, oltre che ameno luogo di villeggiatura di importanti esponenti politici accoglienti ed umanitari, dove però a quanto pare, la quota a loro destinata e respinta di 30 o 40 “sedicenti profughi” africani, non avrebbe fatto per niente “pendant” con la signorile piazzetta centrale, o le villette arredate con gusto.Non mi piace questa sinistra perché non ammette la sconfitta e vorrebbe tanto rifilarci un governo di sinistri nominati, perché ha la supponenza di superiorità morale e culturale, nonché la pretesa di puntare il ditino accusatore a chiunque. E non mi piace per un altro miliardo di motivi che affondano nelle loro stesse radici, quelle che negano, che fanno finta di non conoscere, che fanno finta di ripudiare, sebbene lo sappiano benissimo che possono cambiare colori , simboli, abiti, possono mettersi in giacca e cravatta e cambiare nella denominazione del partito quel “comunista”, sostituendolo con tutti i “democratico” che vogliono, ma sono e rimangono nipotini di quella falce e martello che nella storia ha seminato più morti del nazismo , tra coloro che la pensavano diversamente.

Olindo Ferri PRI Bologna sezione G.PITTALIS SU FB

Facilmente

di CLAUDIA VERGELLA (FSI-Riconquistare l’Italia Roma)Perché sono riusciti facilmente, e sottolineo facilmente, a farci fare grossi passi indietro smantellando il welfare? Ricordo che ad un certo punto mi sono svegliata dal letargo in cui mi trovavo e ho iniziato a stupirmi davvero di quello che stava succedendo nel paese.Ho capito poi che la mia colpa principale era stata l’eccessiva fiducia nel progresso sociale che avevo notato intorno a me dall’età della ragione e che mi era apparso inarrestabile. La fiducia mi aveva obnubilato. E in particolare mi aveva fregato la fiducia che riponevo nella “sinistra”, che mi aveva portato a pensare, quando ho avuto i primi dubbi sul suo operato, che forse ero io che sbagliavo. E che mi aveva fatto considerare Berlusconi non come uno dei mali del paese, ma come il male assoluto.Alla luce di quanto accaduto in questi ultimi anni, mi chiedo spesso come sia possibile che lo stesso mio errore di tanti anni fa venga fatto ancora a favore della “sinistra” nei confronti di Salvini e della Meloni (per gli odiatori di questi ultimi: leggete bene, non li sto affatto difendendo).Oggi alcuni adulti ancora non si accorgono che il progresso era realizzato dalle politiche degli Stati nazionali e non certo dall’U.E.. Questi stessi considerano di sinistra auspicare nel contesto odierno, come massimo provvedimento di giustizia sociale, un po’ di redistribuzione della ricchezza. Ebbene questa parte di italiani è obnubilata.A chi si riconosce in questa illusione, consiglio di ricominciare daccapo a studiare, come se fossero tornati bambini. Altrimenti vivranno nell’ignoranza e sulla loro pelle, la crescente proletarizzazione della classe media e si dispereranno senza capirne il perché. Nei più giovani l’atteggiamento fiducioso non può esserci e non c’è; invece del progresso hanno visto il declino. La differenza la può fare lo studio della storia e delle materie affini. O la storia o la propaganda.La storia ti fa vedere che lo Stato può attuare politiche contro le ingiustizie sociali. La propaganda ti fa credere che i mali presenti siano ineluttabili.Credo che sia necessario insegnare ai giovani tre cose: gli italiani nel passato, dopo la seconda guerra mondiale, hanno realizzato grandi imprese che li hanno fatti primeggiare nel mondo; primeggiare davvero non è, per un popolo, prevaricare sugli altri ma, al momento opportuno, saper dimostrare solidarietà; studiare serve ad accorgersi quando vengono raccontate delle balle.Spero che possano capire tutto questo. Anche gli adulti.

Molinari al Parlamento

E mentre ci privano persino del diritto più elementare di visitare un parente ricoverato, e di controllarne la terapia e il trattamento, leggiamo dalle linee guida dell’aifa e del ministero della salute, che per l’assistenza a domicilio della sars cov 2 sono praticamente sconsigliate ai medici di base TUTTE le cure che funzionano, dall’aspirina all’antibiotico, dal cortisone all’eparina, dalla clorochina a qualsiasi terapia vitaminica o integrativa: in pratica, la politica vuole che i pazienti non si curino e vadano a ingrossare i letti di ospedale, aumentando i numeri dell’emergenza per terrorizzarci meglio. Solo è consigliata la tachipirina che, secondo la stragrande maggioranza dei medici in scienza e coscienza peggiora solo le condizioni cliniche di un paziente.

Nel frattempo, mentre si consumano questi crimini contro l’umanità,  ci traghettano  verso la “Repubblica digitale” con tanto di partecipazione democratica elettronica, sic, il sogno distopico espresso nel video  Gaia dalla  Casaleggio associati (1) più di dieci anni fa. Demenziale perché esso richiede la distruzione totale degli Stati nazione, l’eliminazione di qualsiasi residuo di sovranità, la cancellazione dalla faccia della terra non solo del sacrosanto principio dell’autodeterminazione dei popoli, ma dei diritti umani tout court, richiede il controllo totale delle nostre vite, per l’acquisizione dei dati biometrici, senza i quali, la moneta debito digitale non sta in piedi.  Perché i nostri dati biometrici sono la peggiorativa forma della nostra accettazione estorta, forzata, della moneta. E tutto questo mentre veniamo distratti da argomenti altrettanto spaventosi come il decreto immigrazione, o i problemi economici della gestione covid, e i decessi quotidiani.

Nota: riportato da Ncoletta Forcheri in https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2020/12/05/accorato-appello-di-molinari-tra-bavagli-e-fantasmi/

Il fischio al naso — Il simplicissimus

Ormai disperavo di poter conoscere dal vivo un vero malato di Covid, perché davvero sarebbe stato il colmo assistere alla distruzione di un intero mondo per un male di cui non si è avuta alcuna esperienza concreta, ma soltanto mediatica. E invece adesso posso dire di aver conosciuto addirittura un’intera famiglia Covid, padre, madre e […]

Il fischio al naso — Il simplicissimus

I despoti della truffa

Chissà dove sono finiti i teorici dell’uomo – merce o anche quelli che erano rimasti alla semplice mercificazione delle persone dentro il sistema di mercato: sono letteralmente scomparsi o meglio sono stati tolti dagli scaffali delle idee non ammesse, ma concesse come uno spinello nel salotto buono, quando si è trattato di riconoscere che la medesima cosa vale anche per la salute che ormai è concepita in ragione dei farmaci e/o dei sistemi sanitari, e non viceversa come dovrebbe accadere in un universo normale. Il profitto domina ed è ormai il principale sistema diagnostico, anche se il paziente non se ne accorge quasi mai. Ma talvolta si esagera ed è possibile vedere la realtà attraverso gli strappi. Adesso sappiamo che l’Europa ha varato agli inizi di ottobre un piano da 1, 2 miliardi di euro per approvvigionarsi di Remdesivir della Gilead, uno dei partner più vicini alla fondazione Gates e al famigerato Fauci poche settimane prima che esso venisse depennato dall’Oms come cura contro il Covid, visto che quattro studi randomizzati condotti su un totale di 7000 persone hanno stabilito la sua inefficacia.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2020/12/03/i-despoti-della-truffa-sanitaria/

Credere,obbedire, vaccinarsi

Gratta gratta e si scopre che i veri fascisti sono proprio quelli che fanno mostra di antifascismo e magari si appuntano medaglie di cartone sui baveri di sartoria, sono loro che si sono seduti sulla pancia dello stato di diritto e lo vogliono soffocare. E’ di qualche giorno fa la sparata del deputato piddino Andrea Romano il quale nel corso di un’intervista alla 7  si è armato di manganello e di olio di ricino e ha detto: “Se ci saranno ancora quelli che lavorano contro i vaccini, quelli lì andranno zittiti, non bisognerà nemmeno dare loro il diritto di parola, lo dico a tutti, giornalisti, politici, tecnici, perché davvero non scherziamo più”. 

Come si vede Andrea Romano non è un tizio qualunque: è al contrario l’emblema di una sinistra che ha dimenticato del tutto il marxismo, ma ha conservato il leninismo, che in questo contesto diventa mera espressione di elitarismo antipopolare. Anzi di vero e proprio fascismo e questa volta non scherziamo.

estratt0 da https://ilsimplicissimus2.com/2020/12/02/il-romano-fascista-credere-obbedire-vaccinarsi/