Trans-umanesimo

Si tratta, al contrario, di una grande controffensiva egemonica rispetto alla crisi di consenso che ha investito il finanzcapitalismo (Luciano Gallino) e che presto toccherà il tecno capitalismo feudale e panottico dei GAFA.

E’ illuminante una riflessione di Geminello Preterossi, autore di Contro Golia: “se di un riorientamento c’è bisogno, per gli oligarchi di Davos questo dovrà essere realizzato dal capitalismo stesso, cioè da coloro che hanno prodotto il disastro. Con una sorta di illusionistico falso movimento, mettendosi all’opposizione dell’esistente, sfruttano l’occasione della pandemia per immunizzare il potere assolutistico del capitale da qualsiasi reale cambiamento che provenga dal basso e rappresenti un’alternativa organizzata: per far questo occorre mutare narrativa, fingere di liquidare il neoliberismo per salvare e rilanciare il capitalismo (il cui nucleo di potere neoliberale resta intatto), potenziandone le possibilità di dominio. Quel dominio delle menti si spinge fino al progetto smisurato di un controllo totale, algoritmico, sulle vite, il cui residuo di differenza e autonomia deve essere azzerato o neutralizzato con modalità automatiche. “

La passività sociale sostenuta dalla sorveglianza blocca il conflitto e riduce al minimo la socialità, divenuta sinonimo di pericolo. Il Reset distrugge la piccola e media impresa e gran parete del tessuto sociale e comunitario, abolisce le tradizioni storiche e disgrega l’autonomia dell’umano. E’ la fine della libertà in nome di una sinistra uguaglianza che Pasolini avrebbe chiamato feroce omologazione e Orwell conformismo coatto. Tutto ciò è condito con un’indigeribile salsa che Preterossi chiama “fatua retorica del bene comune, del green, dell’inclusione, in cui la neolingua esenta dalla coerenza per mistificare qualsiasi situazione, facendola apparire il contrario di quella che effettivamente è. “

Autore: bondeno

redazione bondeno.com

1 commento su “Trans-umanesimo”

  1. L’obiettivo finale è l’anti società post umana. La posta in gioco è una trasformazione antropologica di cui Agenda 2030 non è che una tappa. L’obiettivo finale è superare l’uomo, la svolta del transumanesimo dentro un orizzonte in cui la tecnica è la levatrice della storia e il capitalismo si fa religione, come intuì Walter Benjamin. La nuova normalità sarà costituita da rapporti sociali ridotti al minimo, con la maggior parte dell’umanità (occidentale) chiusa nella tana, connessa ad apparati artificiali, sorvegliata dal nuovo Panopticon, con comportamenti e condotte previste e preordinate dal sistema tecnologico, in attesa di diventare una componente di nuovi, sofisticati apparati. Lo sfruttamento dell’uomo diventerà ancora più capillare, sino a produrre due specie umane distinte: i feudatari-padroni e i servi della gleba, a cui vengono fatte amare le catene attraverso l’ignoranza, la paura, le sostanze farmacologiche misteriose introdotte nel corpo fisico da un potere diventato biopotere.

    Finiranno molte attività economiche, artistiche, culturali, l’impoverimento – materiale e spirituale- sarà immenso, mentre la digitalizzazione delle relazioni umane sarà l’apice del delirio anti umano e la resa a un raggelante nichilismo diretto dall’alto. Il totalitarismo mellifluo di Davos e Silicon Valley è la risposta di un liberismo incattivito dalla sua incapacità di ottenere legittimazione e consenso.

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