Vi parlo da medico con quaranta anni di esperienza ospedaliera e ora sul territorio. Se nel Febbraio 2020 dopo il ricovero dei primi cinesi si fosse detto: trattiamo tutti i pazienti positivi come in tutte le passate influenze: subito un antinfiammatorio come la semplice aspirina poi per gli anziani con più patologie controllo stretto da parte del medico di famiglia con visite anche domiciliari (e’ sufficiente per non contaminarsi una doppia mascherina per il paziente e per il medico). Gli ipertesi, i cardiopatici, i diabetici, i neuropatici, gli oncologici, etc avrebbero avuto al tempo giusto il farmaco idoneo ad evitare o curare complicanze: antibiotici, cortisone, calcieparina, etc etc. In caso di sospetta polmonite controllo radiologico immediato con un percorso riservato per poi continuare le terapie a domicilio. È stato ordinato esattamente il contrario abbandonando migliaia di pazienti a domicilio prescrivendo Tachipirina che non è un antinfiammatorio e riduce la febbre che e’ la risposta naturale dell’ organismo per combattere il virus. Quando la saturazione d’ossigeno crollava corsa all’ospedale e intubazione con la ricerca disperata di respiratori automatici che purtroppo, come si e’ appreso troppo tardi, dopo le prime seppur sconsigliate autopsie, acceleravano la morte del paziente. Ma la cosa più grave è che da novembre 2020 a tutt’oggi nulla è cambiato nella terapia domiciliare, Tachipirina antinfiammatori e vigile attesa nonostante il prof. Remuzzi abbia dimostrato e pubblicato che con una terapia precoce e seguendo il paziente a domicilio c’è un calo della ospedalizzazione e della mortalità del 90%. Ma pur essendo il direttore della Mario Negri e il medico più titolato d’Italia ha dovuto eseguire i suoi studi in semiclandestinita’ (De Donno insegna) per non contrastare il dogma che non vi è salvezza al di fuori del vaccino! Ieri i dati dell’ISS confermano ciò che inutilmente e derisi sosteniamo da 18 mesi.
Daniele Giovanardi Ex primario PS Modena
Qualcuno comincia a disertare e ad allontanarsi dal tessuto narrativo della pandemia. E non ha bisogno di informazioni segrete: a Franco Bechis è bastato semplicemente leggere il nuovo rapporto dell’Istituto superiore di Sanità (IIS) sulla mortalità del covid (che non veniva aggiornato da luglio) per scoprire che stando al campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall’istituto, solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto alla nuova malattia. E’ semplicemente che si sono decretati morti per covid tutti quelli che presentavano una positività a un test oggi dichiarato privo di credibilità, per attribuire decessi dovuti a gravi malattie in persone molto in là con l’età e spesso in uno stadio terminale. Quindi dei 130.468 decessi ufficialmente attribuiti al virus solo 3.783 sarebbero dovuti effettivamente al covid ( praticamente la metà dei decessi dovuti ogni anno all’influenza) mentre tutti gli altri italiani che hanno perso la vita avevano da una a cinque malattie che secondo l’Iss lasciavano loro poca speranza. Addirittura il 67,7% ne avrebbe avuto insieme più di tre malattie contemporanee, e il 18% almeno due insieme.
https://ilsimplicissimus2.com/2021/10/22/solo-3783-persone-morte-di-covid-ma-adesso-si-dubita-della-scienza
"Mi piace""Mi piace"