Un paese preso in ostaggio

Fonte: Andrea Zhok

Alcuni mesi fa il dott. Crisanti parlava dei membri del CTS come di “una manica di incompetenti”. Lo saprà lui, noi dobbiamo limitarci a guardare ai fatti.
E i fatti sono che gente che doveva “salvare il Natale” presenta al paese il conto di 8 milioni di disdette delle prenotazioni per le vacanze, mentre il virus corre, veicolato da quelli che dovevano essere “messi in sicurezza” col Green Pass, e mentre, a due anni da inizio pandemia, il sistema di intervento terapeutico precoce (l’unica cosa che funziona per tutte le varianti) non solo non è stato rinforzato, ma per lungo tempo è stato attivamente ostacolato.
Ed ora pur di non ammettere il loro fallimento, con l’implicazione di un’indefinita emergenza, di una nuova compressione sia dell’economia che dei diritti, eccoli pronti a rincarare la dose, a proporre gli stessi errori, ma in forma più dura e ottusa di prima.
A guidare le loro scelte non c’è più niente di sanitario, ammesso che mai ci fosse.
Ora hanno un’unica esigenza che è quella di preservare la propria storia costi quel che costi (al paese), perché solo così possono evitare di essere chiamati a rispondere del proprio operato.
Dobbiamo renderci conto che siamo in una situazione completamente fuori controllo.
Per capire quanto fuori controllo è sufficiente pensare che oramai si pianificano reiterazioni forzate di massa di inoculazioni con prodotti farmaceutici che, non solo non sono mai stati testati per un uso ciclico, ma che ogni giorno che passa mostrano nella letteratura scientifica nuovi gravi effetti avversi, e dei cui effetti a lungo termine continuiamo a non avere alcuna idea.
Un paese preso in ostaggio da giocatori d’azzardo che devono puntare sempre più forte per evitare che la partita finisca e siano chiamati a pagare.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/un-paese-preso-in-ostaggio-da-giocatori-d-azzardo

Autore: redattorecapo

associazione culturale Araba Fenice fondata a Bondeno (FE)

1 commento su “Un paese preso in ostaggio”

  1. Per quanto riguarda l’Italia tali prodromi possono essere individuati nell’opera devastatrice della ministra Lorenzin che testimoniano del declino demicratico e intellettuale della società italiana: primi i medici di fatto hanno rinunciato alla propria autonomia, accettando di diventare in sostanza dipendenti pubblici e successivamente anche i giornalisti hanno accettato di non parlare più di sanità al di fuori delle veline ministeriali. C’erano insomma tutte le condizioni del corto circuito.
    https://ilsimplicissimus2.com/2021/12/23/come-provocare-unepidemia-immaginaria/

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