La lobby farmaceutica non aveva certo bisogno dell’obbligo vaccinale per gli over 50, perché quel 10% dello “zoccolo duro”, resistente a ogni forma di persuasione, è ampiamente compensato dal consistente esercito dei “terzadosisti”, pronti al susseguirsi delle dosi di richiamo che si preannunciano a scadenza trimestrale.
Anzi, con l’obbligo vaccinale addirittura si rischia di innescare una voragine di ricorsi giudiziari, onerosi sia per il sistema giudiziario che per i decisori governativi che, considerando i frequenti segnali di stato confusionale, non dovrebbero dormire dei sogni tanto tranquilli.
In più, il fatidico decreto non dovrebbe far stare tanto sereni nemmeno i giuristi, vista la congenita anomalia giuridica con cui sono stati concepiti gli ultimi provvedimenti sanitari, sapendo che un obbligo vaccinale non può dare luogo a forme di estorsione del consenso informato senza prevedere l’assunzione di responsabilità da parte dello Stato per i casi di danno da vaccino.
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