Del resto anche l’Europa con grande ritardo si sta accorgendo del disastro a cui sta andando incontro e forse non vede l’ora di trovare un pretesto per prendere in qualche modo le distanze dal conflitto prima che sia troppo tardi: il tonfo del 30 per cento del mercato automobilistico è solo una piccola avvisaglia dell’armageddon che si sta preparando e a questo punto è probabile che una notevole fetta di società, anche ai piani alti stia meditando di sbarazzarsi dei milieu politici. La fuga di Draghi verso la poltrona più in vista della Nato, cercata con insistenza, parla chiaro riguardo a possibili sviluppi futuri.
estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2022/04/21/azovstal-la-pax-di-putin-coglie-di-sorpresa-la-nato/
Secondo il Cremlino, giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha detto in una telefonata al primo ministro italiano Mario Draghi che Mosca è pronta “a dare un contributo significativo al superamento della crisi alimentare esportando grano e fertilizzanti, a condizione che le restrizioni imposte per motivi politici dall’Occidente siano revocate ”
"Mi piace""Mi piace"
Anche il cibo, dunque, è in mano a un pugno di giganti privati, in grado di affamare pezzi di mondo semplicemente fermando le navi o bloccando i silos secondo tornaconto. Fino a pochi anni fa il commercio cerealicolo era in mano a cinque aziende, dette le cinque sorelle, sul modello delle sette sorelle degli idrocarburi. Per un breve periodo ve ne è stata una sesta, la ravennate Ferruzzi al tempo di Raul Gardini, poi suicida (o suicidato) misteriosamente al tempo di Mani Pulite. Delle cinque, l’americana Continental Grain, in capo alla famiglia ebraica Fribourg, si è fusa con il supercolosso Cargill. Le concentrazioni di mega corporations non risparmiano alcun settore, in barba al mantra della concorrenza e del libero mercato. Quattro soggetti dominano il mercato dei cereali con una quota complessiva del novanta per cento: un trust in piena regola. Sono la Amber Daniels Midland (Usa), Bunge (Usa, Bermuda), Cargill (Usa) e Louis Dreyfus Commodities (Paesi Bassi).
Gli stessi controllano il settanta per cento di tutte le materie prime agricole (riso, olio di palma, zucchero, eccetera). Sono i signori del cibo che decidono se e quanto aprire o chiudere i rubinetti della fornitura commerciale, nell’impotenza della politica, ossia dei popoli. Le quattro sorelle, tra giugno 2020 e 2021, hanno dichiarato ricavi per 350 miliardi di dollari. Difficile calcolare i profitti, giacché si tratta di soggetti opachi, non quotati in borsa, posseduti e controllati a livello familiare.
https://www.maurizioblondet.it/il-grano-non-manca-ci-speculano-e-mentono-le-quattro-sorelle-del-cibo/
"Mi piace""Mi piace"