Perfino una critica seria e motivata della politica del Cremlino, per avere dato inizio ad una “partita militare e geopolitica” che ben poco ormai ha a che fare con la difesa della popolazione russofona del Donbass e che non solo avvantaggia proprio la politica di “pre-potenza” dell’America ma rischia di trascinare l’intero continente europeo nell’abisso, quindi non basta. Occorre “credere, obbedire e (se necessario) combattere” contro gli “orchi russi” ossia dei “subumani” come li ha definiti lo stesso Zelensky, che non intenderebbero altro linguaggio che quello della forza.
All’inizio del secolo scorso furono i “sonnambuli” a trasformare l’Europa in un immenso campo di sterminio. Ripetere lo stesso errore un secolo dopo sarebbe non solo imperdonabile ma la tragica e paradossale fine di una civiltà che si è sempre vantata di avere sconfitto proprio il “sonnambulismo” in tutte le sue forme.
Allo stesso tempo, pensare che si possa combattere la geografia costruendo muri di sanzioni è ancora una volta una fantasia che ciclicamente investe il pensiero (o meglio l’antipensiero) occidentale, salvo poi infrangersi contro la realtà dei processi storici
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