C’è del marcio

Si sa che molti medici e scienziati sono stati messi all’indice perché hanno osato sostenere che le pseudo vaccinazioni con i sieri a mRna invece di difendere dal covid avrebbero ridotto le capacità del sistema immunitario rendendo le persone più deboli rispetto a qualsiasi tipo di infezione, ma anche  -è questo è davvero paradossale – rispetto allo stesso covid. Del resto questa possibilità è apparsa nel carteggio tra Pfizer e la Fda per l’approvazione sia pure in via di emergenza del vaccino, una cosa che oggi acquista un significato sinistro: che senso hanno vaccini che potrebbero facilitare la malattia? E le prove cominciano ad accumularsi. giorno per giorno . A parte gli eccessi di mortalità che sono stati riscontrati in Inghilterra, Scozia e Galles e in altri Paesi che possono essere attribuiti i agli effetti deleteri dei sieri genici specie sull’apparato cardio vascolare, ora in Norvegia sembra di essere dentro a un’epidemia delle più varie patologie: “Sono preoccupato. Abbiamo già raggiunto il numero di pazienti che ci aspettavamo solo per il 2025”, afferma Jørn Einar Rasmussen, capo dell’Associazione norvegese per la medicina acuta e ambulatoriale.

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Proibito

Ho il piacere e l’onore di annunciare che questo post del Simplicissimus  Vaccini: un bimbo su 500 ospedalizzato per reazioni avverse. E Ema consiglia i sieri. riguardante una recente ricerca tedesca i cui risultati sono stati riportati sulla rivista Jama, quella dell’Associazione Medica americana, non può più essere visto su Facebook perché “viola gli Standard della community in materia di disinformazione che potrebbe causare violenza fisica”. Si direbbe che i sacrifici dei bambini siano il clou di questi evocati standard, ma dopo questo annuncio privo di qualsiasi senso e peraltro formulato in un  italiano sgrammaticato, viene aggiunto il fatto che le informazioni contenute nel post sarebbero false, ovviamente senza dire perché, come è costume degli stupidi e dei vigliacchi. Dunque la maggiore associazione medica americana direbbe il falso secondo questi decerebrati. Mi permetto di segnalare la cosa perché è a suo modo divertente:  la American Medical Association è stata una delle più ferventi adoratrici dei vaccini e dunque è forse per questo che spesso ha detto il falso e il social è forse sensibile a questo piccolo mutamento di rotta.

https://ilsimplicissimus2.com/2022/10/24/post-e-spost

Con la guerra in Ucraina, il rialzo dei prezzi, la nuova povertà incombente e con il tentativo di mettere un tappo al vaso di Pandora della pandemia, ci si è quasi scordati del carteggio tra la Pfizer e la Fda americana che solo grazie a un giudice si è riusciti ad ottenere, sia pure a tranche che ci metteranno quasi un anno ad arrivare. Ma già adesso che la documentazione consegnata comprende circa 200 mila fogli si intravede con molta chiarezza l’azzardo criminale che l’industria farmaceutica e le burocrazie di controllo completamente infiltrate dalla prima, hanno attuato ai danni delle persone con l’introduzione di sieri genici non ben studiati per alcuni versi, noti invece a causa dei danni che producono per altri e infine sostenuti con una narrazione bugiarda riguardo agli effetti e all’efficacia di questi pseudo vaccini.

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Usque tandem

Mentre il conflitto in Ucraina continua, si è sollevata una questione fondamentale con dimensioni etiche e che dovrà trovare presto una risposta da parte dei politici europei: quanto sia morale sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario” contro la necessità di proteggere il benessere dei propri cittadini e il dovere costituzionale di seguire il mandato del suo popolo che è la regola fondamentale della democrazia?

Il sostegno spietato e cieco dell’Europa alle politiche statunitensi nel conflitto in Ucraina, e le terribili conseguenze economiche e politiche che ha scatenato, sta portando l’architettura politica del continente a un momento decisivo che potrebbe essere risolto solo con la fine del regime dell’Unione Europea (UE) e l’emergere di un nuovo e ancora indefinito insediamento politico.

Scommettendo sulla sconfitta della Russia e sulla scomparsa di Vladimir Putin, l’UE ha seguito la guerra economica guidata dagli Stati Uniti contro la Russia attraverso sanzioni che ora superano di gran lunga quelle dirette contro qualsiasi altro paese al mondo, ma nondimeno hanno fallito. D’altra parte, al di là dell’impatto negativo sui consumatori e sulle piccole e medie imprese causato dall’aumento delle bollette energetiche, dall’inflazione generale e dalle prospettive di una grave carenza di riscaldamento questo inverno, le sanzioni dell’UE contro la Russia stanno causando danni irreparabili all’economia del continente.  Le aziende manifatturiere ad alta intensità energetica stanno andando in bancarotta o si trasferiscono all’estero attratti dalla riduzione dei costi energetici, dalla chiusura di attività commerciali, dal deterioramento delle bilance commerciali, da una grave erosione dell’euro, dalla perdita di posti di lavoro, dalla distruzione del vantaggio competitivo manifatturiero del continente costruito nei decenni  e da un’inevitabile e grave recessione nei prossimi mesi . L’impatto politico e sociale complessivo di questi eventi sul futuro del continente non è ancora chiaro poiché non si può sfuggire alla sua mancanza di risorse naturali.

Cronache di un impero che fu

E non solo ma anche la potenza militare è andata perdendo di mordente: missili ipersonici, nuove tecnologie elettroniche e droni hanno di fatto reso un semplice bersaglio le flotte di portaerei che sono state il fulcro della proiezione di potenza americana e hanno hanno fatto diventare praticamente inutili le tanto decantata difese che poi nella realtà si sono rivelate piuttosto mediocri anche contro armi non proprio al top della tecnologia. Immagino il sorriso sulla bocca dei sauditi quanto Biden per punirli della decisione opec di ridurre la produzione petrolifera, li ha minacciati di non vendere più le armi di difesa contro gli attacchi degli Houti dall’aria: il fatto è che le armi americano hanno funzionato in maniera così mediocre che molti impianti sauditi sono stati distrutti e alla fine fine Riad ha pensato di prendere gli S400 russi che al contrario funzionano egregiamente.. Insomma le cose si sono fatte molto più difficili rispetto a un tempo per cui anche il riarmo nucleare di un piccolo Paese come la Corea del Nord diventa un problema di enorme importanza, tanto più che l’ultimo missile lanciato dai nordcoreani ha percorso 4500 chilometri con una velocità di rientro di Mach 17, praticamente non intercettabile da qualsiasi cosa si abbia negli arsenali. Questo crea una pressione enorme sul sistema asiatico degli Usa imperniato si Giappone e Corea del Sud che sono ormai a tiro di Pyongyang e ho l’impressione che un eventuale prossimo riarmo nipponico se ci sarà più contro gli Usa che non per gli Usa.

Un anno di Green pass

Anna Lombroso per il Simplicissimus

Mi concedo una digressione personale: è che me la ricordo bene la prima sera di applicazione integrale della tessera d cittadinanza che permetteva a chi aveva scelto la sottomissione a un atto che non possedeva nessun carattere di tutela sanitaria, di godere dei benefici di una sottovita di lavoro e relazioni interdetta agli altri .senza denunciare la nostra condizione di reietti avevamo prenotato in un ristorante che ci parve caldo e accoglinete proprio mentre sulla costiera romagnola si stava per abbattere un fortunale che passò alla storia per veemenza degli effetti estremi e per i danni che comportò.. certo mi stupì vedere che nel passaggio coperto tra le sale e la cucina era stato allestito un tavolino da campeggio dove infreddoliti sostavano due avventori davanti a un’esangue tagliata di polipo, ma lo attribuii a una maledetta nostalgia dell’estate. Però però proprio allora una svelta figuretta mi oltrepassa. È una donna di mezza età targata Pd dalla testa ia piedi, abito sobrio ma informale, zazzeretta rigorosamente brizzolata, repubblica arrotolata sotto al braccio vedi mai che si perda l’ultimo Galimberti. Si presenta all’ingresso e festosamente sventola davanti all’attonito cameriere un fogliettino proclamando fiera: Green Pass. Lui lo gira e rigira poi convinto dalla perentorietà del messaggio l’accompagna a un tavolo invidiabile, ben illuminato dove si attendono altri “regolari”. Noi ce la diamo a gambe vergognandoci di esserci illusi in un angolino dell’anima che tutto si sarebbe risolto in un ballon d’essai, che il buonsenso avrebbe avuto ragione di una menzogna infame confezionata per introdurre nuove e più feroci discriminazioni e disuguaglianze.

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C’è un medico qui?

Il sindacato Fials ha ricevuto segnalazione da parte di alcuni operatori sanitari in servizio presso il centro per le inoculazioni dei sieri anti-Covid19 nel capoluogo sardo. Rivelano che si sono verificati vari casi di malore dopo le iniezioni, tra cui mancamenti e svenimenti, di un’entità tale da richiedere l’intervento di un medico rianimatore, la cui presenza nella struttura non è prevista.

https://www.byoblu.com/2022/10/12/cagliari-malori-allhub-vaccinale-serve-un-rianimatore/

Prendiamo tanto per fare un esempio l’attentato al ponte sullo stretto di Kerch detto ponte di Crimea: un camion carico di esplosivo proveniente dalla Georgia è stato fatto esplodere sul tratto autostradale del ponte proprio mentre stava transitando un treno merci con cisterne di gasolio, L’esplosione risultante ha demolito due campate autostradali in cemento armato e ha ricoperto di fuliggine il letto della ferrovia. Ciononostante i danni non sono stati strutturali e tutto il traffico ferroviario e metà del di quello stradale sono stati ripresi il giorno stesso dell’esplosione. il problema è che la cosa ha fatto notizia in tutto l’occidente, ma ha trascurato due fatti: l’eccellente stabilità del ponte costruito dai russi a tempo di record a quanto pare senza l’ausilio dei Benetton, mentre la dinamica dell’attentato col camion pare dimostrare che la Nato non riesce a colpire la struttura con missili.

Satelliti nato accecati

Secondo analisti esperti l’esercito russo per mettere fuori uso i satelliti ha utilizzato il nuovo sistema laser Peresvet , un’arma laser che  è in grado di disabilitare aerei, droni e i satelliti fino  a 1.500 chilometri, una distanza più che sufficiente per accecare i satelliti spia la cui orbita generalmente varia dai 400 ai 900 chilometri. Purtroppo Mosca non può fare altro che mandare segnali a un complesso imperiale ormai completamente fuori di testa e le cui reazioni sono ormai imprevedibili alla luce della ragione, Ma poiché dentro il Pentagono, almeno sino a qualche mese fa,  si dubitava dell’efficacia della nuova arma russa, ecco che è arrivata la risposta. una risposta che dovrebbe inquietare in primo luogo  gli europei, dal momento che in caso di conflitto generalizzato, vedrebbero in gran parte azzerata la capacità di risposta nucleare americana dalle basi di occupazione che hanno sul continente. Ma questo credo che possa importare ormai poco sia a un  milieu politico che ha accettato di suicidare l’intera economia continentale pur di obbedire al padrone,, sia alla grande massa di cittadini del tutto ignari di queste realtà tecnologiche e militari, ma che  comunque  non sembrano avere alcuna capacità di reazione di fronte alla propria stessa rovina

Perseverare è diabolico

Particolare cautela dovrebbe essere esercitata nel caso di test programmati con vaccini contro la SARS per l’uomo a causa del possibile danno epatico causato dall’immunizzazione e dall’infezione da virus. Nel futuro sviluppo di vaccini per l’uomo, dobbiamo prestare attenzione a questo effetto”.

Sappiamo invece che non è stata prestata alcuna attenzione tanto che tra le brutte soprese portate dall’uso dei vaccini, a distanza di 18 anni da quegli studi,  è proprio la concentrazione inaspettata di proteine spike nel fegato e se è per questo in quasi tutte le strutture del corpo umano: proprio la settimana scorsa gli scienziati della New York University  hanno trovato l’mRna dei “vaccini Covid-19” nel latte materno umano, cosa che d’altronde non stupisce più di tanto perché bambini e donne incinte non facevano parte del campione che è servito per le approvazioni di emergenza e dunque nulla si poteva sapere di queste dinamiche, anche se poi in un’orgia di vaccinismo sfrenato si sono “consigliati” per non dire imposti i sieri genici anche ai soggetti sui quali nulla si sapeva.

Invece in un certo senso si sapeva quasi tutto sin dall’inizio: si sapeva che gli studi su modelli animali avevano dato risultati deludenti per non dire inquietanti, ma nemmeno per un momento si è pensato di fermare quello che è stato un vero e proprio esperimento sull’intera popolazione umana .

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Sociologia

La situazione della società civile occidentale, e italiana in particolare, credo sia riassumibile in questi punti.

1) Da mezzo secolo il lavoro di demolizione della democrazia reale è all’opera, consapevolmente e costantemente. Vi hanno partecipato le riforme scolastiche e i monopoli mediatici, l’ideologia dell’antipolitica e l’incentivazione alla competizione individuale illimitata. È stato un lavoro che ha coinvolto due generazioni e ora è completo, perfetto.

2) La gente non è necessariamente né più stupida, né più ignorante di mezzo secolo fa, ma ha perduto nella maniera più completa la capacità primaria di organizzarsi, di dialogare, di costruire insieme qualcosa. Manca la formazione, manca l’atteggiamento, manca la base materiale ed istituzionale per fare alcunché: l’azione collettiva è morta.

3) Tutti coloro i quali si appellano a qualche “situazionismo”, a qualche flash mob, a qualche chiassata estemporanea per “ottenere la visibilità dei media” come forma di azione collettiva non ha capito niente. Sta chiedendo al sistema di prendere sul serio la sua voce laddove il sistema è nato per silenziare o strumentalizzare le voci sgradite.

4) A livello delle classi dirigenti la demolizione della sfera politica, della sua autorevolezza e della comprensione della sua necessità ha condotto ad un declino verticale della qualità di questi ceti apicali. Questo processo di degrado e dilettantismo delle classi dirigenti politiche non è un monopolio italiano, ma è una tendenza generalizzata: quando non sono dilettanti allo sbaraglio sono tecnocrati a gettone. È per questa semplice ragione che stiamo precipitando nell’abisso senza muovere un sopracciglio. Siamo un intero continente che si comporta come quell’uomo, in caduta libera dal grattacielo, che ad ogni piano si dice: “Finora tutto bene.”

5) A livello sociale e riflessivo la situazione è egualmente disperante. L’intera sfera dell’attenzione sociale è rivolta a dimensioni privatistico-sentimentali, finto-intimistiche, immaginando che il mondo cambierà se solo avremo portato alla luce con abbastanza sottigliezza qualche intimo fremito, qualche zona umbratile del nostro animo tra sonno e veglia. Questa iperconcentrazione sulle sorti del proprio ombelico è la cifra dell’ultima generazione, che per tutto ciò che riguarda i rapporti strutturali, storici, sociali, lavorativi, legali, tradizionali, comunitari è ridotta al livello zero: rotelline disposte a tutto, che dove le metti stanno, sensibili solo all’agenda di moda.

6) Una volta qualcuno pensava che fosse la religione l’oppio dei popoli. Fu un grave errore di analisi. La religione che avevano davanti gli occhi nell’800 giocava sì quel ruolo, ma era semplicemente una deriva culturale in cui i ceti dominanti mettevano a tacere le coscienze strumentalizzando promesse virtuali (l’Aldilà garantito agli obbedienti). Oggi le promesse virtuali che addormentano le coscienze le abbiamo ovunque intorno a noi h24 in forma di infinite comunicazioni mediatiche, paradisi artificiali delle pubblicità, stili di vita tanto al chilo sparati alla TV, narrative consolanti ed edificanti intorno a mondi lontani, esotici o fittizi. Una volta il rinchiudersi in un mondo virtuale, accomodante, impermeabile e restio a percepire quale che accade fuori era segno dell’indebolimento terminale dei molto anziani, che riducevano la complessità percepita del mondo perché non avevano più le forze per affrontarla. Oggi questo tratto è pressoché universale.

7) Non so se c’è una via d’uscita da tutto ciò che non passi attraverso la catastrofe. E di questi tempi le catastrofi possono non essere qualcosa che coinvolge solo lutti personali, ma possono coinvolgere la stessa esistenza in vita di tutti. Se ci fosse una via d’uscita, se una via stretta fosse ancora disponibile, essa deve passare dall’abbandono di personalismi e velleitarismi, dall’abbandono di due idee petit bourgeois: quella per cui “se solo tutti facessero così allora sì che…”, e quella per cui “posso aderire a un progetto solo se è fatto a mia immagine e somiglianza”.

Per inciso, non accade mai che tutti facciano la stessa cosa salvo in due casi: se c’è una costrizione esterna dovuta alla necessità (tutti si rifugiano se sei sotto un bombardamento) o se c’è un coordinamento prodotto da un’organizzazione. Il primo si verificherà se arriveremo alla catastrofe. Il secondo richiede di prendere dannatamente sul serio la possibilità della catastrofe e la responsabilità di evitarla.

Andrea Zhok

In guerra

Fonte: Maurizio Blondet

Un mio articolo del 2015 che spiegava tutto

titolo originale:

Il nostro vero nemico è il grande alleato. La prova definitiva

Maurizio Blondet  20 Aprile 2015

«Per gli Stati Uniti la paura primordiale è il capitale tedesco, la tecnologia tedesca, unita con le risorse naturali russe e la manodopera russa: è la sola combinazione che ha fatto paura agli USA per secoli»: così George Friedman, il fondatore del centro di analisi strategiche Stratfor, nel discorso che ha tenuto presso il Council on Foreign Relations il 4 febbraio, e di cui pubblichiamo qui il video con la nostra traduzione integrale (dal parlato inglese). Vale la pena di mostrarlo con la dovuta attenzione, perché merita la più ampia diffusione.

Friedman, che è un ebreo nato a Budapest nel 1946, è un uomo dello ‘Stato profondo’ americano-militarista: docente all’US Army War College, studioso alla National Defense University e alla RAND (il megafono del sistema militare-industriale), esprime qui con inaudita franchezza la strategia che seguirà Washington per mantenere il predominio mondiale. In questa strategia, l’Europa è una pedina, e uno strumento, di cui Friedman parla con infinito disprezzo. L’arma usata, sarà la destabilizzazione: in Ucraina è ciò che abbiamo già fatto in Afghanistan. Abbandoniamo ogni velleità di instaurare la democrazia; una volta destabilizzato il Paese, noi abbiamo compiuto il nostro lavoro… vale la pena di ascoltarlo. E di osservare il suo freddo sorriso, o rictus, mentre espone il programma.

Ecco quel che Friedman dice per sommi capi:

  • L’Europa non esiste
  • Soltanto l’integrazione Germania-Russia può minacciarci, non lo permetteremo (1).
  • Per questo sosteniamo Kiev.
  • L’esercito di Kiev è il nostro esercito, tant’è vero che diamo medaglie ai loro soldati.
  • Noi stiamo posizionando armi in tutti i paesi dell’Est europeo, approfittando della loro russofobia.
  • Ovviamente agiamo al difuori del quadro della NATO.
  • Il nostro scopo: stabilire un cordone sanitario attorno alla Russia.

Noi possiamo invadere ogni paese del mondo, mentre nessun paese può invaderci.

  • Tuttavia, non possiamo occupare l’Eurasia; la tattica è fare in modo che i paesi si dilanino tra loro.
  • Per la Russia, lo status dell’Ucraina è una minaccia esistenziale.
  • «È cinico, è amorale, ma funziona».
  • L’obiettivo non è vincere il nemico, ma destabilizzarlo.
  • La destabilizzazione è il solo scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare la democrazia; quando abbiamo destabilizzato un Paese, dobbiamo dirci: «Missione compiuta», e tornare a casa.
  • La nostra incognita è la Germania. Che cosa farà? Non lo sa nemmeno lei. Gigante economico e nano politico, come sempre nella storia.
  • «L’Europa subirà la stessa sorte di tutti gli altri Paesi: avranno le loro guerre. Non ci saranno centinaia di milioni di morti, ma l’idea di una esclusività europea, a mio avviso, la porterà a delle guerre. Ci saranno dei conflitti in Europa. Ce ne sono già stati, in Iugoslavia ed ora in Ucraina.

Il sito Saker mette a confronto questo programma con ciò che ha detto Vladimir Putin nella lunghissima diretta tv del 6 aprile, a cui ha risposto alle domande del pubblico russo:

  • La Russia non aggredisce nessuno, difende solo i suoi interessi.– Noi abbiamo due basi militari fuori della Russia, essi hanno più di mille basi nel mondo: e saremmo noi gli aggressori? Dov’è il buon senso?
  • Il bilancio militare del Pentagono è 10 volte maggiore del nostro, e siamo noi che conduciamo una politica aggressiva… Per caso siamo noi ad avere delle basi ai confini degli USA?
  • Chi installa dei missili alla frontiera dell’altro?

Il secondo risultato è che la Russia, visto che è vittima di ingiuste ritorsioni economiche in violazione delle norme del WTO, può esentarsi dalle regole del commercio internazionale dettate dallo stesso WTO. Il primo e più gravoso di questi condizionamenti è che il WTO vieta di favorire le industrie nazionali contro la concorrenza delle merci estere. L’embargo in corso obbliga la Russia ad accrescere la parte di produzione nazionale nelle proprie industrie e altre attività economiche; se ben usata, può essere l’occasione insperata per rinforzare il proprio sistema industriale al parziale riparo dalla competizione estera, con misure di protezione che non sarebbero state accettate dalla «comunità internazionale» né dalla propria popolazione. Le sanzioni stanno provocando difficoltà; ritardano i rammodernamenti che erano già in corso (grazie alle industrie tedesche), per cui in pochi anni Mosca avrebbe potuto cominciare a produrre per il mercato merci «di qualità tedesca» nei settori dove ha prodotti di punta (nati per motivi militari) che è incapace di imporre globalmente: chimica, farmaceutica, turbine, chips, opto-elettronica e micro-elettronica, software indipendente (dalla porte posteriori NSA) eccetera (per un’esposizione dei progetti e delle possibilità di eccellenza della Russia si veda qui).

Insomma ha l’occasione di attivare quelle politiche industriali di cui noi europei – vassalli vili e stupidi – ci siamo lasciati spogliare totalmente: dalla svalutazione resa impossibile dall’euro, fino al controllo dei cambi e di opporsi alla fuga dei capitali, misure tradizionali per secoli di qualunque Governo sovrano, ed oggi proibite dal Trattato di Lisbona, come il WTO ci proibisce di difendere le nostre industrie invase e devastate da merci sottocosto. Mentre noi ci lasciamo annodare al collo l’ultimo nodo scorsoio: il TAFTA, il trattato transatlantico, con cui ci assoggetteremo alle normative statunitensi persino per quel che mangiamo.

L’Europa dunque affonda nella crisi (provocata dalla finanza USA e dal suo capitalismo terminale) affondando nel vassallaggio a Washington; complice servile delle sanzioni, perde la grande occasione di sviluppo dell’economia russa – che è un compito immenso, che avrà bisogno di enormi finanziamenti e dunque di investimenti esteri colossali, a cui ahimè provvederà la Cina. E in compenso, da Washington cosa ottiene? Progetti di destabilizzazione e di guerre al suo interno, come promette Friedman.

Vale per noi il detto di Plotino: «Che i vili sian governati dai malvagi – è giusto».

Quanto all’America, e al suo destino storico e metastorico, dovrebbe paventare un altro detto: se sono detti «Beati i costruttori di pace», quale maledizione incombe su tali anticristici seminatori di discordie e suscitatori geopolitici di odi e violenze?


1) Nel 1939 il Council on Foreign Relations di Rockefeller, diretto allora da Isaiah Bowman, raggiunse la stessa conclusione: dopo un accurato studio dei rapporti commerciali dell’intero pianeta, stabilì che l’Europa continentale (con la Russia integrata alla Germania) avrebbe costituito un «blocco autosufficiente», ciò che era contrario all’interesse nazionale, in quanto mega-corporations americane avevano bisogno di «libero accesso ai mercati e alle materie prime» di quella parte del mondo. Fu costituito un War and Peace Studies Project (con un centinaio di avvocati, industriali, politici, diplomatici, banchieri) che con forti finanziamenti (la sola Rockefeller Foundation diede 300 mila dollari di allora), delineò un intero progetto per far entrare in guerra gli USA, e costituire nel dopoguerra un nuovo ordine mondiale: il FMI, la Banca Mondiale furono già concepiti allora. Presentati a Roosevelt, i risultati dello studio lo convinsero ad entrare nel conflitto contro la Germania e il Giappone.