lo ha detto la TV

Fonte: Matteo Brandi

Il generale Mieczyslaw Bieniek, ex primo vice comandante strategico polacco della Nato, lo ha detto chiaramente in un’intervista a Repubblica: “Le forze speciali ucraine sono state addestrate dal 2016 dalle truppe speciali della Nato. Per creare un movimento dei partigiani: c’era grande consapevolezza che ci sarebbe stata l’invasione da parte della Russia, prima o poi.”
A questo aggiungiamo le parole del generale Pat Ryder. ““Decine di migliaia di soldati ucraini hanno ricevuto addestramento dal 2014.”
Un momento… 2014?
Ma come, la guerra non è scoppiata improvvisamente nel 2022 come vanno narrando i grandi media? Non starete mica dicendo che gli eventi abbiano cominciato a prendere forma nel 2014, come invece ripetono quei brutti populisti contrari all’invio di armi a Kiev, vero?
Dev’essere un caso che il Congresso USA abbia stanziato 291 milioni di dollari durante l’amministrazione Obama, fino ad arrivare a 11 miliardi solo nel 2021, per riformare le forze armate ucraine, giusto? Così come è certamente un caso che, sempre dal 2014, sia cresciuta la forza dei gruppi di estrema destra in Ucraina, affiancati all’esercito nazionale nell’addestramento dei civili, non è così?
No perché verrebbe da pensare che, non so, le cose fossero ben chiare da almeno otto anni. E che qualcuno sapesse benissimo come sarebbe andata a finire la disputa ucraino-russa, armando la propria parte ed esacerbando la tensione tra Mosca e Kiev.
Ma no, ci stiamo sbagliando. A piazza Maidan i colpi sono partiti dal nulla, ad Odessa sono stati bruciati dei giornali e nel Donbass sono caduti fuochi d’artificio. La Nato non sapeva nulla e non c’entrava nulla. Ci siamo tutti svegliati nel 2022. L’ha detto la tv e non può che essere così.
Vero?

Ucraina: Il mondo al bivio – Libro

Insistono

Questo incremento inatteso si è mostrato dapprima in Israele , poi in Australia e adesso in Usa ed Europa. Naturalmente la prima risposta è ancora vaccini e preferibilmente a mRna mostrando – se vogliamo risparmiare a un intera classe medico – scientifica l’onta di una menzogna continuata – la follia di chi pensa che seguendo le stesse strade i risultati cambino.

Così ecco che si sottolinea l’urgente necessità di sviluppare un vaccino contro l’Rsv, visto che l’ultimo  disponibile è stato ritirato perché causava un aumento delle malattie respiratorie . Tuttavia, ciò non impedisce all’industria farmaceutica di sviluppare rapidamente e senza le necessarie precauzioni o rigore nuove preparazioni che di certo non incontreranno nelle burocrazie sanitarie, ampiamente infiltrate, alcuna resistenza. Numerosi vaccini sono attualmente in sperimentazione clinica e dovrebbero essere disponibili il prossimo anno . Moderna sta attualmente sviluppando un vaccino mRNA per RSV, mentre Pfizer opta per una soluzione più tradizionale. Poiché la situazione dell’influenza e della Rsv è ancora una volta un’  “emergenza”, sembra che tutte le parti coinvolte stiano puntando a un’approvazione accelerata saltando il tempo richiesto per la revisione della sicurezza, che come hanno dimostrato gli ultimi anni potrebbe non essere l’idea migliore. I dati del Cdc sull’influenza, ma soprattutto  sulle ospedalizzazioni, mostrano con chiarezza che mentre in precedenza solo una piccola percentuale delle persone aveva bisogno di ricovero adesso invece coinvolge molte più persone, dai neonati, ai bambini agli anziani con un tasso di intorno al 3,5% per cento, quando in precedenza era mediamente al di sotto, dello 0,5 per cento.

Il g20 di Bali

Al punto 23 di suddetto documento, ebbene, si legge:
“Accogliamo con favore la ricerca congiunta e la produzione congiunta di vaccini, inclusa una cooperazione rafforzata tra i paesi in via di sviluppo. Riconosciamo l’importanza di standard tecnici condivisi e metodi di verifica, per facilitare viaggi internazionali senza soluzione di continuità, l’interoperabilità e il riconoscimento di soluzioni digitali e soluzioni non digitali, inclusa la prova delle vaccinazioni.”
In pratica, il green pass per sempre e su scala globale.
Sarebbe bello se, adesso, quelle persone si scusassero per le offese impartite a me e a molti altri, ma non succederà.
Possiamo solo attestare, anche alla luce dell’eclissi politica generale che li ha investiti, che la pandemia sia stata la Waterloo degli intellettuali marxisti.

Pandemia: la Waterloo degli intellettuali marxisti

Comincia la calata di brache

Appare chiarissimo che lo spettro di rivolte a causa dei problemi alimentari sia per quantità che per prezzo sta diventando una paura concreta per l’elite che ha letteralmente creato la guerra ucraina pensando di abbattere la Russia in poche settimane, mentre adesso deve abbassare la cresta. Due giorni prima di questa dichiarazione congiunta dei Paesi del Washington consensus, anzi diciamo pure dei Paesi della Nato che sono in conflitto armato con la Russia, il viceministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Vershinin ha affermato che “fino a 280mila tonnellate di fertilizzanti minerali provenienti dalla Russia sono bloccati nei porti europei . Vershinin ha aggiunto che Mosca si è offerta di donare i fertilizzanti sotto sequestro ai paesi più poveri, principalmente africani. Poi ha sottolineato che finora non è stato fatto quasi nulla su questo tema. E ci credo solo il 10 per cento di quei fertilizzanti, se tutto va bene, finirà davvero in Africa.

Popoli superflui

Non si poteva trovare un momento più opportuno per un convegno come sugli errori intenzionali che creano crisi. In verità non sono errori, appunto perché sono intenzionali, ma manovre di ingegneria sociale finalizzate essenzialmente a due obiettivi:
primo, estrarre ricchezza della società e concentrarla nelle mani dei decisori e di coloro che questi rappresentano, cioè principalmente la grande finanza globale;
secondo, creare le condizioni di allarme e sgomento pubblico (cioè incapacità di capire e reagire) per far passare riforme che assicurino un miglior controllo e sfruttamento della popolazione. Riforme presentate come soluzione alla crisi esistente e prevenzione di crisi future, ma che tali non sono e che, dopo aver operato più o meno lungo sottotraccia, affiorano producendo nuove crisi e consentendo così la prosecuzione della strategia degli ingegneri sociali.
Questa strategia, come ho spiegato nel mio libro Oligarchia per Popoli superflui, del 2010, sta realizzando, passo dopo passo, oltre a una progressiva concentrazione della ricchezza con pari diffusione della povertà, nel lungo termine una gestione zootecnica della società, sostanzialmente quanto preconizzava negli anni 30 il sociologo tedesco Max Horckheimer. Cosa ora resa possibile dalla tecnologia.
Esempi di errore intenzionali, operazioni di ingegneria sociale, sono i seguenti.
L’Euro, che, come blocco degli aggiustamenti fisiologici dei cambi delle monete senza condivisione dei debiti pubblici, produce automaticamente indebitamento estero, deindustrializzazione dei paesi meno efficienti (Italia), fuga di aziende, capitali e cervelli da essi verso i paesi più efficienti – come ampiamente previsto e preannunciato da molti economisti.
Il mercato dell’energia, che è stato progettato per agganciare i prezzi al consumo di imprese e famiglie a una borsa finanziaria speculativa, onde consentire al cartello dei providers, che pagano i politici, di guadagnare spropositatamente ai danni della società.
La riforma bancaria del 1995 con abolizione della divisione tra banche di speculazione e banche di credito e risparmio, fatta per consentire ai banchieri di depredare i risparmiatori e scaricare le perdite sulla società con la crisi del 2008.
L’intervento pubblico su tale crisi: fatto coi soldi del contribuente, ma senza reintrodurre la predetta divisione, in modo da consentire la ripetizione dell’operazione suddetta, che sta avvenendo.
Ci si stupisce di questa realtà, cioè che lo Stato venga usato per ingannare e defraudare la gente, perché emotivamente si resiste a guardare in faccia l’evidenza: no democrazia, no trasmissione dal basso all’alto, speculatori truffatori che guidano la politica, Stato che viene usato per servirsi della gente anziché per servirla.
È ora di capire che l’ordinamento socio politico non è una grande famiglia ma un’azienda che sfrutta le risorse, anche quelle umane, per arricchire chi la gestisce a spese di coloro che sono gestiti.
È ora di capire che la partecipazione popolare politica al potere non funziona. Gli eletti del popolo si vendono professionalmente.
Contro questa realtà, la stessa rivoluzione sarebbe inutile: storicamente non avvengono cambiamenti, riforme, la rivoluzione dal basso, per effetto del coordinamento popolare. Nemmeno con le rivoluzioni, che sempre hanno peggiorato le condizioni di vita dei popoli, oltre a farne morire buona parte, dalla rivoluzione francese a quella iraniana. Le rivoluzioni popolari ottengono solo di cambiare il padrone. La struttura e i rapporti non cambiano.
I cambiamenti nell’organizzazione socio politica avvengono invece per effetto di due principali fattori: cambiamenti geofisici, climatici e innovazioni tecnologiche, come la stampa, la radio, la bomba atomica. Le recenti innovazioni tecnologiche consentono un capillare controllo sociale in tempo reale quindi la riorganizzazione della società come allevamento informatizzato, con un fortissimo aumento del divario tra base e apice della società.
Sempre con uno sguardo alla storia, faccio presente che via via che la tecnica mette a disposizione del potere nuove e più potenti armi di controllo e sfruttamento della popolazione, il potere subito le pone all’opera; e la tecnica ora gli dà la possibilità di realizzare un controllo zootecnico, cioè anche biologico, anche genetico, sulla gente.
Faccio infine presente che, alla fine del secolo scorso, è avvenuta una rivoluzione socio-politica. Mentre Fino alla metà circa del secolo il potere politico era suddiviso territorialmente tra diversi stati e i meccanismi di potere e ricchezza richiedevano alle elite governanti di ciascuno stato di mantenere un rapporto di solidarietà interessata con il territorio e la popolazione di quello stato, nella seconda metà del secolo scorso l’automazione, l’intelligenza artificiale, la globalizzazione dell’economia e del potere politico hanno prodotto una radicale trasformazione, nel senso che oggi ormai il potere si è geograficamente unificato, per lo meno agli apici, e non ha più bisogno di singoli popoli specifici o di grandi masse di lavoratori, consumatori, combattenti, coloni. I popoli sono diventati intercambiabili, sostituibili, quindi superflui come pure i loro rispettivi territoriali. Era pertanto inevitabile che i popoli, particolarmente i lavoratori, perdessero forza di partecipazione e di contrattazione, quindi anche diritti e quote di reddito in favore del capitale finanziario dominante, che produce la cultura e il paradigma interpretativo unico ormai difficilmente contrastabile, perché chi lo contrasta o critica viene emarginato, oscurato, criminalizzato.

Marco Della Luna

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-crisi-e-voluta

La fine dell’Europa

Lo stesso Michaux scrive apertamente “Quello che può essere richiesto, quindi, è una significativa riduzione della domanda sociale per tutte le risorse, di tutti i tipi. Ciò implica un contratto sociale molto diverso e un sistema di governance radicalmente diverso da quello in vigore oggi”. In un altro recente articolo del Global Warming Policy Foundation si dice altrettanto chiaramente che il Green Deal europeo avrà l’effetto di spezzare il potere economico e socio-politico dell’Europa, “rendendola un banale e incapace palude  dipendente da e asservita ad altri poteri. ”  L’attentato terroristico al Nord Stream conferma in maniera molto chiara questa tendenza e questo utilizzo di suggestioni climatiche fasulle per diminuire di fatto l’energia a disposizione di ciascun cittadini, per cui occorre scordarsi di avere a disposizione le quote di energia e dunque anche di benessere alle quali siamo abituati e grazie alle quali per un breve periodo si sono alimentate le speranze di una democrazia in crescita. Quello a cui davvero si tende non sono le emissioni zero, ma la democrazia zero.

Motivi per non vaccinarsi

Club Valdai

Questa storia è iniziata otto mesi fa con edificanti dichiarazioni per la quali non saremo mai entrati in guerra direttamente, davamo solo qualche mitraglietta al commediante di Kiev. Ora siamo a schierare le atomiche tattiche B-61 a Brescia e Pordenone con una Presidente del Consiglio che proviene da quella destra sociale romana che in tradizione era anti-americana quanto anti-sovietica e che ora invece si mette allineata e coperta nella truppa occidentale che va alla resa dei conti conto il mondo che non va più nel verso giusto.
Non è che la post-fascista sta diventando democratica, sono le nostre “democrazie” che stanno diventando post-fasciste. In bocca la lupo che, come si sa, perde il pelo ma non il vizio.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/i-dieci-anni-che-sconvolgeranno-il-mondo