Fake news

Tuttavia per comprendere bene le cose e per evitare di cadere nei tranelli informativi va detto che ci troviamo ora nella terza fase della guerra: nella prima parte sono state distrutte le armi ex sovietiche possedute dall’esercito ucraino, nella seconda è stato distrutto l’arsenale, sempre ex sovietico fornito dai Paesi appartenenti al vecchio patto di Varsavia e forniti a Kiev. Oggi siano alla distruzione dell’armamento Nato che nel frattempo è stato studiato e in gran parte neutralizzato grazie all’entrata in servizio di nuove armi e soprattutto di Penicillina, un sistema totalmente passivo quindi non individuabile che serve per puntare l’artiglieria o far intervenire l’aviazione dove si trovano gli obici e o i lanciatori della Nato prima che essi abbiano il tempo di allontanarsi. Questo assieme ai trecentomila uomini e ai nuovi mezzi di ogni tipo che stanno arrivando, rende abbastanza inutile l’invio di armi a Kiev

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Così finisce l’Europa

Le stesse borghesie, una volta dissoltasi l’Unione sovietica avrebbero potuto benissimo impostare una politica di pace e di collaborazione, ma ormai erano state contagiate dal morbo neoliberista e pensavano di poter esse stesse partecipare del benessere che le teorie dell’ultra capitalismo o per meglio dire del capitalismo liberato da Keynes e dai lacci culturali della responsabilità sociale. Così ora sono diventate le vittime di se stesse, mentre le popolazioni, ipnotizzate da decenni di propaganda, non più in gradi di scorgere i propri interessi e in ogni caso non più aduse alla resistenza e alla battaglia politica vedono la nave che viene affondata gli ufficiali in sala macchine, ma invece di reagire e di salvare il vascello si scannano per trovare posto nelle poche scialuppe di salvataggio. e nemmeno il massacro medicale riesce più a scuoterli.

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Braccato!

E di certo la scena di decine e decine degli uomini che dei Ros che braccano un uomo che sta andando in chemioterapia non allontana affatto questa ipotesi anzi in qualche modo vi aggiunge un elemento teatrale che è proprio ciò che si aspetterebbe da una commedia. Certo non voglio dire che gli uomini che hanno effettuato la cattura stessero recitando, ma semplicemente che al momento opportuno sono comparsi e sono stati suggeriti gli indizi e le piste che hanno permesso di intercettare l’antico latitante. Visto l’incerto stato di salute si è pensato che forse sarebbe stato meglio “controllare” l’uomo e le sue possibili rivelazioni tenendolo in carcere.

Contributi UE

C’è una notizia che viene dall’Europa, ma che al contrario di tante cazzate che diventano titoli e servizi fotografici è rimasta completamente sepolta dai media: l’affermazione di Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, il quale si è lasciato sfuggire  l’Ue ha speso 50 miliardi per l’Ucraina, una cifra molto più alta di quanto non si vorrebbe far credere.  Michel non ha specificato se questa cifra riguardi il solo 2022 o tutto il periodo che va dal 2014 ad oggi, ma siccome sappiamo che fino al 2021 compreso, il regime di Kiev si era intascato 10 miliardi dall’Ue  nel migliore dei casi ne ha spesi 40 solo quest’anno, a cui si deve aggiungere il valore delle armi inviate che fa conto a sé. In parole povere, ciò significa che ogni cittadino dell’UE – dai neonati ai pensionati – ha trasferito cento euro a Kiev nel 2022 senza che ci fosse alcun meccanismo di controllo per stabilire dove siano realmente finiti tali fondi i visto che Kiev ora denuncia un buco da 36 miliardi che molto probabilmente arriverà a 50 con la necessità di riparare le strutture convolte nella guerra. E con un deficit mensile che orami sfiora i 6 miliardi.

Stando a questi conti comincia ad apparire chiaro sempre più chiaro che l’UE di fatto  finanzia da sola il bilancio ucraino e che nessun sostegno finanziario arriva dagli Stati Uniti, a parte le armi che poi vengono vendute a caro prezzo anche agli europei visto che essi hanno dato fondo ai propri magazzini militari e debbono in qualche maniera rimpiazzarli. Gli Usa dopo aver speso 5 miliardi dollari – come affermò Victoria Nuland  – per preparare l’operazione Maidan, non hanno più trasferito un quattrino in Ucraina, al massimo hanno emesso garanzie bancarie. Ciò significa che gli Stati Uniti non dovranno pagare un centesimo finché l’Ucraina potrà rimborsare i prestiti che ha ottenuto dalle banche sulla base delle garanzie statunitensi, ma utilizzando il denaro a fondo perduto che arriva dall’Europa.. Ancora una volta, l’UE sta sostenendo il costo delle avventure geopolitiche statunitensi mentre i cittadini dell’Unione vengono impoveriti e  lasciati nella più completa ignoranza riguardo a questi giganteschi passaggi di denaro. Tra l’altro si può anche supporre che Washington abbia deliberatamente messo in moto questi meccanismi con  il Lend-Lease Act che permetteva al presidente di inviare armi al regime di Kiev in una sorta di contratto di affitto, per difendere i cittadini Ucraini dall’invasione russa. Peccato che questo Atto sia stato approvato al congresso un mese prima che i russi effettivamente entrassero nel territorio delle repubbliche separatiste. Fatto sta che l’Ucraina non potrà mai pagare quelle armi e che alla fine sarà l’Ue a saldare il conto.

Si capisce  allora molto bene per quale motivo le notizie sulle sconfitte ucraine vengano di fatto censurate: perché è evidente che i bilanci dell’Unione ( e dunque anche sei singoli stati) vengono saccheggiati per traferirli in uno dei Paesi più corrotti del mondo dove alla fine spariscono in poche tasche. Volendo calcolare la quota parte dell’Italia in  questa “donazione£ da 50 miliardi si dovrebbe aggirare sugli 8,5 miliardi che di certo avrebbero potuto essere usati per politiche di sostengo sociale. Invece sono finiti nelle mani degli oligarchi ucraini e non ritorneranno più indietro visto che l’Ucraina  è un Paese fantasma che probabilmente dovrà cedere alla Russia la metà del proprio territorio. Ben che vada ovviamente.

riportato integralmente da https://ilsimplicissimus2.com/2023/01/12/la-ue-ha-regalato-a-kiev-50-miliardi/

Il bancor

Il fatto è che i Brics+ stanno istituendo un ente con sede a Mosca per la regolamentazione del mercato dell’oro e soprattutto stanno mettendo a punto una nuova moneta di scambio che non appartiene ad alcun egemone, ma si presenta come un’unità di conto studiata per mantenere in equilibrio gli scambi internazionali e bassata su assets reali, tra cui l’oro e altri elementi rari. Viene così ripresa l’ idea di Keynes per la creazione del “bancor”, ovvero di una divisa senza padrone, presentata proprio durante le negoziazioni a Bretton Woods, che naturalmente fu ritenuta intelligente, ma  lasciata da parte perché ciò che interessava era la creazione dell’impero. E’ fin troppo chiaro che questa iniziativa dei Brics che, conclude il primo capitolo del mondo multipolare, avrà un enorme successo, specie dopo il furto dei dollari russi perpetrato dai ladri occidentali disperati per non riuscire ad abbattere la Russia  e di fatto isolerà l’occidente nella sua bolla di presunzione e di economia di carta. In ogni caso decreterò la fine della creazione di denaro dal nulla.

Questo processo di spostamento dei gangli vitali dell’economia era cominciato  più o meno da un decennio e si presentava come concreto successore del dollaro, visto il debito stratosferico degli Usa, la totale discrasia tra i valori azionari nominali e quelli reali a cui si aggiungeva l’assoluta debolezza dell’euro, salvato per il ritto della cuffia e a costo di gravi danni portati a gran parte delle economie europee. Perciò si può anche supporre che  l’aver suscitato  la guerra in Ucraina sia stato un disperato tentativo di far saltare l’economia alternativa che si stava creando. Ma ancor di più si capisce come le oligarchie di comando, in gran parte nordamericane,  abbiano deciso di far fallire l’Europa in questo tentativo di  fermare i nuovi assetti dell’economia mondiale, perché la prima vittima di una moneta internazionale sarebbe proprio l’euro e dunque anche le politiche contro il lavoro e contro il welfare che la moneta unica permette.