Come mostra la tabella a fianco i colossi cinesi già nel 2021 detenevano la maggioranza dei brevetti nel campo dell’Ai , circa 25 mila contro i 15 mila prodotti da Ibm, Microsoft e Google (Alphabet) ma non è tanto il numero in sé a spaventare, quanto il fatto che in 4 anni la situazione si è completamente ribaltata: nel 2017 le aziende cinesi più attive in questo campo, ovvero Tencent, Baidu e Pig An avevano circa 1900 brevetti contro i quasi 10 mila prodotti dalle principali aziende Usa del settore. Dunque ciò che spaventa è la rapidità con la quale c’è stato il sorpasso, segno che sarà molto difficile per gli Usa tenersi attaccati al rivale, tanto più che i diversi sistemi scolastici lasciano intravvedere un aumento del divario piuttosto che una sua riduzione. Questa è una delle ragioni per cui gli Usa stanno cercando di rovinare l’Europa, la possibilità di trasferire molti cervelli in fuga dalle difficoltà economiche del continente e dalla sua deindustrializzazione.

Per questo siamo indignati dinanzi al bellicismo parolaio, alla fornitura di armi, all’impossibilità- nel libero Occidente! – di ascoltare l’altra campana, ossia accedere alle fonti russe, i cui siti di informazione sono oscurati.
Odiosa censura, e, come ricorda Carlo Freccero (uno dei pochi intellettuali non allineati all’Unico occidentalista), la reductio ad hitlerum, la demonizzazione della Russia, del suo presidente, del suo passato, dei suoi giganti. Vecchia tecnica americana: da una parte i buoni- lo Zio Sam e i suoi alleati/servitori- dall’altra il male assoluto, da estirpare con ogni mezzo, menzogna compresa.
Non batte un colpo il pacifismo di radice cattolica, nonostante qualche appello di Bergoglio, l’unico, peraltro, ad avere parlato della lunga, bellicosa marcia della Nato verso i confini della Russia. Quanto alla sinistra, sorprende l’imbarazzato silenzio dinanzi al divieto e l’illegalizzazione di ogni partito e movimento socialista e comunista in Ucraina. Addirittura impressionante è la cancellazione storica: comunque la si pensi, fu l’Armata Rossa a entrare ad Auschwitz, eppure la Russia non è stata invitata alla cerimonia commemorativa del 27 gennaio. Nessun cenno alla geopolitica anglosassone storicamente antirussa, dalle teorie del britannico Mackinder sul controllo del “cuore della terra” (heartland), al suo seguito, l’idea americana di accerchiamento completo della Russia (rimland).
In Italia impressiona – ed è il dato più desolante- la distanza tra il paese reale e le sue classi dirigenti. Sondaggi commissionati da giornali e reti televisive di regime confermano che una maggioranza amplissima è contraria all’invio di armi all’Ucraina. Addirittura schiacciante è l’unanimità sul non coinvolgimento diretto dell’Italia. In parlamento- teorico specchio della nazione e luogo della discussione politica- nessuno osa porre la questione. Eppure sarebbe in accordo con il sentimento prevalente; silenzio sulle spese militari che schizzano alle stelle in corrispondenza con un’inflazione pesante, bollette energetiche che mettono in ginocchio famiglie e imprese nel momento in cui dovremmo lavorare alla ripresa post epidemia.
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