La sfida più difficile per le elite è quella di creare consenso sul clima e sul riscaldamento globale, a causa di alcuni fattori che remano contro: il fatto che l’aumento reale delle temperature sua minimo e altalenante non fa breccia nell’esperienza quotidiana delle persone, la resistenza dei climatologici ad accogliere l’ideologia Net Zero tanto che l’anno scorso è stato firmato da oltre 1100 climatologi con alla testai il premio Nobel norvegese per la fisica, il professor Ivar Giaever un manifesto che nega l’esistenza di un’emergenza climatica, infine la contraddizione tra propositi e realtà laddove alle carenze energetiche si risponde ricorrendo ai combustibili più inquinanti o quanto meno ritenuti tali come il carbone. Certo si possono censurare delle notizie, come il manifesto di cui si parlava considerato “disinformazione” da Facebook, o manipolare i dati come certi ideologi fanno da anni scambiandosi addirittura delle mail per selezionare il modo di ingannare e impaurire meglio il pubblico o infine semplicemente ricorrendo alla menzogna sostenendo che c’è un’aumento dei fenomeni estremi, mentre in realtà se si vanno a leggere le tabelle è proprio il contrario.