Golpe boliviano

Naturalmente assisteremo al tentato spaccio di falsa democrazia per giustificare un golpe fascista le cui cui origini sono chiarissime. Ma nella confusione attuale   ci dimentichiamo che il fascismo reale è quello che derivata dal sistema neo liberista il quale prevede come  diceva Foucault “uno stato sotto il controllo del mercato, anziché un mercato sotto il controllo dello stato”. E non si potrebbe immaginare esempio migliore, più luminoso di ciò che accade  in Bolivia per renderlo evidente. Del resto anche il golpe di Pinochet, ispirato e rivendicato dai Chicago boys oltre che organizzato dalla Cia e dall’esercito fu attuato per denazionalizzare gli stessi giacimenti, al tempo importanti per altri minerali.  Insomma è sempre la stessa merda, ma questa volta i banchettatori agiscono per disperazione:  perché non si tratta più come nel ’73 di sperimentare il sistema di dominio, ma di una lotta per sopravvivere ai danni compiuti.

 Nota Beninteso il litio è un metallo molto diffuso nella crosta terrestre, ma essendo anche un elemento molto reattivo si lega strettamente ad altri composti che ne rendono difficile o comunque costosa la separazione: solo quello contenuto nelle “salamoie” dei laghi salati sudamericani e asiatici è relativamente facile da ottenere sotto forma di carbonato di litio. Se così non fosse,  visto che questo metallo è presente in molte rocce vulcaniche e anche nelle acque che le attraversano, l’Italia sarebbe una specie di paradiso del litio. A questo proposito va detto che i cinesi hanno brevettato un sistema per riciclare il litio delle batterie a prezzi abbastanza contenuti e stanno cominciando ad usarlo, mentre in occidente l’unico brevetto in questo senso è del Cnr italiano ed è  ancora in sperimentazione.

Il golpe elettrico

Il drone S-70 Okhotnik: il nuovo multiruolo della Russia

Gli Stati Uniti hanno 185 velivoli di quinta generazioni F-22. Dal 2006 ad oggi sono stati prodotti 400 F-35 per Stati Uniti, Australia, Israele, Italia, Giappone, Corea del Sud, Olanda, Norvegia e Regno Unito. Questi aerei sono preparati per l’invasione a lungo raggio dal proprio territorio. La Russia non ha adottato lo stesso metodo degli Stati Uniti, con una massiccia dotazione di velivoli di quinta generazione. Invece, la Russia ha investito nei sistemi C4 I (Comando, Controllo, Comunicazioni, Informatica, Intelligenza), sistemi di guerra radioelettronica ed armi difensive per creare una roccaforte impenetrabile A2/AD (aerea anti-accesso/d’esclusione ). Tali armi sono S-400, S-500, missili da crociera K-300P Bastion-P, Kalibr e Zirkon per navi e sottomarini, e così via. Le apparecchiature da guerra radio-elettronica si occupano di bloccare sorveglianza aerea e spaziale, rilevazione e sistemi di guida d’attacco dei nemici (1RL257 Krasukha-4, 1L267 Moskva-1 e Borisoglebsk 2). La Russia pensa di costruire bastioni A2/AD utilizzando aeromobili modernizzati e un numero limitato di velivoli di 5.ta generazione, insieme a una flotta di droni d’attacco “invisibili”. L’UCAV (Unmanned Combat Air Vehicle) Sukhoj S-70 Okhotnik è una versione del Mikojan Skat che utilizza tecnologie di quinta generazione. La propulsione è affidata a un turbogetto AL-41F utilizzato dal Su-35 S. Il Sukhoi S-70 pesa 17,6 tonnellate, ha un’apertura alare di 19 m, una velocità di crociera di 1000 km/h. L’autonomia di volo è di 6000 km. La missione principale del S-70 è la supremazia aerea su un’area ristretta, disattivando la rete radar dei sistemi missilistici antiaerei, creando un corridoio di penetrazione sicuro per gli aeromobili di quarta generazione. Secondo il Ministero della Difesa russo, l’S-70 e gli aerei Su-57 saranno piattaforme di coordinamento congiunto nelle missioni.
Gli Stati Uniti non possono abbandonare la produzione di F-35 utilizzando invece i droni d’attacco, quindi la Russia si aspetta che la produzione dell’S-70 trovi un ampio mercato internazionale. Tuttavia, non è chiaro per quanto la Russia finanzierà il progetto. Infatti, dal 2015 non sono stati stanziati fondi per la produzione in serie dei nuovi corazzati (carro armato T-14, veicoli da combattimento per la fanteria T-15, Kruganets e il veicolo trasporto blindato Bumerang). I vantaggi dell’uso dei droni russi S-70 Okhotnik sono più evidenti in caso di risposta a un attacco dalla flotta aerea della NATO. Le modifiche apportate all’S-70 consentono l’uso di missili aria-aria ipersonici K-77M, dalla gittata di 200 km, contro aerei AWACS e caccia decollati dalle portaerei. Contemporaneamente, l’S-70 “sorveglia” il lancio dei missili da crociera Tomakawk da navi di superficie e sottomarini. I missili da crociera sono vulnerabili subito dopo il lancio, quando non possono eseguire manovre per cambiare rotta e altitudine. Portaerei, portaelicotteri, navi per il trasporto di mezzi corazzati e pesanti sono obiettivi facili per i missili Kinzhal. Questi missili hanno una velocità di Mach 10 (12000 km/h), il tempo a disposizione dei missili intercettori nemici è di poche decine di secondi e la probabilità della reazione inferiore al 7-8%.

Il drone S-70 Okhotnik: il nuovo multiruolo della Russia

Valentin Vasilescu, Reseau International 16 luglio 2019

Supremazia tecnologica

Da quando un missile iraniano Khordad-3 ha abbattuto un sofisticato drone spia statunitense, Global Hawk a 50 km di altitudine, qualche cosa è cambiato, letteralmente, nei calcoli dei circoli militari israeliani.
Da quel momento, gli esperti israeliani affermano che il vecchio piano di Benyamin Netanyahu, di inviare aerei israeliani ad attaccare le istallazioni nucleari , è un piano che viene oggi totalmente escluso, visto il fatto che l’Iran dispone di sistemi che possono distruggere gli aerei israeliani che sorvolino il territorio iraniano, anche ad altitudini elevate.
Da quel momento non si è visto più alcun drone israeliano a sorvolare il terrirorio libanese e neppure in Siria, ovviamente Israele evita le provocazioni per non ricevere un messaggio simile a quello dell’ abbattimento del drone statunitense e, incluso, si potrebbe dire che neoppure gli USA vogliano ancora ricevere messaggi su un altro fronte. Questo non vuol dire che Israele desisterà dal violare lo spazio aereo libanese ma adesso è cosciente che i suoi apparati sono monitorati e che il cielo non sarà sicuro, quando arrivi il momento del confronto armato.

Aerei israeliani sul Libano

Israele, così come gli USA, sono rimasti sorpresi per la capacità del Khordad-3. Il suo nome si riferisce al 2 di Maggio del 1982 quando la città di Jorramshahr fu liberata dopo di 578 giorni di occupazione irachena, durante la guerra Iran-Iraq di quegli anni. Il Khordad-3 fu ottimizzato dall’Iran nel 2014 come parte della modernizzazione dei suoi apparati elettronici, sensori di intercettazione termici. Inoltre l’apparato dispone una opzione di blocco del suo GPS per proteggerlo nel caso di interferenza di alta intensità.
Il sistema ha ricevuto le coordinate che lo hanno lanciato dietro la scia termica del drone statunitense, prima di intercettarlo e distruggerlo. Esiste quindi un grande timore in Israele. Che succederebbe se il drone fosse consegnato alla Siria?

Source: Al Manar

Traduzione: Lisandro Alvarado

https://www.controinformazione.info/il-successo-del-sistema-khordad-3-crea-nervosismo-in-israele/

F 35

Ora non stiamo parlando della Russia, della Cina, ma della Turchia, il cui sviluppo industriale e tecnologico è recentissimo, ma che è già in grado di produrre macchine quanto meno all’altezza dei suoi padroni: questo dovrebbe essere un campanello di allarme per Washington e per tutto il suo sistema di alleanze. Finché sono Germania e Francia a dire no alla carretta volante per costruirsi in proprio un caccia efficiente, gli Usa possono irritarsi per lo sgarbo, pronti poi a vendicarsi alla prima occasione, ma quando lo fa la Turchia la cosa assume un significato tutto diverso ed epocale che consiste nella palese perdita della primazia che gli Usa vorrebbero esercitare sull’intero globo, perdita che peraltro sembra averli colti di sorpresa. In effetti a parte i difetti progettuali e costruttivi l’ F35 è un po’ il simbolo di tutto questo: l’idea alla base della concezione di questo caccia multiruolo che risale agli anni ’90,  è proprio l’ipotesi di non doversi mai misurare con avversari all’altezza della situazione, come rivela chiaramente la frase precedentemente riportata della Us Navy. In quell’epoca la Russia sembrava sulla via di un irredimibile decadimento, la Cina era di la da venire e l’Europa era saldamente nelle mani di un’elite atlantista: dunque serviva un aereo “furtitvo” in grado da una parte di operare contro avversari modestamente armati, privi di radar avanzati e dunque non sempre in grado di rilevarlo, tipo Afganistan, Medio Oriente o Nordafrica e dall’altra come vettore di armi atomiche in un contesto nel quale non si immaginava di aver bisogno di vedersela con macchine superiori per capacità. Insomma l’F35 era il caccia perfetto del mondo unipolare e della vittoria neo liberista. Venticinque anni dopo si dimostra l’arma del declino e lo sarebbe anche se l’opacità del sistema non lo avesse caricato di difetti. Il quadro diventa addirittura grottesco se si scopre che gran parte dell’ hardware elettronico del caccia è fornito dalla Exception PCB, azienda con sede in Inghilterra, ma filiale della cinese Shenzhen Fastprint dal 2013. E’ davvero penoso che il ministero della difesa inglese abbia garantito che “nessun cittadino cinese  può accedere ai dati dell’F-35”: basta solo sapere quali sono i circuiti venduti per la realizzazione del caccia, dati ovviamente in possesso della casa madre, per dedurne facilmente le funzionalità e gli scopi. Ma questa idea di detenere il segreto di cose concepite altrove è talmente paradossale da rendere perfettamente l’idea del punto in cui siamo.

Caccia all’errore

Chi la fa, l’aspetti

La risposta americana è ovvia, tanto è vero che per evitare rischi, è stato proibito l’uso di tecnologie riconducibili a Huawei nei sistemi di telefonia sul territorio Usa, e il governo fa pressioni di vario genere su alleati e vassalli perché facciano altrettanto.

Rete spionistica Echelon made in USA

Per ora l’America è concentrata sui paesi la cui alleanza strategica nelle informazioni di spionaggio e controspionaggio (ricordate il sistema di intercettazione Echelon?) è detta FiveEyes, cinque occhi, Australia, Nuova Zelanda, Canada,Gran Bretagna. Nessun problema con i primi tre, che hanno bandito Huawei, ma la Gran Bretagna sembra camminare per suo conto. Le indiscrezioni del ministro della Difesa sono state significative dell’intenzione inglese di autorizzare lo sviluppo della rete 5G attraverso i cinesi, per quanto con limitazioni ufficiali a componenti definite non strategiche e non essenziali (non-core), contravvenendo alle “raccomandazioni” dei tradizionali alleati. Il motivo è probabilmente nella necessità di accordi commerciali di lungo periodo con la Cina in previsione della Brexit. Sembra che le rivelazioni del ministro destituito abbiano bloccato le trattative, per cui non è da escludere che siano filtrate di proposito.
Gli americani fanno sul serio, come dimostra l’arresto in Canada, satellite Usa, di Meng Wanzhou, vicepresidente ed erede dell’impero Huawei, di cui è stata chiesta l’estradizione in America con l’accusa di aver violato le sanzioni contro l’Iran. L’arresto dell’imprenditrice cinese è avvenuto – altra casualità sospetta – lo stesso giorno in cui Trump cenava con XiJinping a Buenos Aires a margine dei lavori del G20. Analoghe accuse sono state mosse nei confronti della ZTE. E’ difficile sapere con certezza se la tecnologia di Huawei sia un rischio strategico. E’tuttavia pericolosissimo che le chiavi tecnologiche, i codici di accesso delle comunicazioni non siano nelle mani del potere pubblico di uno Stato, ma la complessità della rete 5G esige aggiornamenti settimanali di sicurezza del software, il che ne rende impossibile la verifica prima dell’implementazione. Evitare l’influenza cinese è comunque difficile: oltre un terzo dei brevetti relativi sono nelle loro mani,solo Huawei ne detiene oltre 1.500, seguito da Nokia, Samsung, LG (Corea), Ericsson, Zte, tutte con più di mille brevetti. La prima impresa americana, Qualcomm, ne ha 856, tallonata da Ericsson. Molto indietro tutti gli altri, compresi Intel e la giapponese Sharp.

L’Unione europea sembra all’angolo. La guerra contro Huawei può far riprendere fiato a Nokia ed Ericsson dopo anni di declino, come dimostrano i numerosi memoranda d’intesa firmati con operatori Usa. Peraltro, Vodafone ha da poco rivelato l’esistenza di backdoors nel software in possesso degli scienziati di Huawei destinati in Italia. Come sempre in Europa, manca una strategia comune dinanzi ai rischi della tecnologia altrui. Per il momento, non possediamo un’autonoma capacità tecno-scientifica per allestire e gestire reti 5G; al contrario, Nokia ed Ericsson competono tra loro di fronte al gigante asiatico il cui volume d’affari è doppio della loro somma. Più in generale, tutti i dati relativi a piattaforme tecnologiche, start up, brevetti, investimenti nell’intelligenza artificiale e nella robotica mostrano una distanza enorme dell’Europa rispetto a Usa e Cina.

leggi tutto su https://www.controinformazione.info/la-guerra-del-5g-e-leuropa/

Proprio ieri su RAI storia hanno ricordato la vicenda del primo personal computer prodotto dalla Olivetti in Italia nei primi anni ’60 e scorporato immediatamente dalla General Electric per un dollaro; poi arrivò la Hewlett Packard e ne acquistò i brevetti .

Il profitto prima di tutto

Il 737 MAX ha due computer di controllo del volo. Ciascuno è collegato a uno solo dei due sensori di angolo di attacco. Durante un volo, solo uno dei due computer esegue il controllo MCAS. Se rileva un angolo di attacco troppo alto, abbassa lo stabilizzatore orizzontale per circa 10 secondi. Quindi attende per 5 secondi e legge di nuovo il sensore. Se il sensore continua a mostrare un angolo di attacco troppo alto, abbassa nuovamente lo stabilizzatore per far abbassare la prua dell’aereo. MCSA è indipendente dal pilota automatico. È anche attivo nel volo manuale. C’è una procedura per disattivarlo ma ci vuole tempo. Uno dei sensori di angolo d’attacco sul volo indonesiano era difettoso. Sfortunatamente era quello connesso al computer che gestiva il MCAS. Poco dopo il decollo, il sensore segnalò un angolo di attacco troppo alto anche se l’aereo volava in normale salita. Il MCAS si accese e mise in picchiata gli aerei. I piloti hanno reagito disabilitando l’autopilota e tirando la cloche. Il MCAS si accese di nuovo lanciando l’aereo ancora in picchiata. I piloti tirarono di nuovo la cloche. Questo accadde circa 12 volte prima che l’aereo precipitasse in mare.
Implementare un automatismo rilevante per la sicurezza e che dipende da un solo sensore è una progettazione estremamente scadente. Anche avere un automatismo di controllo del volo acceso anche quando il pilota vola manualmente è una pessima scelta. Ma il vero crimine era che Boeing nascondeva ciò. Né le compagnie aeree che hanno acquistato gli aerei né i piloti che vi volano furono informati del MCAS. Non sapevano che esiste. Non sapevano del sistema automatico che controllava lo stabilizzatore anche quando l’autopilota era spento. Non avevano idea di come potesse essere disattivato.

http://aurorasito.altervista.org/?p=5947

La Russia registra orbite sospette

Il compito principale del sistema di allarme automatico per lo spazio pericoloso russo è il rilevamento ai dispositivi spaziali dell’avvicinamento di detriti spaziali, il rilevamento della distruzione di sonde orbitanti e il rilevamento di oggetti potenzialmente pericolosi. Il sistema utilizza apparecchiature ottico-elettroniche, come i telescopi. Sono progettati per rilevare automaticamente detriti e dispositivi spaziali, determinarne le coordinate e trasmetterle assieme ad altre informazioni al centro di raccolta ed elaborazione dati. L’apparecchiatura del sistema esegue la ricerca e il rilevamento autonomi di oggetti spaziali ad altitudini fino a 50000 chilometri e possono rilevare dispositivi e detriti spaziali con luminosità di magnitudine fino a 18,5 (corrispondente alla dimensione di 30-35 centimetri su orbita geostazionaria). Questa registrazione arriva quando gli Stati Uniti tentano di dominare lo spazio e non consentono a Cina o Russia di ottenervi un punto d’appoggio.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

http://aurorasito.altervista.org/?p=5099

Terre rare

È finita l’era dell’industria inquinante e del paradigma dei grandi distretti industriali. Siamo alle prese con una vera e propria guerra per il predominio delle “terre rare”. Un gruppo di minerali, composto da una quindicina di elementi conosciuti anche come lantanidi, denominazione che deriva da uno di essi, il Lantanio. Dai nomi insoliti per citarne alcuni, quali l’ittrio, promezio, samario, gadolinio, lutezio, europeo, ecc… Ai più non dicono nulla se non ricordargli un’assonanza con dei nomi propri e le bizzarrie genitoriali che vanno per la maggiore.

Questa famiglia allargata è una vera e propria fonte di approvvigionamento, in grado di alimentare l’odierno capitalismo. La rivoluzione digitale e le linee guida della transizione energetica, incardinate sull’implementazione tecnologica, dettano i tempi del modello della crescita pulita. Ma non è tutto argento quello che luccica, dato il colore argenteo dei minerali in questione: la lotta di potere per le materie prime che servono per la produzione degli smartphone, delle nuove tecnologie hi-tech, per le turbine eoliche, le auto elettriche ed i missili “intelligenti”, è in pieno svolgimento.

La Cina è la maggiore beneficiaria dell’estrazione e produzione delle “terre rare” e, per fare un esempio, la sola Francia gli affida più del 40% delle sue risorse senza tener conto della tipologia di estrazione e, in più, del pessimo sistema di riciclo dei RAEE (rifiuti elettronici) che non supera l’1% annuo. Ma a contendersi il mercato ci sono anche gli Stati Uniti. Finito il periodo florido di maggior produttore degli anni ’80, e scacciato il breve ricordo della chiusura della miniera di Mountain Pass nel 2002, sancendo de-facto il monopolio cinese, adesso vogliono tornare ad avere un ruolo preminente.

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60790

Nessun dorma

La Russia iniziava lo sviluppo di armi strategiche invulnerabili ai sistemi di difesa missilistica nemica, annunciava il Presidente Vladimir Putin nel messaggio annuale ad entrambe le camere dell’Assemblea Federale (Parlamento russo: Duma di Stato e Consiglio della Federazione Russa). Alcuno dei partner stranieri prese sul serio la Russia fin quando non sviluppò sistemi d’arma all’avanguardia, ma ora dovrebbero farlo e ascoltare ciò che dicono i leader russi, avvertiva il presidente. “Non abbiamo fatto mistero dei nostri piani, ne abbiamo parlato apertamente, prima di tutto per richiamare i nostri partner al dialogo. Era il 2004. Sorprendentemente, nonostante tutti i problemi che dobbiamo affrontare nell’economia, nella finanza, nell’industria della Difesa e nelle Forze Armate, la Russia è rimasta e rimane la maggiore potenza nucleare, e nessuno voleva parlare con noi, nessuno ci ascoltava, ma ora ci ascoltano“, ha detto Putin. Il presidente mostrava le immagini di nuove ed avanzate armi delle Forze Armate russe. “Questo tipo di armi non ha pari al mondo“, dichiarava il presidente, osservando che quando altri Paesi avranno un simile arsenale, Mosca avrà già sviluppato “qualcosa di nuovo”.

La Russia non minaccia nessuno
Allo stesso tempo, il presidente sottolineava che “il crescente potenziale militare della Russia non minaccia nessuno“. “Il crescente potere militare della Russia è una solida garanzia di pace sul nostro pianeta, perché questo potere mantiene e continuerà a mantenere l’equilibrio strategico e di forze nel mondo, fattore chiave della sicurezza internazionale dalla Seconda guerra mondiale ad oggi“, osservava Putin. Tutti questi compiti sono eseguiti “nell’ambito degli accordi in vigore nel campo del controllo degli armamenti”. “Non abbiamo violato nulla”, sottolineava il presidente.

Sistema missilistico Sarmat
Durante il discorso, Putin mostrava le immagini del nuovo sistema missilistico Sarmat, che ha gittata illimitata e può trasportare testate nucleari, anche ipersoniche. “Alcun sistema di difesa missilistica è d’ostacolo al Sarmat“, dichiarava aggiungendo che il nuovo missile intercontinentale pesa oltre 200 tonnellate.

“Come una meteora”
Un altro dei missili rivelato dal capo di Stato russo è l’Avangard, capace di raggiungere velocità ipersoniche e di manovrare negli strati densi dell’atmosfera terrestre. L’Avangardsarà come una meteora“, avvertiva.

Sistema ad energia nucleare
È anche iniziato lo sviluppo di un piccolo sistema ad energia nucleare con cui saranno equipaggiati sottomarini e missili da crociera. Con questi motori, i missili da crociera non avranno limiti nei sistemi di difesa missilistica e avranno una gittata illimitata.

Sistema Kinzhal
In uno dei video veniva anche mostrato il sistema Kinzhal (Daga). Putin indicava che il sistema è in servizio nelle basi aeree del distretto militare meridionale da dicembre. “Le caratteristiche tecniche e di volo del velivolo vettore consentono al missile di essere portato sul punto di lancio in pochi minuti“, dichiarava il presidente. “Allo stesso tempo, il missile che vola a velocità ipersonica superando di 10 volte quella del suono, manovra in tutte i segmenti della traiettoria di volo“, aggiungeva il presidente. “Ciò gli consente di violare tutti i sistemi di difesa antimissile e antiaerea esistenti e, credo, futuri, trasportando testate convenzionali e nucleari a 2000 chilometri di distanza“, precisava.

Sottomarino senza equipaggio
Putin annunciava anche la creazione di un sottomarino senza equipaggio per grandi profondità e rotte intercontinentali. “La sua velocità supera più volte quella di tutti i sottomarini, siluri e navi di superficie“. “È fantastico“, notava il presidente. Ai confini della Russia, è stata creata una “area unica per la radiolocalizzazione del sistema di allarme d’attacco missilistico“, annunciava il presidente. E spiegava che 80 nuovi missili balistici intercontinentali sono entrati in servizio nei diversi rami delle Forze Armate russe. Mentre 12 divisioni di missili strategici sono state equipaggiate coi missili balistici intercontinentali Jars.Traduzione di Alessandro Lattanzio

Cose serie

di Inessa Sinchougova (*) Alcuni dettagli sono venuti alla luce in relazione alla riunione tra Vladimir Putin ed il presidente Trump che non si è  tenuta al vertice APEC, svoltosi in Vietnam, nel novembre dello scorso anno. Un promemoria del fatto che non si sono potuti svolgere i colloqui a pieno titolo tra Vladimir Putin e Donald Trump, a causa di alcune “richieste atipiche avanzate dalla delegazione nordamericana”, come ha affermato il segretario stampa presidenziale Dmitry Peskov. I “partner” americani hanno insistito sul fatto che l’incontro si svolgesse in una sala da loro affittata, e non hanno accettato alcuna alternativa. Questa iniziativa era contro il protocollo diplomatico, poiché le parti si alternano a vicenda in vari eventi. Al vertice dell’APEC, sarebbe stato il turno della Russia di prenotare ed organizzare un luogo adatto e provvedere alla sistemazione della sala. Un desiderio così persistente manifestato dagli americani di “attirare” il presidente russo in una sala molto specifica non poteva che allertare i servizi di sicurezza. Secondo la loro analisi, è stato deciso di non procedere con la riunione di Trump. All’epoca, questo è stato segnalato come il fallimento del personale interessato ad organizzare l’evento. Tuttavia, è stato riferito che durante l’incontro, gli americani avrebbero voluto utilizzare un “nanoweapon” (trasmettitore di nanoparticelle tossiche). Si pensa che questa stessa apparecchiatura sia responsabile della morte di sei leader latinoamericani non graditi dagli Stati Uniti, che sono morti di cancro negli ultimi anni (Hugo Chavez è stato uno di questi). Vedi: US nano weapon killed Venezuela’s Hugo Chavez, scientists say

Nanoweapon prototipo

È altamente possibile che neppure Trump fosse a conoscenza dell’operazione preparata dai suoi “servizi speciali” e potrebbe anche essere lui stesso un obiettivo di tali “radiazioni”. *Inessa Sinchougova è editor e giornalista presso Fort Russ News, nonché ricercatrice e traduttrice del think-tank di Belgrado, il Center for Syncretic Studies. È stata educata alla Victoria University di Wellington (Nuova Zelanda), nel campo della Scienza politica ed è stata precedentemente impiegata in Strategie di marketing e comunicazione per una multinazionale. Gestisce un famoso canale YouTube per le traduzioni di figure chiave della politica estera russa e appare regolarmente su altri canali mediatici alternativi. Nota: Potrebbe sembrare una ipotesi complottista ma in realtà  è molto più reale di quanto si possa pensare. La tecnica dell’avvelenamento mediante radiazioni tossiche è stata già più volte utilizzata dai servizi di intelligence USA nei confronti di personaggi scomodi e vi sono vari allarmi sulle armi di questo tipo che utilizzano le nanaoparticelle di cui gli USA dispongono nei loro magazzini segreti.  Vedi: I nuovi metodi della CIA per l’eliminazione dei leaders politici scomodi Fonte: Fort Russ Traduzione e nota: Luciano Lago

Meraviglie digitali

“Tutto quello tu puoi fare sul tuo smartphone, Pegasus lo fa attraverso il “tuo” telefono. Accendere la telecamera e guardare quello con cui parli o le altre persone attorno a te, accendere il microfono ed ascoltare … può fare anche cose che tu, sul tuo cellulare, non sai fare: infilarci dentro files non tuoi, togliere i tuoi, manipolare i dati del telefono. Pegasus se ne infischia della criptazione, “legge” comunque chiamate e testi in arrivo e partenza. Inoltre, può cancellare se stesso, sottraendosi ad indagini legali o di polizia in caso di bisogno. ‘ Il miglior spyware mai inventato fino ad oggi.

NSO Group lo vende il suo Pegasus. A 650 mila dollari ogni 10 smartphone “infiltrati”, più un mezzo milione di “diritti di installazione”.

https://www.maurizioblondet.it/lisraeliano-usa-vostro-smartphone-si-pagare/

Altro che bitcoin!

Gli Stati Uniti influenzano lo SWIFT, sistema nervoso centrale del traffico globale dei messaggi di trasferimento di denaro, per isolare le nazioni che considerano minacce. Dalla prospettiva finanziaria, è come togliere l’ossigeno a un paziente in terapia intensiva. La Russia sa della propria vulnerabilità al dominio USA e vuole ridurla. Ora la Russia ha creato un’alternativa allo SWIFT. Il capo della banca centrale russa, Elvira Nabjullina, ha riferito a Vladimir Putin che “C’era la minaccia di essere esclusi dallo SWIFT. Abbiamo aggiornato il nostro sistema di transazioni e, se succede qualcosa, tutte le operazioni in formato SWIFT continueranno a funzionare. Abbiamo creato un sistema analogo“. La Russia fa anche parte del piano cinese che creerebbe un nuovo ordine monetario internazionale escludendo i dollari USA, con cui la Cina potrà acquistare petrolio russo con lo yuan e che la Russia potrà scambiare in oro nel cambio di Shanghai.
Ora sembra che la Russia abbia un’altra arma nel suo arsenale anti-dollaro. La Banca di sviluppo della Russia, VEB e diversi Ministeri russi collaborano per sviluppare la tecnologia blockchain. Vogliono creare un sistema di pagamento completamente criptato, distribuito ed economico che non si basi su banche occidentali, SWIFT o Stati Uniti per spostare denaro. Questo non ha niente a che fare con il bitcoin, che è solo un altro token digitale. La tecnologia blockchain (oggi spesso denominata tecnologia di registro distribuito o DLT) è una piattaforma che può facilitare un’ampia varietà di trasferimenti, magari includendo una nuova crittografia di Stato russo sostenuta dall’oro.

https://aurorasito.wordpress.com/2017/10/08/il-piano-russo-per-liberarsi-dal-dollaro-funziona-meglio-di-quanto-immaginato/