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Italiani cialtroni
Perché la colpa dello strapotere di Google non è degli americani.
LA COLPA E’ DEI CARLO.
DI TUTTI I CARLO.
E’ colpa della vostra mediocrità, del vostro pensare al passato, del vostro rifiuto di rischiare, del vostro “aspettiamo di vedere chi vince” per poi realizzare troppo tardi che la vittoria altrui vi sbatte fuori dal mercato.
Avete fatto oggi quello che avete fatto sempre: “aspettiamo chi vince, poi mettiamo in moto il governo e li costringiamo a dividere la torta”.
Non so ancora come reagirà Google, ma se tanto mi da’ tanto, non solo non dividerà la torta, ma vi sfilerà pure le briciole.
estratto da http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=112817&typeb=0
L’articolo summenzionato ricorda la nascita di VOL (Video On Line) alla quale ebbi occasione di partecipare da vicino collaborando con la cooperativa “Terza Via” (in quanto afferente al c.d. terzo settore) che si occupava anche di informatica e i cui soci confluirono poi nell’associazione “Araba Fenice” di Bondeno.
Ricordo che la coop gestiva anche il nodo di Ferrara (un armadio pieno di modem in un appartamento privato) e vendeva gli abbonamenti nella sede di Bondeno, cercando anche di far conoscere il nuovo mezzo organizzando incontri e intervenendo alle manifestazioni sul territorio.
In particolare ricordo un invito rivolto agli imprenditori locali (tenete presente che eravamo nel 1995/96) per cercare di spiegare le potenzialità di Internet, al quale intervennero (con la lusinga del rinfresco/aperitivo) circa una ventina di persone; l’impegno era di ritrovarsi dopo una settimana per un corso di formazione presso una struttura locale.
Ovviamente stavolta non si presentò nessuno, anzi no: una signora, che non era venuta la prima volta, venne mandata dall’azienda perché aveva sentito dire che c’erano dei finanziamenti disponibili!
Perle ai porci
“Dopo le catastrofi il denaro non ha più valore. Il valore fondamentale di una certa cosa dovrebbe essere la sua natura o la sua qualità di anima.
Dovremmo domandarci: «Questa cosa è buona? E’ una cosa che ci aiuta? E’ una cosa bella?» e non: «Quanto costa?».
Così afferma Hillman, ed è in questo spirito che abbiamo programmato a Bondeno (uno dei 103 comuni colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio), dove risiede la nostra associazione, la manifestazione “Ricominciamo dal futuro”, dal 22 al 30 settembre 2012, presso la Società operaia di Mutuo Soccorso.
Infatti tutti gli intervenuti partecipano a titolo gratuito, non riceviamo alcun contributo, non abbiamo sponsor, non raccoglieremo fondi e l’ingresso è libero.
Riteniamo che queste caratteristiche ne facciano una manifestazione di solidarietà unica, che speriamo verrà apprezzata dalla popolazione e da coloro che vorranno intervenire.
Naturalmente la cosa non è stata apprezzata, ma abbiamo messo in linea la maggior parte degli interventi e la documentazione relativa; trovate tutti i riferimenti nel sito:
Ma pensa te!
Non bastano due interpellanze ( a Vigarano e “financo” in provincia di Ferrara) venute a seguito dei nostri articoli, a far “schiodare” lo stallo sulla sanità a Bondeno; unica cenerentola del “cratere” che, dopo un anno, non ha ancora visto risolta la problematica inerente i servizi sanitari di base da erogare sul territorio ai cittadini di un comprensorio grande come una provincia del centro italia.
Lorenzo Guandalini
Aperta la caccia alla volpe
Il comune di Bondeno è uno dei 103 comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 luglio 2012 e molti sono gli adempimenti dovuti a questa triste evenienza che potete trovare sull’albo pretorio online del comune (dove per legge sono riportati tutti gli atti amministrativi) oppure (se non avete molta pratica col burocratichese) su questo blog: http://albo-pretorio-bondeno.blogspot.it/
Proprio da quest’ultimo ho tratto oggi una notizia che sa dell’incredibile:
La caccia alla volpe è un’attività equestre che si pratica in campagna su grandi spazi aperti.Le origini di questa tipologia di caccia hanno le proprie radici storiche in Inghilterra, quando per controllare l’aumento demografico delle volpi che predavano gli animali da cortile, i contadini le cacciavano con l’aiuto dei propri cani. Il primo evento del genere di cui si ha traccia avvenne nella contea di Norfolk nel 1534.Ovviamente noi cittadini di Bondeno, che (da qualche anno) possiamo vantare antiche origini celtiche, e grandi affinità, eno – musicali, con il nobile popolo irlandese, avremmo potuto farci mancare l’esercizio della nobile arte anglosassone della caccia alla volpe ???? Evidentemente NO !!!!ORDINANZA DIRIGENZIALE N. 15 Del 07-03-2013DIRIGENTE COMANDANTE SETTORE POLIZIA MUNICIPALE SICUREZZA E PROTEZIONE CIVILEResponsabile del procedimento: Ansaloni StefanoOggetto: Limitazione della popolazione della volpe: autorizzazione allo svolgimento delle operazioni di cattura nelle corti coloniche, nelle arginature dei canali o fiumi pensili e nelle strade e loro pertinenze. Anno 2013IL COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALEVista la deliberazione della giunta provinciale n. 287del 11/12/2012 portante oggetto: “Piano di limitazione della Volpe (Vulpes Vulpes) sul territorio della provincia di Ferrara, non compreso nei Parchi e nelle Riserve Naturali, con validità triennale 2013/2015;(n.d.r. La volpe rossa (Vulpes vulpes) è la preda abituale delle cacce alla volpe inglesi e americane. Essendo un piccolo predatore onnivoro, la volpe conduce una vita sotterranea in tane che si scava nella terra, ed è un animale prevalentemente attivo al tramonto. Gli adulti non si allontanano mai più di 20 chilometri dal nido. La volpe rossa può correre ad una velocita di 48 chilometri all’ora.) Richiamato omissisConsiderato che gli animali oggetto della limitazione di popolazione tendono a formare le loro tane in pagliai, covoni di fieno posti nelle immediate vicinanze delle abitazioni rurali o, in alcuni casi ed in special modo nel caso delle volpi, nelle arginature dei canali e fiumi pensili a ridosso delle abitazioni e delle strade di viabilità ordinaria;Visti l’ articolo 703 del vigente Codice Penale nonchè l’art. 57 del vigente Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che vietano, senza licenza dell’autorità, lo sparo con armi da fuoco nelle immediate vicinanze delle abitazioni;Ritenuto opportuno permettere alle squadre di OPERATORI – COADIUTORI, nell’ambito delle operazioni di cattura ed abbattimento disciplinate dagli atti in premessa, e nella stretta osservanza della normativa e degli atti autorizzatori richiamati, di esplicare la propria attività anche nelle corti coloniche ove sono state censite tane oltre che nei pressi di arginature di canali o fiumi pensili ed in vicinanza delle strade ordinarie;Ritenuto necessario intervenire in merito, condizionando la possibilità di intervento in luoghi aperti alla circolazione stradale alla presenza in luogo di un soggetto che ricopre la qualifica di agente di Polizia Stradale ai sensi dell’art. 12 del vigente Codice della Strada che possa intervenire disciplinando il traffico veicolare in conseguenza delle operazioni da svolgersi;Accertate le necessità di provvedere alla limitazione della popolazione delle specie animali sopra citate, in quanto provocanti pericoli e danni alla sicurezza idraulica delle arginature, nonché problemi igienico sanitari qualora si insedino nei pressi di edifici abitati;Visto il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267ORDINA1. le squadre di OPERATORI – COADIUTORI, nell’ambito delle operazioni di cattura ed abbattimento disciplinate dagli atti in premessa, SONO AUTORIZZATE, nella stretta osservanza della normativa e degli atti autorizzatori richiamati, ad operare nelle corti coloniche ove sono state censite tane, nei pressi di arginature di canali o fiumi pensili, nonché sulle strade e loro pertinenze;2. qualora le operazioni dovessero svolgersi su strade pubbliche e loro pertinenze, si rende necessaria la presenza di un soggetto ricoprente la qualifica di agente di Polizia Stradale ai sensi dell’art. 12 del vigente Codice della Strada, allo scopo di disciplinare la circolazione stradale;3. la presente Ordinanza esplica la propria validità per il periodo che va dalla sua emissione fino al 31 dicembre 2013, e comunque limitatamente ai periodi autorizzati dagli atti sopra richiamati e in quelli successivi che l’Amministrazione Provinciale vorrà emettere;Signori la caccia è aperta !!!
Fonte: http://albo-pretorio-bondeno.blogspot.com/2013/03/e-aperta-la-caccia-alla-volpe.html
Legge di Jante
Pur con tutte le cautele da riservare alle voci di Wikipedia, questa descrive abbastanza bene la mentalità bondenese del “capirissimo“: basta sostituire là dove dice “azione collettiva” con “inazione collettiva” (del resto siamo italiani, non scandinavi)

La Legge di Jante (in norvegese/danese: Janteloven e in svedese: Jantelagen) è uno schema comportamentale di gruppo presente nella cultura scandinava e in generale in quella nordica. È stata originariamente formulata dall’autore dano–norvegese Aksel Sandemose (1899–1965), nel romanzo Un fuggitivo incrocia le sue tracce (En flyktning krysser sitt spor) del 1933.
La Legge di Jante sottende un modello di comportamento che, all’interno delle comunità scandinave, critica e ritrae negativamente, come indegne e inappropriate, le realizzazioni individuali e il successo del singolo.[1]
Indice |
Paradigma sociologico
La legge di Jante viene oggi associata a qualsiasi società o comunità di persone che sia chiusa, presuntuosa, di mentalità ristretta e diffidente verso chi non appartiene alla comunità.[2] Jante è il nome che Sandemose dà, nel suo libro, a un piccolo villaggio danese che gli ha ricordato Nykøbing Mors, suo paese natale, dove nessuno è anonimo, una situazione, questa, tipica di tutti i piccoli paesi.[3]
Generalmente, viene utilizzato colloquialmente come termine sociologico per descrivere un atteggiamento negativo verso l’individualità e il successo, comune in Scandinavia: il termine si riferisce, in particolare, a una mentalità che de-enfatizza lo sforzo individuale e pone tutto l’accento sull’azione collettiva, scoraggiando quelli che spiccano come uomini d’azione.
Gli articoli della legge di Jante
La legge di Jante è compendiata in dieci diverse regole (originariamente scritte in lingua danese), quali definite da Sandemose, tutte espressione di variazioni su un unico tema e di solito indicate come un insieme omogeneo: “Non pensare che tu sia un qualcuno di speciale o che tu sia meglio di noi”.[3]
- Du skal ikke tro du er noget ! – Non credere di essere qualcosa di speciale.
- Du skal ikke tro du er lige meget som os ! – Non credere di valere quanto noi.
- Du skal ikke tro du er kloger en os ! – Non credere di essere più furbo di noi.
- Du skal ikke innbille dig at du er bedre en os ! – Non immaginarti di essere migliore di noi.
- Du skal ikke tro du ved mere en os ! – Non credere di saperne più di noi.
- Du skal ikke tro du er mere en os ! – Non credere di essere più di noi.
- Du skal ikke tro at du duger til noget ! – Non credere di essere capace di qualcosa.
- Du skal ikke grine af os ! – Non ridere di noi.
- Du skal ikke tro at nogen kan lige dig ! – Non credere che a qualcuno importi di te.
- Du skal ikke tro du kan lære os noget ! – Non credere di poterci insegnare qualcosa.
C’è inoltre un undicesimo articolo, sibillino e intimidatorio, conosciuto anche come “la legge penale di Jante”:
- Du tror måske ikke at jeg ved noget om dig? – Non crederai che non sappiamo qualcosa su di te?
Nel libro, coloro che trasgrediscono questa ‘legge’ non scritta sono guardati con sospetto e con una certa ostilità, in quanto tale comportamento va contro il desiderio comune della piccola città di preservare l’armonia, la stabilità, la coesione sociale e l’uniformità.
Uso attuale della legge di Jante
La legge di Jante è oggi uno stereotipo comune nelle culture nordiche. Va detto che essa è stata scritta facendo riferimento a una società di inizio Novecento, diversa dalle società nordiche come si sono manifestate ed evolute a partire dalla seconda metà del XX secolo. Tenuto conto di questo, la legge si potrebbe comunque applicare alle società fondate sui principi dell’equità, stabilità e uniformità, ovvero che escludono a priori un pluralismo e una libertà.[3]
Sandemose scrisse della classe operaia nella città di Jante e di un gruppo di persone all’interno della stessa posizione sociale. In seguito, la legge di Jante ha assunto un significato più esteso, venendo riferita a chi vuole uscire dal proprio gruppo sociale e raggiungere una posizione più elevata nella società in generale.[4]
Inoltre, situazioni simili sono riscontrabili un po’ in tutte le società chiuse, in cui un forte sentimento di appartenenza si coniuga con un forte rifiuto delle influenze del mondo esterno.[4]
Lo scrittore Paulo Coelho, durante un’intervista, afferma la sua sorpresa nello scoprire che questi postulati, di cui era all’oscuro, sono conosciuti in tutta la Scandinavia.[5] Lo scrittore, tuttavia, riconosce, con tristezza, che la regola è conosciuta in molte parti del mondo, pur senza che vi sia consapevolezza di questa comune verità.[5]
Lo scrittore la riassume così:
« La Legge di Jante focalizza, nel suo contesto, il sentimento di gelosia e invidia che a volte dà tanto alla testa » |
(Paulo Coelho) |