La crisi finanziaria nel 2015

Con molta probabilità il 2015 sarà infatti anche l’anno della nuova crisi finanziaria. Non possiamo dire molto sul futuro dell’Europa se non vediamo più da vicino questo punto.
La prossima crisi finanziaria sarà peggiore di quelle precedenti per il semplice motivo che tipicamente nel tentativo di superare una crisi si creano effetti che vanno a ingigantire esponenzialmente la crisi successiva, e così via.
È impressionante constatare sui grafici come dal 2000 il prezzo dell’oro fisico sia cresciuto nella stessa ragione della sua crescita dopo il Nixon shock, cioè dopo l’inizio della crisi sistemica attuale. Solamente negli ultimi tre anni si è abbassato grazie alle manovre sull’oro cartaceo (futures) tese a sostenere il corso del Dollaro.
Cosa che – classico effetto inintenzionale – ha consentito alla Cina e alla Russia di acquistare quantità straordinarie di oro fisico in vista della prossima crisi finanziaria globale e della progressiva sostituzione del Dollaro nel commercio mondiale.
Poco da stupirsi se “Holt unser Gold heim!”, rimpatriamo il nostro oro, sia da tempo un motto molto popolare in Germania. Non si sa mai, meglio far ritornare alla base le 2.400 tonnellate d’oro depositate negli Usa e in altri Paesi, in particolare in Inghilterra e Francia. Ma i tedeschi quell’oro non lo avranno mai indietro. Gli Stati Uniti praticamente non hanno più un’oncia di quel metallo e i pochissimi lingotti che hanno restituito alla Germania erano probabilmente quelli rubati alla Libia, un furto che è costato qualche decina di migliaia di morti. Farne sparire le origini è infatti una delle più plausibili spiegazioni che sono state date all’inspiegabile fatto che i lingotti sono stati rifusi dalla Bundesbank. Ad ogni modo, con una media di 78 tonnellate all’anno, stando alle dichiarazioni della stessa BuBa, la Germania dovrà attendere 30 anni per rivedere tutto il suo malloppo. Ma tutti sanno che sarà un’attesa vana. A partire dalla BuBa, che infatti aveva inizialmente chiesto indietro solo 300 delle 1.500 tonnellate depositate a New York e si era preoccupata poco del ritmo lentissimo di rientro, fino a dichiarare che in fin dei conti l’oro tedesco stava benissimo anche negli Usa. Per poi ricredersi per le pressioni di un agguerrito comitato e probabilmente per i nuovi calcoli economici, finanziari e politici che si sono fatti.
Un analogo problema lo stanno sperimentando Belgio e Olanda, gli unici in Europa che abbiano iniziato un piano di rimpatrio dell’oro. L’Italia, che ufficialmente possiede la terza riserva del mondo, cosa aspetta? Non vuole irritare la Fed o ha stabilito che tanto è fiato sprecato? Qualcuno si sta chiedendo perché i Paesi europei di “area tedesca” stiano cercando di rimpatriare il loro oro? Qualcuno si è chiesto perché Russia e Cina lo accumulino a ritmi mai visti prima nella storia?

estratto da http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=115644&typeb=0

Il sistema bancario ombra

di Ida Magli

Il missionario e giornalista P. Giulio Albanese ha inserito in un articolo del numero di Gennaio della sua rivista “Popoli e missione”, un’informazione tanto fondamentale quanto ignorata dalla stampa e che riportiamo qui sperando di aiutare in questo modo a divulgarla. Vorremmo anche che i nostri governanti, astutissimi banchieri che non trovano mai sufficiente la cosiddetta “trasparenza e tracciabilità” dei nostri miseri redditi, inseguendo con la forza di quella che ormai possiamo considerare la loro particolare Polizia, i militari della Finanza, ogni nostro scontrino, ogni più piccola ricevuta, ci spiegassero quali sono i “loro” interessi a mantenere nell’ombra queste operazioni. Dei nostri politici è inutile tenere conto: una volta ridotto il Parlamento alla farsa del dire “sì” ai banchieri, sono diventati come le famose scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano, impegnati esclusivamente nella salvaguardia della propria carriera.

“Si tratta di un importante studio sul “sistema bancario ombra”, lo shadow banking mondiale, pubblicato dal Financial Stability Board (Fsb), l’istituto internazionale di coordinamento dei governi, delle banche centrali e degli organi di controllo per la stabilità finanziaria a livello globale. Leggendo attentamente questo testo, si scopre che qualcosa di aberrante è all’origine della crisi finanziaria planetaria. Lo studio, incentrato sulla cosiddetta eurozona e su altri 25 Paesi, evidenzia infatti che a fine 2011 ben 67mila miliardi di dollari erano gestiti da una “finanza parallela”, al di fuori, quindi, dei controlli e delle regole bancarie vigenti; una cifra che equivale al 111% del Pil mondiale ed è pari alla metà delle attività bancarie globali e a circa un quarto dell’intero sistema finanziario.

Leggendo questo studio si ha l’impressione d’essere al cospetto di un movimento sovversivo che specula impunemente ai danni degli Stati sovrani e soprattutto dei ceti meno abbienti. In altre parole, se da una parte ci sono i conti correnti con i risparmi dei cittadini e delle imprese, dall’altra abbiamo questo sistema bancario occulto, composto da tutte le transazioni finanziarie fatte fuori dalle regolari operazioni bancarie.

Come spiegato in più circostanze su questa rivista dal 2008, in coincidenza col fallimento della Lehman Brothers e dall’inizio della crisi sistemica dei mercati, si tratta di operazioni fatte da differenti intermediari finanziari, come certi operatori specializzati nel collocamento dei “derivati”, quei prodotti finanziari che, in larga misura, hanno inquinato i mercati. Tutte attività, queste, rigorosamente over the counter (otc), cioè stipulate fuori dai mercati borsistici e spesso tenute anche fuori dai bilanci. Alcuni autorevoli economisti ritengono che il “sistema ombra” sia spesso un’emanazione delle grandi banche internazionali che hanno interesse ad aggirare le regole e i controlli cui sono sottoposte.”

Naturalmente nulla di tutto ciò è nuovo: se ne è parlato in libri e articoli (vedi “La Dittatura europea”) già diversi anni fa e discusso abbondantemente in molti siti internet, incluso il nostro, ma come è successo sempre per quanto riguarda l’Unione europea e la moneta unica, politici e governanti ignorano qualsiasi domanda, passano sopra con dittatoriale indifferenza alle richieste e ai bisogni dei sudditi, intenti esclusivamente a condurre in porto il proprio progetto di potere: l’unificazione del mondo governato dai banchieri. Non ha nessuna importanza il fallimento evidente di tante delle loro imprese, inclusa quella dell’euro, visto che se ne sono arricchiti in denaro e in potere, togliendoli ai cittadini. La bilancia, infatti, è proprio questa: tanto hanno perso in sovranità e in denaro i cittadini d’Europa, tanto hanno acquistato in potere e in denaro i banchieri. Come abbiamo già detto, i politici non contano: sono esclusivamente al servizio dei banchieri, forse perché altrimenti perderebbero pure le apparenze del potere e le connesse prebende di cui ancora godono.

Lo spettacolo che le migliaia di pirati all’arrembaggio hanno offerto ai nostri occhi in questi giorni per candidarsi alle prossime elezioni, per appropriarsi, come affamate cavallette, degli ultimi resti del corpo dilapidato dell’Italia, ha dato la misura di una involuzione ormai irreversibile. Nessuno ha minimamente messo in dubbio che si debba dipendere dai banchieri, dall’alta finanza che governa l’Europa. Nessuno ha detto che, senza la sovranità monetaria, è impossibile ricominciare ad avere un vero mercato e salvare qualche briciola dalla competizione con gli Stati emergenti. Nessuno ha parlato della fine degli Stati nazionali e della loro indipendenza. Addirittura si è deciso di partecipare ad una guerra (quella in Mali) senza discuterne in Parlamento. Nessuno ha preso in considerazione, in un’Europa che si vanta della propria civiltà, la criminalità di strutture di governo che dominano i sudditi attraverso il denaro, attraverso il fisco, assurto ad unico “valore”. Non parliamo dei “cattolici” visto che si vantano di esserlo anche molti dei governanti banchieri, pur calpestando il Vangelo ad ogni passo. Parliamo, però, della gerarchia della Chiesa la quale non ha mai condannato l’unificazione europea, pur voluta dall’alta finanza e guidata dai banchieri, e non ha neanche mai condannato i governanti banchieri che attraverso il fisco hanno spinto i sudditi alla disperazione fino al suicidio. Ma soprattutto parliamo della gerarchia della Chiesa che adopera essa stessa il linguaggio del mercato laddove parla di valori “non negoziabili”. Formula atroce che fa rabbrividire chi sa che nel Vangelo non esiste nessun valore “non negoziabile” perché soltanto di una specie di peccatori Gesù ha detto che “non entreranno nel regno dei cieli”: i ricchi.

Fonte: Italiani Liberi

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