Kurdistan

L’accordo turco-iraniano limiterà il movimento dei gruppi guerriglieri curdi e eserciterà maggiori pressioni sulle loro cellule. L’accordo è segno di un significativo riavvicinamento tra Ankara e Teheran.

N.B. L’accordo tra Iran e Turchia segna un fatto nuovo, considerando che i gruppi curdi sono sostenuti e armati da Israele e dagli USA, che su questi gruppi contano per arrivare ad una balcanizzazione del paese arabo, secondo il vecchio piano degli strateghi di Washington.

Mappa Iraq Kurdistan

L’accordo tra Iran e Turchia rovescia il piano degli USA ed è significativo che la Turchia prenda nettamente le distanze dagli USA e si allei con quello che è il principale nemico  di Israele e di Washington.. Un nuovo fallimento nella politica estera dell’Amministrazione USA e per il premier israeliano Netanyahu.

Fonti: Middle East Eye – South Front

Traduzione nota: Luciano Lago

https://www.controinformazione.info/la-turchia-e-liran-hanno-raggiunto-un-accordo-per-avviare-operazioni-militari-congiunte-contro-gruppi-terroristi-al-loro-confine-con-liraq/

Divide et impera

Casi di studio: i miti dei « Curdi senza patria » e della « liberazione dell’Ucraina » Lungo tutto il ventesimo secolo, i Curdi dell’Iraq, della Turchia, della Siria e dell’Iran hanno rivendicato « l’autodeterminazione » e si sono battuti contro gli Stati-nazione nei quali si trovavano in nome della « liberazione etnica ». Nel caso dell’Iraq degli anni 1990, i Curdi sono stati patrocinati, armati, finanziati e difesi dagli Stati Uniti e Israele, perché indebolissero e dividessero la repubblica irachena, nazionalista laica. I Curdi, sempre con l’appoggio degli Stati Uniti, sono stati protagonisti di conflitti regionali in Turchia e, più recentemente, in Siria, per costringere alla resa il governo indipendente di Bachar el-Assad. I Curdi di sinistra definiscono cinicamente i loro alleati imperiali, ivi compresi gli Israeliani, come dei « colonialisti progressisti ». Insomma i Curdi agiscono come surrogati locali degli Statunitensi e degli Israeliani: forniscono mercenari, accesso alle basi militari, posti di ascolto e di spionaggio nel loro nuovo paese liberato (ed etnicamente purificato), per sostenere l’imperialismo degli Stati Uniti che i loro signori della guerra hanno scelto come « partner » dominante. La loro lotta è quella della liberazione nazionale o quella di marionette mercenarie al servizio dell’Impero contro le nazioni sovrane che resistono al controllo imperiale e sionista? In Ucraina, gli Stati Uniti hanno applaudito la causa dell’autodeterminazione quando essi stessi avevano orchestrato un violento colpo di Stato per cacciare un governo legittimo, il cui crimine era l’impegno per l’indipendenza nei confronti della NATO. Il colpo di Stato è stato apertamente sovvenzionato dagli Stati Uniti, che hanno finanziato e formato delle canaglie fasciste che si sono occupati della espulsione o repressione dei cittadini russofoni, soprattutto nella regione orientale del Donbass e in Crimea, con lo scopo di poter piazzare delle basi NATO sulla frontiera con la Russia. La popolazione, in maggioranza russofona, della Crimea si è opposta al colpo di Stato ed ha esercitato il proprio diritto all’autodeterminazione, votando per unirsi alla Russia. Allo stesso modo la regione industriale del Donbass, nell’est dell’Ucraina, ha dichiarato la propria autonomia, opponendosi al regime oppressivo e fortemente corrotto, istallato dagli Stati Uniti a Kiev. Il violento colpo di Stato patrocinato dagli USA e dalla UE a Kiev era una forma flagrante di annessione imperiale, mentre il voto pacifico in Crimea e la strada verso l’autodeterminazione presa dall’Ucraina orientale (Donbass) erano la risposta progressista delle forze anti-imperialiste. Ostacolata nel suo progetto di trasformare l’Ucraina dell’est e la Crimea in piattaforme di lancio per la NATO per l’aggressione alla Russia, USA e UE hanno condannato questa iniziativa definendola una « colonizzazione russa »

https://www.controinformazione.info/indipendenze-e-auto-determinazioni/

De-escalation?

Il generale Sergei Rudskoi,  capo del dipartimento operativo principale al quartier generale russo, infatti, ha comunicato:

“Nonostante gli accordi firmati ad Astana il 15  settembre,   miliziani di Jabhat al-Nusra ed unità a che si sono unite […]  hanno sferrato una offensiva di grande scala contro le posizioni del governo […]  ad Hama nella zona di de-escalation di Idlib   a cominciare dalle  del mattino del 19 settembre […] Secondo  i dati in nostro possesso, l’offensiva è stata iniziata dai servizi di spionaggio americani per bloccare l’avanzata delle truppe del governo ad est di Deir Ezzor”.

Qualche ora dopo, la cosa è stata ribadita ad un livello più alto, con una esplicita  minaccia. Il generale Igor Konashenkov , portavoce del ministero della Difesa di Mosca: “La Russia ha detto in modo inequivoco alle forze USA nella base di Al Udeid (Qatar) che non  tollererà nessun colpo d’artiglieria dalle aree dove sono stazionate le “forze democratiche siriane” […]. Spari provenienti da quelle posizioni saranno soppressi con tutti i mezzi necessari”. Ovviamente sapendo che là ci sono gli americani.

Cadaveri di terroristi dopo l’intervento degli Spetsnaz e dell’aviazione russa.

Come dice The Saker, “un attacco organizzato dagli Usa in una zona che si supponeva di de-escalation, con in più un tentativo di catturare soldati russi, eleva la doppiezza americana ad un livello totalmente nuovo”,  ed anche l’esibizione del suo gansterismo – di cui del resto non si vergogna, come dimostra  il discorso da gangster che Donald Trump ha fatto, o gli hanno fatto fare, all’ONU: “L’Iran è uno stato canaglia economicamente vuoto, il cui export principale è la violenza…il mondo si unisca a noi a chiedere che il governo iraniano cessi il suo cammino di guerra e distruzione”, per poi promettere di “totally destroy  North Korea”..

Le meschine operazioni americane in Siria hanno  lo scopo (secondo osservatori ben informati)  “di mantenere le  forze del governo siriano lontane dai campi petroliferi da nord dell’Eufrate, perché gli Usa hanno il piano di  costruire e controllare un proto-stato curdo nella Siria del Nord Est, e il controllo sul greggio darebbe a questo stato la necessaria base economica”.

Lo stato curdo che sta per nascere in Irak ha la protezione di Israele. Ed Israele ha colpito venerdì l’aeroporto di Damasco con due razzi,lanciati probabilmente da un drone israeliano; drone che l’aviazione siriana dice di aver abbattuto.  Poco prima, Tsahal aveva segnalato di aver lanciato un attacco aereo ad un sito militare  – sempre nella provincia di Hama.   Il  coordinamento coi terroristi e i servizi Usa pare evidente, così come la volontà   di provocare una escalation – altro che una de-escalation – da parte delle forze armate russe.

I 200 primi camion di armi e munizioni offerte dal Pentagono allo YPG (l’esercito curdo in Siria, ex PKK) sono stati consegnati in due convogli separati, l’11 e il 19 settembre. Provenienti dalla  regione curda dell’Irak i camion sono passati dal posto di frontiera di Semalka”:; Sono armi di fabbricazione ex sovietica, salvo alcuni   veicoli L-ATV dell’esercito Usa.

“Queste armi non sono destinate a combattere Daesh, che sta per essere eradicato, ma saranno usate  per la prossima guerra contro la Siria”,   dice Meyssan.

(http://www.voltairenet.org/article198000.html )

La Suddetsche Zeitung conferma: ha scoperto casualmente una spedizione di armamenti dal quartier generale delle forze aeree Usa in Europa, a Ramstein, verso i “ribelli” siriani. Il giornale germanico ha scoperto che i comandi Usa hanno chiesto a quattro appaltatori del trasporto di  non dichiarare la natura del carico, perché il governo tedesco avrebbe l’obbligo   di bloccare un tal traffico di armi sul suo territorio verso un paese in guerra. Il procuratore generale tedesco ha aperto un’inchiesta per appurare se il Pentagono e la Merkel hanno  rispettato il diritto, nazionale.

http://www.maurizioblondet.it/severo-monito-mosca-allo-canaglia-usa-continua-la-guerra/

Rojava?

I media mainstream anglofoni stanno facendo sforzi sovrumani per accreditare come reale questa nuova milizia guerrigliera. Riportano che questa nuova formazione si chiama Queer Insurrection and Liberation Army (TQILA)  ed  è nata da una entità chiamata  International People’s Guerrilla Forces (IRPGF), che a sua volta è membro di un International Freedom Battalion, un gruppo di combattenti esteri che hanno attraversato il mondo per unirsi ai miliziani curdi dello YPG in Siria.  Li stanno aiutando non tanto a battere l’ISIS, quanto a creare lo stato anarco-comunista sognato dai combattenti curdi, la Rojava. 

Fotti Daesh, sostieni Rojava!”.

Se andate a cercare  sul web la parola  Royava, scoprite  che si definisce “una regione de facto autonoma della Siria del Nord, non riconosciuta da Damasco”: insomma l’ennesima  versione della  strategia israelo-americana di di smembrare la Siria per linee etniche,  togliendo al governo una striscia  lunga e stretta che oltretutto, guarda caso, corre a ridosso della frontiera della Turchia. La Turchia di Erdogan, ossia non più amica della NATO e  da disturbare con il ravvivare  ed armare il separatismo curdo.

Dal che si capisce che il Deep State (e la NATO che gli tiene bordone) non si  sono rassegnate alla sconfitta in Siria, e ritententano lo smembramento armando  nuovi attori; e che questi attori sono del tipo che  Erdogan  più teme e detesta :  i curdi del PKK, il partito comunista curdo, organizzazione superterroristica. La sola vera ferocissima forza, che ha provocato in Turchia, dall’84 al 2003, 30 mila morti in una guerriglia spietata. Per  Erdogan, un incubo.

Detto altrimenti: basta con Daesh,Al Qaeda, i jihadisti religiosi; ora la nuova creazione dei servizi occidentali è atea, anarco-comunista, “Né Dio né padroni”.

http://www.maurizioblondet.it/la-pace-siria-nate-le-brigate-lgbt/

 

La causa Curda

I curdi non sono né di origine araba né di origine anatolica o iranica. I loro antenati provenivano dalle grandi pianure dell’Asia centrale e si stabilirono nelle regioni in cui i vivono oggi circa mille anni fa. Si diffusero nel sud-est di Anatolia, in Siria e Iraq settentrionale e Iran nord-occidentale.
I curdi subirono molte discriminazioni e minacce. La situazione recente si differenzia, a seconda dove vivano.
In verità, nessuno negherebbe che in Turchia i curdi subiscono aggressioni, diffamazioni, repressione dei loro rappresentazioni politici e persino attacchi dall’esercito turco.
Questo conflitto trabocca nei Paesi limitrofi Siria e Iraq che l’esercito turco ha invaso illegalmente e svolge operazioni militari impunemente contro PKK e YPG e intere città.
In Siria (prima del 2011) e in Iraq (dopo il 2003) non subiscono affatto discriminazioni.
In Iraq, un’area autonomia curda è stata imposta dagli Stati Uniti occupanti, ponendo il loro agente Barzani (il padre fu un agente di Regno Unito, Stati Uniti e Israele) presidente e dalla caduta di Saddam Hussein e dal crollo dell’Iraq nel caos e nell’anarchia, i curdi sono liberi di espandere le loro terre annettendo le regioni petrolifere dell’Iraq nord-occidentale, indiscutibilmente terre irachene che appartengono allo Stato centrale iracheno. Avendo sostenuto di “lottare contro lo SIIL”, i curdi in Iraq sono fortemente armati e sostenuti dalla Germania che invia armi come il sofisticato missile anticarro “Milan” dalla testa radioattiva e che diffonde radiazioni quando esplode. In tale contesto, la propaganda curda e occidentale (combinata) “manca” d’informare che il gruppo terrorista curdo “Peshmerga” combatte anche l’esercito iracheno, ovviamente l’unico legale e legittimo esercito in Iraq (insieme agli alleati di Hezbollah e alle altre milizie irachene), mentre i “mercenari” Peshmerga e tutti i mercenari stranieri, secondo la Carta delle Nazioni Unite, vanno considerati terroristi. I missili tedeschi “Milan” furono venduti allo SIIL dai “Peshmerga” armati e sostenuti dell’esercito tedesco (Bundewehr) in violazione della Carta delle Nazioni Unite, un atto di deliberato terrorismo del governo tedesco contro lo Stato iracheno. Va anche ricordato che la regione autonoma curda si trova nella nazione e nello Stato iracheno, e che la regione autonoma curda non è extraterritoriale e né la leadership della regione autonoma curda è autorizzata ad agire come rappresentante di uno Stato sovrano, se accade abusa della debolezza dello Stato iracheno, paralizzato da guerra, terrorismo e presenza armata dei militari statunitensi soprattutto.
In Siria, i curdi erano completamente integrati come cittadini siriani, con tutti i diritti. Sono liberi di preservare il loro patrimonio culturale. A seguito della “falsa” rivolta occidentale in Siria, i curdi si opposero al legittimo governo, armandosi e combattendo l’esercito legittimo. L’Esercito arabo siriano si ritirò dalle regioni curde dove i curdi organizzarono forme di autogoverno, ma contro Damasco. Naturalmente, ciò può essere visto come passo dei curdi (siriani) per guadagnare terreno e dividere la nazione siriana. La milizia curda “YPG” si è fusa militarmente con le cellule terroristiche dell’”ELS” e sostenne la brigata “al-Faruq” dell’ELS che commise atrocità contro i civili cristiani e alawiti nelle province di Homs e Aleppo. Recentemente occupò le città cristiane assire della provincia di Hasaqah uccidendo ed espellendo la popolazione locale che da 20000 anni vi viveva e quindi affermando che questo territorio era “curdo”, nel tentativo estremo di arraffare terre (come in Iraq). Le YPG, come i “Peshmerga” in Iraq, sono fortemente sostenute, guidate, armate dalla Bundeswehr tedesca e dall’esercito degli Stati Uniti. Germania e Stati Uniti mirano a bloccare illegalmente il legittimo governo siriano e ad imporre un cambio di regime coi burattini a Damasco. Questo, come in Iraq, dimostra che le principali entità imperialistiche occidentali usano i curdi come mercenari nel loro complotto antisiriano. Ai curdi promettono l’indipendenza (anche se la propaganda curda nei cervelli lavati occidentali ridicolmente nega obiettivo, azioni e partner dicendo altro). Non erano i curdi che dichiararono l’autonomia unilaterale del loro “governo” artificialmente creato nel “Rojava”? Non esiste una regione siriana con tale nome. È una creazione dei curdi per preparare i prossimi passi per l’indipendenza, ovvero rubare terra, pulizia etnica, stragi e creare uno Stato artificiale sul territorio siriano illegalmente occupato e annesso. Non suona familiare? Se no, chiedete ai palestinesi.
Dovremmo ricordare che l’US Airforce, che decisamente s’impegnò nella battaglia per la città siriana di Ayn al-Arab che i curdi, come se fosse loro, chiamano “Kobane” e aiutò generosamente i curdi a lottare contro la creazione statunitense dello “SIIL”, così come contro il legittimo Esercito arabo siriano, è la stessa forza aerea che bombarda deliberatamente i civili siriani, le infrastrutture statali e le posizioni dell’Esercito arabo siriano.
Quindi le YPG non possono seriamente affermare di essere nate in reazione alla presunta “debolezza” dello Stato e dell’Esercito siriano per “difendere” il territorio siriano che pretendono sia “curdo”. Infatti, le YPG sono un gruppo terroristico curdo sostenuto dalle nazioni imperialiste occidentali. Le YPG si sono parzialmente fuse con altri gruppi terroristici come l’ELS collegato ad al-Qaida, per conseguire obiettivi militari contro lo Stato siriano e poter fondare uno Stato curdo sul suolo siriano (annesso).
L’obiettivo evidente dei capi curdi e dei loro sostenitori a Washington, Berlino e Tel Aviv è la divisione della Siria per distruggerla. Si potrebbe pensare per un attimo che sia proprio questo lo scopo…
https://aurorasito.wordpress.com/2017/05/12/utili-idioti-la-sinistra-reazionaria-invoca-la-distruzione-di-stati-sovrani/

Kurdistan

Cinquecento anni di guerra
Le popolazioni di etnia curda, a seguito della deliberata suddivisione anglo-francese dell’impero ottomano crollato dopo la prima guerra mondiale, ebbero negate la sovranità nazionale. La cultura curda precede la nascita dell’Islam e del cristianesimo, risalendo a circa 2500 anni fa. Etnicamente i curdi non sono arabi o turchi. Sono curdi. Oggi sono in prevalenza sunniti, ma i popoli etnicamente curdi contano 35 milioni di persone suddivise tra quattro Stati confinanti. La lotta contro i turchi, che l’invasero dalle steppe dell’Asia centrale durante la dinastia selgiuchide, alla metà del 12° secolo, fu lunga e travagliata. Nel 16° secolo le regioni curde furono il campo di battaglia delle guerre tra turchi ottomani e impero persiano. I curdi persero, proprio come i polacchi nei secoli scorsi. Nel 1514 il sultano turco offrì ai curdi ampia libertà e autonomia, se aderivano all’impero ottomano dopo la sconfitta dell’esercito persiano. Per gli ottomani i curdi fungevano da cuscinetto contro una futura possibile invasione persiana. La pace tra il sultanato turco e il popolo curdo durò fino al 19° secolo. Poi, quando il sultano turco decise di forzare i curdi dell’impero a rinunciare all’autonomia, nei primi anni del 19° secolo, i conflitti tra curdi e turchi ricominciarono. Le forze ottomane, consigliate dai tedeschi, tra cui Helmut von Moltke, intrapresero guerre brutali per soggiogare i curdi indipendenti. Le rivolte curde contro un sempre più fallito e brutale sultanato ottomano continuarono fino alla prima guerra mondiale, combattendo per uno Stato curdo indipendente da Costantinopoli. Nel 1916 l’accordo segreto anglo-francese Sykes-Picot chiese nel dopoguerra la spartizione del Kurdistan. In Anatolia, l’ala religiosa tradizionale del popolo curdo si alleò con il leader turco Mustafa Kemal, in seguito Kemal Ataturk, per evitare il dominio degli europei cristiani. Kemal andò dai capi tribali curdi a chiedere aiuto nella guerra per liberare la Turchia moderna dalle potenze coloniali europee, in particolare inglesi e greci. I curdi combatterono nel 1922 a fianco di Kemal nella guerra d’indipendenza turca per liberare l’Anatolia occupata e creare una Turchia indipendente dall’occupazione inglese e greca. I sovietici sostennero Ataturk e i curdi contro l’alleanza anglo-greca. Nel 1921 la Francia cedette una delle quattro regioni curde in Siria, bottino di guerra francese assieme al Libano. Nel 1923 alla Conferenza di Pace di Losanna, le potenze europee riconobbero formalmente la Turchia di Ataturk, piccola parte dell’impero ottomano pre-bellico, e cedettero la maggior parte della popolazione curda in Anatolia alla nuova Turchia indipendente, senza garanzie di autonomia o diritti. I curdi iraniani vissero in costante conflitto e dissenso con il governo dello Shah. Infine, il quarto gruppo curdo fu solo assegnato dal Sykes-Picot al dominio inglese chiamato Iraq. C’erano note ricchezze petrolifere presso Mosul e Qirquq. La regione era rivendicata da Turchia e Gran Bretagna, mentre i curdi chiesero l’indipendenza. Nel 1925 la Gran Bretagna ottenne dalla Lega delle Nazioni il mandato sull’Iraq ricco di petrolio compresi i territori curdi. Gli inglesi promisero di permettere ai curdi di avere un governo autonomo, un’altra promessa non mantenuta nella sordida storia delle avventure coloniali inglesi nel Medio Oriente. Alla fine del 1925 il Paese dei curdi, conosciuto dal 12° secolo come Kurdistan, fu diviso tra Turchia, Iran, Iraq e Siria, e per la prima volta in 2500 anni fu privato dell’autonomia culturale.

Mentre la Russia ritira gran parte dei suoi aerei, negli ultimi giorni Mosca ha chiarito che manterrà la base navale di Tartus e la base aerea di Humaymim nei pressi di Lataqia, così come le avanzate batterie antiaeree S-400 per impedire eventuali attacchi aerei da Turchia e Arabia Saudita sulla regione autonoma curda della Siria. Inoltre, la Russia non ha ritirato i caccia Su-30SM e Su-35 da Humaymim, dimostratisi nelle prime settimane dell’intervento russo abbastanza impressionanti, assieme agli aerei d’attacco a lungo raggio Su-34 che possono attaccare obiettivi in Siria decollando dalla Russia meridionale, se necessario. Anche i missili da crociera russi, dalla gittata di 1500 chilometri (Kalibr) e 4500 km (Kh-101) possono decollare dal Caspio. Il curdo PYD e il suo braccio armato in Siria espandono aggressivamente il territorio controllato lungo il confine siriano-turco. Ankara è allarmata, per usare un eufemismo. Il PYD è una filiale del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Partiya Karkeren Kurdistane) o PKK, in sanguinosa guerra per la sopravvivenza contro l’esercito turco. La Russia riconosce il PKK, che ha sostenuto contro il membro della NATO Turchia, durante la guerra fredda, e il PYD. Il PKK fu fondato dal curdo turco Abdullah Oçalan nel 1978, e fu sostenuto da Russia e Unione Sovietica fin dall’inizio. Le relazioni russo-curde risalgono alla fine del 18° secolo. Negli anni ’80, nel periodo della Guerra Fredda, la Siria di Hafiz al-Assad, padre di Bashar, era uno Stato cliente sovietico e vitale sostenitore del PKK, fornendo al gruppo basi sicure in Siria. E in Siria, il braccio armato del PYD ha ricevuto armi e supporto aereo russi per espandere aggressivamente il territorio che controlla lungo il confine siriano-turco, negli ultimi mesi, quindi non sorprende che a Mosca, e non a Washington, il PYD ha scelto di aprire il primo ufficio di rappresentanza estera….

Alleanza russo-israelo-curda?
Come con i curdi iracheni, i curdi della Siria partecipano ai colloqui dietro le quinte con il governo Netanyahu per stabilire delle relazioni. Secondo la professoressa Ofra Bengio, a capo del programma di studi curdi dell’Università di Tel Aviv, in un’intervista a The Times of Israel, i curdi siriani sono disposti ad avere relazioni con Israele, così come con la Russia. Bengio ha dichiarato, riferendosi ai capi curdi siriani, “so che alcuni si sono recati di nascosto in Israele, senza pubblicizzarlo“, e lei stessa ha detto di aver avuto contatti personali con i curdi siriani che sarebbero disposti ad avere rapporti. “Come con i curdi dell’Iraq, dietro le quinte. Una volta che si sentiranno più forti, si potrà pensare a relazioni aperte”, aveva detto. Nel 2014, Netanyahu dichiarò: “Dobbiamo… sostenere l’aspirazione curda all’indipendenza“, aggiungendo che i curdi sono “una nazione di combattenti (che) ha dimostrato impegno politico e di essere degna dell’indipendenza”.

https://aurorasito.wordpress.com/2016/04/15/autonomia-curda-piano-b-di-kerry-o-piano-a-di-putin/

La battaglia di Ratyan

 

La Russia, la forza trainante che domina i cieli siriani, vuole garantire un posto ai curdi che Turchia e Arabia Saudita respingono dal tavolo dei negoziati per la pace di Ginevra, ma che dovrebbero conquistare alla fine di febbraio. Iran e Russia sono decisi a cambiare la situazione della Siria a vantaggio di Damasco prima della fine dell’estate. Le città si arrendono senza combattere, come Dayr Jamal, e altre, come Tal Rifat, negoziano una via d’uscita ai terroristi per evitare la distruzione della città. Un alto ufficiale che opera in Siria ha detto, “l’unità Sabarin della IRGC operante nelle grandi periferie di Aleppo (Rif di nord, sud, ovest ed est) fu creata più di dieci anni fa in Iran quale Forza Speciale d’élite, addestrata a combattere le guerre penetrando in profondità dentro e dietro le linee nemiche, soprattutto contro i jihadisti. È la punta di diamante contro al-Qaida nel Rif a nord ed ovest di Aleppo, e nel Rif orientale contro il cosiddetto “Stato islamico” (SIIL). Oltre 47 ufficiali e soldati sarebbero caduti nell’ultima offensiva di Aleppo”. “L’opera di disinformazione dell’Iran in questi mesi ha ingannato i media ufficiali che credevano che le sue forze si stessero ritirando dalla Siria, quando i velivoli da trasporto militari inviavano nuove truppe ad Aleppo pianificando la rottura dell’assedio di Nubul e Zahra, le due città sciite del nord assediate da oltre tre anni da al-Qaida e alleati. Dopo l’abbattimento del jet Su-24 russo sul confine turco-siriano da parte della Turchia l’anno scorso, la Russia ha mutato i piani militari per impegnarsi ancor più in Siria mirando a tagliare tutte le linee di rifornimento e collegamento tra i jihadisti e il loro protettori in Turchia. Pertanto, piani sono stati elaborati per controllare le frontiere dal Rif di Lataqia, dove l’offensiva avanza rapidamente, e dal Rif di Aleppo. Un centro operativo è stato creato ad Aleppo per dirigere i fronti settentrionale e meridionale dove l’unità al-Sabarin è principalmente impegnata”. Secondo la fonte, “quando Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno espresso la volontà d’inviare una forza militare in Siria, come concordato con gli Stati Uniti d’America, è arrivata la risposta dal comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie dell’Iran, Maggior-Generale Mohammad Ali Jafari. Le sue forze sono direttamente presenti sul campo, a nord, contro al-Qaida (Nusra) e a nord-est contro lo SIIL. Ciò significa che IRGC ed Hezbollah affronterebbero tutte le truppe che sbarcassero nella loro area operativa senza alcun coordinamento con Damasco. Il centro operativo iraniano è incaricato di liberare l’area al confine tra Turchia e Siria e di combattere qualsiasi forza nemica ad eccezione dei curdi e dei loro alleati, considerati forze non-nemiche”.

https://aurorasito.wordpress.com/2016/02/10/6000-pasdaran-ad-aleppo/

Escalation

Siria settentrionale

Occupando l’aeroporto di Qamishli, la Russia dimostra di essere l’unico Paese pragmatico nella lotta allo SI, tagliandone le fonti del finanziamento. Quindi la vera ragione della rabbia della Turchia verso i russi è il controllo del confine turco-siriano, lungo 250-300 km e profondo 50 km, per evitare il contrabbando di petrolio siriano in Turchia e l’invio di armi a SI e altri gruppi jihadisti. Pertanto Qamishli può diventare un’importante testa di ponte attraverso cui gli Spetsnaz possono far arrivare in aereo direttamente dalla Russia truppe, mezzi corazzati e artiglieria per sigillare il confine turco-siriano e allo stesso tempo collegarsi alle truppe siriane che combattono nella parte orientale del Governatorato di Aleppo. [6] Inoltre, le truppe aviotrasportate russe hanno iniziato a introdurre nel proprio organico alcune decine di nuovi blindati ed obici semoventi, permettendo una capacità offensiva superiore, nell’ambito dei test che la Russia intende svolgere in condizioni di combattimento reali in Siria.

estratto da https://aurorasito.wordpress.com/2016/01/26/spetsnaz-russi-in-siria/