Debito sistemico

Il vero problema, che i media mondiali stanno tentando di nascondere, non sono i 100 miliardi di Euro del deficit della Grecia o il migliaio di miliardi di euro dei paesi della Unione Europea, cifre consistenti, ma lontanissime dai 5.000/10.000 miliardi che dovrà reperire il governo statunitense nel futuro immediato. Trovare sul mercato mondiale cifre del genere non sarà facile.

In considerazione della forte crisi che attanaglia tutto l’occidente, sta aumentando ovunque la disoccupazione, diminuiscono i consumi, diminuiscono i guadagni delle imprese ed ovviamente non possono che diminuire anche gli introiti fiscali di uno stato. Dove potrà trovare questa gran massa di soldi il governo USA? Ovviamente cercherà di aumentare gli introiti fiscali, con nuove tasse che finiranno per aggravare la situazione di una economia già in crisi; ricorreranno ovviamente ai paesi alleati, che sono obbligati ad aiutare gli USA, sotto forma di un aumento dell’acquisto dei buoni del Tesoro del debito USA e questi paesi a loro volta per trovare i soldi, spremeranno i propri cittadini (5); sicuramente ricorreranno al Fondo Monetario Internazionale. Tutto ciò potrebbe risultare insufficiente e di conseguenza potrebbero incrementare la stampa dei dollari.

Negli ultimi anni, gli Usa hanno enormemente incrementato la stampa di dollari. Nel seguente grafico 1 riportiamo la quantità di dollari in circolazione, ossia la base monetaria statunitense alla fine dell’anno, dal 1959 al 2009. Come si vede, la massa di dollari in circolazione è fortemente aumentata negli ultimi due anni, passando dagli 824 miliardi di dollari in circolazione alla fine del 2007, ai 1.654 miliardi a fine 2008, ai 2.017 miliardi a fine 2009.

Grafico 1

Base monetaria USA

Miliardi di dollari in circolazione alla fine dell’anno

(Anni 1959-2009)

estratto da http://umbvrei.blogspot.it/2010/10/gli-stati-uniti-verso-la-bancarotta.html

Nella Grecia il nostro futuro

I più maligni credono che Tsipras stia giocando al gioco che proprio Samaras fece contro l’ex premier socialista Papandreu: il rifiuto di ogni tipo di accordo per le misure di risanamento dei conti mantenendo una linea dura contro l’austerità, per poi tornare ad un’inevitabile negoziato con la Troika dopo la vittoria alle elezioni.

Qualora uscisse vincente da queste eventuali elezioni anticipate Tsipras non riuscirebbe comunque a raggiungere una vittoria così ampia da consentirgli di governare e dovrebbe ricorrere per forza a delle alleanze, per esempio con i nuovi partiti, come To Potami (il Fiume), di centro sinistra, al 6% nei sondaggi, che però non ha confermato la sua disponibilità ad un eventuale accordo con Syriza.

Poi c’è Alba Dorata che, nonostante il proprio gruppo parlamentare sia sottoposto a misure cautelari da oltre un anno,(corsivo nostro) non cala nei sondaggi e sembra confermarsi il terzo partito di Grecia, con un gradimento popolare che si attesta su percentuali che oscillano dal 6,1%, fino addirittura al 16%.

estratto da http://finanzaemercati.org/2014/12/12/il-futuro-nero-della-grecia-tra-troika-elezioni-e-antieuro/

Per approfondire l’argomento, leggi anche i commenti

And Then There Were None

And Then There Were None

Che cosa dice in pratica il FMI? Dice che il governo “greco” (sotto il diktat europeo) ha preferito la svalutazione interna per salvare le banche private d’Europa e l’euro. E, si sa, l’ha fatto con il massimo rumore possibile per facilitare loschi affari di speculazione, mentre, in sintonia con i media e i giornali di regime di tutta Europa, bollava il popolo greco di epiteti tipo “lazzaroni” e “ladri”. “Sono il premier di un popolo di corrotti” e’ la frase usata dall’allora primo ministro George Papandreou (in Grecia detto “GAP” dato il nome Andreas del padre) in una conferenza all’estero.