Antifascismo

Risulta interessante notare che esiste un’altra connessione più forte di questa ondata di antifascismo: è precisamente quella che intercorre con il capitale finanziario. Ad esempio, la Fondazione Tides, che è attiva negli Stati Uniti e riceve iniezioni finanziarie da George Soros, finanzia regolarmente gruppi antifascisti, compresi quelli che organizzarono disordini di massa ,come avvenne negli scontri di Berkeley circa due anni addietro, quando gli antifascisti hanno percosso persone, con auto bruciate e vetri imbrattati nei negozi e sulle case.
I mezzi finanziari di queste iniziative antifasciste e antirazziste in Europa vengono assicurati come priorità della “Open Society Foundation” (G.Soros), nonché da parte di altre strutture di influenza americane. Ad esempio, lo stesso fondo Ford contribuisce attivamente a molte iniziative anti-razziste in tutta Europa. La rete delle organizzazioni europee “SOS Racisme”, il cui esordio era avvenuto in Francia, fu originariamente creata dai principali esponenti di sinistra su richiesta dell’allora presidente Mitterand e del partito socialista. L’organizzazione è ancora ampiamente finanziata dallo stato francese.

Proteste contro i “fascisti”

Tutte le reti antifasciste in Europa sono collegate agli stati o ai fondi finanziari collegati a entità bancarie o multinazionali. Esemplare il caso delle numerose ONG finanziate dalla Open Society per facilitare l’abolizione delle frontiere e agevolare le migrazioni in Europa. Si potrebbe scoprire il paradosso, quello dei grupppi di estrema sinistra e degli anarchici che ricevono fondi dallo stato e da grandi capitalisti, ovvero da quelli che una volta, erano considerati i principali “nemici di classe”.
Secondo gli ideologi del globalismo e della società , “fascisti” sono tutti coloro che si oppongono a questa concezione e di rifanno ad una difesa delle identità culturali, storiche, religiose e tradizionali dei propri paesi e delle proprie comunità.
Per la sinistra globalista “fascista” è da considerare colui che crede che l’uomo sia un uomo e una donna una donna e che la famiglia naturale sia ancora la base della società, fondata sul matrimonio che è l’unione di un uomo e una donna, che amano il loro popolo e la loro storia. Fascisti sono considerati anche coloro che si oppongono al modernismo ed alla visione materialistica ed iperconsumista che è prepondernate nella società aperta, identificata con la società multiculturale, che abolisce le frontiere, il vecchio concetto di Stato e d sovranità.
La sinistra indica tutto questo come una forma retrograda, reazionaria e conservatrice che non tiene conto dell’evoluzione della società e della nuova morale aperta, relativista ed individualista.
A livello internazionale viene indicato come fascista Vladimir Putin perchè questi difende i valori della tradizione della Russia, vengono indicati come “fascisti” i regimi come quello siriano di Bashar al-Assad perchè si è opposto al liberalismo americanoide ed all’aggressione sionista.

https://www.controinformazione.info/il-nuovo-antifascismo-strumento-del-globalismo-e-mascheratura-della-elite-finanziaria/

Punto di svolta

Aspetteremo finché non verranno per noi, perché le nostre case sono costruite in cima alle risorse che desiderano saccheggiare, perché abbiamo condiviso informazioni online che trovano discutibili, perché abbiamo osato chiederci perché dei matti controllano il nostro Paese e gran parte del mondo? Una simile eventualità può sembrare ridicola a certuni, ma quei giorni non sono lontani e sono già qui per molti nel mondo, anche in occidente. L’arresto di Assange è il primo colpo in una guerra a cui tutti noi, volenti o nolenti, siamo già stati arruolati perché è una guerra al mondo in cui viviamo, una guerra alla nostra società, al nostro pianeta, ai nostri mezzi di sostentamento, al nostro diritto all’autodeterminazione. Si può provare a fuggire fino all’altro capo della Terra, a migliaia di chilometri di distanza dall’”occidente” (come ho fatto io stessa), solo per scoprire che non c’è Paese al mondo che non sia attualmente sotto assedio. Mai prima d’ora nella storia l’oligarchia globale è stata più potente. La concentrazione di potere e ricchezza nelle mani di pochi è senza precedenti, persino peggiore rispetto all’età dell’oro o agli ultimi giorni dell’impero romano. Costoro non hanno intenzione di cedere alcun potere. Non vogliono che si abbia il controllo delle nostre vite. Per loro, siamo già schiavi. E chi sta zitto, specialmente ora, manda il segnale alle élite di abbracciare la schiavitù.

Whitney Webb, Mint Press 11 aprile 2019

La superclasse

Queste cerchie (che abbiamo esplorato nel precedente articolo) non stanno allo stesso livello, ovviamente. Esse sono gerarchicamente ordinate. La cerchia economico-finanziaria transnazionale sta ovviamente al vertice, è il cuore della superclasse mondiale: è il potere del denaro de-regolato allo stato puro. Comanda a quelli sotto, come esecutori, compagni di strada, utili idioti.

La cerchia dei poteri pubblici ed amministrativi si pone all’ultimo posto, perché obbedisce ai dettami di sopra strumentalizzando una autorità residuale su uno spazio nazionale, dunque ridotto. Fano eccezione gli Stati Uniti d’America, in quanto hanno imposto le loro normative (globaliste, di libero scambio, di qualità, di dazi) a tutto l’Occidente, e si applicano ad imporle al resto del mondo, anche con la violenza bellica: ciò che chiamano espandere la democrazia. Solo adesso, nella sua volontà di distruggere Trump, vediamo il potere feroce di questo “deep state” americano, inamovibile gestore del potere oligarchico globale.

Però i diversi cerchi non sono chiusi, comunicano tra loro, la superclasse mondiale funziona appunto così: prospettando promozioni ai vertici. Grand commis che diventano finanzieri, capi di multinazionali che incamerano anche imperi mediatici, miliardari che finanziano fondazioni culturali, think-tank.

La Goldman Sachs, “americana”, ospita una quantità di europei fra un incarico “pubblico” e l’altro, onde non restino fuori al freddo: Prodi e Draghi, Mario Monti e Papademos. Manuel Barroso, appena scaduto dalla poltrona di presidente della Commissione UE, ha trovato a Goldman Sachs il nido caldo.

All’inverso, Connie Hedegaard, dopo essere stata Commissaria europea al Clima (sic), è stata assunta come alta consulente alla Volkswagen, non male dopo il “dieselgate”. Conflitto d’interesse? Teniamo presente che quando contro un politico in ascesa viene attaccato – e bloccato – opponendogli un qualunque “conflitto d’interesse” (come per Berlusconi o Trump), è segno che egli non appartiene alla superclasse mondiale. Contro Mario Draghi che in Goldman consigliò il governo greco dei trucchi finanziari per i quali lo punisce da quando è al vertice della BCE, nessuno ha mai sollevato la maleducata domanda. Anzi per di più l’eurocrazia ha fatto varare agli Stati soggetti leggi che la rendono immune da qualunque prosecuzione giudiziaria per i suoi atti nella finanza….

La loro giustificazione ideologica, fedelmente ripetuta dai media, è che gli Stati nazionali non sono più in grado di risolvere i problemi dell’umanità, che sono globali: dal “riscaldamento globale” alla “disseminazione nucleare”alla “sovrappopolazione”, ed ora ci aggiungono “le migrazioni” e “il terrorismo”, qualunque problema d’occasione viene avanzato per predicare (e praticare) la necessità del “governo globale”. La falla del ragionamento sarebbe lì da vedere, se non fossimo rincretiniti dalla ipnotica persuasione mediatica: molti dei problemi “globali” sono provocati appunto dalla globalizzazione, ossia da loro; e non si vede perché dei grandi “privati”, con interessi privati e guidati esclusivamente dal criterio della più efficiente allocazione del capitale (ossia del massimo profitto sugli investimenti loro), siano più adatti dei pubblici a risolvere i “grandi problemi dell’umanità”.

http://www.maurizioblondet.it/perche-la-superclasse-mondiale-non-aristocrazia-ii/