Fracking

di Alfredo Jalife-Rahme

La tecnologia della fratturazione idraulica ( Fracking) per l’estrazione petrolifera pone cinque problemi seri: 1. Spreco di acqua scarsa; 2. Oscena forma di finanziamento ; 3. Effetti tossici nella geopolitica; 4. Grave depredamento ambientale; 5. Seri danni alla salute – causando terremoti e l’uso di sostanze chimiche letali segrete, alcune delle quali cancerogene .
Il Wall Street Journal ( WSJ ) occulta quattro dei cinque problemi e si concentra incidentalmente sul finanziario, senza affrontare il suo danno ambientale.

In due articoli di Bradley Olson e di Rebecca Elliott, a cui si è stato aggiunto nell’ultima versione anche Christopher Matthews, il WSJ menzionato prevede quindi sotto esame quanto esposto, come connotato dal ricercatore UE, Bethany McLean .

McLean ha presentato il “fallimento finanziario della Federal Reserve, con il miraggio det profitti derivanti dal fracking” , facendo riferimento alla bolla finanziaria che si celava geopoliticamente dietro la fratturazione idraulica per estrarre il gas / olio di scisto / shale e posizionare gli Stati Uniti artificialmente davanti a Russia e Arabia Saudita come il principale produttore di petrolio del mondo .

L’avvertimento dei tre giornalisti del WSJ è rilevante in quanto l’influente giornale fa parte del conglomerato Fox News: uno dei pochi alleati del presidente Trump.In un primo articolo, WSJ dichiara che le “i fratturatori” ( the Frackers ) devono affrontare una dura realtà, come fanno gli investitori di Wall Street in pensione” dopo aver preso utili per quasi un decennio, l’industria perde soldi nel gas / shale oil / shale.

Il WSJ Ammette che le frequenti infusioni del capitale di Wall Street hanno sostenuto il boom (sic) del fracking con il gas / olio di scisto / scisto .

In effetti, è noto che la Federal Reserve incoraggia le banche di investimento ad essere molto fiduciose nei loro prestiti alla nascente industria che ha beneficiato dell’asse del Texas / Oklahoma.

Secondo Dealogic, tali compagnie petrolifere hanno raccolto nel 2018 quasi un terzo del 2012 , mentre WSJ ammette che l’impulso finanziario ha contribuito a trasformare gli Stati Uniti in una superpotenza energetica e il più grande produttore mondiale di petrolio prima della Russia e dell’Arabia Saudita, con quasi 12 milioni di barili al giorno , che ha anche dato agli Stati Uniti un’indipendenza energetica artificiale , in quanto ha ridotto drasticamente le sue importazioni dal Medio Oriente ( https://on.wsj.com/2Tprzqn ).

Proteste contro le compagnie Fracking
Leggi tutto su https://www.controinformazione.info/si-sgonfiano-le-societa-del-fracking-negli-stati-uniti/

La tisi dell’economia liberista

estratto da https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/09/16/la-tisi-delleconomia-liberista/

Non è andata così: la domanda aggregata non può significativamente risalire perché non sale la redistribuzione del reddito, le retribuzioni sono al palo e spesso assolutamente precarie e così nessuno si sente di investire sul futuro. Perciò dappertutto il petrolio a pochi dollari è servito solo a far utilizzare più l’auto sulle due sponde dell’atlantico o a sostituire la propria vettura (23,5 milioni di auto vendute in Cina) anche grazie alla diminuzione reale dei listini (simulata come offerta) e a nuovi modelli che promettono consumi inferiori. Ma quello che è finito nel serbatoio o dal concessionario è sottratto ad altri consumi, perché ormai la tanto agognata flessibilità ha creato un mercato rigido e stagnante, la cui dinamica è semmai in discesa.

La situazione è tale che sono scomparse dai radar le lobby petrolifere che facevano balenare il nuovo eden dello scisto a Polonia, Ucraina, Francia e Germania. Anzi a dirla tutta c’è un solo Paese al mondo che nel bel mezzo di questo attacco di tisi economica ed energetica, aggravata dal prossimo arrivo sul mercato del brent iraniano, si è deciso a devastare le proprie coste e il proprio fragile ambiente per succhiare riserve assolutamente marginali e dunque anche di scarso interesse dal punto di vista dei profitti e degli investimenti. Con  in più il pericolo concreto che questi emungimenti, come è già accaduto in passato aumentino i fenomeni di subsidenza dei litorali, costringendo nel migliore dei casi, a danni enormi in cambio di qualche barile che ormai sul mercato internazionale ti tirano dietro. Questo strano Paese è l’Italia i cui governi agiscono evidentemente dentro una logica tutta propria: la macchina che devono alimentare è quella della clientela sulla quale galleggia una classe dirigente fra le più avide e mediocri dell’intero pianeta.(corsivo nostro)

Nota: inutile sottolineare che in Italia il ribasso del prezzo del petrolio è finito tutto in tasse e non nelle tasche del consumatore.