Cancellare il debito

Cancellare il debito, è infatti ciò che la BCE, se funziona da banca centrale, può fare – semplicemente trattenendo, e non rivendendo, i miliardi di debito pubblico che ha comprato – con moneta creata dal nulla – in queste settimana

E’ una proposta molto sensata e giusta, a cui il potere francese dà il suo appoggio.

Il punto è che proprio Claudio Borghi disse la stessa cosa due anni fa – era il maggio 2018 – e tutti i media,a cominciare da Repubblica, lo schernirono,ululando: “La fanta economia di Claudio Borghi! Braccio destro di Salvini!”..

Due anni persi così, a inveire e a distruggere soluzioni ragionevoli e sensate, per poi accettarle come una radiosa novità se la dice un Padrone internazionale,che è presidente di SANEFI (la Atostrade francesi) e nei consigli di Yves Saint-Laurent, Prisa, CaixaBank, Fnac, Poweo Direct Énergie, Ingenico

Servi.

L’articolo Conte regala milioni nostri a Bill Gates. Ha deciso lui, da solo. proviene da Blondet & Friends.

Galassia Suez

Suez Gaz de France è quel colosso  colpevole della terra dei fuochi attorno a Napoli – campi flegrei e litorale domizio – poiché fu proprio Gaz de France che allora era ancora azienda completamente di Stato francese, ad acquistare la Jacorossi Spa che aveva ricevuto nel 2001 la commessa dalla Regione Campagnia di bonificare e di organizzare la raccolta dei rifiuti nei campi flegrei e litorale domizio attorno a Napoli, la cosiddetta Terra dei Fuochi (cfr. )

E fu proprio Gaz de France, poi diventato Suez Gaz de France nel 2007, a presumibilmente costringere attraverso la Jacorossi a incrociarsi le braccia a 180 lavoratori socialmente utili mentre dava in appalto la raccolta rifiuti alla mafia (cfr Report Gabanelli)

E’ quella galassia che in joint venture con BNP Paribas, controlla Total(FinaElfErg), Lafarge, Imerys, Banca Leonardo (adesso passata a Crédit Agricole),   persino Iberdrola e Transcor Astra.

BNP Paribas, bisogna forse ricordarlo, è quella banca che acquistò BNL dopo una battaglia mediatica senza precedenti contro Fazio che voleva preservarla, e così facendo divenne azionista di Bankitalia oltre il fatto che era già nel cartello delle banche dealer.

Infine la galassia Suez Bnp è quella che comunemente negli anni ho chiamato i “francorotti”, per designare appunto quel coagulo di potere concentrato che vede uniti nello sfruttamento delle risorse mondiali l’elite francese, ivi compreso l’apparato di Stato esagonale, e quelli che comunemente chiamo i “rothschilds”, diventati nome comune per nominare la casta dell’1% del mondo.

L’altro azionista è Gaetano Francesco Caltagirone, e a parte che non entro nelle cronache della città, che non conosco ma che immagino, quale è la ratio di mettere una persona fisica unica come terzo azionista di un colosso come ACEA, multinazionale ex municipalizzata che gestisce i servizi pubblici della Capitale d’Italia e, in gran parte, del paese?

Tutti gli imprenditori cavalieri coraggiosi del paese diventano i prestanome di altri poteri ben più forti oltre confine e off shore, così come i Benetton hanno in realtà solo il 26% in Austrade per l’Italia.

Perché per concludere, funziona così: il potere di battere moneta e di prestarla agli Stati, è all’apice molto organizzato, ed è ben rappresentato dalla galassia Frère-BNP-Suez, è alla base molto ramificato, cambia nome, è cangiante, è multinazionale, cambia passaporto.

Fino a quando una classe politica forte e determinata non deciderà di prendere il toro per le corna, e di ripulire la gestione della res publica dagli affaristi e dalla finanza, qualsiasi sindaco di Roma fallirà.

E la domanda sorge spontanea, ed è doverosa: come fa il Comune di Roma ad avere problemi finanziari se “controlla” la multinazionale in crescita di utili Acea?

Nforcheri 13/11/2018

 

Francia e privatizzazioni

Alla fine della seconda guerra mondiale, i servizi pubblici hanno ricevuto una spinta decisiva grazie alla paradossale alleanza tra le ali opposte della Resistenza francese, i comunisti e i gollisti. Il generale Charles de Gaulle, sebbene anticomunista, era il tipo di conservatore (vedi Bismarck) che capisce che la forza e l’unità di una nazione dipendono da un minimo di giustizia sociale. Nonostante l’opposizione aperta su molte questioni, gollisti e comunisti riuniti in un Consiglio nazionale unificato della Resistenza, che nel marzo 1944, adottarono un programma che richiedeva un’economia mista che unisce la libera impresa con la nazionalizzazione strategica e programmi di sicurezza sociale e diritti sindacali. Questo programma di giustizia sociale aveva gettato le basi per uno sviluppo economico straordinario, chiamato ” The Thirties of Glorious Thirty Years of Peace and Prosperity”. L’economia mista francese ha funzionato meglio del comunismo burocratico o del capitalismo proficuo in termini di libertà, uguaglianza e benessere umano. Nel marzo 1944, adottò un programma che chiedeva un’economia mista che combina la libera impresa con le nazionalizzazioni strategiche, così come i programmi di sicurezza sociale e i diritti sindacali. Questo programma di giustizia sociale aveva gettato le basi per uno sviluppo economico straordinario, chiamato The Thirties of Glorious Thirty Years of Peace and Prosperity. . È più difficile costruire qualcosa che demolirlo. Il colpo di stato neoliberista della Thatcher in Gran Bretagna ha prodotto la condanna a morte per i servizi pubblici statali e l’inizio dei giorni disonorevoli: la campagna persistente, ideologica e istituzionale, per distruggere lo stato sociale, i salari e per ridurre i benefici e, infine, per trasferire tutto il potere di decisione ai movimenti del capitale finanziario. Questo è chiamato neoliberalismo o globalizzazione. Questa controrivoluzione neoliberista colpì la Francia nei primi anni della presidenza del presidente socialista François Mitterrand, facendo sì che il suo governo cambiasse la sua politica e facendo rompere la sua alleanza del “programma comune” con i comunisti. Per nascondere il suo cambiamento anti-sociale, il Partito Socialista aveva cambiato il suo corso d’azione e ha optato per l’ “anti-razzismo” e la “costruzione dell’Europa” (cioè l’Unione Europea), presentato come il nuovo orizzonte del “progresso”. La preoccupazione dei lavoratori di mantenere il tenore di vita raggiunto negli ultimi decenni è stata descritta come “reazionaria”, in opposizione al nuovo concetto di competizione globale senza frontiere, definito quello il “progresso”. In realtà, la “costruzione europea” significava, in Francia come in Italia, in Spagna e negli altri paesi, la decostruzione sistematica della sovranità degli Stati membri, con la conseguente distruzione dei sistemi di protezione sociale rinforzati da sentimenti nazionali di solidarietà per i quali non v’è alcun sostituto nell’astrazione del mito chiamato “Europa”. Gradualmente, l’Europa è stata privata delle sue protezioni sociali e si ‘ aperta ai capricci di Goldman Sachs, della Gande Finanza e algli investitori internazionali dall’Arabia Saudita al Qatar.

https://www.controinformazione.info/la-tragedia-dei-ferrovieri-in-francia-il-significato-profondo-degli-scioperi-di-questi-giorni/

Previsioni

N.B. Questo articolo è stato scritto PRIMA dei fatti di Nizza.

Patrick Calvar, capo della Direzione Generale di Sicurezza Interna di Francia, ha dichiarato, nel corso di una udienza  ai componenti della Commissione parlamentare francese, che il suo paese “Si trova sull’orlo di una guerra civile”. Calvar ha riferito che la situazione in Francia “si trava tanto sull’orlo del precipizio che soltanto mancherebbe l’episodio di un nuovo attacco terroristico islamico per provocare una reazione a catena che porterebbe beneficio all’estrema destra”. Nelle dichiarazioni rilasciate al giornale francese Le Figaro, Calvar, ha detto che, seguendo il suo criterio: “Questo conflitto civile andrà ad essere quasi inevitabile e basterebbe soltanto un un altro attacco che dovesse accadere ancora sul suolo francese che questo farebbe da scintilla nel provocarlo”. Con riferimeto a questo Calvar ha paventato anche la possibilità di potenziali attacchi con auto bomba. Pertanto, secondo il capo dell’Intelleigence francese, bisognerà bloccare ed anticipare le mosse di tutti questi gruppi , per impedire il possibile scontro, quasi inevitabile, tra i gruppi di estrema destra ed i mussulmani se si produrranno nuovi attacchi islamisti in Francia. Secondo Calvar, questa possibilità prospetta una minaccia maggiore che non quella dello stesso terrorismo. Il capo dell’intelligence ha avvisato che “L’Europa si trova in un grande pericolo e che l’estremismo sta crescendo da tutte le parti”. I commento del capo della Direzione Generale di Sicurezza Interna di Francia, coincide  nel tempo con le avvertenze fatte dall’ex capo del M16, , Richard Dearlove, il quale anche lui aveva detto che l’Europa si sarebbe trovata ad affrontare una “sollevazione populista” se i governi non predono il controllo della crisi migratoria. Anhe gli esperti della sicurezza di Germania hanno messo sull’avviso la cancelliera Angela Merkel  che la classe media di trova sempre più radicalizzata per causa della crisi migratoria delle frontiere aperte. Tutto sembra indicare che l’Europa potrebbe sperimentare ina ondata di forte tensione in cui la crisi migratoria, il terrorismo e l’estrema destra, si retroalimenterebbero da soli. Nota: Alcuni analisti cercano di capire il senso di questi avvertimenti fatti dal capo dell’Intelligence nella necessità  di interpretare questi come segnali del varo di un possibile “stato di pericolo” , con il pretesto di un qualche tragico avvenimento,  che consentirebbe al Governo Hollande/Valls di decretare uno stato di emergenza utile per mettere fuori legge alcuni gruppi politicamente ostili, condurre una repressione e limitare la base di consenso del partito della Marine Le Pen, il Front National che sta rapidamente crescendo nei consensi e rappresenta un pericolo per i detentori del potere politico ed economico in Francia. Una strategia della tensione in “salsa francese”,con le opportune varianti, che si svolgerebbe secondo un copione già scritto e sperimentato negli anni ’70 proprio in Italia, come fu poi svelato dall’ex capo della CIA dell’epoca. Fonte: Express.coTraduzione e nota: Luciano Lago

in http://www.controinformazione.info/il-capo-dellintelligence-francese-avvisa-circa-il-rischio-di-una-guerra-civile-in-francia/

Elezioni dipartimentali francesi

dipartimentaliCosì si ridisegna lo scenario elettorale francese: su 21,3 milioni di votanti (il 49,8% degli iscritti non è andato a votare) il 25,19 percento ha scelto il Front National di Marine Le Pen che in queste dipartimentali è stato l’unico partito politico che ha corso da solo. “Cari compatrioti, senza radicamento sul territorio, con un solo amministratore dipartimentale uscente su 4mila dipartimenti, il Front National è riuscito a delle elezioni locali a superare la percentuale ottenuta alle elezioni europee.  Questo voto massiccio per noi dimostra come i francesi rivogliono la loro libertà e che un’altra politica è possibile”, ha detto Marine Le Pen poco dopo i risultati. De-demonizzazione fa rima, nel bene e nel male, con istituzionalizzazione. Se le europee di maggio scorso lasciavano ancora intendere che il voto frontista fosse collegato unicamente alla protesta, queste elezioni hanno dimostrato l’esatto contrario: il populismo si è trasformato in un voto di adesione di di consenso. Chi dice elezione locale infatti dice amministrazione del territorio, dunque, costruzione dal basso, di una nuova Francia. Se è vero che il centro-sinistra è il grande perdente e che la coalizione di centro-destra guidato da Nicolas Sakozy ha conquistato il maggior numero di ballottaggi e di eletti al primo turno, è ancor più vero che alle presidenziali questo sistema delle alleanze non è valido. Il sistema elettorale disegnato da Charles De Gaulle nel 1959 premia il candidato-presidente proprio per evitare la supremazia dei partiti sulla volontà popolare. Per questa ragione il dato più significativo delle elezioni di domenica ricade sul partito preso singolarmente che ha preso più voti.

Tuttavia l’indipendenza del Front National dal sistema partitico è paradossalmente il suo punto debole. Anche questa volta, come successe nel 2002 quando Jean Marie Le Pen arrivò al ballottaggio delle presidenziali con Jacques Chirac, e come probabilmente succederà nuovamente nel 2017, sembrerebbe profilarsi l’idea di un “fronte repubblicano”, vale a dire il meccanismo per cui destra e sinistra si accordano per sostenere al secondo turno il candidato – di destra come di sinistra –  alternativo a quello del Front National.

Di fatto per vincere alle prossime presidenziali il Front National avrebbe bisogno della profezia di Michel Houellebecq: la nascita di un partito musulmano in Francia con un programma politico gollista. Solo con l’appoggio del leader illuminato, antiliberale e antiprogressista, Mohammed Ben Abbes (che in “Sottomissione” viene in realtà sostenuto in chiave anti-frontista), Marine Le Pen potrà smantellare il fronte repubblicano e restituire alla Francia il suo patrimonio.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=50704

Se anche in Francia i diritti regrediscono

Se anche in Francia i diritti regrediscono

“Incapace così di agire contro la vera criminalità, per non urtare le comunità di referenza, incapace di risollevare l’economia del paese in caduta libera, poiché di fatto tutti i poteri sono passati a Bruxelles, l’unica cosa che resta da fare è di montare dei casi ad hoc per tenere occupata l’opinione pubblica. Appena sgonfiato il caso Dieudonné, la rivista Closer butta in pasto la storia di Hollande e la sua nuova amante”.

Anche in Francia l’informazione diventa infotainement, più intrattenimento scandalistico per le masse che informazione seria; di certi argomenti non si può parlare per legge (o per il politically correct), per il web ci stanno lavorando :-/

C’è modo e modo…

C’è modo e modo…

Ma sia Van Rompuy che Olli Rehn contestarono le misure “per come erano state fatte”. Perchè Hollande aveva alzato le tasse ai super-ricchi, perché aveva alzato le tasse sulle rendite finanziarie, perché aveva dimezzato i costi della politica, aveva aggredito, decurtandoli, gli stipendi dei grossi manager pubblici e il risparmio così ottenuto invece di investirlo per rifinanziare le proprie banche lo aveva dirottato nell’istruzione pubblica, nella ricerca scientifica, nella salvaguardia e cura del patrimonio artistico nazionale, avviando un piano di recupero del territorio e di sostegno per la disoccupazione intellettuale, quest’ultima (per la Francia) una priorità assoluta di cui occuparsi.